Intraprendere il percorso per diventare insegnante nella scuola secondaria di primo grado significa scegliere una professione di fondamentale importanza per la crescita delle nuove generazioni. È un cammino che richiede dedizione, una solida preparazione accademica e il superamento di prove selettive. Questa guida completa illustra i passaggi necessari per accedere alla cattedra, in un contesto educativo italiano che bilancia una radicata tradizione culturale, tipica dell’area mediterranea, con le spinte innovative richieste dal panorama europeo. L’insegnante di oggi è una figura complessa, chiamata a formare i cittadini di domani, unendo sapere umanistico e competenze digitali.
Il sistema di reclutamento dei docenti in Italia è stato oggetto di recenti riforme, con l’obiettivo di strutturare un percorso più professionalizzante e in linea con gli standard europei. I futuri insegnanti devono affrontare un iter che include il conseguimento di un titolo di studio idoneo, l’acquisizione di crediti formativi specifici in ambito pedagogico e didattico, e infine il superamento di un concorso pubblico. Questo processo garantisce che solo i candidati più preparati e motivati possano entrare nel mondo della scuola, pronti a gestire le sfide di una società in continua evoluzione.
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I Requisiti Fondamentali: Il Titolo di Studio
Il primo passo per insegnare nella scuola secondaria di primo grado è possedere il corretto titolo di studio. È richiesta una Laurea Magistrale, una Laurea Specialistica o un diploma di Laurea del vecchio ordinamento. Tuttavia, non tutte le lauree permettono di insegnare qualsiasi materia. L’accesso all’insegnamento è regolato dalle cosiddette Classi di Concorso (CdC), codici che associano i titoli di studio alle materie che si possono insegnare. È quindi essenziale verificare che il proprio percorso di studi sia coerente con la classe di concorso desiderata.
Spesso, la sola laurea non è sufficiente. Le tabelle ministeriali, aggiornate periodicamente, specificano anche il numero di Crediti Formativi Universitari (CFU) richiesti in determinati Settori Scientifico-Disciplinari (SSD). Se il proprio piano di studi ne fosse carente, è necessario integrare gli esami mancanti iscrivendosi a corsi singoli presso un ateneo. Questa verifica preliminare è un passaggio cruciale per non vedere preclusa la possibilità di accedere ai successivi step del percorso di abilitazione e ai concorsi.
Il Nuovo Percorso di Abilitazione: I 60 CFU
Una delle innovazioni più significative nel reclutamento docenti è l’introduzione di un percorso universitario abilitante da 60 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Questi percorsi, organizzati dalle università, hanno sostituito i precedenti 24 CFU e sono diventati un requisito indispensabile per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. La loro struttura è pensata per fornire le competenze pratiche e teoriche necessarie per gestire efficacemente una classe, includendo anche un periodo di tirocinio diretto nelle scuole.
Il percorso è a frequenza obbligatoria e si conclude con una prova finale che, una volta superata, conferisce l’abilitazione all’insegnamento per una specifica classe di concorso. La normativa prevede una fase transitoria, fino al 31 dicembre 2024, per coloro che avevano già conseguito i 24 CFU entro ottobre 2022 o per altri casi specifici, con percorsi formativi ridotti da 30 o 36 CFU. Per tutti gli altri, il traguardo dei 60 CFU per la scuola secondaria è un passaggio obbligato per accedere al mondo della scuola con una preparazione completa.
Le Vie per l’Insegnamento: Concorsi e Graduatorie
Una volta ottenuti il titolo di studio e l’abilitazione, le strade per arrivare alla cattedra sono principalmente due: il concorso ordinario per l’immissione in ruolo e l’inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) per incarichi a tempo determinato.
Il Concorso Ordinario: La Via Maestra per il Ruolo
Il concorso ordinario è la procedura principale per ottenere un contratto a tempo indeterminato nella scuola pubblica. Viene bandito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) su base regionale e prevede diverse prove selettive. Generalmente, il concorso si articola in una prova scritta, spesso computer-based e a risposta multipla, e una prova orale. La prova scritta mira a verificare le conoscenze in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, oltre alle competenze in lingua inglese e informatiche. La prova orale, invece, si concentra sulle conoscenze disciplinari specifiche della classe di concorso e sulla capacità di progettazione didattica, includendo una lezione simulata. Superare il concorso docenti per la scuola secondaria è l’obiettivo finale per chi aspira alla stabilità professionale.
Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS)
Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) sono elenchi utilizzati dagli uffici scolastici per assegnare incarichi a tempo determinato, annuali (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Le GPS sono suddivise in due fasce: la prima per i docenti abilitati e la seconda per i laureati con i titoli di accesso richiesti ma non ancora abilitati. L’inserimento in queste graduatorie avviene su base biennale e il posizionamento dipende dal punteggio accumulato, derivante da titoli di studio, titoli di servizio e altri titoli culturali. Lavorare tramite le GPS è un ottimo modo per maturare esperienza e aumentare il proprio punteggio, in attesa di un concorso per il ruolo.
Strategie per Aumentare il Punteggio in Graduatoria
Per scalare le graduatorie GPS della secondaria e aumentare le probabilità di ottenere una supplenza, è fondamentale adottare strategie mirate all’incremento del proprio punteggio. Oltre al voto di laurea e al servizio prestato, che costituiscono le voci principali, esistono numerosi altri titoli valutabili. Conseguire Master di I livello (1 punto), corsi di perfezionamento (1 punto) e certificazioni informatiche (fino a 2 punti) e linguistiche può fare una notevole differenza. Ogni punto guadagnato migliora la propria posizione e avvicina all’obiettivo della cattedra.
Particolarmente strategiche sono le certificazioni linguistiche, che non solo forniscono punti preziosi ma arricchiscono anche il profilo professionale in un’ottica europea. Una certificazione di livello B2 vale 3 punti, una C1 ne vale 4 e una C2 ben 6. Abbinare una certificazione linguistica a un corso CLIL (Content and Language Integrated Learning), che abilita all’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, permette di ottenere ulteriori 3 punti. Investire nella propria formazione attraverso questi percorsi è una mossa intelligente per costruire una carriera solida nel mondo della scuola. Acquisire certificazioni linguistiche per docenti è quindi un passo consigliato.
L’Insegnante del Futuro: Tra Tradizione e Innovazione
La figura dell’insegnante nella scuola media italiana si colloca in un affascinante crocevia tra la ricca tradizione culturale mediterranea e la spinta verso l’innovazione didattica richiesta dal contesto europeo. Da un lato, è custode di un sapere umanistico profondo, chiamato a trasmettere la storia, la letteratura e l’arte che formano l’identità del Paese. Dall’altro, deve essere un pioniere della didattica digitale, capace di utilizzare le nuove tecnologie per creare ambienti di apprendimento stimolanti e inclusivi. Questo equilibrio è la chiave per formare studenti che siano al contempo critici, consapevoli delle proprie radici e aperti al mondo.
Il confronto con i sistemi educativi europei spinge la scuola italiana a modernizzarsi. Lo stipendio degli insegnanti italiani, sebbene in crescita, rimane inferiore alla media di molti partner europei come Germania e Francia, evidenziando la necessità di valorizzare maggiormente la professione. L’innovazione passa anche attraverso nuove metodologie come la flipped classroom e il lavoro di gruppo, che rendono lo studente protagonista del proprio apprendimento. L’insegnante del futuro è quindi un facilitatore, una guida che accompagna gli alunni nella costruzione del sapere, mescolando sapientemente metodi tradizionali e strumenti innovativi.
Dalla Teoria alla Pratica: L’Anno di Prova
Una volta superato il concorso e ottenuta l’immissione in ruolo, il percorso non è ancora concluso. L’ultimo gradino prima della conferma definitiva è l’anno di formazione e prova. Questo periodo, della durata di un anno scolastico, è obbligatorio per tutti i docenti neoassunti e ha lo scopo di consolidare le competenze professionali acquisite e di verificare l’idoneità all’insegnamento. Durante quest’anno, il docente è affiancato da un tutor, un collega esperto che lo guida e lo supporta nell’inserimento nella comunità scolastica.
L’anno di prova si articola in diverse attività: 180 giorni di servizio, di cui almeno 120 di attività didattica, laboratori formativi, attività di peer-to-peer (osservazione reciproca in classe) e la redazione di un portfolio professionale che documenta il percorso svolto. Il tutto culmina in un colloquio finale davanti al comitato di valutazione della scuola. Superare con successo l’anno di prova per docenti segna l’effettiva conferma in ruolo e l’inizio a tutti gli effetti della carriera di insegnante.
Conclusioni

Diventare insegnante di scuola secondaria di primo grado in Italia è un percorso strutturato e rigoroso, che mira a selezionare professionisti competenti e motivati. Dal conseguimento di una laurea magistrale idonea, passando per l’acquisizione dei 60 CFU abilitanti, fino al superamento del concorso pubblico e dell’anno di prova, ogni fase è progettata per costruire una solida base di conoscenze e abilità. È una professione che richiede un aggiornamento continuo, sia per scalare le graduatorie attraverso titoli e certificazioni, sia per rispondere alle esigenze di una società che cambia, bilanciando il ricco patrimonio culturale italiano con le necessarie innovazioni didattiche e tecnologiche. Sebbene le sfide, anche a livello retributivo rispetto al contesto europeo, non manchino, la possibilità di formare le menti delle future generazioni rimane una delle missioni più nobili e gratificanti.
Intraprendere la carriera di insegnante è una scelta ambiziosa e ricca di soddisfazioni. Se il tuo obiettivo è la cattedra nella scuola secondaria di primo grado, non lasciare che la complessità delle normative e delle selezioni ostacoli il tuo percorso. Scopri ora le nostre soluzioni formative per prepararti al meglio ai concorsi, aumentare il tuo punteggio in graduatoria e trasformare la tua aspirazione in una solida realtà professionale.
Domande frequenti

Per insegnare nella scuola secondaria di primo grado (scuola media) è indispensabile possedere una laurea magistrale, specialistica o del vecchio ordinamento che dia accesso a una specifica classe di concorso. È cruciale verificare che il proprio piano di studi contenga tutti i Crediti Formativi Universitari (CFU) richiesti dalle tabelle ministeriali per la materia d’insegnamento desiderata.
No, il sistema dei 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 è in una fase transitoria che si concluderà il 31 dicembre 2024. La nuova riforma ha introdotto un percorso universitario abilitante di 60 CFU, che include tirocini e discipline pedagogiche, come requisito standard per l’accesso all’insegnamento a partire dal 1° gennaio 2025.
Il percorso per diventare insegnante di ruolo si articola in tre passaggi fondamentali: conseguire il titolo di studio e l’abilitazione all’insegnamento (60 CFU), superare un concorso pubblico nazionale e, infine, completare con esito positivo l’anno di formazione e prova in servizio.
Sì, è possibile lavorare come supplente iscrivendosi nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), che sono liste utilizzate per assegnare incarichi a tempo determinato. Per accedere alla seconda fascia delle GPS, è sufficiente possedere il titolo di studio idoneo per una specifica classe di concorso.
Il punteggio nelle GPS si aumenta principalmente attraverso il servizio, ovvero i giorni di insegnamento maturati. È possibile inoltre ottenere punti aggiuntivi conseguendo titoli valutabili come master di primo o secondo livello, corsi di perfezionamento, certificazioni informatiche (fino a 2 punti) e certificazioni linguistiche (fino a 6 punti per il livello C2).