CLIL Storia dell’Arte: Guida a Requisiti e Lezioni Efficaci

Scopri come applicare il CLIL in Storia dell'Arte. La nostra guida completa analizza requisiti, idee per lezioni efficaci e strategie per aumentare il punteggio e superare le selezioni.

In Breve (TL;DR)

Questa guida completa esplora i requisiti, i passaggi burocratici e le strategie didattiche per insegnare storia dell’arte con la metodologia CLIL, offrendo idee pratiche per lezioni efficaci e per avanzare nella carriera docente.

Scopri come affrontare i requisiti, dai titoli valutabili ai passaggi amministrativi, e trova esempi pratici e modelli per le tue lezioni.

Includiamo esempi concreti, checklist e modelli utili per preparare lezioni coinvolgenti e per affrontare con successo il percorso verso il ruolo.

L’insegnamento della storia dell’arte attraverso la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) rappresenta una sfida stimolante e un’opportunità di crescita sia per i docenti che per gli studenti. Questo approccio, che integra l’apprendimento di contenuti disciplinari con una lingua straniera, apre nuove prospettive didattiche, proiettando il patrimonio culturale italiano in un contesto europeo e globale. Affrontare lo studio di Giotto o del Barocco in inglese, francese o spagnolo non solo potenzia le competenze linguistiche, ma arricchisce anche la comprensione della disciplina stessa, abituando gli studenti a utilizzare un lessico specialistico e a confrontarsi con fonti internazionali. L’obiettivo è formare cittadini del mondo, capaci di apprezzare e comunicare la ricchezza culturale mediterranea oltre i confini nazionali.

Adottare il CLIL in storia dell’arte significa ripensare la lezione tradizionale. L’insegnante diventa un facilitatore che, attraverso l’uso di codici non verbali come immagini e video, supporta la comprensione e stimola la partecipazione attiva. Questo metodo richiede una progettazione accurata, che bilanci contenuti disciplinari e obiettivi linguistici, creando percorsi didattici coinvolgenti. In un mercato del lavoro sempre più competitivo e internazionale, competenze di questo tipo sono fondamentali, specialmente in settori come il turismo culturale, la curatela e la valorizzazione dei beni culturali, dove la conoscenza di una lingua straniera e del lessico artistico specifico è un valore aggiunto imprescindibile.

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Un'opera d'arte classica, come la nascita di venere, con etichette in lingua inglese che ne analizzano i dettagli visivi.
Un esempio di come la metodologia CLIL applicata alla storia dell’arte possa arricchire l’apprendimento. Scopri strategie e requisiti nell’articolo.

Cosa significa insegnare Storia dell’Arte con il CLIL

Insegnare storia dell’arte con la metodologia CLIL significa veicolare i contenuti della disciplina, come l’analisi di un’opera o lo studio di una corrente artistica, utilizzando una lingua straniera. Non si tratta di una semplice traduzione della lezione, ma di un approccio integrato dove lingua e contenuto si sostengono a vicenda. Il docente non si limita a spiegare, ma progetta attività che spingono gli studenti a usare la lingua per descrivere, analizzare, confrontare e interpretare. L’immagine, elemento centrale della disciplina, diventa il ponte che facilita la comprensione e stimola la comunicazione, anche quando le competenze linguistiche sono ancora in fase di sviluppo. Questo rende la lezione più dinamica e interattiva, favorendo un apprendimento più profondo e consapevole.

La normativa italiana ha introdotto l’insegnamento di una Disciplina Non Linguistica (DNL) in lingua straniera in modo strutturale a partire dalla riforma del 2010. Per la storia dell’arte, questo ha significato un’evoluzione importante, sebbene non priva di dibattiti. Alcuni esperti hanno sollevato perplessità, sottolineando come il lessico storico-artistico italiano sia ricco di termini specifici, talvolta difficilmente traducibili. Tuttavia, la metodologia CLIL, se ben applicata, offre gli strumenti per superare queste sfide, ad esempio attraverso la creazione di glossari specifici che aiutano a costruire un vocabolario condiviso. L’obiettivo finale è quello di fornire agli studenti non solo conoscenze, ma anche competenze trasversali spendibili nel loro futuro accademico e professionale.

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Requisiti per il docente CLIL di Storia dell’Arte

Per poter insegnare storia dell’arte con la metodologia CLIL nella scuola secondaria, un docente deve possedere requisiti specifici che attestino le sue competenze sia linguistiche che metodologiche. La normativa ministeriale, aggiornata nel corso degli anni, delinea un profilo chiaro. Innanzitutto, è richiesta una competenza linguistica nella lingua straniera veicolare di livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER), attestata da una certificazione rilasciata da un ente riconosciuto. A questo si affianca la necessità di una competenza metodologica-didattica, ottenibile attraverso corsi di perfezionamento universitari da 20 o 60 CFU.

Questi percorsi formativi sono progettati per fornire ai docenti gli strumenti per trasporre i saperi disciplinari in un contesto CLIL, integrando lingua e contenuti in modo efficace. Il docente impara a progettare moduli didattici, a selezionare e creare materiali adatti e a utilizzare strategie di valutazione appropriate per un apprendimento integrato. L’associazione di un corso CLIL a una certificazione linguistica permette inoltre di ottenere un punteggio maggiore nelle graduatorie per le supplenze (GPS). Questi requisiti assicurano che l’insegnamento sia di alta qualità e che gli studenti possano beneficiare appieno delle potenzialità di questo approccio innovativo. Per chi ambisce a questa specializzazione, è fondamentale conoscere i requisiti per l’insegnamento della storia dell’arte e pianificare il proprio percorso formativo.

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Progettare una lezione CLIL: tra tradizione e innovazione

La progettazione di un modulo CLIL in storia dell’arte richiede un equilibrio attento tra il rispetto per la tradizione artistica e l’adozione di metodologie didattiche innovative. Il punto di partenza è sempre l’opera d’arte, analizzata nel suo contesto storico e culturale. Tuttavia, l’approccio è diverso: si privilegiano attività collaborative e l’uso di tecnologie digitali. Ad esempio, una lezione sul Rinascimento può partire dall’analisi di un’opera di Leonardo da Vinci, utilizzando video in lingua originale, tour virtuali di musei e app interattive per esplorare i dettagli. Gli studenti possono essere divisi in gruppi per ricercare informazioni e preparare brevi presentazioni, usando la lingua straniera per comunicare i risultati.

Un aspetto chiave è la focalizzazione sul lessico specifico. La creazione di glossari bilingue, mappe concettuali e attività ludiche aiuta a memorizzare termini come “prospettiva atmosferica” (atmospheric perspective) o “affresco” (fresco). L’insegnante guida gli studenti in un percorso di scoperta, dove l’errore linguistico non è visto come un fallimento, ma come parte del processo di apprendimento. In questo modo, si coniuga lo studio rigoroso della tradizione artistica mediterranea con un approccio dinamico, preparando gli studenti a interagire in un contesto culturale europeo. L’elaborazione di una UDA di storia dell’arte ben strutturata è la base per lezioni efficaci e coinvolgenti.

Idee e spunti per lezioni CLIL di Storia dell’Arte

Focus sulla cultura mediterranea e il mercato europeo

Una lezione CLIL può esplorare come il patrimonio artistico mediterraneo abbia influenzato l’Europa e continui a essere un motore per il mercato culturale. Un’idea è analizzare l’arte romana e la sua diffusione nell’impero, confrontando monumenti a Roma con resti archeologici in Gran Bretagna o Spagna. Gli studenti potrebbero creare un itinerario turistico virtuale in inglese, descrivendo i siti e la loro importanza storica. Questo progetto unisce storia, arte, geografia e competenze digitali, mostrando la rilevanza contemporanea del patrimonio antico. Si possono analizzare anche le dinamiche del mercato dell’arte, studiando il percorso di un’opera dalle botteghe rinascimentali alle grandi case d’asta internazionali, un tema che si lega bene a percorsi di PCTO in ambito artistico.

Tradizione e innovazione a confronto

Un modulo didattico stimolante può mettere a confronto artisti della tradizione con innovatori moderni e contemporanei. Ad esempio, si potrebbe paragonare la rappresentazione della figura umana in Michelangelo con quella di Amedeo Modigliani, analizzando in lingua straniera le continuità e le rotture. Gli studenti potrebbero produrre un testo critico o un podcast in cui dibattono sulle diverse poetiche. Un altro spunto è lo studio dell’architettura, confrontando i principi costruttivi del Pantheon con le opere di architetti organici come Frank Lloyd Wright. Questo tipo di attività sviluppa il pensiero critico e la capacità di argomentare, competenze essenziali sia a livello accademico che professionale.

L’arte come strumento di dialogo interculturale

L’arte è un linguaggio universale che può favorire il dialogo tra culture. Un progetto CLIL potrebbe concentrarsi su come artisti di epoche e luoghi diversi abbiano rappresentato temi universali come la guerra, l’amore o la natura. Si potrebbero analizzare i poster di propaganda della Prima Guerra Mondiale di diversi paesi europei, mettendoli in relazione con opere di artisti come Paul Nash. Questa analisi comparata, svolta in lingua, aiuta a comprendere come il contesto culturale influenzi la rappresentazione artistica e a sviluppare una maggiore sensibilità interculturale. È un approccio che valorizza la storia dell’arte come strumento di educazione alla cittadinanza globale, un tema centrale anche nei percorsi abilitanti per l’insegnamento.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

In conclusione, l’adozione della metodologia CLIL nell’insegnamento della storia dell’arte in Italia rappresenta una frontiera educativa di grande valore. Sebbene possa presentare delle sfide, come la necessità di una solida preparazione linguistica e metodologica da parte dei docenti e la gestione di un lessico specialistico, i benefici sono innegabili. Questo approccio non solo potenzia le competenze linguistiche degli studenti in una prospettiva europea, ma rinnova anche la didattica di una disciplina profondamente radicata nella cultura nazionale, proiettandola su un palcoscenico globale. Stimola il pensiero critico, la partecipazione attiva e l’uso di tecnologie, preparando i giovani ad affrontare un mondo sempre più interconnesso. Sostenere la formazione dei docenti e la creazione di risorse didattiche specifiche è un investimento strategico per valorizzare il nostro immenso patrimonio artistico e formare cittadini più consapevoli e competitivi.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Quali sono i requisiti per insegnare Storia dell’Arte con metodologia CLIL in Italia?

Per insegnare una disciplina non linguistica come la Storia dell’Arte in modalità CLIL (Content and Language Integrated Learning), un docente deve possedere specifiche competenze. La normativa italiana richiede sia una competenza linguistica nella lingua straniera veicolare, certificata a livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER), sia competenze metodologico-didattiche. Queste ultime si acquisiscono tramite un corso di perfezionamento universitario da 60 CFU per i docenti in formazione iniziale o da 20 CFU per quelli già in servizio.

Una certificazione CLIL aumenta il punteggio nelle graduatorie docenti (GPS)?

Sì, la certificazione CLIL è un titolo valutabile che aumenta il punteggio nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Il punteggio varia in base alla combinazione con le certificazioni linguistiche. Ad esempio, un corso CLIL da solo può valere 3 punti, ma se abbinato a una certificazione linguistica di livello B2 può far ottenere 6 punti, con un C1 si arriva a 7 punti e con un C2 fino a 9 punti. Questo rappresenta un vantaggio significativo per migliorare la propria posizione in graduatoria.

Puoi fare un esempio di lezione CLIL in Storia dell’Arte sulla cultura mediterranea?

Certamente. Un’idea di lezione potrebbe essere ‘L’arte romana come strumento di propaganda nell’area mediterranea’, svolta in inglese. La lezione potrebbe iniziare con l’analisi dell’Ara Pacis a Roma, utilizzando video e letture in lingua per studiarne l’iconografia. Gli studenti, divisi in gruppi, potrebbero poi ricercare altri esempi di architettura e scultura romana in diverse aree del Mediterraneo (es. in Spagna, Nord Africa, Grecia), preparando una breve presentazione in PowerPoint per mostrare come l’arte veicolasse un messaggio unitario in tutto l’Impero, concentrandosi sul lessico specifico dell’arte e dell’architettura.

Quali sono i principali vantaggi del CLIL per gli studenti di Storia dell’Arte?

L’approccio CLIL offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, potenzia simultaneamente sia l’apprendimento dei contenuti della Storia dell’Arte sia le competenze nella lingua straniera. Gli studenti sviluppano una mentalità multilinguistica e abilità di comunicazione interculturale. Hanno inoltre l’opportunità di accedere a fonti e materiali di studio in lingua originale, arricchendo la loro prospettiva. Questo metodo promuove un apprendimento più attivo e interattivo, aumentando la motivazione e la fiducia degli studenti sia nella materia che nella lingua.

È obbligatorio avere un livello C1 per insegnare con il CLIL?

Sì, per il profilo del docente CLIL a regime nella scuola secondaria di secondo grado, la normativa richiede il possesso di competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello C1 del QCER. Questo requisito è necessario per accedere ai corsi di perfezionamento universitari da 60 CFU che abilitano all’insegnamento con questa metodologia. Esistono percorsi formativi per i quali è richiesto un livello B2, ma per ottenere l’abilitazione completa secondo il DM 249/2010, il livello C1 è un requisito fondamentale.