L’introduzione delle figure del docente tutor e del docente orientatore rappresenta una delle più significative innovazioni nel sistema scolastico italiano, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) nel quadro delle riforme legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questi nuovi ruoli mirano a personalizzare l’istruzione e a supportare gli studenti nelle loro scelte future, segnando un passo importante verso la valorizzazione della professionalità docente. Ma quale è il riconoscimento economico previsto per questo impegno aggiuntivo?
Comprendere la struttura della retribuzione è fondamentale per docenti, famiglie e addetti ai lavori. Il compenso non è un aumento strutturale dello stipendio, ma una retribuzione accessoria legata specificamente allo svolgimento di queste nuove funzioni. Questo articolo analizza in dettaglio come viene calcolato il compenso, quali sono gli importi previsti per l’anno scolastico 2024/2025 e quali fattori influenzano la cifra finale, offrendo una panoramica chiara su un tema di grande attualità.
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Chi sono il Docente Tutor e l’Orientatore
Prima di analizzare gli aspetti economici, è utile definire brevemente i due ruoli. Il docente tutor ha il compito di accompagnare piccoli gruppi di studenti (generalmente tra 30 e 50) in un percorso di crescita personalizzato. Il suo obiettivo è aiutare ogni alunno a sviluppare le proprie potenzialità, superare eventuali difficoltà e valorizzare i propri talenti. Agisce come un punto di riferimento per gli studenti e un facilitatore del dialogo con le famiglie e il consiglio di classe.
Il docente orientatore, invece, ha una funzione più strategica a livello di istituto. Il suo compito è coordinare le attività di orientamento, fornendo agli studenti e alle loro famiglie le informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli riguardo al loro futuro formativo e professionale. Collabora con il tutor per creare un percorso coerente che colleghi il curriculum scolastico alle opportunità del mondo del lavoro e dell’università. Per approfondire i compiti e i requisiti per diventare docente tutor, è possibile consultare guide specifiche.
La Struttura del Compenso: Come Funziona la Retribuzione
La retribuzione per i docenti tutor e orientatori è definita come un compenso accessorio, finanziato da fondi ministeriali dedicati. Per l’anno scolastico 2024/2025, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha firmato un decreto che stanzia 267 milioni di euro per queste figure. È importante sottolineare che questi importi sono lordo Stato, ovvero includono tutti gli oneri a carico dell’amministrazione, e vengono erogati tramite contrattazione integrativa d’istituto.
La normativa, come il Decreto Ministeriale n. 231 del 15 novembre 2024, stabilisce un range retributivo, ovvero un valore minimo e uno massimo, all’interno del quale le singole scuole possono deliberare il compenso effettivo. Questo approccio garantisce una certa flessibilità, permettendo agli istituti di adattare la retribuzione alle proprie specifiche esigenze organizzative e al numero di studenti coinvolti.
Il Range Retributivo Previsto dal Ministero
Per l’anno scolastico 2024/2025, gli importi lordi previsti sono stati rimodulati rispetto all’anno precedente. Per il docente orientatore, è previsto un compenso forfettario annuo di 1.500 euro lordo Stato. Questa cifra è fissa e non variabile.
Per il docente tutor, la struttura è più complessa e si articola in due parti:
- Una parte fissa, legata alla funzione, che varia da un minimo di 1.589,68 euro a un massimo di 2.725,16 euro lordo Stato.
- Una parte variabile, finanziata con risorse del Programma Operativo Complementare (POC), legata al numero di ore aggiuntive svolte, in particolare per il supporto a studenti con maggiori fragilità.
- Una parte fissa, legata alla funzione, che varia da un minimo di 1.589,68 euro a un massimo di 2.725,16 euro lordo Stato.
- Una parte variabile, finanziata con risorse del Programma Operativo Complementare (POC), legata al numero di ore aggiuntive svolte, in particolare per il supporto a studenti con maggiori fragilità.
Questa componente variabile può portare il compenso totale a cifre superiori, potenzialmente fino a circa 5.000 euro in alcuni casi specifici, come riportato da fonti ministeriali.
- Una parte fissa, legata alla funzione, che varia da un minimo di 1.589,68 euro a un massimo di 2.725,16 euro lordo Stato.
- Una parte variabile, finanziata con risorse del Programma Operativo Complementare (POC), legata al numero di ore aggiuntive svolte, in particolare per il supporto a studenti con maggiori fragilità.
Questa componente variabile può portare il compenso totale a cifre superiori, potenzialmente fino a circa 5.000 euro in alcuni casi specifici, come riportato da fonti ministeriali.
Come Viene Deciso il Compenso Effettivo
La determinazione del compenso finale per ogni docente tutor avviene a livello di singola scuola attraverso la contrattazione integrativa d’istituto. Il dirigente scolastico, sentite le rappresentanze sindacali, definisce i criteri per l’assegnazione delle risorse disponibili. I fattori che influenzano l’importo sono principalmente il numero di studenti affidati a ciascun tutor e le specifiche attività progettuali da realizzare.
Questa autonomia decisionale può creare differenze retributive tra scuole diverse, anche a parità di impegno. La logica è quella di premiare l’impegno effettivo e di adattare le risorse al contesto specifico. È un aspetto che si aggiunge alle normali voci della busta paga di un docente, rappresentando un’entrata extra per un incarico specifico.
Un Confronto con il Contesto Europeo
L’introduzione di una retribuzione specifica per ruoli aggiuntivi come il tutor e l’orientatore avvicina, almeno nell’intento, il sistema italiano a quello di altri paesi europei. In molte nazioni del Nord Europa, la differenziazione delle carriere e delle retribuzioni dei docenti è una pratica consolidata. Insegnanti con responsabilità aggiuntive, come il coordinamento di dipartimento, il mentoring di nuovi colleghi o ruoli di guida specializzata, ricevono compensi superiori.
Tuttavia, il dibattito in Italia si concentra sulla natura accessoria e non strutturale di questo compenso. Mentre in altri contesti europei tali ruoli sono spesso integrati in percorsi di carriera stabili, in Italia la figura del tutor è legata a finanziamenti annuali e a decisioni locali. Questo rappresenta un primo passo verso la valorizzazione della professione docente, ma evidenzia anche la distanza che ancora separa gli stipendi italiani dalla media europea, un tema ampiamente discusso nel settore.
Tradizione e Innovazione nella Scuola Italiana
La cultura scolastica italiana è storicamente basata su un modello di forte uniformità, sia contrattuale che funzionale. L’introduzione del docente tutor e orientatore rappresenta una rottura con questa tradizione, spingendo verso un modello di maggiore specializzazione. È un’innovazione che riconosce formalmente ed economicamente l’impegno individuale del docente in attività che vanno oltre la semplice didattica frontale.
Questo cambiamento culturale non è privo di sfide. Richiede un ripensamento dell’organizzazione scolastica e un investimento significativo nella preparazione dei docenti. Non a caso, l’accesso a questi ruoli è subordinato a una formazione specifica per i tutor, curata da INDIRE, per fornire le competenze necessarie in ambito pedagogico, relazionale e di orientamento. La sfida è integrare questa innovazione in un sistema che per decenni ha privilegiato l’omogeneità.
Vantaggi e Criticità del Nuovo Modello Retributivo
Il nuovo sistema di compensi presenta indubbi vantaggi. Innanzitutto, offre un riconoscimento economico per un carico di lavoro e di responsabilità aggiuntivo, incentivando i docenti a mettersi in gioco. In secondo luogo, promuove lo sviluppo di competenze professionali avanzate, contribuendo a una maggiore qualificazione del corpo docente. Infine, rappresenta un segnale istituzionale forte verso la valorizzazione del ruolo dell’insegnante.
Tuttavia, non mancano le criticità. Diverse organizzazioni sindacali hanno espresso perplessità, sottolineando che il compenso è considerato da alcuni non adeguato alla mole di responsabilità richieste. La natura accessoria e non strutturale della retribuzione, inoltre, genera incertezza sulla sua continuità futura. Infine, la gestione demandata alla contrattazione d’istituto, sebbene flessibile, rischia di creare disparità e di complicare l’amministrazione delle risorse.
Conclusioni

La retribuzione del docente tutor e orientatore segna un punto di svolta nel panorama della scuola italiana, introducendo un principio di differenziazione economica basato su ruoli e responsabilità specifiche. Sebbene le cifre per l’anno scolastico 2024/2025 mostrino una rimodulazione rispetto all’anno precedente, l’investimento complessivo conferma la volontà del Ministero di sostenere queste figure strategiche per il successo formativo degli studenti. La struttura del compenso, che combina una base fissa a una parte variabile e che affida alle singole scuole la definizione degli importi finali, riflette un equilibrio tra indirizzo nazionale e autonomia locale. Restano aperte le sfide legate all’adeguatezza degli importi e alla necessità di rendere strutturale una misura che, per ora, si configura come un’importante ma ancora sperimentale innovazione nel percorso di valorizzazione della professione docente.
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Domande frequenti

Per l’anno scolastico 2024/2025, il compenso per un docente tutor è composto da una parte fissa e una variabile. La parte fissa varia da un minimo di 1.589,68 euro a un massimo di 2.725,16 euro lordo Stato. A questa si aggiunge una parte variabile, legata alle ore aggiuntive svolte, che può portare il compenso totale fino a circa 5.000 euro.
Per l’anno scolastico 2024/2025, il compenso previsto per un docente orientatore è fissato a 1.500 euro lordo Stato su base annua.
Il compenso viene stabilito tramite contrattazione integrativa in ogni singola scuola, che definisce i criteri di utilizzo delle risorse. La retribuzione è composta da una quota fissa, finanziata con fondi della Legge di Bilancio, e una quota variabile, finanziata con risorse del Programma Operativo Complementare (POC) “Per la Scuola” 2014-2020, in base alle ore aggiuntive dedicate a specifici moduli di orientamento.
Ogni docente tutor è responsabile di un gruppo di studenti che può variare da un minimo di 30 a un massimo di 50. Questa indicazione è fornita per favorire un’applicazione efficace della misura, ma le scuole possono organizzarsi autonomamente nella definizione dei raggruppamenti.
No, per l’anno scolastico 2024/2025 i compensi base hanno subito una variazione. Mentre per il 2023/2024 il compenso per il tutor variava da 2.850 a 4.750 euro e per l’orientatore da 1.500 a 2.000 euro lordo Stato, per il 2024/2025 la fascia per il tutor è tra 1.589,68 e 2.725,16 euro e il compenso per l’orientatore è fissato a 1.500 euro. Tuttavia, l’integrazione di fondi POC mira a garantire una retribuzione complessiva simile o superiore a quella dell’anno precedente.