Sempre più coppie in Italia scelgono di costruire un futuro insieme senza il vincolo del matrimonio. Questa evoluzione sociale, che unisce la tradizione mediterranea a una visione più moderna delle relazioni, porta con sé nuove esigenze, soprattutto quando si affronta un passo importante come l’acquisto di una casa. Comprare un immobile e accendere un mutuo sono decisioni che richiedono chiarezza e tutele legali specifiche per i conviventi. La legge italiana ha compiuto passi significativi per riconoscere e proteggere le coppie di fatto, ma è fondamentale che i partner conoscano gli strumenti a loro disposizione per gestire al meglio un investimento così rilevante, garantendo sicurezza a entrambi.
Questo articolo si propone come una guida completa per le coppie di fatto che intendono acquistare un’abitazione con un mutuo. Analizzeremo il quadro normativo, le diverse opzioni di proprietà, i vantaggi e le responsabilità di un mutuo cointestato e, soprattutto, gli strumenti per tutelarsi in ogni evenienza, dalla separazione alla successione. L’obiettivo è fornire informazioni chiare e pratiche per trasformare il sogno di una casa in un progetto solido e sicuro, fondato su scelte consapevoli e condivise.
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Chi sono le coppie di fatto: un quadro normativo
In Italia, la figura della coppia di fatto è stata formalmente riconosciuta e disciplinata dalla Legge n. 76/2016, nota come Legge Cirinnà. Questa normativa definisce i conviventi di fatto come “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale”, non vincolate da matrimonio o unione civile. Per ottenere il riconoscimento giuridico, la coppia deve registrare la propria convivenza presso l’anagrafe del Comune di residenza, ottenendo così un certificato di stato di famiglia. Questo passaggio formale è cruciale, perché attribuisce ai conviventi una serie di diritti e doveri prima riservati solo ai coniugi, rappresentando un ponte tra la tradizione e le nuove configurazioni familiari.
Acquistare casa insieme: le opzioni per la proprietà
Quando una coppia di fatto decide di acquistare un immobile, la prima scelta fondamentale riguarda l’intestazione della proprietà. La soluzione più comune e consigliata per garantire parità di diritti è la comproprietà (o comunione ordinaria), dove entrambi i partner firmano l’atto di compravendita e diventano proprietari dell’immobile in base a quote definite, solitamente al 50%. Questa opzione assicura che entrambi abbiano voce in capitolo su ogni decisione futura riguardante la casa, come una vendita o una ristrutturazione. In alternativa, l’immobile può essere intestato a un solo partner. Tuttavia, questa scelta comporta rischi significativi per il convivente non proprietario, che non vanterebbe alcun diritto legale sulla casa, pur contribuendo magari al pagamento delle rate del mutuo. Per evitare squilibri e future controversie, è essenziale che la scelta sulla proprietà sia ponderata e trasparente.
Il mutuo cointestato: vantaggi e responsabilità
Accendere un mutuo cointestato è la via più percorsa dalle coppie, sposate e non, per finanziare l’acquisto di una casa. Questa soluzione offre un vantaggio significativo: sommando i redditi di entrambi i partner, si forniscono maggiori garanzie alla banca, aumentando le probabilità di ottenere il finanziamento e, talvolta, condizioni più favorevoli. Tuttavia, la cointestazione implica una responsabilità solidale: entrambi i firmatari sono responsabili per l’intero importo del debito. Ciò significa che, se uno dei due smettesse di pagare la propria quota, la banca potrebbe rivalersi sull’altro per l’intera rata. È una responsabilità importante da comprendere a fondo prima di firmare, che lega indissolubilmente i partner fino all’estinzione completa del debito, indipendentemente dall’evoluzione del loro rapporto personale.
La tutela legale: il contratto di convivenza
Lo strumento più efficace per le coppie di fatto per tutelare i propri interessi patrimoniali è il contratto di convivenza. Introdotto dalla Legge Cirinnà, questo accordo scritto permette ai partner di disciplinare in modo personalizzato gli aspetti economici della loro vita comune. Redatto con l’assistenza di un notaio o di un avvocato, il contratto può definire le modalità di contribuzione alle spese familiari, la ripartizione della proprietà dei beni acquistati insieme e, soprattutto, cosa accadrà all’immobile e al mutuo in caso di separazione. È possibile, ad esempio, stabilire che il partner che ha investito di più abbia diritto a una liquidazione o che uno dei due possa rilevare la quota dell’altro a condizioni prestabilite. Questo patto rappresenta un atto di grande responsabilità e lungimiranza, un’innovazione che permette di prevenire conflitti e garantire equità.
Cosa succede in caso di separazione
La fine di una convivenza è un momento delicato, soprattutto in presenza di una casa e un mutuo cointestati. Se la coppia si separa, l’obbligo verso la banca non cessa: entrambi i partner rimangono legalmente tenuti a pagare le rate del mutuo. Le soluzioni per gestire questa situazione sono diverse. La più semplice è la vendita dell’immobile: con il ricavato si estingue il mutuo e l’eventuale eccedenza viene divisa tra i due. Un’altra opzione è l’accollo del mutuo, dove uno dei due conviventi rileva la quota di proprietà e il debito dell’altro, diventando l’unico intestatario (previo consenso della banca). In assenza di un accordo, la situazione può diventare complessa e richiedere l’intervento di un giudice. Avere un contratto di convivenza che preveda già queste eventualità semplifica enormemente il processo, trasformando un potenziale conflitto in una gestione ordinata della separazione.
Successione e diritti in caso di morte
Uno degli aspetti più critici per le coppie di fatto riguarda la successione. A differenza del coniuge, il convivente superstite non è un erede legittimo. Questo significa che, in assenza di un testamento, la quota di proprietà del partner defunto passerebbe ai suoi eredi legali (figli, genitori, fratelli), non al convivente. La Legge Cirinnà offre una tutela minima: garantisce al superstite il diritto di continuare ad abitare nella casa comune per un periodo che va da due a cinque anni, a seconda della durata della convivenza. Tuttavia, questo è un diritto personale di godimento, non un diritto di proprietà. Per garantire al partner una vera sicurezza, è indispensabile redigere un testamento, nominandolo erede della propria quota dell’immobile. Questo strumento, unito a una polizza vita sul mutuo, è la sola via per proteggere realmente il futuro del proprio compagno.
Il contesto europeo e la cultura mediterranea
L’approccio italiano alle coppie di fatto si inserisce in un contesto europeo variegato, dove Paesi come la Francia, con i Patti civili di solidarietà (PACS), hanno legiferato sul tema già da tempo. L’Italia, con la Legge Cirinnà, ha cercato di colmare un vuoto normativo, bilanciando il modello tradizionale di famiglia, profondamente radicato nella cultura mediterranea, con il riconoscimento di nuove forme di unione stabili e affettive. Le statistiche mostrano un aumento costante delle famiglie di fatto e degli acquisti immobiliari da parte di single o coppie non sposate, segno di un cambiamento sociale in atto. La normativa attuale rappresenta un compromesso, un passo avanti verso una maggiore inclusività che rispecchia l’evoluzione della società, pur mantenendo alcune distinzioni rispetto all’istituto del matrimonio.
Conclusioni

Affrontare l’acquisto di una casa e l’accensione di un mutuo come coppia di fatto è un progetto di vita che unisce sogni e responsabilità. Sebbene il panorama normativo italiano abbia compiuto importanti progressi con la Legge n. 76/2016, la tutela piena dei diritti di entrambi i partner non è automatica. La chiave per un futuro sereno risiede nella consapevolezza e nella pianificazione. Cointestare l’immobile e il mutuo è un primo passo fondamentale, ma è attraverso strumenti come il contratto di convivenza e il testamento che una coppia può davvero costruire una fortezza legale attorno al proprio investimento e al proprio legame. Informarsi, dialogare apertamente e affidarsi a professionisti come notai e avvocati non è un costo, ma un investimento sulla propria tranquillità. In un mondo che cambia, proteggere il proprio nido significa dare solide fondamenta non solo a un edificio, ma al futuro che si è scelto di costruire insieme.
Se state pianificando l’acquisto di una casa con il vostro partner, è fondamentale non solo trovare il mutuo giusto, ma anche garantirvi tutele legali adeguate. Richiedete una consulenza per scoprire le migliori opzioni di mutuo per le coppie di fatto e per redigere un contratto di convivenza che protegga il vostro futuro insieme.
Domande frequenti

In caso di separazione di una coppia di fatto con un mutuo cointestato, entrambi i partner rimangono legalmente obbligati a pagare le rate nei confronti della banca, indipendentemente da chi continui a vivere nell’immobile. La separazione non annulla il debito. Le soluzioni più comuni sono: vendere l’immobile per estinguere il mutuo, oppure l’accollo del mutuo da parte di un solo partner, che diventa l’unico proprietario (previo consenso della banca). Se non si trova un accordo, il rischio è che uno dei due smetta di pagare, con gravi conseguenze per entrambi.
Per le coppie di fatto, la tutela principale nell’acquisto di una casa è la **comproprietà**, specificando le quote di ciascuno nell’atto di acquisto. In mancanza di indicazioni, si presume una proprietà al 50% ciascuno. Uno strumento fondamentale è il **contratto di convivenza**, introdotto dalla Legge Cirinnà, che permette di regolare gli aspetti patrimoniali, inclusa la gestione della casa in caso di separazione. Senza questi accorgimenti, le tutele legali sono inferiori rispetto alle coppie sposate, soprattutto in materia di successione ereditaria.
Il contratto di convivenza è un accordo scritto, redatto da un notaio o un avvocato, che permette alle coppie di fatto di regolare gli aspetti economici e patrimoniali della loro vita insieme. Quando si acquista un immobile, questo contratto diventa cruciale per definire le modalità di contribuzione alle spese, la gestione della casa e, soprattutto, cosa accadrà all’immobile in caso di fine della relazione. È uno strumento che previene futuri conflitti, specialmente se uno dei due partner ha contribuito economicamente all’acquisto senza essere intestatario dell’immobile.
I diritti del convivente superstite dipendono dalla proprietà dell’immobile e dalla presenza di un testamento. Se la casa era di proprietà del defunto, il superstite ha il diritto di abitarvi per un periodo che va da due a cinque anni, a seconda della durata della convivenza. Questo diritto cessa se il superstite si sposa o inizia una nuova convivenza. Se la casa era in comproprietà, il superstite mantiene la sua quota, ma la quota del defunto va ai suoi eredi legittimi (figli, genitori), non al convivente, a meno che non sia stato redatto un **testamento** a suo favore. La legge, infatti, non riconosce al convivente diritti ereditari automatici.
Cointestare sia la casa che il mutuo è la scelta che offre maggiori tutele a entrambi i partner, perché sancisce la comproprietà dell’immobile e la responsabilità condivisa del debito. Se l’immobile è cointestato, entrambi possono usufruire delle agevolazioni fiscali. Se invece la casa e il mutuo sono intestati a un solo partner, l’altro, pur contribuendo economicamente, non ha diritti reali diretti sull’immobile e non è legalmente tutelato in caso di separazione o morte, a meno che non si stipuli un **contratto di convivenza** o una scrittura privata che regoli questi aspetti.