Il 2024 segna una svolta per i contribuenti italiani con l’introduzione del nuovo redditometro, lo strumento del Fisco che mette sotto la lente di ingrandimento il rapporto tra reddito dichiarato e tenore di vita. Se hai sentito parlare di accertamento sintetico, spese pazze e controlli incrociati, sei nel posto giusto. Questa guida ti fornirà tutte le informazioni necessarie per capire cos’è il redditometro, come funziona nel 2024, quali sono le novità più importanti e, soprattutto,come difendersi in caso di accertamento.
Che tu sia un libero professionista, un dipendente o un pensionato, conoscere il redditometro è fondamentale per evitare brutte sorprese e vivere serenamente la tua vita finanziaria. Continua a leggere per scoprire tutto quello che c’è da sapere sul redditometro 2024 e dormire sonni tranquilli.
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Il Decreto Ministeriale del MEF del 7 maggio 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 116 del 20 maggio, riporta in auge il Redditometro. Questo strumento di accertamento fiscale, sospeso nel 2018, viene riattivato e applicato ai redditi a partire dal 2016 (ma con effetti pratici probabilmente solo dal 2018).
Il nuovo decreto, basato su una metodologia sviluppata in collaborazione con l’Istat e le associazioni dei consumatori, definisce i criteri per la determinazione sintetica dei redditi e dei maggiori redditi delle persone fisiche. In sintesi, il Fisco torna a controllare le spese dei contribuenti per verificare la coerenza con i redditi dichiarati.
Il redditometro è uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per verificare la coerenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute da un contribuente. In sostanza, si tratta di un "metro" che misura la capacità di spesa di una persona e la confronta con i redditi dichiarati.
Nel 2024, il redditometro è stato oggetto di importanti novità. Il nuovo decreto ha introdotto criteri più stringenti e una lista più ampia di beni e servizi che possono essere considerati indicatori di capacità contributiva.
Il nuovo redditometro attribuisce le spese al contribuente sulla base dei dati disponibili o delle informazioni presenti nell’Anagrafe Tributaria, salvo eccezioni previste dall’articolo 4 del decreto. Sono considerate spese del contribuente anche quelle sostenute dal coniuge e dai familiari a carico. Tuttavia, le spese per beni e servizi utilizzati esclusivamente per l’attività d’impresa o professionale, se debitamente documentate, non vengono attribuite alla persona fisica.
Più nel dettaglio avremo:
Il nuovo Redditometro amplia notevolmente la gamma di spese che l’Agenzia delle Entrate può utilizzare per stimare il reddito dei contribuenti. L’analisi, che partirà dai redditi del 2016 (ma con effetti concreti dal 2018), prenderà in considerazione sia i dati già presenti nell’Anagrafe Tributaria sia un livello minimo di spesa stabilito per legge.
Il meccanismo è semplice: il Fisco, basandosi sui dati a disposizione, presume un reddito e chiede al contribuente eventuali spiegazioni in caso di discrepanze. Il contribuente ha il diritto di difendersi, dimostrando che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli dichiarati o con risparmi accumulati in anni precedenti.
L’elenco delle spese soggette a controllo è vasto e variegato, spaziando dall’alimentazione all’abbigliamento, dalle spese per la casa (mutuo, affitto, condominio, manutenzione) agli investimenti (azioni, francobolli, oro), dai trasporti (assicurazione, bollo) alle comunicazioni e alla scuola, fino al tempo libero (giochi, elettronica, abbonamenti, piante e fiori).
È importante sottolineare che l’elenco fornito è solo un esempio e non esaustivo. Per una lista completa delle voci di spesa soggette a controllo, si rimanda alla tabella dettagliata presente nell’Allegato A del decreto.
Se il Fisco rileva una discrepanza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute, il contribuente ha la possibilità di giustificare le proprie spese dimostrando, ad esempio, di aver utilizzato risparmi, donazioni o altre fonti di reddito non dichiarate.
Il nuovo redditometro rappresenta una sfida per i contribuenti, ma anche un’opportunità per migliorare la trasparenza e la correttezza dei propri comportamenti fiscali. Informarsi e adottare un approccio consapevole è il primo passo per affrontare con serenità il redditometro e contribuire a un sistema fiscale più equo ed efficiente.
Nella serata del 22 Maggio 2024 il Primo Ministro Giorgia Meloni ha dichiarato sui suoi canali social:
Oggi ho incontrato il viceministro Leo, ci siamo confrontati sui contenuti (del decreto ministeriale sul redditometro) e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere (il provvedimento) in attesa di ulteriori approfondimenti. Il nostro obiettivo (ha proseguito il Primo Ministro) è e rimane quello di contrastare la grande evasione e il fenomeno inaccettabile, ad esempio, di chi si finge nullatenente, ma gira con il Suv, o va in vacanza con lo yacht, senza però per questo vessare con norme invasive le persone comuni
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Tutti i contribuenti persone fisiche residenti in Italia possono essere sottoposti ad accertamento sintetico del reddito.
Il redditometro considera una vasta gamma di spese, tra cui spese per abitazione, auto, viaggi, istruzione, attività ricreative e molto altro.
Il contribuente riceverà un avviso di accertamento e avrà la possibilità di giustificare le proprie spese.
È possibile dimostrare la provenienza delle spese presentando la documentazione relativa (scontrini, fatture, estratti conto, ecc.) e fornendo eventuali spiegazioni aggiuntive.
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