La lingua francese, veicolo di cultura, diplomazia e commercio, rappresenta una competenza strategica nel panorama europeo e mediterraneo. Per chi ambisce a trasmettere questa ricchezza attraverso l’insegnamento in Italia, il percorso è scandito da requisiti precisi, primo tra tutti il possesso di un numero adeguato di Crediti Formativi Universitari (CFU). Comprendere come funzionano i CFU, verificare la propria posizione e colmare eventuali lacune, o “debiti formativi”, è il primo passo fondamentale per intraprendere la carriera di docente. Questa guida offre una panoramica completa per orientarsi tra normative, strategie di recupero e opportunità professionali, unendo la tradizione accademica italiana alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più innovativo e interconnesso.
Affrontare un debito formativo non è un ostacolo insormontabile, ma un’opportunità per specializzare e arricchire il proprio profilo. Che si tratti di un neolaureato o di un professionista che desidera reinventarsi, esistono soluzioni flessibili e mirate per integrare i crediti mancanti e aprire le porte delle aule scolastiche. Dall’iscrizione a corsi singoli fino ai master di completamento, ogni aspirante docente può costruire un percorso su misura per raggiungere i propri obiettivi professionali.
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Le Classi di Concorso per l’Insegnamento del Francese
Per poter insegnare la lingua francese nelle scuole secondarie italiane, è necessario fare riferimento a specifiche “classi di concorso”, codici ministeriali che abilitano all’insegnamento di una determinata materia. A seguito di una recente razionalizzazione, le precedenti classi A-24 (Lingue e culture straniere negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A-25 (Lingua inglese e seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado) sono state accorpate nella nuova classe di concorso A-22 (Lingue e culture straniere nell’istruzione secondaria di I e II grado). Questa unificazione semplifica il quadro normativo ma non modifica la sostanza dei requisiti richiesti per ciascuna lingua. È fondamentale, infatti, che nel titolo di abilitazione sia specificata la lingua straniera per cui si è qualificati, in questo caso il francese.
L’accesso a questa classe di concorso è vincolato al possesso di una laurea magistrale, specialistica o di vecchio ordinamento idonea. Tra i titoli più comuni troviamo le lauree in Lingue e Letterature Moderne (LM-37), Linguistica (LM-39) e Traduzione Specialistica e Interpretariato (LM-94). Tuttavia, la sola laurea spesso non basta. La normativa richiede il possesso di crediti specifici in determinati Settori Scientifico-Disciplinari (SSD), che attestino una preparazione mirata non solo sulla lingua, ma anche sulla sua letteratura e sulla didattica.
Quanti CFU servono per Insegnare Francese
La normativa ministeriale definisce con precisione il numero di crediti necessari per accedere all’insegnamento della lingua francese. Per i possessori di lauree magistrali, i requisiti sono chiari: è indispensabile aver maturato un totale di crediti che certifichi una competenza approfondita nella lingua e nella sua cultura. Nello specifico, la tabella ministeriale richiede 36 CFU nella lingua francese (corrispondenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/04, Lingua e Traduzione – Lingua Francese) e 24 CFU nella relativa letteratura (L-LIN/03, Letteratura Francese). Questo garantisce che il futuro docente possieda non solo la padronanza linguistica, ma anche una solida conoscenza del contesto culturale e storico in cui la lingua si è sviluppata.
Oltre ai crediti specifici per lingua e letteratura, è richiesto un bagaglio di competenze trasversali in ambito linguistico e didattico. Sono infatti necessari almeno 12 CFU nel settore L-LIN/01 (Glottologia e Linguistica) o L-LIN/02 (Didattica delle lingue moderne). Per chi ha conseguito la laurea a partire dall’anno accademico 2019/2020, questo requisito è stato elevato a 18 CFU. Questi crediti assicurano che l’insegnante abbia le basi teoriche per comprendere la struttura del linguaggio e per applicare metodologie didattiche efficaci.
Come Colmare i Debiti Formativi in Lingua Francese
Una volta verificato il proprio piano di studi e accertata la mancanza di alcuni CFU, è necessario attivarsi per colmare il debito formativo. Il sistema universitario italiano offre diverse soluzioni per integrare i crediti mancanti, permettendo a ogni aspirante docente di personalizzare il proprio percorso. La scelta più diretta e flessibile è l’iscrizione a corsi singoli universitari. Questa opzione consente di sostenere esattamente gli esami richiesti nei settori scientifico-disciplinari carenti (come L-LIN/03, L-LIN/04 o L-LIN/01) senza doversi immatricolare a un intero nuovo corso di laurea. Molte università, anche telematiche, offrono questa possibilità, garantendo flessibilità a chi già lavora.
Un’alternativa più strutturata è rappresentata dai Master di I livello. Esistono percorsi specifici, spesso da 60 CFU, pensati appositamente per il completamento delle classi di concorso. Questi master non solo forniscono i crediti mancanti in aree disciplinari specifiche, ma offrono anche una formazione approfondita su metodologie didattiche innovative e competenze trasversali. Inoltre, un titolo di Master può contribuire ad aumentare il punteggio in graduatoria, rappresentando un doppio vantaggio strategico per la propria carriera. La scelta tra corsi singoli e master dipende dal numero di CFU da recuperare e dagli obiettivi professionali a lungo termine.
Il Valore del Francese: tra Cultura Mediterranea e Mercato Europeo
La conoscenza del francese va ben oltre i requisiti accademici. In un’Italia profondamente radicata nella cultura mediterranea e, al contempo, motore dell’economia europea, il francese agisce come un ponte culturale e professionale. È la lingua di partner commerciali strategici, di istituzioni europee e di un patrimonio artistico e letterario che dialoga costantemente con quello italiano. Per un docente, trasmettere questa lingua significa fornire agli studenti una chiave di accesso a un orizzonte più ampio, che unisce la tradizione umanistica a un’innovazione tecnologica e sociale condivisa. Padroneggiare il francese apre le porte a carriere nella diplomazia, nel turismo, nella moda e nel commercio internazionale, settori in cui l’Italia eccelle.
Insegnare francese oggi significa anche saper navigare tra tradizione e innovazione. Le nuove tecnologie offrono strumenti didattici potentissimi: piattaforme di e-learning, app per l’apprendimento linguistico e risorse digitali che rendono le lezioni più interattive e coinvolgenti. Un approccio didattico moderno, come il CLIL (Content and Language Integrated Learning), permette di insegnare una disciplina non linguistica direttamente in francese, potenziando le competenze degli studenti in modo pratico e stimolante. Un docente preparato su questi fronti non solo soddisfa i requisiti per insegnare francese, ma diventa una risorsa preziosa per la scuola e un mentore per i cittadini europei di domani.
Conclusioni

Il percorso per diventare docente di lingua francese in Italia è ben definito e richiede un’attenta pianificazione. La comprensione del sistema dei CFU e delle classi di concorso è il primo, indispensabile passo. Verificare il proprio piano di studi e identificare eventuali debiti formativi è un’operazione cruciale che permette di agire tempestivamente. Fortunatamente, le opzioni per colmare le lacune sono molteplici e flessibili: dai corsi singoli, ideali per integrazioni mirate, ai Master di completamento, che offrono una formazione più ampia e un vantaggio strategico nelle graduatorie.
Investire nella propria formazione per soddisfare i requisiti ministeriali non è solo un obbligo burocratico, ma un’occasione per approfondire le proprie competenze e arricchire il proprio profilo professionale. La padronanza della lingua e della cultura francese, unita a solide basi di glottodidattica, apre le porte a una carriera stimolante e di grande valore sociale. Prepararsi adeguatamente significa non solo superare le selezioni, come il concorso di francese, ma anche diventare insegnanti capaci di ispirare le nuove generazioni, offrendo loro uno strumento essenziale per comprendere e abitare il mondo globale.
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Domande frequenti

Per insegnare francese nella scuola secondaria (classe di concorso A-22), sono necessari requisiti specifici che includono, oltre alla laurea, un minimo di 36 CFU nel settore scientifico-disciplinare della lingua francese (L-LIN/04) e 24 CFU nella relativa letteratura. Inoltre, sono richiesti 12 CFU in glottologia e linguistica (L-LIN/01 o L-LIN/02).
Puoi recuperare i CFU (Crediti Formativi Universitari) mancanti iscrivendoti a corsi singoli universitari, sia presso atenei tradizionali che telematici. Un’altra opzione è frequentare un Master di I livello specifico per l’integrazione dei crediti necessari per le classi di concorso, che spesso offrono un pacchetto completo di 60 CFU.
Sì, le certificazioni linguistiche come il DELF (Diplôme d’Etudes en Langue Française) e il DALF (Diplôme Approfondi de Langue Française) possono essere riconosciute per ottenere crediti formativi universitari (CFU). Il numero di CFU riconosciuti dipende dal livello della certificazione e dal regolamento del singolo ateneo. Ad esempio, un DELF B2 o un DALF esentano dal test di lingua per l’ammissione nelle università francesi.
Il debito formativo in lingua francese si riferisce alla mancanza di specifiche competenze o crediti (CFU) richiesti per accedere a un corso di laurea magistrale o a una classe di concorso per l’insegnamento. Questo debito deve essere colmato superando esami specifici per raggiungere i requisiti previsti dalla normativa.
Il costo per integrare i CFU varia a seconda dell’università e della modalità scelta. L’iscrizione a corsi singoli ha un costo per credito, che può variare indicativamente da 40 a 50 euro per CFU, a cui si aggiunge una tassa di iscrizione. I Master di completamento, che offrono un pacchetto di 60 CFU, hanno un costo complessivo che si aggira intorno ai 1500 euro, spesso rateizzabili.