Comunità Energetiche 2025: Risparmia e Guadagna con il Sole

Scopri le Comunità Energetiche (CER) 2025. Produci e condividi energia dal sole per risparmiare in bolletta e guadagnare. Leggi la nostra guida completa.

In Breve (TL;DR)

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) offrono a cittadini e imprese l’opportunità di produrre e condividere energia pulita, trasformando un costo in una fonte di risparmio e guadagno.

Un modello innovativo che consente di abbattere i costi energetici, promuovendo al contempo la sostenibilità ambientale e lo sviluppo del territorio.

Aderire a una CER permette di ottenere un risparmio concreto in bolletta, contribuendo attivamente alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile del territorio.

Immagina un futuro in cui l’energia non è solo un costo in bolletta, ma una risorsa condivisa, prodotta localmente sotto il sole del tuo quartiere. Un futuro in cui cittadini, piccole imprese e amministrazioni comunali collaborano per creare un sistema energetico più pulito, economico e solidale. Questo futuro ha un nome: Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Le CER rappresentano una trasformazione epocale nel modo di produrre e consumare energia, un modello che unisce innovazione tecnologica e un antico spirito di collaborazione. Stanno emergendo in tutta Italia come una risposta concreta alla crisi climatica e al caro-bollette, permettendo a chiunque di diventare protagonista della transizione energetica.

Una Comunità Energetica Rinnovabile è un’associazione di diversi soggetti – come privati cittadini, attività commerciali ed enti pubblici – che decidono di unire le forze. L’obiettivo è dotarsi di impianti per generare, consumare e gestire energia da fonti pulite, come il fotovoltaico. L’energia prodotta viene condivisa “virtualmente” tra i membri, promuovendo l’autoconsumo a livello locale e riducendo la dipendenza dalla rete elettrica nazionale. Questo modello non solo abbatte le emissioni di CO2, ma genera anche benefici economici e sociali per l’intera comunità.

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Entrare a far parte di una comunità energetica significa abbattere i costi in bolletta, contribuire attivamente alla transizione ecologica e generare valore per il proprio territorio. Grazie ai nuovi incentivi, oggi è ancora più vantaggioso produrre e condividere energia pulita. Scopri come puoi diventare protagonista del cambiamento, unendoti a una delle tante comunità già attive in Italia o creando la tua.

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Abitazioni con tetti fotovoltaici collegate da una rete energetica per la produzione e condivisione di energia pulita a livel
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo energetico. Scopri come funzionano e quali vantaggi offrono a cittadini e imprese.

Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)

Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria. I suoi membri possono essere persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, incluse le amministrazioni comunali. Lo scopo principale di una CER non è generare profitti finanziari, ma fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità ai suoi membri o alle aree locali in cui opera. In pratica, più soggetti si uniscono per realizzare e gestire uno o più impianti a fonti rinnovabili, condividendone l’energia prodotta. La tecnologia più diffusa è il fotovoltaico, per la sua versatilità e i costi decrescenti.

La normativa italiana, recependo le direttive europee, ha creato un quadro normativo preciso per la loro costituzione e funzionamento. Le CER possono assumere diverse forme legali, come associazioni, cooperative o consorzi, purché mantengano il loro scopo mutualistico e non lucrativo. Questo modello permette anche a chi non possiede un tetto o uno spazio idoneo per un impianto di partecipare e beneficiare dell’energia pulita condivisa, diventando un “consumatore” all’interno della comunità.

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Come funziona una CER: il sole come bene comune

Il funzionamento di una CER si basa su un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: la condivisione virtuale dell’energia. L’energia prodotta dagli impianti della comunità (ad esempio, un impianto fotovoltaico sul tetto di una fabbrica o di una scuola) viene prima utilizzata dal produttore stesso (autoconsumo fisico). L’energia in eccesso viene immessa nella rete elettrica nazionale, che funge da “vettore” per trasportarla virtualmente agli altri membri della comunità. Questi ultimi la prelevano dalla rete nei momenti di bisogno, come farebbero normalmente.

Il cuore del sistema è la misurazione. Speciali contatori intelligenti (smart meter) registrano, ora per ora, l’energia immessa in rete dagli impianti della CER e quella prelevata dai suoi membri. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) calcola l’energia “condivisa”, ovvero quella consumata dai membri nello stesso momento in cui viene prodotta dalla comunità. È proprio su questa energia condivisa che si concentrano i principali vantaggi economici, sotto forma di incentivi statali e risparmi sulle componenti della bolletta. In questo modo, si crea un sistema solidale che premia l’efficienza e l’equilibrio tra produzione e consumo locale.

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I vantaggi: un’alleanza tra portafoglio e ambiente

Aderire a una Comunità Energetica Rinnovabile offre una serie di benefici concreti che toccano la sfera economica, ambientale e sociale. Si tratta di un modello vantaggioso per tutti i partecipanti, dai semplici consumatori ai produttori di energia, fino al territorio stesso. Questa sinergia rende le CER uno strumento potente per uno sviluppo locale davvero sostenibile.

Vantaggi economici

Il beneficio più immediato per i membri è il risparmio economico. Questo si concretizza attraverso diverse vie: una tariffa incentivante erogata dal GSE per l’energia condivisa, la restituzione di alcune componenti tariffarie e, per chi produce, i ricavi dalla vendita dell’energia non consumata. A ciò si aggiungono i contributi a fondo perduto, previsti dal PNRR, che possono coprire fino al 40% dei costi per la realizzazione di nuovi impianti in comuni specifici. L’insieme di questi meccanismi non solo abbatte il costo delle bollette, ma può generare un ritorno economico sull’investimento, trasformando una spesa in una fonte di reddito. Per un’ottica più ampia sul risparmio, è utile consultare la guida completa al risparmio energetico.

Vantaggi ambientali

Le CER sono un pilastro della transizione ecologica. Promuovendo la produzione di energia da fonti pulite come il sole, contribuiscono direttamente alla riduzione delle emissioni di gas serra e all’abbandono dei combustibili fossili. L’energia prodotta e consumata localmente riduce anche le perdite di rete, che si verificano durante il trasporto dell’elettricità su lunghe distanze. Questo modello di generazione distribuita aumenta la resilienza del sistema elettrico e accelera il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello nazionale ed europeo.

Vantaggi sociali

Forse il vantaggio più profondo delle CER è la loro capacità di rafforzare i legami comunitari e promuovere l’inclusione. Diventano uno strumento efficace per combattere la povertà energetica, consentendo anche alle famiglie a basso reddito di accedere a energia pulita a costi ridotti. La creazione e gestione di una CER stimola la collaborazione, la partecipazione attiva dei cittadini e la nascita di nuove competenze e posti di lavoro a livello locale. Favoriscono inoltre la riqualificazione di aree industriali dismesse o di tetti inutilizzati, generando valore condiviso per l’intero territorio.

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Il quadro normativo in Italia: la strada verso l’autoconsumo

L’Italia ha costruito un quadro normativo solido per sostenere lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, recependo le direttive europee e definendo regole chiare per l’accesso agli incentivi. I due pilastri di questa architettura sono il Decreto Legislativo 199/2021 (noto come Decreto RED II) e il successivo Decreto MASE 414/2023 (chiamato anche Decreto CER), entrato in vigore a gennaio 2024. Questi provvedimenti definiscono chi può creare una CER, quali impianti sono ammessi e come funzionano i meccanismi di incentivazione.

Un altro documento fondamentale è il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD), redatto da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Il TIAD disciplina gli aspetti tecnici e regolatori della condivisione di energia, mentre il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha il ruolo centrale di gestire le richieste, erogare gli incentivi e verificare il rispetto delle regole. Recenti aggiornamenti normativi nel 2025 hanno ulteriormente ampliato le opportunità, ad esempio estendendo i contributi PNRR ai comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti. Per approfondire il tema, è disponibile una guida specifica sull’autoconsumo e le comunità energetiche.

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Storie di successo: le CER che illuminano l’Italia

Dalle Alpi alla Sicilia, le Comunità Energetiche stanno già dimostrando il loro potenziale. Uno dei primi e più noti esempi è la CER di Magliano Alpi in provincia di Cuneo, nata nel 2020. L’iniziativa, partita dal Comune, coinvolge edifici pubblici come il municipio e le scuole, oltre a famiglie e attività artigianali, condividendo l’energia di due impianti fotovoltaici. Questo progetto pilota, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha aperto la strada a molte altre esperienze simili.

Un altro caso significativo è quello di Ferla, in provincia di Siracusa, un piccolo borgo che ha creato la CER “Common Light”. Qui, il modello prevede che gli incentivi economici generati vengano reinvestiti per ampliare la capacità produttiva della comunità, creando un circolo virtuoso di sostenibilità e sviluppo locale. Esistono anche esempi specifici per settori produttivi, come la prima comunità energetica agricola nata a Ragusa, dove quattro aziende condividono l’energia per le loro attività. Questi e molti altri casi dimostrano la flessibilità e l’adattabilità del modello CER ai diversi contesti territoriali e sociali italiani.

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CER e cultura mediterranea: un ritorno alle origini

L’idea di condividere risorse per il bene comune non è nuova, specialmente nella cultura mediterranea. Per secoli, i popoli affacciati su questo mare hanno condiviso forni, mulini e fonti d’acqua, creando un tessuto sociale basato sulla cooperazione e la gestione collettiva dei beni essenziali. Le Comunità Energetiche Rinnovabili, in un certo senso, rappresentano una declinazione moderna di questa tradizione di condivisione. Il sole, elemento centrale del paesaggio e della vita mediterranea, diventa oggi la fonte di una nuova risorsa da gestire in comune: l’energia pulita.

Questo approccio unisce innovazione e tradizione. L’innovazione sta nella tecnologia fotovoltaica, nelle reti intelligenti e nei modelli di gestione virtuale dell’energia. La tradizione risiede nello spirito collaborativo, nell’idea che unire le forze porti benefici maggiori rispetto all’agire individuale. Le CER diventano così le nuove “piazze” energetiche, luoghi di incontro e scambio che non solo producono chilowattora puliti, ma rafforzano anche l’identità e la coesione delle comunità locali, promuovendo un modello di sviluppo più equo e radicato nel territorio.

Come creare una Comunità Energetica Rinnovabile

Costituire una CER è un percorso strutturato che richiede pianificazione e collaborazione. Il primo passo consiste nell’aggregare un gruppo di membri fondatori interessati, che possono essere cittadini, imprese o enti locali situati all’interno della stessa area geografica servita da una cabina elettrica primaria. Successivamente, è necessario definire gli obiettivi della comunità e scegliere la forma giuridica più adatta, come un’associazione non riconosciuta o una cooperativa, il cui scopo primario non sia il profitto.

La fase successiva è quella tecnico-progettuale: bisogna individuare le superfici disponibili per l’installazione degli impianti, come tetti di edifici pubblici o capannoni industriali, e dimensionare la potenza necessaria in base ai consumi degli aderenti. Una volta redatto l’atto costitutivo e lo statuto, la CER deve essere ufficialmente registrata presso il GSE per poter accedere agli incentivi. È un processo che richiede competenze tecniche, legali e amministrative, ma che apre le porte a un nuovo modo di vivere l’energia. Per chi valuta un impianto, può essere utile consultare la guida completa al fotovoltaico domestico.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Le Comunità Energetiche Rinnovabili non sono solo una risposta tecnologica alle sfide energetiche e ambientali del nostro tempo. Rappresentano un vero e proprio cambiamento culturale e sociale, un ponte tra innovazione e tradizione che mette al centro le persone e il territorio. Offrono un percorso concreto per ridurre i costi delle bollette, combattere il cambiamento climatico e rafforzare il tessuto sociale delle nostre città e dei nostri paesi. Grazie a un quadro normativo sempre più favorevole e a incentivi concreti, il 2025 si profila come un anno cruciale per la loro diffusione capillare in Italia. Creare o aderire a una CER significa diventare protagonisti di questa rivoluzione silenziosa, trasformando il sole da semplice spettatore delle nostre vite a motore condiviso di un futuro più sostenibile, equo e prospero per tutti.

Entrare a far parte di una comunità energetica significa abbattere i costi in bolletta, contribuire attivamente alla transizione ecologica e generare valore per il proprio territorio. Grazie ai nuovi incentivi, oggi è ancora più vantaggioso produrre e condividere energia pulita. Scopri come puoi diventare protagonista del cambiamento, unendoti a una delle tante comunità già attive in Italia o creando la tua.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Cos’è una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) e come funziona?

Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un’associazione legale di cittadini, piccole e medie imprese, enti locali o associazioni che si uniscono per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo principale non è il profitto, ma fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri e al territorio. Il funzionamento si basa sulla condivisione virtuale dell’energia: uno o più impianti (ad esempio fotovoltaici) producono energia che viene immessa nella rete elettrica nazionale. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) calcola l’energia condivisa, ovvero quella consumata nello stesso momento dai membri della comunità, e la incentiva economicamente.

Quali sono i principali vantaggi di entrare in una CER?

I vantaggi sono di tre tipi. **Economici**: si riceve un incentivo economico per l’energia condivisa, che riduce i costi in bolletta, e si può accedere a contributi per la realizzazione degli impianti. **Ambientali**: si contribuisce attivamente alla transizione energetica, producendo e consumando energia pulita e riducendo le emissioni di CO2. **Sociali**: le CER rafforzano il tessuto sociale locale, combattono la povertà energetica e promuovono un modello di sviluppo sostenibile e partecipato sul territorio.

Chi può far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile?

Possono aderire a una CER diversi soggetti: persone fisiche (cittadini), piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali e autorità locali (come i Comuni), cooperative, enti di ricerca ed enti del terzo settore. Si può partecipare come *produttore* (chi possiede un impianto), *consumatore* (chi utilizza solo l’energia condivisa) o *prosumer* (chi produce e consuma). L’adesione è volontaria e aperta, a patto che i punti di connessione alla rete elettrica dei membri si trovino sotto la stessa cabina primaria.

Quanto costa entrare in una Comunità Energetica Rinnovabile?

Per i semplici consumatori (consumer), l’adesione a una comunità energetica è spesso gratuita e non comporta costi di iscrizione né la necessità di cambiare fornitore di energia. I costi principali sono legati alla costituzione del soggetto giuridico (associazione, cooperativa, etc.) e all’eventuale installazione degli impianti di produzione. Tuttavia, questi costi possono essere coperti dagli incentivi statali, come i contributi a fondo perduto previsti dal PNRR per i comuni con meno di 50.000 abitanti.

Quali incentivi esistono in Italia per le CER?

Il principale meccanismo di incentivazione è una **tariffa premio** riconosciuta dal GSE per 20 anni sull’energia prodotta da fonti rinnovabili e condivisa all’interno della comunità. A questo si aggiunge un **contributo a fondo perduto fino al 40%** delle spese per la realizzazione di nuovi impianti, finanziato con i fondi del PNRR, destinato alle CER situate nei comuni con una popolazione inferiore a 50.000 abitanti. Esistono inoltre ulteriori bandi e agevolazioni a livello regionale che possono sostenere la nascita e lo sviluppo delle comunità energetiche.