Diventare insegnante in Italia: guida completa ai percorsi

Vuoi diventare insegnante in Italia? La guida completa ai percorsi per ogni ordine e grado: scopri requisiti, titoli, come aumentare il punteggio e superare le selezioni.

In Breve (TL;DR)

Questa guida completa illustra i percorsi, i requisiti e i passaggi necessari per diventare insegnante in Italia, per ogni ordine e grado scolastico.

Approfondiremo i requisiti di accesso, i percorsi formativi e le strategie utili per ottenere una cattedra in ogni ordine e grado scolastico.

Esploreremo i passaggi chiave, dai requisiti normativi ai consigli pratici per aumentare il punteggio e ottenere il ruolo.

Intraprendere la carriera di insegnante in Italia significa scegliere una professione che unisce vocazione e un percorso formativo strutturato, in un contesto che valorizza la tradizione culturale mediterranea proiettandola verso l’innovazione. Il sistema scolastico italiano, radicato in una solida base umanistica, si confronta oggi con le sfide del mercato europeo, richiedendo ai suoi docenti competenze sempre più specifiche e aggiornate. Diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni è un obiettivo ambizioso, che richiede passione, preparazione e una chiara conoscenza dei passaggi da compiere, diversi per ogni ordine e grado di scuola.

Il percorso per ottenere una cattedra è stato recentemente ridisegnato dalla riforma legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha introdotto nuove regole soprattutto per la scuola secondaria. L’obiettivo è formare docenti con solide competenze disciplinari, pedagogiche e didattiche, capaci di progettare percorsi di apprendimento inclusivi e al passo con i tempi. Che si aspiri a lavorare con i più piccoli nella scuola dell’infanzia o a guidare i ragazzi delle superiori verso il loro futuro, ogni percorso ha requisiti specifici, che vanno dal titolo di studio ai percorsi abilitanti, fino al superamento dei concorsi pubblici.

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Insegnante di fronte a una lavagna con schemi didattici illustra un concetto a una classe di studenti di varie età.
Intraprendere la carriera di insegnante è una scelta di grande valore. Scopri in questa guida tutti i percorsi e i requisiti per formare le nuove generazioni.

La nuova riforma del reclutamento docenti

Il sistema per diventare insegnanti di scuola secondaria in Italia è stato trasformato dalla cosiddetta Riforma Bianchi, che ha introdotto un nuovo modello di formazione iniziale e reclutamento. A partire dal 1° gennaio 2025, il requisito fondamentale per accedere all’insegnamento, oltre alla laurea magistrale, sarà il conseguimento di 60 Crediti Formativi Universitari (CFU) in aree pedagogiche, metodologiche e didattiche. Questi percorsi, organizzati dalle università, includono anche un tirocinio diretto nelle scuole, per un totale di 20 CFU, offrendo un’esperienza pratica fondamentale per prepararsi alla vita d’aula. Questo nuovo sistema sostituisce i precedenti 24 CFU, che rimangono validi per la partecipazione ai concorsi solo se conseguiti entro il 31 ottobre 2022 e utilizzati entro la fine della fase transitoria, il 31 dicembre 2024.

L’iter per ottenere una cattedra di ruolo si articola quindi in tre passaggi chiave: laurea magistrale idonea per una specifica classe di concorso, percorso abilitante da 60 CFU e, infine, il superamento di un concorso pubblico nazionale. I concorsi, che si prevede avranno cadenza annuale, prevedono una prova scritta e una orale, quest’ultima comprensiva di una lezione simulata per valutare le reali competenze didattiche del candidato. Superato il concorso, si accede a un anno di prova in servizio, al termine del quale, con valutazione positiva, si ottiene l’immissione in ruolo a tempo indeterminato.

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Insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria

Per diventare insegnante nella scuola dell’infanzia e primaria, il percorso è unico e specifico. Il titolo di studio richiesto è la Laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (SFP), della durata di cinque anni. Questo corso di laurea ha valore abilitante, ciò significa che, una volta conseguito il titolo, si è già abilitati all’insegnamento in entrambi gli ordini di scuola e si può accedere direttamente ai concorsi per il ruolo. In alternativa, mantiene la sua validità il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Questi titoli permettono l’iscrizione alla prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e la partecipazione ai concorsi pubblici.

Il concorso per la scuola dell’infanzia e primaria si articola solitamente in una prova scritta, una orale e la valutazione dei titoli. La prova scritta verte su competenze pedagogiche, psicopedagogiche e didattico-metodologiche, mentre quella orale include anche un colloquio in lingua inglese e la progettazione di un’attività didattica. Una volta superato il concorso e ottenuta l’assegnazione di una cattedra, si affronta l’anno di prova e formazione, un passaggio cruciale per la conferma in ruolo.

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Insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado

Il percorso per diventare docente nelle scuole medie e superiori è stato il più interessato dalla recente riforma. Il primo passo è il possesso di una laurea magistrale (o titolo equipollente) che dia accesso a una specifica classe di concorso. Le classi di concorso sono codici che associano i titoli di studio alle materie di insegnamento. È fondamentale verificare che il proprio piano di studi soddisfi i requisiti in termini di crediti in determinati settori scientifico-disciplinari, come stabilito dalle tabelle ministeriali.

Ottenuto il titolo di studio idoneo, il passo successivo è l’abilitazione, che si consegue attraverso i nuovi percorsi da 60 CFU. Questi corsi universitari sono a frequenza obbligatoria e prevedono una prova finale composta da una prova scritta e una lezione simulata. Una volta abilitati, si può partecipare al concorso per docenti, che rappresenta la via maestra per l’immissione in ruolo. La selezione concorsuale, con le sue prove scritte e orali, mira a verificare non solo la preparazione disciplinare, ma anche le competenze pedagogiche e didattiche necessarie per gestire una classe in modo efficace e inclusivo.

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Il percorso per diventare insegnante di sostegno

Per dedicarsi all’insegnamento a favore degli alunni con disabilità, è necessario conseguire una specializzazione specifica, nota come TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo). Si tratta di un percorso di specializzazione universitaria a numero chiuso, della durata di circa otto mesi, che permette di acquisire 60 CFU specifici per le attività di sostegno didattico. L’accesso al TFA è regolato da un concorso selettivo che si articola in tre prove: un test preselettivo, una prova scritta e una prova orale. I requisiti di ammissione variano in base all’ordine di scuola. Per l’infanzia e la primaria, è necessaria l’abilitazione (laurea in SFP o diploma magistrale ante 2001/02). Per la scuola secondaria, serve l’abilitazione o una laurea magistrale idonea a una classe di concorso.

Il percorso formativo del TFA è intensivo e combina insegnamenti teorici, laboratori pratici e un tirocinio diretto nelle scuole. L’obiettivo è formare professionisti capaci di promuovere l’inclusione e di elaborare piani educativi individualizzati (PEI) in collaborazione con la famiglia e gli altri specialisti. Una volta ottenuta la specializzazione, si può partecipare ai concorsi per i posti di sostegno o inserirsi nelle apposite graduatorie per le supplenze (GPS), che hanno una specifica sezione dedicata. Data la crescente richiesta, la specializzazione sul sostegno rappresenta un’importante opportunità professionale nel mondo della scuola.

Le supplenze tramite le Graduatorie GPS

Prima di ottenere un contratto a tempo indeterminato, molti insegnanti iniziano la loro carriera con incarichi di supplenza. Lo strumento principale per l’assegnazione delle supplenze annuali (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) sono le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS). Queste graduatorie, aggiornate di norma ogni due anni, sono organizzate su base provinciale e suddivise per classe di concorso e tipologia di posto (comune o sostegno). Ogni graduatoria è articolata in due fasce: la prima è riservata ai docenti abilitati o specializzati, mentre la seconda è per i non abilitati che possiedono il solo titolo di studio idoneo.

L’inserimento nelle GPS avviene tramite una domanda online presentata durante le finestre temporali definite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il posizionamento in graduatoria dipende dal punteggio, calcolato sulla base dei titoli di studio, dei titoli di servizio e di altri titoli culturali, come certificazioni informatiche e linguistiche. Per questo, è strategico investire nella propria formazione per acquisire titoli valutabili e aumentare il proprio punteggio, migliorando così le possibilità di ottenere un incarico. Per le supplenze brevi e temporanee, invece, le scuole attingono dalle Graduatorie di Istituto.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Diventare insegnante in Italia nel 2025 è un percorso che richiede determinazione e una pianificazione attenta. La professione docente, al centro di un dibattito che intreccia tradizione pedagogica e spinta all’innovazione, offre la possibilità di contribuire in modo significativo alla crescita delle nuove generazioni. La recente riforma del reclutamento per la scuola secondaria, con l’introduzione dei 60 CFU, mira a elevare la qualità della formazione iniziale, allineando l’Italia agli standard europei e garantendo docenti sempre più preparati ad affrontare le complessità educative contemporanee. Che si scelga la via dell’insegnamento nella scuola dell’infanzia, primaria, secondaria o sul sostegno, è fondamentale essere informati sui requisiti specifici, sulle procedure concorsuali e sulle opportunità offerte dal sistema, come le supplenze tramite GPS. Investire nella propria formazione continua, acquisendo nuove competenze e titoli, non solo migliora le prospettive di carriera, ma arricchisce soprattutto la qualità del proprio insegnamento, vero cuore di questa professione.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Che laurea serve per diventare insegnante?

Per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria è necessaria la Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (LM-85bis), che è direttamente abilitante. Per la scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori), invece, occorre una Laurea Magistrale o specialistica che dia accesso a una specifica “classe di concorso”, ovvero la materia di insegnamento. È possibile verificare la coerenza del proprio titolo di studio con le classi di concorso tramite le tabelle ministeriali.

Cosa sono i percorsi abilitanti da 60 CFU e come funzionano?

I 60 CFU (Crediti Formativi Universitari) sono il nuovo requisito per ottenere l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria, sostituendo i precedenti 24 CFU. Si tratta di un percorso universitario specifico che include discipline pedagogiche, tirocinio diretto a scuola e una prova finale. L’abilitazione ottenuta è un requisito fondamentale per partecipare ai concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato. Esistono anche percorsi abbreviati da 30 o 36 CFU per chi possiede già altri titoli o anni di servizio.

Ho la laurea e i crediti: qual è il prossimo passo per iniziare a insegnare?

Una volta ottenuti i titoli necessari, le strade principali sono due. La prima è partecipare ai concorsi pubblici, che rappresentano la via per ottenere un contratto a tempo indeterminato (il cosiddetto “ruolo”). La seconda è l’inserimento nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), che vengono utilizzate per assegnare incarichi a tempo determinato, annuali o fino al termine delle attività didattiche.

È possibile insegnare senza abilitazione?

Sì, è possibile ottenere incarichi di supplenza anche senza abilitazione tramite la “Messa a Disposizione” (MAD). La MAD è una candidatura spontanea che si invia direttamente alle singole scuole per coprire posti vacanti temporanei, solitamente quando le graduatorie ufficiali (GAE e GPS) sono esaurite. Si tratta di un’opportunità per fare esperienza, ma non garantisce la stessa stabilità o lo stesso punteggio del servizio svolto tramite graduatoria.

Come si può aumentare il punteggio nelle graduatorie (GPS)?

Il punteggio nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) si aumenta principalmente attraverso due canali: il servizio e i titoli. Il servizio di insegnamento accumula un certo numero di punti per ogni mese o anno di lavoro. Inoltre, è possibile incrementare il punteggio acquisendo ulteriori titoli culturali, come Master di I livello, corsi di perfezionamento, certificazioni informatiche e linguistiche (in particolare la certificazione CLIL, che unisce competenze linguistiche e didattiche).

Fonti e Approfondimenti

disegno di un ragazzo seduto con un laptop sulle gambe che ricerca dal web le fonti per scrivere un post
  1. Come si diventa docenti – MIM