Lo smartphone squilla, ma il numero sul display è sconosciuto. Peggio ancora, inizia con un prefisso che non riconosciamo, magari di un paese lontano. In quel momento, un dubbio amletico ci assale: rispondere o ignorare? Questa esitazione è più che giustificata. Dietro a una semplice chiamata persa può nascondersi una truffa ben congegnata, pensata per sfruttare la nostra curiosità e prosciugare il credito telefonico. Il fenomeno delle chiamate truffa da prefissi esteri è in continua evoluzione, e conoscerne i meccanismi è il primo, fondamentale passo per proteggersi in modo efficace.
Nel nostro mondo interconnesso, ricevere una chiamata dall’estero non è un evento raro. Potrebbe essere un parente, un’opportunità di lavoro o un semplice errore. Tuttavia, i truffatori sfruttano proprio questa normalità per agire indisturbati. Le loro tecniche si sono affinate, passando da semplici squilli a complesse strategie di ingegneria sociale. Comprendere come operano, quali prefissi usano più di frequente e quali contromisure adottare è essenziale per non cadere nella loro rete e trasformare il nostro smartphone da strumento di comunicazione a potenziale fonte di stress e perdite economiche.
Iscriviti al nostro canale WhatsApp!
Ricevi aggiornamenti in tempo reale su Guide, Report e Offerte
Clicca qui per iscrivertiIscriviti al nostro canale Telegram!
Ricevi aggiornamenti in tempo reale su Guide, Report e Offerte
Clicca qui per iscrivertiLa tua sicurezza è la nostra priorità. Ora che sai come riconoscere le chiamate truffa, approfondisci le altre minacce informatiche: esplora le nostre guide per difenderti da phishing, smishing e malware, e naviga online sempre un passo avanti ai criminali.

Il fenomeno delle chiamate truffa da prefissi esteri
Le truffe telefoniche internazionali non sono una novità, ma la loro diffusione è cresciuta esponenzialmente con la tecnologia. I malintenzionati utilizzano sistemi automatizzati, noti come robocall, per effettuare migliaia di chiamate a basso costo verso numeri generati casualmente. L’obiettivo non è parlare con la vittima, ma spingerla a compiere un’azione specifica, quasi sempre richiamare il numero. Questa strategia fa leva su un istinto molto umano: la curiosità. Vedere una chiamata persa, specialmente da un numero estero, può generare preoccupazione o interesse, spingendoci a richiamare per capire chi fosse e cosa volesse.
Il contesto culturale mediterraneo, e italiano in particolare, può involontariamente renderci più vulnerabili. L’importanza data ai legami familiari e sociali spesso si traduce in una maggiore disponibilità a rispondere a numeri sconosciuti, nel timore di perdere una comunicazione importante. I truffatori lo sanno e spesso programmano le loro chiamate in orari strategici, come di notte o durante l’orario di lavoro, per aumentare la probabilità che la chiamata resti senza risposta e la curiosità faccia il resto. Questo mix di tecnologia impersonale e sfruttamento della psicologia umana rende il fenomeno particolarmente insidioso.
Come funziona la truffa del “Wangiri” (o Ping Call)
La forma più comune di truffa legata ai prefissi esteri è conosciuta con il termine giapponese “Wangiri“, che significa “uno squillo e giù”. Il meccanismo è tanto semplice quanto efficace: un sistema automatico effettua una chiamata molto breve, spesso un singolo squillo, per poi interrompere la comunicazione prima che l’utente possa rispondere. Sul telefono della vittima appare una notifica di chiamata persa. A questo punto, spinta dalla curiosità o dalla preoccupazione, la persona è indotta a richiamare. Ed è proprio qui che scatta la trappola.
Il numero richiamato, infatti, non è un’utenza standard, ma una linea a tariffazione speciale con costi elevatissimi, che possono arrivare anche a diverse decine di euro al minuto. Una volta avviata la chiamata, i truffatori cercano di trattenere la vittima in linea il più a lungo possibile, utilizzando musiche d’attesa, messaggi registrati o finti operatori che parlano lingue incomprensibili. L’addebito, che può prosciugare rapidamente il credito o gonfiare la bolletta, finisce direttamente nelle tasche dei criminali. Questa tecnica, nota anche come ping call, è una delle frodi telefoniche più diffuse al mondo.
I prefissi sospetti: quali sono e da dove vengono
Sebbene i truffatori utilizzino software per variare continuamente i numeri, alcuni prefissi internazionali sono usati con una frequenza allarmante e sono stati segnalati da più autorità, inclusa la Polizia Postale. Riconoscerli è un primo, importante scudo. Tra i più comuni troviamo il +216 (Tunisia), il +373 (Moldavia) e il +383 (Kosovo). Questi tre prefissi sono storicamente legati a ondate di truffe Wangiri che hanno colpito l’Italia e l’Europa.
La lista, però, è molto più lunga e in costante aggiornamento. Altri prefissi a cui prestare la massima attenzione includono: +44 (Regno Unito), spesso usato per spoofing o finti supporti tecnici, +33 (Francia), +53 (Cuba) e diversi altri da aree geografiche disparate come la Bielorussia (+375), la Lettonia (+371) e la Tanzania (+255). È fondamentale sottolineare che non tutte le chiamate da questi paesi sono truffe. Tuttavia, se non si attendono telefonate da queste nazioni, la prudenza è d’obbligo. La regola d’oro è semplice: nel dubbio, non richiamare.
Le nuove frontiere della truffa: tra tradizione e innovazione
Se il Wangiri rappresenta la “tradizione” delle truffe telefoniche, l’innovazione criminale non si ferma. I truffatori oggi combinano le chiamate con altre tecniche per rendere l’inganno più credibile. Una di queste è il vishing (voice phishing), in cui il criminale non si limita a uno squillo, ma parla direttamente con la vittima, impersonando un operatore di banca, un tecnico informatico o persino un rappresentante delle forze dell’ordine per estorcere dati personali e finanziari.
Un’altra tecnica sempre più diffusa è lo spoofing del Caller ID, che permette di mascherare il numero reale da cui parte la chiamata, facendolo apparire come un numero locale o di un ente conosciuto. Questo abbassa le nostre difese, perché vediamo un prefisso familiare come +3902 (Milano) o +3906 (Roma) e rispondiamo con più fiducia. Inoltre, le truffe si sono spostate anche sulle app di messaggistica come WhatsApp e Telegram, dove un contatto iniziale può avvenire tramite una chiamata a cui segue un messaggio con link malevoli o finte offerte di lavoro. Questa evoluzione richiede un livello di attenzione ancora più alto, poiché la minaccia può arrivare da più canali contemporaneamente.
Strategie di difesa: cosa fare (e non fare)
La difesa più efficace contro queste truffe si basa su poche e semplici regole di comportamento. La prima e più importante è: non richiamare mai un numero sconosciuto con prefisso estero. Se la comunicazione è legittima e urgente, chi vi cerca troverà un altro modo per contattarvi, ad esempio lasciando un messaggio in segreteria o inviando un’email. La curiosità, in questi casi, può costare molto cara.
Un’altra azione fondamentale è verificare il numero. Una rapida ricerca online del numero di telefono completo, inclusi termini come “truffa” o “spam“, può rivelare immediatamente se altri utenti lo hanno già segnalato come pericoloso. È inoltre possibile, e consigliato, bloccare i numeri sospetti direttamente dalle impostazioni del proprio smartphone. Per una protezione più avanzata, si possono utilizzare app di identificazione chiamate, che confrontano i numeri in arrivo con un database di spammer noti, anche se è bene valutare le implicazioni per la propria privacy. Infine, per una difesa più generale dal telemarketing aggressivo, è utile conoscere strumenti come il Registro Pubblico delle Opposizioni.
Cosa fare se sei caduto nella trappola
Se, per errore, si è richiamato un numero sospetto o si pensa di essere caduti in una trappola, è importante agire con rapidità per limitare i danni. Il primo passo è contattare immediatamente il proprio operatore telefonico. Spiegate la situazione e chiedete di verificare la presenza di addebiti anomali sul vostro conto o credito residuo. In alcuni casi, e a discrezione dell’operatore, potrebbe essere possibile ottenere un rimborso parziale, anche se non vi è alcun obbligo in tal senso. Chiedete inoltre di bloccare i servizi a pagamento e, se non avete bisogno di chiamare all’estero, valutate la possibilità di disattivare le chiamate internazionali in uscita.
Il secondo passo, fondamentale, è sporgere denuncia presso la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Fornire alle autorità tutti i dettagli, come il numero da cui è partita la chiamata e l’eventuale addebito subito, contribuisce a mappare il fenomeno e a contrastare queste organizzazioni criminali. La vostra segnalazione, unita a quella di altre vittime, può fare la differenza. Infine, monitorate attentamente le bollette telefoniche dei mesi successivi per assicurarvi che non siano stati attivati abbonamenti nascosti.
Conclusioni

Le chiamate truffa da prefissi esteri rappresentano una minaccia concreta e in continua evoluzione, che mescola tecnologia avanzata e leve psicologiche per ingannare gli utenti. Trucchi come il Wangiri sfruttano la nostra naturale curiosità, mentre tecniche più moderne come il vishing e lo spoofing mirano a raggirarci con l’inganno. La conoscenza è la prima e più potente forma di difesa: riconoscere i prefissi a rischio e comprendere i meccanismi di queste frodi ci permette di agire con consapevolezza.
La regola fondamentale rimane la prudenza. Non rispondere e, soprattutto, non richiamare mai numeri sconosciuti provenienti dall’estero è un’abitudine che può risparmiare denaro e preoccupazioni. Adottare semplici strategie come la verifica online dei numeri, il blocco dei contatti sospetti e la segnalazione alle autorità competenti rafforza le nostre difese e contribuisce a creare un ambiente digitale più sicuro per tutti. In un mondo dove la tradizione della conversazione si scontra con l’innovazione della truffa, la cautela è la scelta più saggia per proteggere la nostra serenità e il nostro portafoglio.
La tua sicurezza è la nostra priorità. Ora che sai come riconoscere le chiamate truffa, approfondisci le altre minacce informatiche: esplora le nostre guide per difenderti da phishing, smishing e malware, e naviga online sempre un passo avanti ai criminali.
Domande frequenti

Il segnale principale è ricevere una chiamata da un prefisso internazionale che non conosci, specialmente se non attendi telefonate dall’estero. Spesso queste chiamate durano solo uno o due squilli. I truffatori lo fanno per incuriosirti e spingerti a richiamare. Se il numero ti è sconosciuto, la prudenza è la migliore difesa.
‘Wangiri’ è una parola giapponese che significa ‘uno squillo e giù’. La truffa consiste nel chiamarti da un numero a tariffazione speciale, spesso internazionale, e riagganciare subito. L’obiettivo è farti richiamare per curiosità. Richiamando, vieni connesso a un servizio a pagamento che addebita costi molto elevati, prosciugando il tuo credito telefonico o caricando la spesa sulla bolletta.
La regola fondamentale è non fare nulla. Non rispondere e, soprattutto, non richiamare mai il numero. Puoi cercare il prefisso online per verificarne la provenienza. La mossa più sicura è bloccare immediatamente il numero tramite le impostazioni del tuo smartphone per evitare future chiamate da quel contatto.
In genere, il solo fatto di rispondere a una chiamata dall’estero mentre ti trovi in Italia non comporta costi. Tuttavia, conferma ai truffatori che il tuo numero è attivo, esponendoti a ulteriori chiamate di spam o tentativi di phishing. Il vero rischio economico si concretizza se sei tu a richiamare il numero, perché in quel caso la chiamata è a tuo carico e può essere diretta a una numerazione a pagamento.
Sebbene i truffatori cambino continuamente numeri, alcuni prefissi sono segnalati più di frequente. Tra questi ci sono quelli di Tunisia (+216), Moldavia (+373), Kosovo (+383), Cuba (+53) e Regno Unito (+44). È comunque importante prestare attenzione a qualsiasi prefisso internazionale che non riconosci, poiché i truffatori possono usare anche tecniche per mascherare il numero di provenienza (spoofing).