L’acquisto di una casa tramite mutuo è un passo significativo, spesso accompagnato dalla richiesta della banca di aprire un conto corrente dedicato. Sebbene questa pratica possa sembrare una formalità, può nascondere costi aggiuntivi e condizioni poco trasparenti. È fondamentale sapere che, in Italia, la legge tutela i consumatori da pratiche commerciali scorrette, inclusa l’imposizione di un conto corrente per l’erogazione di un finanziamento. Questo articolo offre una guida completa per riconoscere le spese illegittime e contestarle efficacemente, unendo tradizione e innovazione nella gestione dei propri rapporti con gli istituti di credito.
Capire i propri diritti è il primo passo per un rapporto più equilibrato con la propria banca. La normativa italiana ed europea è chiara: vincolare l’erogazione di un mutuo all’apertura di un conto corrente presso lo stesso istituto è una pratica commerciale scorretta. Questo significa che il cliente ha piena libertà di scelta e può decidere di utilizzare un conto già esistente presso un’altra banca per l’addebito delle rate. Conoscere queste regole permette di affrontare con maggiore sicurezza le trattative e di non subire imposizioni ingiustificate che possono gravare sul bilancio familiare per anni.
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La Pratica del Conto Corrente Abbinato al Mutuo
Molti istituti di credito propongono l’apertura di un conto corrente contestualmente alla richiesta di un mutuo, giustificandola come una necessità tecnica per la gestione delle rate. Sebbene possa apparire come una soluzione comoda, questa pratica nasconde spesso finalità di cross-selling, ovvero la vendita di prodotti accessori. Il conto corrente proposto può avere costi di gestione elevati, canoni mensili, commissioni per operazioni e altre spese che vanno a sommarsi al costo totale del mutuo. È una strategia che, pur essendo diffusa, limita la libertà di scelta del consumatore, spingendolo ad accettare un pacchetto completo senza valutare alternative più convenienti sul mercato.
Questa abitudine, radicata nella cultura bancaria tradizionale, si scontra con una crescente richiesta di trasparenza e flessibilità da parte dei clienti. L’innovazione digitale ha ampliato le opzioni disponibili, con conti online a zero spese che rappresentano un’alternativa valida ed economica. La consapevolezza di non essere obbligati ad accettare l’offerta della banca è essenziale per evitare costi superflui e per gestire i propri risparmi in modo più efficiente, separando nettamente il contratto di mutuo da quello di conto corrente.
Cosa Dice la Legge
La normativa italiana, in linea con le direttive europee, è esplicita nel tutelare i consumatori. L’articolo 21, comma 3-bis, del Codice del Consumo definisce “scorretta” la pratica commerciale di una banca che obbliga il cliente ad aprire un conto corrente per la stipula di un contratto di mutuo. Questa disposizione, introdotta per garantire una maggiore libertà di scelta, è stata più volte ribadita dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che ha sanzionato diversi istituti di credito per questo tipo di comportamento. L’AGCM ha sottolineato come tale pratica limiti considerevolmente la libertà dei consumatori, costringendoli ad accettare un prodotto senza poter valutare altre opzioni.
Anche l’Organismo Agenti e Mediatori (OAM) ha chiarito che i mediatori creditizi non devono proporre mutui che vincolino l’erogazione del finanziamento all’apertura obbligatoria di un conto corrente. La legge permette di offrire prodotti abbinati, ma solo a condizione che il contratto di mutuo sia disponibile per il consumatore anche separatamente. Questo rafforza il diritto del cliente a non subire imposizioni e a scegliere liberamente dove domiciliare il pagamento delle rate del mutuo, che può avvenire anche tramite bonifico o bollettino bancario.
Come Verificare e Contestare le Spese
Il primo passo per contestare costi ingiustificati è analizzare attentamente la documentazione contrattuale. È fondamentale leggere il contratto di mutuo, il Documento Informativo Europeo Standardizzato (PIES) e i fogli informativi del conto corrente. Questi documenti contengono tutte le condizioni economiche, incluse le spese di istruttoria, perizia, gestione e le commissioni varie. Prestare attenzione a voci di costo non chiare o a clausole che vincolano il mutuo al conto è cruciale. Confrontare il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) indicato con i costi effettivamente addebitati può far emergere discrepanze significative.
Un esempio pratico è quello di un cliente a cui viene proposto un conto a canone zero per il primo anno, che poi subisce aumenti considerevoli negli anni successivi. Oppure, la banca potrebbe giustificare l’apertura del conto come un requisito per ottenere condizioni di tasso agevolate, perdendo però di vista che il cliente ha il diritto di chiudere tale conto in qualsiasi momento, anche se questo comporta la perdita dei benefici. In questi casi, è possibile avviare una procedura di contestazione per far valere i propri diritti e, se necessario, ottenere il rimborso delle somme ingiustamente addebitate.
La Procedura di Reclamo
Se si riscontrano addebiti anomali o si ritiene di essere vittima di una pratica scorretta, il primo passo formale è presentare un reclamo scritto alla banca. Questo può essere fatto tramite lettera raccomandata A/R, posta elettronica certificata (PEC) o compilando i moduli disponibili sul sito dell’istituto. È importante descrivere in modo chiaro e dettagliato il problema, allegando tutta la documentazione utile (contratti, estratti conto, comunicazioni). La banca ha 30 giorni di tempo per rispondere. La mancata risposta o una risposta insoddisfacente aprono la strada a ulteriori azioni. Molti problemi, come addebiti ingiustificati o ritardi, possono essere risolti già in questa fase.
La storia di Luigi, un cliente che si è visto negare la chiusura del conto corrente legato al mutuo a causa di aumenti di costo, è un esempio calzante. Dopo aver ricevuto una risposta negativa dalla filiale, è bastata una diffida formale per far sì che la banca rivedesse la sua posizione, consentendo la chiusura del conto e il trasferimento dell’addebito delle rate. Questo dimostra come un’azione decisa e consapevole, basata sulla conoscenza dei propri diritti, possa portare a una rapida soluzione del problema, senza dover necessariamente avviare procedure più complesse.
Il Ruolo dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF)
Se il reclamo alla banca non produce l’esito sperato, è possibile rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Si tratta di un sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie, indipendente e imparziale, supportato dalla Banca d’Italia. L’ABF offre una procedura più semplice, rapida ed economica rispetto a una causa in tribunale. Il ricorso può essere presentato online, previo pagamento di un contributo di 20 euro, che viene rimborsato in caso di accoglimento. È possibile ricorrere all’ABF entro 12 mesi dalla presentazione del reclamo, per richieste di somme fino a 200.000 euro o per l’accertamento di diritti e obblighi senza limiti di importo.
L’ABF decide secondo diritto e le sue decisioni, sebbene non vincolanti come una sentenza del giudice, sono quasi sempre rispettate dagli intermediari per non vedere il proprio inadempimento pubblicato sul sito dell’Arbitro. Questo strumento rappresenta un’efficace via di mezzo tra la tradizione del dialogo diretto con la banca e l’innovazione di un sistema di giustizia alternativo, pensato per il consumatore. Affidarsi a professionisti esperti in diritto bancario può aumentare le probabilità di successo del ricorso.
Alternative e Soluzioni Pratiche
Una volta chiarito che non esiste alcun obbligo di mantenere un conto corrente presso la banca mutuante, si aprono diverse alternative pratiche. La soluzione più semplice è quella di utilizzare un conto corrente già esistente presso un altro istituto di credito per l’addebito delle rate del mutuo. Questo permette di centralizzare la gestione delle proprie finanze e di scegliere il conto più conveniente in base alle proprie esigenze, come un conto online a zero spese. È sufficiente comunicare il nuovo IBAN alla banca che ha erogato il mutuo per modificare la domiciliazione dei pagamenti.
In alternativa, è possibile pagare le rate mensili tramite bonifico bancario o bollettino. Sebbene richieda un’attenzione costante per rispettare le scadenze ed evitare interessi di mora, questa opzione garantisce la massima indipendenza dalla banca. È importante sapere che la scelta di un metodo di pagamento alternativo o di un conto presso un’altra banca non può essere un motivo per ostacolare una futura surroga del mutuo. La libertà di scelta del consumatore è un principio cardine che deve essere sempre tutelato.
Conclusioni

Affrontare la questione delle spese di un conto corrente legato al mutuo richiede un approccio che bilancia la conoscenza della tradizione bancaria con le opportunità offerte dall’innovazione normativa e digitale. Sapere che l’obbligo di aprire un conto corrente con la banca mutuante è una pratica scorretta e illegale è il primo, fondamentale passo per tutelare i propri interessi. Il consumatore ha il diritto di scegliere liberamente come e dove pagare le rate del proprio mutuo, senza subire costi aggiuntivi ingiustificati.
Analizzare con attenzione i contratti, non esitare a presentare un reclamo formale e, se necessario, ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario sono azioni concrete che ogni cittadino può intraprendere. Questo percorso, che unisce la fermezza nella difesa dei propri diritti alla ricerca di soluzioni flessibili e innovative, permette non solo di risparmiare denaro, ma anche di costruire un rapporto più trasparente ed equilibrato con gli istituti di credito. In un mondo finanziario in continua evoluzione, essere un consumatore informato e consapevole è la migliore garanzia per il futuro.
Pensi che la banca ti stia addebitando costi ingiustificati sul conto corrente abbinato al tuo mutuo? Il nostro team di esperti è specializzato nell’analisi dei contratti bancari e può verificare la legittimità delle spese che stai sostenendo. Richiedi una consulenza per scoprire se hai diritto a un rimborso e come ottenerlo.
Domande frequenti

No, non è legale. Il Codice del Consumo (art. 21, comma 3-bis) definisce scorretta la pratica di una banca che obbliga il cliente ad aprire un conto corrente per la stipula di un mutuo. Sebbene molte banche lo propongano come un pacchetto vantaggioso, a volte con sconti sul tasso o sulle spese, la scelta finale spetta sempre al cliente, che può decidere di utilizzare un conto già esistente presso un altro istituto.
Sì, è un tuo diritto. Il contratto di conto corrente e quello di mutuo sono distinti. Puoi chiedere la chiusura del conto in qualsiasi momento, indicando un altro conto corrente (anche di un’altra banca) su cui addebitare le rate del mutuo. Se la banca si oppone, sta attuando una pratica scorretta. Invia una comunicazione scritta (PEC o raccomandata) per formalizzare la tua richiesta.
Il primo passo è inviare un reclamo scritto formale (tramite PEC o raccomandata A/R) all’Ufficio Reclami della banca. Nella lettera, descrivi la situazione, cita la normativa che vieta l’obbligo di apertura del conto (Codice del Consumo) e chiedi il rimborso delle spese che ritieni illegittime. La banca ha 60 giorni per rispondere.
Se dopo 60 giorni non hai ricevuto una risposta o quella che hai ricevuto non ti soddisfa, puoi rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). L’ABF è un organismo indipendente che risolve le controversie tra clienti e banche in modo rapido ed economico. Il ricorso si presenta online, ha un costo di 20 euro che viene rimborsato se la decisione è a tuo favore.
Chiudere il conto è un tuo diritto e non dovrebbero esserci penali. Tuttavia, verifica attentamente il tuo contratto di mutuo. Se l’apertura del conto era legata a condizioni di favore (come uno sconto sullo spread o l’azzeramento delle spese di incasso rata), chiudendolo potresti perdere tali benefici. Assicurati che il nuovo addebito della rata sul conto alternativo sia andato a buon fine prima di chiudere definitivamente il vecchio per evitare ritardi nei pagamenti.