La conclusione della scuola primaria in Italia non prevede più un esame finale tradizionale, ma si concentra su un processo di valutazione continua che culmina con la certificazione delle competenze. Questo approccio moderno, allineato a molte pratiche europee, mira a valorizzare il percorso di crescita di ogni alunno, superando la logica di una singola prova conclusiva. Al centro di questo sistema si collocano la valutazione descrittiva e le prove nazionali INVALSI, strumenti pensati per monitorare gli apprendimenti e il stato di salute del sistema scolastico nel suo complesso.
L’abbandono del vecchio esame di licenza elementare, avvenuto formalmente con il decreto legislativo n. 59/2004, ha segnato una svolta importante. Questa decisione ha spostato l’attenzione dalla performance momentanea a una valutazione più ampia e formativa. Oggi, il percorso quinquennale si conclude con uno scrutinio finale, durante il quale i docenti certificano il livello di sviluppo delle competenze raggiunto da ciascun bambino, fornendo una base solida per il passaggio al ciclo di studi successivo.
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La normativa attuale sulla valutazione finale
La valutazione nella scuola primaria è regolata da normative precise che hanno visto recenti aggiornamenti. A partire dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti viene espressa tramite giudizi sintetici. Questi giudizi, come “ottimo”, “distinto” o “sufficiente”, sono correlati a una descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti per ogni disciplina, come delineato nell’Allegato A dell’Ordinanza Ministeriale del 9 gennaio 2025. Questa modifica, introdotta dalla Legge 150/2024, mira a rendere la comunicazione con le famiglie più chiara e immediata, pur mantenendo una forte attenzione al processo formativo.
La finalità principale resta quella educativa e formativa, documentando lo sviluppo dell’identità personale dell’alunno e promuovendo la sua capacità di autovalutazione. Le scuole, nella loro autonomia, definiscono nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) i criteri di valutazione e possono esplicitare nel documento di valutazione gli obiettivi di apprendimento specifici del loro curricolo. Resta fondamentale la valutazione in itinere, che i docenti esprimono nelle forme ritenute più efficaci per comunicare con gli alunni in modo comprensibile.
Il ruolo delle prove INVALSI
Le prove INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione) rappresentano un elemento chiave nel monitoraggio degli apprendimenti a livello nazionale. Si tratta di test standardizzati in Italiano, Matematica e, per la classe quinta, anche in Inglese, somministrati a tutti gli studenti delle classi seconde e quinte. È importante sottolineare che queste prove non hanno impatto diretto sulla valutazione finale del singolo alunno né sul suo passaggio alla scuola secondaria di primo grado. Il loro scopo principale è fornire una misurazione oggettiva e comparabile delle competenze fondamentali, offrendo dati preziosi per valutare l’efficacia del sistema scolastico a livello di istituto, regionale e nazionale.
Svolte in modalità cartacea nel mese di maggio, le prove misurano aspetti essenziali come la comprensione della lettura, la riflessione sulla lingua e le competenze matematiche in ambiti come numeri, dati e figure. I risultati, elaborati statisticamente, aiutano le scuole a riflettere sulle proprie pratiche didattiche e a individuare aree di forza o di debolezza, promuovendo un miglioramento continuo. Per docenti e famiglie, l’Istituto INVALSI mette a disposizione guide e simulazioni per familiarizzare con la struttura delle prove.
Simulazioni e preparazione alle prove
Anche se le prove INVALSI non determinano la promozione, è utile che gli studenti arrivino a questo appuntamento con serenità e consapevolezza. Per questo motivo, sono disponibili numerose risorse online per esercitarsi. L’INVALSI stesso, attraverso il suo portale INVALSIopen, offre esempi e simulazioni delle prove degli anni passati, completi di griglie di correzione e guide alla lettura. Questi materiali permettono a docenti, alunni e genitori di comprendere la tipologia di domande e le modalità di svolgimento. Anche diverse case editrici e piattaforme didattiche mettono a disposizione esercitazioni specifiche.
La preparazione non deve essere vissuta come un addestramento finalizzato unicamente al superamento del test, ma come un’occasione per consolidare le competenze di base. Le simulazioni possono essere integrate nella didattica quotidiana in modo naturale. Ad esempio, un esercizio di comprensione del testo basato su un format INVALSI può diventare una normale attività di lettura in classe. Questo approccio aiuta a ridurre l’ansia e a far percepire la prova per quello che è: un momento di verifica delle proprie abilità, utile per la crescita personale e per la scuola nel suo insieme.
Tradizione e innovazione nel contesto europeo
Il sistema di valutazione italiano si inserisce in un panorama europeo variegato, dove convivono approcci diversi che riflettono le singole culture e tradizioni pedagogiche. Molti Paesi, come la Finlandia, pongono un forte accento sulla valutazione formativa continua, che accompagna lo studente nel suo percorso senza la pressione di esami finali nel ciclo primario. Altri, come la Francia, pur avendo una tradizione centralizzata, hanno sperimentato e talvolta sospeso valutazioni standardizzate esterne a livello primario, affidando la valutazione principalmente agli insegnanti e ai dirigenti scolastici. Questo dibattito tra valutazione interna ed esterna è comune a molti sistemi educativi.
L’Italia, con l’introduzione dei giudizi descrittivi prima e sintetici poi, cerca un equilibrio tra la tradizione del “giudizio” e l’innovazione di una valutazione per competenze, più trasparente e formativa. Questo approccio si allinea alla cosiddetta “scuola mediterranea”, un modello che valorizza l’inclusione, l’accoglienza e lo sviluppo integrale della persona, aspetti che non sempre emergono da test standardizzati ma che costituiscono una ricchezza del nostro sistema. L’obiettivo è costruire una valutazione che non si limiti a misurare, ma che sappia valorizzare il percorso di ogni alunno, promuovendo l’innovazione didattica e organizzativa.
Conclusioni

In sintesi, la scuola primaria italiana ha abbandonato da tempo l’idea di un esame finale selettivo, per abbracciare un modello di valutazione più complesso e articolato. La normativa attuale, con l’introduzione dei giudizi sintetici correlati a descrizioni analitiche, cerca di coniugare chiarezza comunicativa per le famiglie e funzione formativa per gli alunni. Le prove INVALSI, pur non avendo valore di esame, rappresentano uno strumento indispensabile di monitoraggio a livello di sistema, offrendo dati utili per orientare le politiche educative e il miglioramento delle singole scuole. Questo modello, che bilancia tradizione e innovazione, si inserisce nel più ampio contesto europeo, dove la riflessione sui modi e le finalità della valutazione è costante. L’obiettivo ultimo rimane quello di accompagnare ogni bambino in un percorso di crescita consapevole, fornendogli le competenze necessarie per diventare un cittadino attivo e preparato alle sfide future, un percorso che inizia con solide basi come quelle fornite da una buona guida per diventare docente di primaria e si sviluppa attraverso una didattica sempre più inclusiva.
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Domande frequenti

No, il tradizionale esame di licenza elementare non esiste più. Il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado avviene tramite scrutinio finale. I docenti della classe possono decidere di non ammettere un alunno solo in casi eccezionali e con decisione unanime.
La valutazione finale degli apprendimenti è espressa attraverso giudizi sintetici per ogni disciplina (Ottimo, Distinto, Buono, Discreto, Sufficiente, Non sufficiente), come stabilito da una recente normativa a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Questa valutazione ha una finalità formativa e documenta il percorso di crescita dell’alunno.
Le Prove INVALSI sono test standardizzati a livello nazionale che misurano le competenze degli studenti in Italiano, Matematica e, per la classe quinta, in Inglese. Servono a valutare lo stato di salute del sistema scolastico e non a valutare il singolo alunno. La partecipazione a queste prove è un requisito per l’ammissione all’esame di Stato nel ciclo successivo, ma il loro esito non incide sulla valutazione finale della scuola primaria.
Gli alunni della scuola primaria sono generalmente ammessi alla classe successiva e alla scuola secondaria di primo grado anche se presentano livelli di apprendimento parzialmente raggiunti. La non ammissione è una misura eccezionale, deliberata all’unanimità dai docenti, e motivata da gravi carenze nelle competenze di base e da una mancata progressione nonostante gli interventi di recupero.
È possibile trovare simulazioni e esempi delle Prove INVALSI direttamente sul sito ufficiale dell’Istituto INVALSI (INVALSIopen). Inoltre, diverse case editrici scolastiche e siti web per docenti mettono a disposizione materiali, test di verifica e prove di uscita per esercitarsi.