Affrontare il concorso per l’insegnamento delle Scienze della Terra richiede una preparazione mirata e una profonda conoscenza non solo delle discipline scientifiche, ma anche delle metodologie didattiche più innovative. Questa guida completa offre una panoramica dettagliata sulle prove del concorso, i programmi ministeriali, le possibili tracce e le risorse essenziali per candidati e docenti. L’obiettivo è fornire strumenti pratici per orientarsi in un percorso che unisce la tradizione accademica italiana con le competenze richieste dal mercato europeo, valorizzando la specificità della cultura mediterranea come laboratorio a cielo aperto per lo studio del nostro pianeta.
Il percorso per diventare docente di Scienze della Terra in Italia, attraverso la classe di concorso A-50 (Scienze naturali, chimiche e biologiche), è strutturato per selezionare candidati con solide basi scientifiche e spiccate capacità di insegnamento. La preparazione deve quindi spaziare dalla geologia alla biologia, dalla chimica all’astronomia, senza trascurare gli aspetti legati alla didattica per competenze, fondamentale per formare cittadini consapevoli delle complesse dinamiche ambientali e territoriali, in un contesto globale sempre più interconnesso.
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La Classe di Concorso A-50: Requisiti e Ambiti di Insegnamento
Per accedere al concorso per la classe A-50, che abilita all’insegnamento di Scienze naturali, chimiche e biologiche, è necessario possedere specifici titoli di studio. Il Decreto Ministeriale 259/2017 ha aggiornato i requisiti, specificando le lauree magistrali (LM) e specialistiche (LS) che consentono l’accesso. Tra queste figurano lauree in Biologia (LM-6), Scienze Chimiche (LM-54), Scienze Geologiche (LM-74) e Scienze della Natura (LM-60). Tuttavia, il solo titolo di laurea non è sempre sufficiente: spesso sono richiesti crediti formativi universitari (CFU) in determinati settori scientifico-disciplinari per colmare eventuali debiti formativi. Ad esempio, ai laureati in Scienze Geologiche possono essere richiesti CFU in settori BIO e CHIM.
L’insegnamento per la classe A-50 si svolge in diversi istituti secondari di secondo grado, tra cui licei (Scientifico, Classico, Linguistico, Scienze Umane), istituti tecnici e professionali. Le materie di insegnamento includono Scienze della Terra, Biologia e Chimica, spesso presentate in modo integrato, soprattutto nel primo biennio. È fondamentale conoscere il dettaglio delle materie assegnate a questa classe di concorso nei vari indirizzi di studio, poiché ciò influenza la progettazione didattica e la preparazione specifica per le prove concorsuali. Per una guida dettagliata sui titoli necessari, è possibile consultare l’articolo su come insegnare Scienze della Terra e i requisiti CFU.
Struttura delle Prove del Concorso
Il concorso per docenti si articola generalmente in diverse prove, volte a verificare le conoscenze disciplinari, le competenze pedagogiche e le capacità didattiche dei candidati. La struttura tipica prevede una prova scritta, una prova orale e, per alcune classi di concorso come la A-50, una prova pratica. Ogni fase è progettata per valutare aspetti differenti della professionalità del docente, dalla padronanza dei contenuti alla capacità di trasmetterli efficacemente in un contesto scolastico.
La preparazione deve quindi essere olistica, coprendo non solo il programma ministeriale specifico per le Scienze della Terra, ma anche le “Avvertenze Generali” comuni a tutti i concorsi, che riguardano gli aspetti normativi, psico-pedagogici e didattico-metodologici. Comprendere a fondo la struttura e gli obiettivi di ciascuna prova è il primo passo per pianificare uno studio strategico ed efficace.
La Prova Scritta: Conoscenze Disciplinari e Competenze Digitali
La prova scritta, spesso computer-based, è composta da quesiti a risposta multipla volti a verificare le conoscenze sui contenuti specifici della classe di concorso e sulle competenze digitali e della lingua inglese. Per la A-50, i quesiti disciplinari spaziano tra Chimica, Biologia e Scienze della Terra. Il programma ministeriale, solitamente definito in un allegato al bando di concorso, è il riferimento principale per lo studio. Le domande mirano a testare non solo la conoscenza nozionistica, ma anche la capacità di ragionamento e di collegamento tra i diversi ambiti delle scienze naturali. È utile esercitarsi con simulatori d’esame e tracce di concorsi precedenti per familiarizzare con la tipologia di quesiti.
La Prova Orale e la Progettazione di un’UDA
La prova orale ha l’obiettivo di valutare la padronanza disciplinare e la capacità di trasposizione didattica. Un elemento centrale di questa prova è la progettazione di un’Unità Didattica di Apprendimento (UDA). Al candidato viene chiesto di simulare una lezione su un argomento estratto a sorte, illustrando le scelte metodologiche, gli strumenti didattici (anche digitali), gli obiettivi di apprendimento e le modalità di valutazione. Questo richiede competenze che vanno oltre la semplice conoscenza della materia, toccando la pedagogia e la psicologia dell’apprendimento. Vengono valutate la chiarezza espositiva, la competenza nell’uso di un linguaggio scientifico appropriato e la capacità di creare percorsi di apprendimento significativi e inclusivi, che tengano conto anche di eventuali bisogni educativi speciali (BES).
La Prova Pratica di Laboratorio
Per la classe di concorso A-50 è prevista anche una prova pratica, un momento cruciale per dimostrare abilità operative e capacità di gestire un’attività di laboratorio. Le tracce possono variare notevolmente: dal riconoscimento e classificazione di campioni di rocce e minerali, all’esecuzione di semplici reazioni chimiche o all’allestimento di preparati biologici. Al candidato non viene solo richiesto di eseguire l’esperimento, ma anche di contestualizzarlo didatticamente, spiegando a quale classe si rivolgerebbe, quali obiettivi si prefigge e come verificherebbe l’apprendimento degli studenti. La prova pratica è quindi una sintesi tra sapere e saper fare, fondamentale per una disciplina come le Scienze della Terra. Per approfondire le metodologie didattiche applicabili, può essere utile leggere la guida su strumenti e metodologie didattiche, i cui principi sono trasferibili anche alle scienze naturali.
Il Programma d’Esame per le Scienze della Terra
Il programma d’esame per la parte di Scienze della Terra è vasto e articolato, coprendo i principali ambiti della geologia e dell’astronomia. Generalmente, i nuclei tematici fondamentali includono:
- Astronomia e Sistema Solare: Origini dell’Universo, caratteristiche dei pianeti, moti della Terra e della Luna, sistemi di orientamento e coordinate geografiche.
- Geodinamica Endogena ed Esogena: Struttura interna della Terra, tettonica delle placche, vulcanismo, sismicità, e i processi di erosione, trasporto e sedimentazione che modellano la superficie terrestre.
- Mineralogia e Petrografia: Riconoscimento dei principali minerali e classificazione delle rocce (magmatiche, sedimentarie e metamorfiche) in base alla loro genesi e composizione.
- Geologia Storica e Stratigrafia: Principi di datazione relativa e assoluta, la scala dei tempi geologici e l’evoluzione della vita sulla Terra.
- Climatologia e Idrosfera: Composizione dell’atmosfera, fattori climatici, circolazione delle acque marine e continentali, con un focus sui cambiamenti climatici e le loro cause.
Questo programma richiede una conoscenza approfondita che integri la tradizione scientifica con le scoperte più recenti, ponendo l’accento sulla comprensione del Pianeta come sistema complesso e interconnesso.
Tracce Tipo e Sviluppo di Percorsi Didattici
Le tracce delle prove, sia scritte che orali, sono spesso formulate per testare la capacità del candidato di creare collegamenti interdisciplinari e di applicare le conoscenze a contesti reali. Una traccia potrebbe chiedere di progettare un’UDA sul rischio sismico nel bacino del Mediterraneo, unendo aspetti di geodinamica, prevenzione e educazione alla cittadinanza attiva. Un’altra potrebbe focalizzarsi sui cambiamenti climatici, richiedendo di analizzare dati, discutere le cause antropiche e naturali e proporre attività didattiche basate sul problem solving.
È cruciale mostrare di saper coniugare tradizione e innovazione. Ad esempio, una lezione sulla classificazione delle rocce può partire da un’attività pratica tradizionale di osservazione di campioni per poi evolvere nell’uso di software di modellazione 3D o di mappe geologiche interattive. L’approccio didattico deve essere centrato sullo studente, promuovendo l’indagine (inquiry-based learning), il dibattito e l’apprendimento cooperativo. Avere familiarità con la progettazione di Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) può rappresentare un valore aggiunto, come esplorato nella guida su PCTO e le materie scientifiche.
Risorse per la Preparazione
Una preparazione efficace richiede l’uso di molteplici risorse. I manuali specifici per la classe di concorso A-50 sono un punto di partenza indispensabile, in quanto offrono una trattazione sintetica ma completa di tutto il programma d’esame. Esistono kit che includono volumi sulla parte disciplinare, sulle avvertenze generali e sulla prova orale. Numerose case editrici, come Edises e Simone, offrono testi e raccolte di quiz commentati.
Oltre ai manuali, è fondamentale consultare fonti istituzionali come il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per scaricare i bandi e i programmi ufficiali. Siti di associazioni di insegnanti di scienze (come l’ANISN) e riviste di didattica delle scienze possono fornire spunti innovativi e materiali aggiornati. Infine, le piattaforme online offrono video-lezioni, simulazioni di test e forum di discussione dove confrontarsi con altri candidati, rappresentando una risorsa preziosa per integrare lo studio individuale.
Conclusioni
Il concorso per l’insegnamento delle Scienze della Terra è un percorso impegnativo che richiede una preparazione solida e poliedrica. La chiave del successo risiede nella capacità di integrare le conoscenze disciplinari con competenze didattiche moderne, sapendo contestualizzare i fenomeni geologici nella realtà del territorio italiano ed europeo. La cultura mediterranea, con la sua ricca geodiversità e la sua storia di interazione tra uomo e ambiente, offre un contesto ideale per sviluppare percorsi didattici che uniscano tradizione e innovazione. I candidati che sapranno dimostrare non solo di conoscere la Terra, ma anche di saperla “raccontare” in modo appassionante e critico, avranno le migliori possibilità di superare la selezione e di formare le nuove generazioni di cittadini consapevoli del pianeta che abitano.
Domande frequenti

Quali sono i titoli di studio per accedere al concorso Scienze della Terra (A-50)?
Per accedere alla classe di concorso A-50 (Scienze naturali, chimiche e biologiche) sono necessarie lauree magistrali specifiche come Biologia (LM-6), Scienze Chimiche (LM-54), Scienze della Natura (LM-60), Scienze e Tecnologie Geologiche (LM-74) e altre affini. Spesso, oltre alla laurea, è richiesto il possesso di un certo numero di Crediti Formativi Universitari (CFU) in specifici settori scientifico-disciplinari (come BIO o GEO) per soddisfare pienamente i requisiti.
Come si svolge la prova pratica del concorso per Scienze della Terra?
La prova pratica per la classe A-50 consiste in un’esperienza di laboratorio su temi proposti dalla commissione. Le attività possono includere il riconoscimento di campioni di rocce, minerali o fossili, l’esecuzione di esperimenti chimici (es. test di reattività all’acido) o la preparazione di campioni biologici. Al candidato è richiesto non solo di eseguire la prova, ma anche di redigere una relazione che ne illustri il contesto didattico, gli obiettivi e le modalità di valutazione.
Cosa si intende per Unità Didattica di Apprendimento (UDA) nella prova orale?
Nella prova orale, al candidato viene richiesto di progettare e presentare un’Unità Didattica di Apprendimento (UDA) su una traccia estratta a sorte. Si tratta di simulare una lezione, illustrando le scelte metodologiche (es. lezione frontale, cooperative learning, problem solving), gli obiettivi di apprendimento in termini di conoscenze e competenze, gli strumenti utilizzati (libri, software, video) e le strategie di valutazione, inclusa l’attenzione per studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES).
Quali sono gli argomenti principali del programma di Scienze della Terra?
Il programma ministeriale per le Scienze della Terra all’interno della classe A-50 è ampio e comprende diversi nuclei tematici. I principali argomenti includono: l’origine dell’Universo e del Sistema Solare, la struttura e i moti della Terra, la tettonica delle placche (vulcani e terremoti), la mineralogia e la petrografia (studio di minerali e rocce), i processi esogeni (erosione e sedimentazione), la climatologia e i cambiamenti climatici.
Quali risorse sono consigliate per prepararsi al concorso di Scienze della Terra?
Per una preparazione completa si consiglia un approccio integrato. È fondamentale studiare su manuali specifici per la classe di concorso A-50, che coprono sia la parte disciplinare sia le competenze metodologico-didattiche. È utile integrare con l’esercizio su piattaforme di simulazione online e la consultazione di tracce dei concorsi precedenti. Infine, è indispensabile fare riferimento a fonti istituzionali come il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per i bandi e i programmi ufficiali.
Domande frequenti

Per accedere al concorso per la classe A-32 (Scienze della geologia e della mineralogia), è richiesta una Laurea Magistrale specifica. Tra le più comuni ci sono quelle in Scienze e Tecnologie Geologiche (LM-74), Scienze Geofisiche (LM-79), Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (LM-35) e Scienze della Natura (LM-60). È fondamentale verificare i requisiti del bando specifico, poiché potrebbero essere richiesti crediti formativi universitari (CFU) aggiuntivi in determinati settori scientifico-disciplinari.
Generalmente, il concorso si articola in una prova scritta e una prova orale. La prova scritta, spesso computer-based, consiste in quesiti a risposta multipla che coprono aspetti disciplinari, pedagogici, psicopedagogici, e la conoscenza della lingua inglese e delle tecnologie digitali. La prova orale, invece, valuta la padronanza della materia, le competenze didattiche e include spesso la simulazione di una lezione pratica. Per alcune classi di concorso può essere prevista anche una prova pratica di laboratorio.
Una risorsa primaria è il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), che pubblica i bandi e, talvolta, le tracce dei concorsi precedenti. Diverse case editrici specializzate in preparazione ai concorsi, come EdiSES, offrono manuali e raccolte di test. È utile anche consultare i siti degli Uffici Scolastici Regionali (USR) e forum di settore per confrontarsi con altri candidati.
Il programma d’esame è vasto e copre diverse aree tematiche. I nuclei principali includono la mineralogia, la geologia (rocce, tettonica, stratigrafia), la geomorfologia (fluviale, glaciale, costiera), la geologia applicata, la geofisica e la lettura di carte tematiche. A questi si aggiungono gli argomenti trasversali a tutti i concorsi docenti, come le metodologie didattiche, la pedagogia, la normativa scolastica e le competenze digitali.
Sì, il punteggio finale è la somma dei voti delle prove e della valutazione dei titoli. I titoli valutabili possono includere il voto della laurea, altri titoli accademici come master di I o II livello, dottorati di ricerca e corsi di perfezionamento. Anche le certificazioni informatiche e linguistiche (in particolare il CLIL) e il servizio di insegnamento pregresso contribuiscono ad aumentare il punteggio. La tabella di valutazione dei titoli è sempre allegata al bando di concorso.