Il concorso per docenti di scuola secondaria di secondo grado rappresenta una tappa fondamentale per chi aspira a una cattedra di ruolo nel sistema scolastico italiano. Questa procedura selettiva, complessa e articolata, si inserisce in un contesto di profonde riforme, guidate in parte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira a reclutare decine di migliaia di insegnanti entro il 2026. Comprendere a fondo il suo funzionamento, i requisiti di accesso e la struttura delle prove è il primo passo per trasformare un’aspirazione in una concreta opportunità professionale. L’obiettivo è garantire stabilità al sistema scolastico e offrire ai giovani docenti un percorso chiaro per l’immissione in ruolo.
Il percorso per diventare insegnante di ruolo è stato ridisegnato per bilanciare la solida conoscenza delle discipline con le più moderne competenze pedagogiche e didattiche. In un mondo che cambia rapidamente, la scuola italiana è chiamata a unire la sua ricca tradizione culturale, radicata nel patrimonio mediterraneo, con le spinte all’innovazione richieste dal mercato del lavoro europeo. I concorsi non valutano solo il “sapere”, ma anche il “saper fare scuola”, mettendo al centro la capacità del docente di essere una guida efficace per gli studenti, futuri cittadini di una società complessa e globale.
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Il Contesto Riformato: PNRR e Mercato Europeo
Il sistema di reclutamento dei docenti in Italia sta vivendo una fase di significativa trasformazione, spinta dagli obiettivi del PNRR. Questo piano ha impresso un’accelerazione decisa, stabilendo la necessità di assumere 70.000 nuovi docenti per garantire la continuità didattica e ridurre il precariato. I concorsi banditi in questo quadro, come i cosiddetti “concorsi PNRR”, sono strutturati per essere più veloci e ricorrenti, con l’obiettivo di coprire i posti vacanti su base annuale. Questa strategia risponde non solo a un’esigenza interna di stabilità, ma anche alla necessità di allineare il sistema formativo italiano agli standard europei, dove la qualità e la continuità dell’insegnamento sono considerate pilastri fondamentali.
In questo scenario, la figura del docente assume un ruolo ancora più strategico. Non è più solo un trasmettitore di conoscenze, ma un professionista capace di integrare la tradizione umanistica e culturale italiana con le competenze richieste da un mercato del lavoro sempre più competitivo e tecnologico. La sfida è formare studenti che siano non solo preparati accademicamente, ma anche dotati di pensiero critico, competenze digitali e una mentalità aperta, in linea con le esigenze del contesto europeo e globale.
I Requisiti per Partecipare al Concorso
Per accedere al concorso per docenti della scuola secondaria di secondo grado, i candidati devono soddisfare requisiti specifici che variano in base al tipo di posto (comune o di sostegno) e al percorso individuale. A partire dal 1° gennaio 2025, con la fine della fase transitoria legata al PNRR, il requisito standard per i posti comuni è il possesso dell’abilitazione all’insegnamento per la specifica classe di concorso. Questa si ottiene, di norma, attraverso il completamento di un percorso formativo universitario da 60 CFU.
Titoli di Studio e CFU
Il titolo di studio fondamentale è una laurea magistrale o specialistica (o un diploma accademico di II livello) che sia coerente con la classe di concorso per cui si concorre. Durante la fase transitoria, conclusasi il 31 dicembre 2024, era possibile partecipare anche con il solo titolo di studio unito a 24 CFU conseguiti entro ottobre 2022, o con tre anni di servizio negli ultimi cinque. Dal 2025, invece, l’abilitazione diventa la via maestra. Per chi non è ancora abilitato, l’unica alternativa per accedere al concorso è aver maturato tre anni di servizio presso scuole statali, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso.
Posti di Sostegno e ITP
Per i posti di sostegno, oltre al titolo di studio per la classe di concorso, è indispensabile possedere il diploma di specializzazione specifico per il grado di scuola richiesto. Questo titolo attesta le competenze necessarie per favorire l’inclusione degli alunni con disabilità. Per gli Insegnanti Tecnico-Pratici (ITP), fino al 31 dicembre 2024, è stato sufficiente il diploma che dà accesso alla classe di concorso. Successivamente, anche per loro sarà richiesta una laurea triennale coerente con la classe di concorso. Per informazioni dettagliate sui percorsi abilitanti, è utile consultare la guida ai percorsi 60 CFU.
Le Prove del Concorso: Struttura e Contenuti
Il concorso per docenti di scuola secondaria si articola in diverse fasi selettive, pensate per valutare un ampio spettro di competenze. La procedura standard prevede una prova scritta e una prova orale, seguite dalla valutazione dei titoli. L’obiettivo è accertare non solo la preparazione disciplinare, ma anche le capacità pedagogiche, didattiche e relazionali del candidato.
La Prova Scritta
La prova scritta si svolge in modalità computer-based e consiste in una serie di quesiti a risposta multipla. Generalmente, i candidati hanno 100 minuti per rispondere a 50 domande. I quesiti sono volti a verificare le conoscenze e le competenze in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico. Una parte della prova è dedicata anche alle competenze digitali e alla conoscenza della lingua inglese, di solito a livello B2. Per essere ammessi alla prova orale, è necessario ottenere un punteggio minimo di 70/100. La preparazione su questi temi è cruciale, così come la capacità di gestire il tempo a disposizione durante il test.
La Prova Orale
La prova orale è il momento in cui la commissione valuta in modo più approfondito le competenze specifiche del candidato. Questa prova mira ad accertare la preparazione sulla disciplina della classe di concorso, le competenze didattiche e la capacità di progettare un’attività didattica efficace, che può includere una lezione simulata. Durante il colloquio, vengono verificate anche le capacità di comunicazione, la padronanza della lingua e la capacità di connettere gli aspetti teorici con situazioni pratiche di insegnamento. Anche in questa fase, è richiesto un punteggio minimo di 70/100 per superare la prova. La capacità di argomentare e di presentare un approccio didattico che integri tradizione e innovazione è spesso un elemento distintivo.
Valutazione dei Titoli e Punteggio Finale
Il punteggio finale del concorso docenti è determinato dalla somma dei voti ottenuti nella prova scritta, nella prova orale e dalla valutazione dei titoli. La valutazione dei titoli può attribuire un massimo di 50 punti, che si aggiungono ai punteggi delle prove d’esame (fino a 100 punti per lo scritto e 100 per l’orale). Questo sistema premia non solo la performance nelle prove, ma anche il percorso formativo e professionale del candidato. È fondamentale dichiarare tutti i titoli posseduti al momento della presentazione della domanda, poiché non sarà possibile integrarli in seguito.
I titoli valutabili sono suddivisi in tre categorie principali:
- Titoli di accesso: il voto di laurea o del diploma di abilitazione viene convertito in un punteggio specifico. Ad esempio, un voto di laurea superiore a 75/100 viene valorizzato con una formula matematica.
- Titoli accademici e culturali: includono dottorati di ricerca (che possono valere fino a 12,50 punti), ulteriori lauree, master universitari e corsi di perfezionamento. Questi titoli dimostrano un arricchimento del profilo culturale e professionale. Ad esempio, un master può aggiungere punti preziosi per scalare la graduatoria.
- Titoli di servizio: l’esperienza di insegnamento maturata nella specifica classe di concorso o su posto di sostegno viene valutata. Il servizio prestato nelle scuole del sistema nazionale di istruzione è un elemento di grande valore. Per comprendere come ottimizzare il proprio profilo, può essere utile la guida su come aumentare il punteggio con master e corsi.
- Titoli di accesso: il voto di laurea o del diploma di abilitazione viene convertito in un punteggio specifico. Ad esempio, un voto di laurea superiore a 75/100 viene valorizzato con una formula matematica.
- Titoli accademici e culturali: includono dottorati di ricerca (che possono valere fino a 12,50 punti), ulteriori lauree, master universitari e corsi di perfezionamento. Questi titoli dimostrano un arricchimento del profilo culturale e professionale. Ad esempio, un master può aggiungere punti preziosi per scalare la graduatoria.
- Titoli di servizio: l’esperienza di insegnamento maturata nella specifica classe di concorso o su posto di sostegno viene valutata. Il servizio prestato nelle scuole del sistema nazionale di istruzione è un elemento di grande valore. Per comprendere come ottimizzare il proprio profilo, può essere utile la guida su come aumentare il punteggio con master e corsi.
- Titoli di accesso: il voto di laurea o del diploma di abilitazione viene convertito in un punteggio specifico. Ad esempio, un voto di laurea superiore a 75/100 viene valorizzato con una formula matematica.
- Titoli accademici e culturali: includono dottorati di ricerca (che possono valere fino a 12,50 punti), ulteriori lauree, master universitari e corsi di perfezionamento. Questi titoli dimostrano un arricchimento del profilo culturale e professionale. Ad esempio, un master può aggiungere punti preziosi per scalare la graduatoria.
- Titoli di servizio: l’esperienza di insegnamento maturata nella specifica classe di concorso o su posto di sostegno viene valutata. Il servizio prestato nelle scuole del sistema nazionale di istruzione è un elemento di grande valore. Per comprendere come ottimizzare il proprio profilo, può essere utile la guida su come aumentare il punteggio con master e corsi.
Tradizione e Innovazione nella Didattica Mediterranea
La scuola italiana, forte della sua eredità culturale mediterranea, è chiamata a un costante dialogo tra tradizione e innovazione. Questo equilibrio è fondamentale per formare cittadini consapevoli, capaci di orientarsi in un mondo globalizzato senza perdere le proprie radici. Il concorso docenti riflette questa esigenza, richiedendo ai candidati non solo una solida preparazione disciplinare, ma anche la capacità di applicare metodologie didattiche innovative. L’insegnante moderno deve saper utilizzare le tecnologie digitali, promuovere l’apprendimento per competenze e valorizzare un approccio interdisciplinare, come richiesto in materie trasversali come l’educazione civica.
Un esempio pratico di questa sintesi è l’insegnamento della storia dell’arte. Un docente può partire dalla tradizione, analizzando un’opera del Rinascimento, per poi utilizzare strumenti innovativi come tour virtuali dei musei, applicazioni di realtà aumentata o la creazione di contenuti digitali da parte degli studenti. In questo modo, il patrimonio culturale diventa vivo e interattivo. Questo approccio non solo rende l’apprendimento più coinvolgente, ma prepara anche gli studenti a utilizzare criticamente gli strumenti del loro tempo, unendo il pensiero analitico, tipico della nostra tradizione, con le competenze digitali richieste dal futuro.
Conclusioni
Il concorso per docenti di scuola secondaria di secondo grado in Italia è molto più di una semplice procedura di selezione. Rappresenta il punto di incontro tra le esigenze di un sistema scolastico in profonda riforma e le aspirazioni di migliaia di futuri insegnanti. Le nuove regole, modellate in gran parte dal PNRR, puntano a creare un percorso di reclutamento più certo, stabile e meritocratico, in linea con gli standard europei. Diventare docente oggi significa essere pronti a una sfida complessa: padroneggiare la propria disciplina, aggiornarsi costantemente sulle metodologie didattiche e saper guidare gli studenti in un mondo che richiede flessibilità e competenze trasversali. Superare il concorso non è solo un traguardo professionale, ma l’inizio di un percorso di grande responsabilità, fondamentale per la crescita culturale e sociale del Paese.
Domande frequenti

Quali sono i requisiti principali per partecipare al concorso docenti secondaria dal 2025?
A partire dal 1° gennaio 2025, con la fine della fase transitoria del PNRR, il requisito fondamentale per accedere ai concorsi per posti comuni nella scuola secondaria è l’abilitazione all’insegnamento per la specifica classe di concorso. Questa si ottiene tipicamente attraverso un percorso formativo da 60 CFU, che si aggiunge al possesso di una laurea magistrale (o titolo equipollente) coerente con la classe di concorso. In alternativa, è possibile partecipare se si sono maturati tre anni di servizio nelle scuole statali negli ultimi cinque anni, di cui almeno uno specifico nella classe di concorso per cui si partecipa.
Come si strutturano le prove del concorso?
Il concorso si articola generalmente in una prova scritta e una prova orale, seguite dalla valutazione dei titoli. La prova scritta è computer-based e consiste in 50 quesiti a risposta multipla da svolgere in 100 minuti, focalizzati su competenze pedagogiche, psicopedagogiche, didattico-metodologiche, digitali e sulla conoscenza della lingua inglese (livello B2). La prova orale valuta la preparazione disciplinare, le competenze didattiche e la capacità di progettare una lezione, spesso attraverso una simulazione pratica. Per superare ciascuna prova è richiesto un punteggio minimo di 70/100.
Come viene calcolato il punteggio finale e quanto contano i titoli?
Il punteggio finale è la somma dei voti ottenuti nella prova scritta (massimo 100 punti), nella prova orale (massimo 100 punti) e nella valutazione dei titoli (massimo 50 punti). I titoli hanno quindi un peso significativo e possono fare la differenza in graduatoria. Vengono valutati i titoli di accesso (come il voto di laurea), i titoli culturali (dottorati, master, altre lauree, certificazioni linguistiche) e i titoli di servizio (l’esperienza di insegnamento pregressa). È cruciale inserire tutti i titoli validi al momento della domanda di partecipazione.
Domande frequenti

Per accedere al concorso per la scuola secondaria di primo e secondo grado è necessaria una laurea magistrale o a ciclo unico che sia coerente con la classe di concorso, oppure un diploma AFAM di II livello. A questo titolo, va aggiunta l’abilitazione all’insegnamento per la specifica classe. Fino al 31 dicembre 2024, è in vigore una fase transitoria che permette di partecipare anche con 3 anni di servizio negli ultimi 5 (di cui uno specifico) oppure con il possesso di almeno 30 CFU/CFA del percorso di formazione iniziale.
I 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche, se conseguiti entro il 31 ottobre 2022, sono un requisito valido per l’accesso ai concorsi solo fino al 31 dicembre 2024. A partire dal 1° gennaio 2025, per partecipare ai concorsi sarà invece obbligatoria l’abilitazione all’insegnamento, ottenibile tramite i nuovi percorsi da 60 CFU.
Il concorso si articola generalmente in una prova scritta e una prova orale, a cui segue la valutazione dei titoli. La prova scritta è computer-based e consiste in 50 quesiti a risposta multipla da completare in 100 minuti, vertenti su ambito pedagogico, psicopedagogico, didattico-metodologico, lingua inglese e competenze digitali. La prova orale, a cui accedono i candidati che superano lo scritto con almeno 70/100, include una lezione simulata e valuta le competenze disciplinari e didattiche.
Sì, è possibile aumentare il proprio punteggio attraverso diversi titoli e certificazioni. Ad esempio, i Master di primo livello, i corsi di perfezionamento, le certificazioni informatiche (come EIPASS) e le certificazioni linguistiche (in particolare di lingua inglese B2, C1 e C2) conferiscono punteggi aggiuntivi. Anche il superamento di un concorso e il servizio accumulato con le supplenze contribuiscono a migliorare la propria posizione in graduatoria.
La frequenza dei concorsi ordinari non è fissa, ma dipende dalle necessità di copertura dei posti vacanti e dalle riforme ministeriali. Recentemente, grazie ai fondi del PNRR, sono state avviate procedure concorsuali più ravvicinate per raggiungere l’obiettivo di 70.000 immissioni in ruolo entro il 2026. Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), invece, vengono aggiornate con cadenza biennale.