L’approccio CLIL (Content and Language Integrated Learning), che prevede l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, sta diventando una realtà consolidata anche nella scuola dell’infanzia in Italia. Questo metodo non si limita a insegnare una nuova lingua, ma la utilizza come veicolo per esplorare altri campi del sapere, come la matematica, le scienze o l’arte. L’obiettivo è duplice: potenziare le competenze linguistiche e, allo stesso tempo, acquisire i contenuti disciplinari in modo più naturale e stimolante. Grazie a recenti disposizioni ministeriali, la formazione CLIL è stata estesa a tutti i gradi di istruzione, inclusa la scuola dell’infanzia, aprendo nuove prospettive per un’educazione sempre più europea e integrata.
Introdurre il CLIL fin dai primi anni di vita offre notevoli vantaggi. I bambini sono particolarmente recettivi all’apprendimento linguistico e un’esposizione precoce a una seconda lingua favorisce lo sviluppo di abilità cognitive, come il pensiero flessibile e la capacità di problem solving. Questo approccio, inoltre, promuove un’educazione interculturale, abituando i più piccoli al confronto e al rispetto delle diversità. L’apprendimento avviene in contesti significativi e spesso ludici, rendendo l’esperienza scolastica più coinvolgente e motivante per i bambini.
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Cosa è il CLIL e perché è importante nell’infanzia
Il CLIL, acronimo di Content and Language Integrated Learning, è una metodologia didattica in cui una lingua straniera viene usata per insegnare una materia curricolare. A differenza di una normale lezione di lingua, l’attenzione non è solo sull’apprendimento di vocaboli e grammatica, ma sull’utilizzo pratico della lingua per esplorare e comprendere concetti di altre discipline. Nella scuola dell’infanzia, questo si traduce in attività pratiche ed esperienziali, dove l’inglese, o un’altra lingua, diventa lo strumento per fare giardinaggio, cucinare, dipingere o scoprire i numeri. L’immersione in un contesto linguistico ricco e stimolante accelera l’acquisizione della lingua in modo spontaneo, quasi come avviene per la lingua madre.
I benefici di un avvio precoce al CLIL sono molteplici e documentati. Esporre i bambini a una seconda lingua in tenera età, quando il cervello è più plastico, non solo facilita l’apprendimento linguistico ma potenzia anche le capacità cognitive generali. Studi dimostrano che i bambini bilingui sviluppano una maggiore flessibilità mentale e migliori capacità di attenzione. Inoltre, l’approccio CLIL crea un ambiente di apprendimento dinamico e integrato, dove i bambini sono motivati a comunicare per raggiungere un obiettivo comune, come completare un gioco o un piccolo progetto, sviluppando al contempo preziose competenze sociali e relazionali.
Requisiti per insegnare con la metodologia CLIL
Per poter insegnare una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera, i docenti devono possedere competenze specifiche, sia a livello linguistico che metodologico. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha stabilito dei requisiti chiari per garantire la qualità dell’insegnamento CLIL. È fondamentale che l’insegnante abbia una solida padronanza della lingua veicolare, attestata da una certificazione, e abbia seguito un percorso formativo specifico sulle strategie didattiche proprie di questo approccio innovativo.
Nello specifico, i requisiti per un docente CLIL sono:
- Competenze linguistico-comunicative: È richiesto il possesso di una certificazione di livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) nella lingua straniera che si intende utilizzare.
- Competenze metodologico-didattiche: È necessario aver frequentato un corso di perfezionamento universitario specifico sulla metodologia CLIL. Questi corsi, del valore di 20 CFU per i docenti in servizio o 60 CFU per quelli in formazione iniziale, forniscono gli strumenti per progettare percorsi didattici efficaci, integrare lingua e contenuto, e valutare gli apprendimenti in un contesto CLIL.
- Competenze linguistico-comunicative: È richiesto il possesso di una certificazione di livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) nella lingua straniera che si intende utilizzare.
- Competenze metodologico-didattiche: È necessario aver frequentato un corso di perfezionamento universitario specifico sulla metodologia CLIL. Questi corsi, del valore di 20 CFU per i docenti in servizio o 60 CFU per quelli in formazione iniziale, forniscono gli strumenti per progettare percorsi didattici efficaci, integrare lingua e contenuto, e valutare gli apprendimenti in un contesto CLIL.
Questi requisiti assicurano che il docente non sia solo un esperto della propria materia, ma anche un facilitatore dell’apprendimento linguistico, capace di creare un ambiente di classe inclusivo e stimolante.
- Competenze linguistico-comunicative: È richiesto il possesso di una certificazione di livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) nella lingua straniera che si intende utilizzare.
- Competenze metodologico-didattiche: È necessario aver frequentato un corso di perfezionamento universitario specifico sulla metodologia CLIL. Questi corsi, del valore di 20 CFU per i docenti in servizio o 60 CFU per quelli in formazione iniziale, forniscono gli strumenti per progettare percorsi didattici efficaci, integrare lingua e contenuto, e valutare gli apprendimenti in un contesto CLIL.
Questi requisiti assicurano che il docente non sia solo un esperto della propria materia, ma anche un facilitatore dell’apprendimento linguistico, capace di creare un ambiente di classe inclusivo e stimolante.
Corsi di formazione e punteggio in graduatoria
Per diventare docenti CLIL è indispensabile seguire corsi di perfezionamento universitari accreditati dal Ministero dell’Istruzione. Diverse università, anche telematiche, offrono percorsi formativi da 20 o 60 CFU che forniscono le competenze metodologico-didattiche necessarie. Questi corsi, della durata di alcuni mesi, sono strutturati per essere flessibili e accessibili anche a docenti già in servizio, spesso con lezioni online e materiali didattici disponibili su piattaforme e-learning. L’obiettivo è formare professionisti capaci di progettare e realizzare attività CLIL, valutando in modo integrato le competenze disciplinari e linguistiche degli alunni.
Ottenere una certificazione CLIL, abbinata a una certificazione linguistica, rappresenta un vantaggio significativo per i docenti che aspirano a migliorare la propria posizione nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Secondo le tabelle di valutazione dei titoli, la combinazione di un corso di perfezionamento CLIL con una certificazione linguistica permette di ottenere un punteggio aggiuntivo. Ad esempio, un corso CLIL unito a una certificazione di livello B2 può valere fino a 6 punti, con un C1 fino a 7 punti e con un C2 fino a 9 punti. Questo rende la formazione CLIL un investimento strategico per la propria carriera, oltre che un arricchimento professionale. Per maggiori dettagli su come incrementare il proprio punteggio, è utile consultare la guida completa all’aumento del punteggio nelle graduatorie GPS.
Progettazione didattica: tra tradizione e innovazione
Progettare un’unità didattica CLIL per la scuola dell’infanzia richiede un’attenta pianificazione che integri obiettivi linguistici e disciplinari. Il punto di partenza è la scelta di un tema che sia coinvolgente per i bambini e che si presti a un approccio pratico e laboratoriale. È fondamentale creare un ambiente di apprendimento ricco di stimoli visivi e sonori, utilizzando materiali autentici, canzoni, filastrocche e supporti multimediali per facilitare la comprensione. La lezione CLIL si basa sul “fare insieme”: l’insegnante guida i bambini attraverso attività concrete, usando la lingua straniera in modo naturale e contestualizzato, senza ricorrere alla traduzione.
Un progetto CLIL può integrare magnificamente la cultura mediterranea, valorizzando tradizioni locali in una prospettiva europea. Si potrebbe, ad esempio, creare un piccolo orto in giardino (“Our Mediterranean Garden”) per insegnare in inglese i nomi delle piante aromatiche tipiche come basilico e rosmarino, osservandone la crescita. Oppure, un laboratorio di cucina (“Let’s Make Pizza!”) diventerebbe un’occasione per imparare i nomi degli ingredienti e semplici istruzioni in lingua. Queste attività non solo rendono l’apprendimento linguistico più significativo, ma rafforzano anche il legame con il proprio patrimonio culturale, promuovendo al contempo un’apertura verso l’altro. Il gioco, l’esplorazione e la narrazione sono gli strumenti chiave per unire tradizione e innovazione in un percorso educativo coerente e stimolante.
Il CLIL nel contesto del mercato europeo e della cultura mediterranea
L’introduzione del CLIL fin dalla scuola dell’infanzia si inserisce in una visione europea dell’istruzione, che mira a formare cittadini plurilingui e interculturali. Promosso dal Consiglio d’Europa, il CLIL è visto come uno strumento strategico per aumentare la mobilità e la comunicazione tra i giovani europei. In un mercato del lavoro sempre più globale, la padronanza di più lingue comunitarie è una competenza fondamentale. Iniziare questo percorso nei primi anni di scuola significa gettare le basi per un futuro professionale di successo e per una cittadinanza attiva e consapevole in un’Europa unita. L’approccio prepara i bambini non solo a parlare una nuova lingua, ma a pensare in modo flessibile e ad interagire con culture diverse dalla propria.
In questo scenario, la cultura mediterranea offre un serbatoio inesauribile di contenuti per una didattica CLIL che sia allo stesso tempo radicata nel territorio e aperta al mondo. Tradizioni, gastronomia, arte e racconti popolari diventano il pretesto per attività coinvolgenti in lingua straniera. Imparare i colori in inglese dipingendo un paesaggio marino, o scoprire i numeri contando le olive, sono esempi di come la metodologia possa valorizzare il patrimonio locale. Questo connubio tra tradizione e innovazione non solo rende l’apprendimento più autentico e motivante per i bambini, ma contribuisce a costruire un’identità culturale forte, capace di dialogare con le altre culture europee. Un approccio che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici, in linea con le moderne strategie di apprendimento permanente.
Conclusioni
In sintesi, l’approccio CLIL nella scuola dell’infanzia rappresenta una straordinaria opportunità di innovazione didattica, con benefici tangibili per lo sviluppo cognitivo, linguistico e interculturale dei bambini. Offre ai più piccoli la possibilità di apprendere una lingua straniera in modo naturale e immersivo, utilizzandola come strumento per esplorare il mondo che li circonda. Per i docenti, specializzarsi in questa metodologia attraverso corsi di perfezionamento non solo apre nuove prospettive professionali, ma arricchisce il proprio bagaglio di competenze e consente di ottenere un punteggio significativo nelle graduatorie.
La progettazione di percorsi CLIL efficaci richiede creatività e competenza, ma permette di collegare l’insegnamento a contesti reali e significativi, come quelli offerti dalla ricca cultura mediterranea. Guardando al futuro, investire nel CLIL fin dai primi anni di scuola significa contribuire a formare cittadini europei più competenti, aperti e pronti ad affrontare le sfide di una società globale. È un passo decisivo verso una scuola che sa coniugare tradizione e innovazione, preparando le nuove generazioni a un mondo sempre più interconnesso.
Domande frequenti

Che cos’è esattamente il CLIL nella scuola dell’infanzia?
Il CLIL (Content and Language Integrated Learning) nella scuola dell’infanzia è un approccio metodologico in cui una lingua straniera, solitamente l’inglese, viene utilizzata come lingua veicolare per insegnare altre attività e campi di esperienza, come l’arte, la motricità o le prime scoperte scientifiche. A differenza di una lezione di lingua tradizionale, l’obiettivo non è solo l’apprendimento della lingua in sé, ma il suo utilizzo pratico in contesti ludici e significativi. Ad esempio, i bambini possono imparare i nomi dei colori e delle forme in inglese mentre dipingono o costruiscono, rendendo l’acquisizione linguistica un processo naturale e integrato nelle attività quotidiane.
Quali requisiti deve avere un insegnante per il CLIL all’infanzia?
Un insegnante della scuola dell’infanzia che intende applicare la metodologia CLIL deve possedere due requisiti fondamentali stabiliti dalla normativa italiana. In primo luogo, una competenza linguistica nella lingua straniera veicolare di livello almeno B2, certificata da un ente riconosciuto. In secondo luogo, una competenza metodologico-didattica specifica, ottenuta tramite un corso di perfezionamento universitario da almeno 20 CFU per i docenti in servizio. Questi corsi forniscono le strategie per progettare lezioni che integrino efficacemente lingua e contenuto disciplinare.
Quali vantaggi offre il CLIL ai bambini così piccoli?
Introdurre il CLIL in età prescolare offre numerosi vantaggi. A livello cognitivo, stimola la flessibilità mentale, l’attenzione e le capacità di problem-solving. Dal punto di vista linguistico, l’esposizione precoce e immersiva facilita un apprendimento della seconda lingua più profondo e naturale, simile a quello della lingua madre. Inoltre, favorisce lo sviluppo di competenze interculturali, abituando i bambini al confronto con suoni, parole e culture diverse, e aumenta la motivazione, poiché la lingua viene usata per scopi concreti e divertenti come giocare, cantare o realizzare piccoli progetti.
Come si progetta un’attività CLIL per la scuola dell’infanzia?
La progettazione di un’attività CLIL per l’infanzia parte dalla scelta di un tema coinvolgente, legato all’esperienza diretta dei bambini (es. le stagioni, gli animali, il cibo). L’insegnante definisce sia gli obiettivi di contenuto (es. riconoscere i frutti autunnali) sia quelli linguistici (es. imparare i nomi dei frutti e i colori in inglese). La didattica deve essere molto pratica, basata su manipolazione, gioco, storie e canzoni. È essenziale utilizzare molti supporti visivi (scaffolding) e un linguaggio corporeo chiaro per aiutare la comprensione, creando un ambiente di apprendimento sereno e senza ansia da prestazione.
La certificazione CLIL dà punteggio nelle graduatorie per la scuola dell’infanzia?
Sì, la certificazione CLIL, se abbinata a una certificazione linguistica, incrementa notevolmente il punteggio nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) per la scuola dell’infanzia. Secondo le tabelle ministeriali, il solo corso di perfezionamento CLIL vale 3 punti, ma il suo valore aumenta se posseduto congiuntamente a una certificazione linguistica. Ad esempio, la combinazione di CLIL e una certificazione di livello B2 può assegnare fino a 6 punti, mentre con un livello C1 si possono raggiungere i 7 punti e con un C2 fino a 9 punti, rappresentando un investimento molto vantaggioso per la carriera del docente.
Domande frequenti

Per insegnare con la metodologia CLIL nella scuola dell’infanzia, un docente deve possedere una combinazione di titoli: l’abilitazione all’insegnamento per la scuola dell’infanzia (generalmente la Laurea in Scienze della Formazione Primaria), una competenza metodologico-didattica CLIL e una competenza linguistica. La competenza metodologica si ottiene tramite corsi di perfezionamento universitari (da 20 o 60 CFU). La competenza linguistica nella lingua straniera veicolare deve essere certificata a un livello non inferiore al B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER).
La certificazione CLIL si ottiene frequentando specifici corsi di perfezionamento universitari. Esistono corsi da 60 CFU (1500 ore) che, se abbinati a una certificazione linguistica, garantiscono un punteggio aggiuntivo nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Ad esempio, un corso di perfezionamento CLIL da 60 CFU, unito a una certificazione linguistica B2, vale 3 punti (oltre a quelli della certificazione stessa). È fondamentale che il corso sia erogato da un’università, poiché recenti note ministeriali hanno specificato che solo questi sono validi per il punteggio.
Sì, sebbene in modo adattato, il CLIL è molto efficace anche nella scuola dell’infanzia. L’approccio è esperienziale e ludico: si propongono attività pratiche, giochi e routine quotidiane interamente nella lingua straniera, supportando la comunicazione con gesti e oggetti reali. I benefici sono numerosi: i bambini sviluppano precocemente le capacità di ascolto e comprensione, migliorano la flessibilità cognitiva, acquisiscono una maggiore consapevolezza interculturale e imparano la nuova lingua in modo naturale e motivante.
Un esempio classico è un’attività di giardinaggio. L’insegnante guida i bambini a piantare un seme utilizzando esclusivamente la lingua straniera (es. inglese). Vengono introdotte parole chiave come ‘seed’ (seme), ‘soil’ (terra), ‘water’ (acqua) e ‘sun’ (sole) attraverso l’azione diretta e l’uso di oggetti concreti. L’insegnante dà istruzioni semplici come ‘Put the seed in the soil’ (Metti il seme nella terra) e ‘Let’s water the plant’ (Annaffiamo la pianta), accompagnando le parole con gesti chiari. In questo modo, i bambini associano le nuove parole a un’esperienza sensoriale e significativa, apprendendo la lingua in un contesto reale.
Per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria, la normativa prevede il possesso di competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera oggetto del corso CLIL corrispondenti almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER). Questo requisito è necessario per poter accedere ai corsi di perfezionamento metodologico e per poter insegnare efficacemente i contenuti disciplinari nella lingua veicolare.