La riforma della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti, delineata dal DPCM del 4 agosto 2023, ha introdotto i nuovi percorsi abilitanti da 60 CFU (Crediti Formativi Universitari) come requisito fondamentale per l’accesso all’insegnamento. Questa trasformazione rappresenta un momento cruciale per i laureati e i laureandi in Scienze Motorie che aspirano a una cattedra nelle scuole secondarie di I e II grado. La scelta dell’ateneo e del piano di studi diventa, quindi, un passo strategico per costruire una carriera solida, non solo nel contesto italiano ma anche in una prospettiva europea. È un percorso che richiede un’attenta valutazione delle offerte formative, mettendo a frutto le peculiarità culturali del nostro Paese e bilanciando sapientemente tradizione e innovazione didattica.
Intraprendere questo cammino significa investire sul proprio futuro professionale. L’abilitazione all’insegnamento per le classi di concorso A048 (Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A049 (Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado) apre le porte delle aule, ma una preparazione di qualità può fare la differenza. L’obiettivo è formare docenti consapevoli, capaci di promuovere stili di vita sani e di trasmettere i valori dello sport, integrando le competenze tecniche con una profonda sensibilità pedagogica. Questo articolo si propone come una guida per orientare gli aspiranti insegnanti in questa scelta decisiva, analizzando i criteri per selezionare l’università più adatta e le caratteristiche di un piano di studi proiettato verso le sfide del futuro.
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Il quadro normativo: cosa sono i percorsi da 60 CFU
I percorsi da 60 CFU sostituiscono i precedenti 24 CFU come requisito d’accesso ai concorsi per l’insegnamento. Il DPCM 4 agosto 2023 ha definito la struttura di questi percorsi, che mirano a fornire una preparazione completa e trasversale. Il piano formativo include discipline di base, pedagogia, metodologie e didattiche specifiche per le materie di insegnamento, oltre a un tirocinio. Una parte significativa, pari ad almeno 20 CFU, è dedicata al tirocinio diretto e indiretto, un’esperienza fondamentale per mettere in pratica le conoscenze acquisite e confrontarsi con la realtà scolastica. L’accesso a questi corsi è riservato a laureati e, in alcuni casi, a laureandi che abbiano già maturato un numero sufficiente di crediti.
Le università, sia statali che telematiche, hanno ricevuto l’accreditamento dal Ministero per erogare questi percorsi, garantendo standard qualitativi uniformi su tutto il territorio nazionale. È importante notare che, per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, è consentito lo svolgimento di una parte delle lezioni (fino al 50%, escluse le attività di laboratorio e tirocinio) in modalità telematica sincrona, offrendo una maggiore flessibilità ai partecipanti. Il percorso si conclude con una prova finale abilitante, composta da una prova scritta e una lezione simulata, che attesta le competenze professionali acquisite.
Scegliere l’ateneo giusto: criteri di valutazione
La scelta dell’università dove conseguire i 60 CFU è una decisione che va ponderata attentamente. Il primo passo è verificare quali atenei offrono i percorsi per le classi di concorso di interesse (A048 e A049). Molte università, da Nord a Sud, hanno attivato questi corsi, incluse le telematiche che offrono flessibilità a chi già lavora. Un fattore da considerare è l’organizzazione didattica: la distribuzione delle lezioni, la modalità di erogazione (in presenza, a distanza o mista) e la dislocazione delle sedi per le attività pratiche e di tirocinio. È utile consultare i bandi e i siti web delle singole università per reperire informazioni dettagliate su calendari, costi e scadenze.
Un altro aspetto rilevante è l’approccio dell’ateneo alla didattica delle scienze motorie. Alcune università potrebbero avere un focus più tradizionale, mentre altre potrebbero essere più orientate all’innovazione, integrando tecnologie digitali, gamification e nuovi approcci metodologici. È consigliabile informarsi sui docenti del corso, sulle loro aree di ricerca e sulle collaborazioni dell’ateneo con scuole, federazioni sportive e altre istituzioni del territorio. Un’università ben radicata nel contesto locale e nazionale può offrire maggiori opportunità per il tirocinio e per futuri contatti professionali. La presenza di laboratori avanzati e di un solido programma di tirocinio sono indicatori di un’offerta formativa di alta qualità.
Il piano di studi: tra tradizione e innovazione
Analizzare il piano di studi è fondamentale per comprendere la qualità e l’orientamento del percorso formativo. Un buon piano di studi per le scienze motorie deve saper coniugare gli aspetti tradizionali della disciplina con le più recenti innovazioni in campo didattico e tecnologico. Le materie di base dovrebbero coprire aree come la pedagogia speciale e la didattica dell’inclusione, le metodologie del gioco e dello sport, e gli aspetti psicologici e sociologici legati all’attività motoria. Questi insegnamenti forniscono le fondamenta per costruire un’azione educativa efficace e consapevole.
L’innovazione si manifesta nell’integrazione di nuove tecnologie per l’insegnamento e la valutazione. Piani di studio all’avanguardia possono includere moduli su come utilizzare dispositivi wearable, realtà aumentata o piattaforme digitali per personalizzare l’apprendimento e monitorare i progressi degli studenti. Un altro elemento qualificante è l’attenzione alla progettazione di Unità di Apprendimento (UDA) innovative, che superino la lezione frontale a favore di un approccio laboratoriale ed esperienziale. La capacità di progettare percorsi didattici inclusivi e stimolanti è una delle competenze chiave per il docente del futuro.
Valorizzare la cultura mediterranea nel contesto europeo
L’Italia, con la sua posizione al centro del Mediterraneo, possiede un patrimonio culturale unico che può arricchire la didattica delle scienze motorie. La dieta mediterranea, gli sport tradizionali e un approccio al benessere che integra corpo e mente sono elementi distintivi da valorizzare. Un piano di studi attento a questa dimensione può offrire una prospettiva originale e competitiva anche sul mercato europeo. Alcuni atenei, come l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, propongono percorsi che legano le scienze motorie al contesto locale e alle sue specificità. Questo approccio non solo rafforza l’identità culturale, ma prepara anche professionisti capaci di operare in contesti multiculturali.
L’insegnante di scienze motorie formato in Italia può diventare un ambasciatore di uno stile di vita sano che affonda le radici in una tradizione millenaria. La capacità di integrare la promozione della salute con la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale è una competenza spendibile a livello internazionale. Pensiamo, ad esempio, all’organizzazione di attività sportive all’aperto che valorizzino il paesaggio italiano o alla promozione di giochi e sport che fanno parte della nostra storia. Un percorso di 60 CFU che includa questi elementi prepara un docente non solo tecnicamente competente, ma anche culturalmente consapevole e innovativo.
Prospettive professionali: non solo insegnamento
Conseguire l’abilitazione all’insegnamento tramite il percorso da 60 CFU è l’obiettivo principale, ma le competenze acquisite aprono a un ventaglio più ampio di opportunità professionali. Una solida preparazione in ambito pedagogico, didattico e manageriale è spendibile in diversi settori del mondo dello sport. I laureati in scienze motorie possono trovare impiego come preparatori atletici, manager di strutture sportive, organizzatori di eventi, o consulenti per aziende del settore. Le competenze nella gestione di gruppi, nella progettazione di attività e nella promozione della salute sono molto richieste.
In un mercato del lavoro sempre più competitivo, anche a livello europeo, la specializzazione è fondamentale. Il percorso da 60 CFU, se scelto con cura, può fornire quel valore aggiunto che fa la differenza. Ad esempio, una formazione che integra competenze digitali avanzate può aprire le porte a nuove professioni legate all’analisi dei dati sportivi o allo sviluppo di applicazioni per il fitness. Allo stesso modo, una preparazione focalizzata sul management sportivo può portare a ruoli dirigenziali in federazioni o società sportive. Per questo è essenziale scegliere un percorso che non solo abiliti all’insegnamento, ma che arricchisca il proprio profilo professionale a 360 gradi. Per chi aspira alla cattedra, un passo successivo e fondamentale sarà prepararsi per il concorso di scienze motorie, dove mettere a frutto la preparazione acquisita.
Conclusioni
La transizione verso i percorsi abilitanti da 60 CFU segna una svolta per la formazione degli insegnanti di Scienze Motorie in Italia. La scelta dell’ateneo e del piano di studi è un’opportunità per personalizzare il proprio percorso, allineandolo alle proprie aspirazioni professionali e alle richieste del mercato del lavoro, italiano ed europeo. È fondamentale orientarsi verso offerte formative che non si limitino a trasmettere nozioni, ma che sviluppino competenze trasversali, integrando tradizione e innovazione. Un’attenta valutazione dei programmi, del corpo docente e delle opportunità di tirocinio è il primo passo per un investimento di successo sul proprio futuro. Per una visione completa dei requisiti, può essere utile consultare una guida a cfu, titoli e abilitazione per insegnare scienze motorie.
Guardare al contesto europeo e valorizzare la specificità della cultura mediterranea può fornire un vantaggio competitivo unico. I futuri docenti hanno la responsabilità e l’opportunità di formare cittadini attivi, sani e consapevoli, capaci di apprezzare il valore del movimento in tutte le sue forme. Il percorso da 60 CFU è la base su cui costruire questa professionalità, un cammino che richiede impegno, curiosità e una visione chiara dei propri obiettivi. Affrontare questa sfida con preparazione e consapevolezza significa gettare le basi per una carriera gratificante e di impatto, contribuendo alla crescita delle nuove generazioni e alla promozione di una cultura dello sport e del benessere. Per chi necessitasse di integrare il proprio percorso di studi, esistono guide specifiche su come colmare i debiti formativi in scienze motorie.
Domande frequenti

Cosa sono i percorsi abilitanti 60 CFU per Scienze Motorie?
I percorsi abilitanti da 60 CFU sono un nuovo requisito per diventare insegnante di ruolo nelle scuole secondarie italiane, introdotti dalla riforma della formazione docenti (DPCM 4 agosto 2023). Sostituiscono i precedenti 24 CFU e sono necessari per accedere ai concorsi per le classi di concorso A048 (Scienze motorie e sportive nel II grado) e A049 (Scienze motorie e sportive nel I grado). Questi percorsi includono insegnamenti di pedagogia, didattica, discipline specifiche e un tirocinio di almeno 20 CFU per fornire una preparazione completa sia teorica che pratica.
Come si sceglie l’università per i 60 CFU in Scienze Motorie?
La scelta dell’ateneo richiede un’attenta valutazione di diversi fattori. Prima di tutto, è necessario verificare quali università, statali o telematiche, sono state accreditate dal Ministero per erogare i percorsi per le classi A048 e A049. È importante analizzare l’offerta formativa: il piano di studi, l’enfasi su tradizione o innovazione (es. uso di tecnologie digitali), le competenze del corpo docente e le opportunità di tirocinio. Altri criteri includono la logistica (sedi, orari, modalità di frequenza online/in presenza) e i costi. Consultare i bandi ufficiali degli atenei è il modo migliore per ottenere informazioni precise e aggiornate.
Quali sono gli sbocchi professionali oltre all’insegnamento?
Sebbene il percorso da 60 CFU sia finalizzato all’abilitazione, le competenze acquisite aprono a diverse opportunità nel settore sportivo. Un laureato in Scienze Motorie con una solida formazione in ambito pedagogico, didattico e manageriale può intraprendere carriere come preparatore atletico, manager di eventi e strutture sportive, consulente per aziende o federazioni, o esperto nella promozione di stili di vita sani. La capacità di progettare, gestire e valutare attività motorie per diversi target di popolazione è una competenza molto richiesta sul mercato del lavoro.
È possibile frequentare i corsi 60 CFU a distanza?
Sì, parzialmente. La normativa, in via transitoria per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, permette di svolgere le attività didattiche in modalità telematica sincrona fino a un massimo del 50% del totale. Tuttavia, le attività di tirocinio e i laboratori pratici richiedono obbligatoriamente la presenza fisica. Questa opzione mista offre una maggiore flessibilità, specialmente per studenti lavoratori o fuori sede, combinando i vantaggi della didattica a distanza con l’esperienza pratica indispensabile sul campo.
Qual è il ruolo della cultura mediterranea in questi percorsi?
La cultura mediterranea può rappresentare un valore aggiunto distintivo. Un piano di studi che la integri può formare professionisti capaci di promuovere uno stile di vita sano che valorizzi il patrimonio locale, come la dieta mediterranea e gli sport tradizionali. Questo approccio non solo arricchisce la didattica, ma fornisce anche competenze spendibili in un contesto europeo, dove l’originalità e la specificità culturale sono apprezzate. Atenei come l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ad esempio, propongono percorsi che legano le scienze motorie al territorio, preparando professionisti con una visione internazionale ma con solide radici culturali.
Domande frequenti

I percorsi abilitanti da 60 CFU sono un nuovo programma di formazione universitaria, introdotto dal DPCM del 4 agosto 2023, necessario per ottenere l’abilitazione all’insegnamento delle scienze motorie (classi di concorso A-48 e A-49) nelle scuole secondarie di I e II grado. Il percorso è strutturato con lezioni teoriche, laboratori e un tirocinio di 20 CFU per fornire tutte le competenze necessarie alla professione docente.
Possono accedere i laureati con una laurea magistrale specifica per le classi di concorso di scienze motorie (LM-67, LM-68, LM-47), chi possiede un titolo equipollente, e gli studenti iscritti a corsi di laurea magistrale che abbiano già acquisito almeno 180 CFU. È fondamentale che il piano di studi sia coerente con i requisiti ministeriali per la specifica classe di concorso.
Sì, la frequenza ai percorsi abilitanti è obbligatoria. La normativa prevede una combinazione di lezioni in presenza, soprattutto per laboratori e tirocini, e una parte a distanza in modalità sincrona (fino al 50%). L’obbligo di frequenza assicura un’adeguata preparazione pratica e teorica.
Il costo massimo per i percorsi da 60 CFU è fissato per legge a 2.500 euro. Per i percorsi ridotti (es. 30 o 36 CFU) il tetto massimo è di 2.000 euro. Le singole università possono decidere di applicare costi inferiori a questo tetto massimo. Il costo della prova finale di abilitazione è invece fissato a un massimo di 150 euro.
Il percorso da 60 CFU è il percorso standard e completo per ottenere l’abilitazione. I percorsi da 30 e 36 CFU sono percorsi abbreviati destinati a specifiche categorie di candidati. Ad esempio, un percorso da 30 CFU è pensato per docenti con almeno tre anni di servizio o già abilitati in un’altra classe di concorso. Il percorso da 36 CFU è invece destinato a chi ha già conseguito i 24 CFU (secondo il vecchio ordinamento) e ha vinto un concorso.