L’insegnamento di una materia come storia o scienze in una lingua straniera: non si tratta di un futuro lontano, ma di una realtà consolidata e strategica nella scuola italiana, nota come CLIL (Content and Language Integrated Learning). Questo approccio, che integra lingua e contenuto, rappresenta una delle innovazioni didattiche più significative degli ultimi anni. In un mondo globalizzato, preparare gli studenti ad operare in contesti multiculturali è una priorità. Il CLIL risponde a questa esigenza, potenziando non solo le competenze linguistiche ma anche quelle disciplinari e trasversali, rendendo l’apprendimento un’esperienza più ricca e concreta.
Questa guida esplora il mondo del CLIL nella scuola secondaria di primo grado, un segmento cruciale per la formazione dei futuri cittadini europei. Analizzeremo i requisiti necessari per i docenti, i percorsi formativi disponibili e le strategie per una progettazione didattica efficace. L’obiettivo è fornire una bussola a insegnanti, famiglie e studenti per orientarsi in questa metodologia che unisce tradizione e innovazione, con uno sguardo particolare al contesto culturale mediterraneo e alle opportunità del mercato europeo.
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Cos’è il CLIL e Perché è Fondamentale
Il CLIL, acronimo di Content and Language Integrated Learning, è un approccio metodologico in cui una disciplina non linguistica (DNL) viene insegnata attraverso una lingua straniera. L’aspetto rivoluzionario è che la lingua non è l’oggetto dello studio, ma il veicolo per apprendere altri saperi. Ad esempio, una lezione di educazione artistica sulla pittura rinascimentale tenuta in inglese o una di scienze sui vulcani in francese. Questo processo di immersione favorisce un’acquisizione linguistica più naturale e motivante. Gli studenti, infatti, sono spinti a usare la lingua per uno scopo concreto: comprendere, analizzare e discutere i contenuti della materia.
I benefici sono molteplici. Per gli studenti, significa sviluppare una maggiore fluidità e sicurezza nella lingua straniera, arricchire il lessico specifico della disciplina e migliorare le capacità di pensiero critico. Per i docenti, adottare il CLIL è un’opportunità di crescita professionale, che permette di allinearsi agli standard europei e di sperimentare didattiche interattive e coinvolgenti. In un contesto come quello italiano, ricco di storia e cultura, il CLIL può diventare un ponte verso il mondo, valorizzando il patrimonio locale in una prospettiva internazionale.
I Requisiti per Insegnare con la Metodologia CLIL
Per poter insegnare una disciplina non linguistica con la metodologia CLIL nella scuola secondaria, un docente deve possedere una doppia competenza, chiaramente definita dalla normativa italiana. Il primo requisito è di natura linguistica: è necessario possedere una certificazione di livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) nella lingua straniera che si intende utilizzare. Questo livello attesta una padronanza avanzata della lingua, indispensabile per gestire contenuti disciplinari complessi e per interagire efficacemente in classe.
Il secondo requisito è di tipo metodologico-didattico. I docenti devono aver frequentato un corso di perfezionamento universitario specifico sulla metodologia CLIL. Questi corsi, del valore di 60 CFU per i docenti in formazione iniziale e 20 CFU per quelli già in servizio, forniscono le competenze necessarie per pianificare, gestire e valutare un percorso CLIL. È fondamentale che tali corsi siano erogati da università accreditate dal Ministero, poiché solo questi titoli hanno valore legale. Ottenere queste qualifiche non solo abilita all’insegnamento CLIL, ma permette anche di aumentare il punteggio nelle graduatorie GPS.
Formazione e Corsi per Diventare Docente CLIL
Il percorso per diventare un insegnante CLIL qualificato passa attraverso una formazione universitaria specifica. Diverse università, sia statali che telematiche, offrono corsi di perfezionamento in Metodologia CLIL, generalmente della durata di un anno accademico per un totale di 1500 ore, equivalenti a 60 CFU. Questi corsi sono aperti a laureati e diplomati e sono progettati per fornire le basi teoriche e le competenze pratiche per applicare l’approccio CLIL in classe. Il programma di studio include materie come la linguistica educativa, la legislazione scolastica specifica, la psicologia dell’apprendimento e, naturalmente, le strategie di didattica CLIL.
L’iscrizione a un corso CLIL è spesso compatibile con la frequenza di altri percorsi formativi, come master o corsi di laurea. Oltre al titolo metodologico, è cruciale possedere una certificazione linguistica di livello adeguato, come il B2 o, preferibilmente, il C1. La combinazione di un corso di perfezionamento CLIL e di una certificazione linguistica permette di ottenere un punteggio significativo nelle graduatorie per le supplenze (GPS), che può arrivare fino a 9 punti in base al livello della certificazione. Questo rende la formazione CLIL un investimento strategico per chi aspira a diventare insegnante nella scuola secondaria e per i docenti di ruolo che desiderano ampliare le proprie competenze.
Progettazione Didattica CLIL: Un Esempio Pratico
Progettare un’unità didattica CLIL richiede un’attenta pianificazione che integri contenuto, lingua e cultura. Un ottimo punto di partenza è il modello delle “4 C”: Content (contenuto), Communication (comunicazione), Cognition (cognizione) e Culture (cultura). Immaginiamo di voler creare un modulo di geografia in spagnolo sulla dieta mediterranea per una classe di seconda media. Il contenuto non sarebbe solo la piramide alimentare, ma anche la geografia dei paesi mediterranei e l’impatto economico dell’agricoltura locale.
La comunicazione si focalizzerebbe sul lessico specifico (aceite de oliva, cereales, legumbres) e su funzioni linguistiche come descrivere, comparare e dare consigli. Le attività cognitive (cognition) potrebbero includere l’analisi di mappe, la creazione di menù settimanali equilibrati o un dibattito sui benefici di questa dieta rispetto al cibo spazzatura. Infine, l’elemento cultura emergerebbe confrontando le tradizioni culinarie di Italia, Spagna e Grecia, esplorando come il cibo sia un elemento di identità e convivialità. Questo approccio trasforma una lezione tradizionale in un’esplorazione interdisciplinare, dove la lingua diventa uno strumento vivo per scoprire e connettere saperi, unendo innovazione didattica e valorizzazione del patrimonio culturale.
La Valutazione nel Contesto CLIL
Valutare in un percorso CLIL è un processo complesso che va oltre la semplice verifica delle conoscenze. L’insegnante deve considerare una duplice dimensione: la padronanza dei contenuti disciplinari e la competenza comunicativa nella lingua straniera. Non si tratta di valutare separatamente i due aspetti, ma di osservare come lo studente riesce a utilizzare la lingua per dimostrare la sua comprensione della materia. Ad esempio, durante un’interrogazione di storia in inglese, l’attenzione non sarà solo sulla correttezza grammaticale, ma sulla capacità dello studente di argomentare, spiegare cause ed effetti e usare il lessico storico appropriato.
Per questo, sono necessari strumenti di valutazione specifici. Le rubriche sono particolarmente efficaci, poiché permettono di definire criteri chiari sia per gli aspetti contenutistici che per quelli linguistici. Altri strumenti utili includono i portfolio, le presentazioni di gruppo, la creazione di prodotti multimediali e le verifiche scritte, purché formulate in modo da testare le abilità di rielaborazione e non solo la memorizzazione. Adottare criteri di valutazione trasparenti e formativi aiuta a ridurre l’ansia da prestazione e a rendere lo studente più consapevole del proprio processo di apprendimento.
CLIL: Un Passaporto per il Mercato Europeo e la Cultura Mediterranea
L’approccio CLIL è molto più di una metodologia didattica: è una visione strategica per formare i cittadini del futuro. In un mercato del lavoro sempre più competitivo e internazionale, la padronanza di più lingue è una competenza chiave. Gli studenti che beneficiano di percorsi CLIL non solo migliorano le loro abilità linguistiche, ma sviluppano anche una mentalità aperta e interculturale, essenziale per operare in contesti globalizzati. L’Unione Europea, fin dagli anni ’90, promuove il multilinguismo come strumento di coesione e mobilità, e il CLIL è una delle risposte più efficaci a questa esigenza.
Applicare il CLIL al contesto della cultura mediterranea offre opportunità uniche. Insegnare la storia dell’Impero Romano in inglese, l’arte greca in francese o la biologia marina in spagnolo permette di valorizzare un patrimonio comune, rendendolo accessibile e comprensibile a livello internazionale. Questo approccio “glocale” (globale + locale) connette la tradizione all’innovazione, preparando gli studenti non solo a essere competitivi sul mercato europeo, ma anche a diventare ambasciatori consapevoli della propria ricchezza culturale. Il CLIL, quindi, costruisce ponti tra passato e futuro, tra identità locale e cittadinanza globale.
Conclusioni

In sintesi, la metodologia CLIL rappresenta una frontiera educativa di grande valore per la scuola secondaria di primo grado. Non si tratta di una semplice ora di conversazione, ma di un ripensamento profondo del modo di insegnare e apprendere, in cui la lingua straniera diventa la chiave per accedere a nuovi mondi di conoscenza. Per i docenti, intraprendere il percorso di qualificazione CLIL, attraverso certificazioni linguistiche di livello C1 e corsi di perfezionamento universitari, è un investimento cruciale per la propria carriera e un modo per portare un’innovazione concreta e motivante in classe.
Per gli studenti, i vantaggi sono evidenti e duraturi: migliori competenze linguistiche, una comprensione più profonda delle materie e lo sviluppo di quelle abilità trasversali e interculturali richieste dal mercato del lavoro europeo. Integrare il CLIL con i tesori della cultura mediterranea significa inoltre dotare i giovani di radici solide e ali per volare in un mondo globalizzato. In definitiva, investire sul CLIL significa investire sulla qualità del sistema educativo e sul futuro delle nuove generazioni, preparandole a essere cittadini attivi, consapevoli e competitivi.
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Domande frequenti

CLIL è l’acronimo di *Content and Language Integrated Learning*, ovvero un approccio metodologico che prevede l’insegnamento di una disciplina non linguistica (come storia, scienze o arte) in una lingua straniera. L’obiettivo è duplice: da un lato si apprendono i contenuti specifici della materia, dall’altro si potenziano le competenze nella lingua straniera, usandola come strumento pratico per comunicare e imparare. Questo metodo, introdotto in Europa negli anni ’90, favorisce un apprendimento più dinamico e integrato, preparando gli studenti a un contesto multiculturale.
Per insegnare una disciplina non linguistica (DNL) con metodologia CLIL, un docente deve possedere specifiche competenze. Sebbene l’obbligo formale del CLIL sia previsto per la scuola secondaria di secondo grado, anche alle medie i docenti che vogliono applicarlo devono avere una solida preparazione. I requisiti principali includono il possesso di competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare (solitamente di livello C1 del QCER) e competenze metodologico-didattiche specifiche, ottenute tramite un corso di perfezionamento universitario. Per i docenti già in servizio, questi corsi valgono 20 CFU, mentre per chi è in formazione iniziale sono richiesti 60 CFU.
Sì, il possesso di una certificazione CLIL contribuisce ad aumentare il punteggio nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Il punteggio varia in base alla combinazione con le certificazioni linguistiche. Un corso di perfezionamento CLIL, abbinato a una certificazione linguistica di livello B2, vale 6 punti. Se abbinato a una certificazione di livello C1, il punteggio sale a 7 punti, e con un livello C2 si possono ottenere fino a 9 punti. Questo rende la formazione CLIL una scelta strategica per i docenti che mirano a migliorare la propria posizione in graduatoria.
Progettare una lezione CLIL richiede un’attenta pianificazione. Il primo passo è scegliere un argomento della propria disciplina che sia già familiare agli studenti, per poi reperire materiali didattici autentici (video, testi, immagini) nella lingua straniera. È fondamentale strutturare l’attività in modo interattivo, utilizzando lavori di gruppo, attività ludiche e supporti multimediali per facilitare la comprensione senza ricorrere alla traduzione. L’insegnante deve focalizzarsi sulla comunicazione efficace più che sulla perfezione grammaticale, creando un ambiente di apprendimento positivo che incoraggi gli studenti a usare la lingua per uno scopo concreto.
No, nella scuola secondaria di primo grado (scuola media) l’insegnamento secondo la metodologia CLIL non è obbligatorio ma è fortemente incoraggiato e lasciato all’autonomia delle singole scuole. L’obbligatorietà, introdotta con la riforma del 2010, riguarda la scuola secondaria di secondo grado, in particolare l’ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici. Tuttavia, introdurre percorsi CLIL già alle medie è considerato prezioso per preparare gli studenti all’obbligo futuro e per potenziare in anticipo le loro competenze linguistiche e trasversali.