L’intelligenza artificiale sta trasformando il nostro modo di vivere e lavorare, e al centro di questa rivoluzione ci sono modelli sempre più potenti e complessi. Tra questi spicca la famiglia Gemini di Google, con la sua ultima evoluzione, Gemini 2.5. Ma cosa rende questi modelli così performanti? La risposta si nasconde nell’infrastruttura hardware che li alimenta: un’architettura sofisticata basata su chip specializzati noti come Tensor Processing Unit, o TPU. Questi processori sono il motore che permette a Gemini di analizzare, comprendere e generare contenuti con una velocità e una precisione senza precedenti, aprendo scenari impensabili fino a pochi anni fa. L’impatto di questa tecnologia è vasto e tocca ogni aspetto della nostra vita quotidiana e lavorativa.
Capire l’hardware dietro a Gemini 2.5 Pro significa comprendere le fondamenta della prossima ondata di innovazione digitale. Non si tratta solo di potenza di calcolo, ma di un’architettura pensata per essere efficiente, scalabile e sostenibile. Questa potenza computazionale, resa accessibile tramite il cloud, arriva anche in Europa e in Italia, offrendo opportunità uniche per aziende, ricercatori e creativi. Dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla creazione di nuove imprese, l’infrastruttura di Gemini 2.5 è una risorsa strategica che promette di coniugare la spinta verso l’innovazione con le radici profonde della nostra tradizione.
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Cosa sono le TPU e perché sono diverse
Per comprendere la potenza di Gemini, è essenziale partire dalle Tensor Processing Unit (TPU). A differenza delle CPU (Central Processing Unit), i processori generici presenti in ogni computer, e delle GPU (Graphics Processing Unit), nate per la grafica ma poi adattate all’IA, le TPU sono state progettate da Google con un unico scopo: accelerare i calcoli delle reti neurali. Immaginiamo una CPU come un cuoco versatile, capace di preparare qualsiasi piatto, e una GPU come un pasticcere, specializzato in dolci complessi. La TPU, in questa analogia, è un maestro cioccolatiere: fa una sola cosa, la moltiplicazione di matrici (un’operazione matematica fondamentale nel machine learning), ma la esegue a una velocità e con un’efficienza ineguagliabili. Questa specializzazione permette di addestrare modelli enormi e di eseguire inferenze (cioè, usare il modello per fare previsioni) in tempi ridotti e con un consumo energetico inferiore.
La sesta generazione: i TPU Trillium
Con ogni nuova generazione di modelli IA, cresce la necessità di hardware più potente. La risposta di Google è Trillium, il nome in codice della sesta generazione di TPU (TPU v6). Questi chip rappresentano un salto quantico rispetto ai predecessori. Offrono un aumento di 4,7 volte delle prestazioni di calcolo di picco per singolo chip rispetto alla versione v5e. Inoltre, raddoppiano sia la capacità di memoria ad alta larghezza di banda (HBM) sia la velocità di interconnessione tra i chip. Questo significa che i modelli come Gemini 2.5 possono essere più grandi, accedere a più dati simultaneamente e imparare più velocemente. Un aspetto cruciale è l’efficienza: i TPU Trillium sono oltre il 67% più efficienti dal punto di vista energetico rispetto alla generazione precedente, un fattore chiave per la sostenibilità dell’IA su larga scala.
L’architettura dei Supercomputer AI di Google
Un singolo TPU, per quanto potente, non è sufficiente per addestrare modelli come Gemini. La vera forza risiede nel modo in cui questi chip vengono connessi per creare dei veri e propri supercomputer per l’intelligenza artificiale. Google organizza i TPU in “Pod”, ovvero cluster che possono contenere fino a 256 chip Trillium. Questi pod possono essere a loro volta collegati in rete per creare sistemi su scala ancora più vasta, con decine di migliaia di chip che lavorano all’unisono. Questa architettura, che Google chiama AI Hypercomputer, integra hardware, software e reti per gestire carichi di lavoro immensi in modo ottimizzato. Per gestire l’enorme calore generato, questi sistemi utilizzano un raffreddamento a liquido avanzato, che non solo garantisce prestazioni stabili ma contribuisce anche all’efficienza energetica complessiva dei data center.
L’impatto in Italia e in Europa: tra innovazione e tradizione
La potenza dell’AI Hypercomputer non è confinata nei campus di Google in America. Attraverso Google Cloud, questa infrastruttura è accessibile a livello globale. L’apertura di nuove regioni cloud in Italia, a Milano e Torino, porta questa capacità di calcolo più vicino alle aziende e alle istituzioni del nostro Paese. Questo apre scenari affascinanti in cui l’alta tecnologia può incontrare la cultura mediterranea. Si pensi alla possibilità di utilizzare Gemini, alimentato da TPU, per analizzare e digitalizzare archivi storici, per tradurre e preservare dialetti in via di estinzione o per creare esperienze turistiche immersive e personalizzate che valorizzino il nostro patrimonio artistico e paesaggistico. L’IA può diventare uno strumento per ottimizzare settori tradizionali come l’agricoltura e l’artigianato, rendendoli più sostenibili e competitivi, dimostrando come l’impatto dell’intelligenza artificiale possa creare un ponte tra un passato ricco di tradizioni e un futuro guidato dall’innovazione.
Il futuro è sostenibile? Efficienza energetica e IA
L’enorme potenza di calcolo richiesta dall’intelligenza artificiale solleva importanti questioni sulla sostenibilità. Addestrare un grande modello linguistico consuma una quantità significativa di energia. Google sta affrontando questa sfida su più fronti. Da un lato, progetta hardware sempre più efficiente, come dimostra il miglioramento del 67% nell’efficienza energetica dei TPU Trillium. Dall’altro, l’azienda si è impegnata a raggiungere zero emissioni nette entro il 2030 e ad alimentare i suoi data center e campus con energia priva di carbonio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. I data center di Google sono già oggi tra i più efficienti al mondo, utilizzando l’IA stessa per ottimizzare il raffreddamento e ridurre gli sprechi energetici. La sfida è conciliare la crescita esponenziale dell’IA con la necessità di proteggere il nostro pianeta, un equilibrio che sarà fondamentale per il futuro della tecnologia.
Conclusioni

L’infrastruttura hardware dietro a Gemini 2.5 è una testimonianza straordinaria del progresso tecnologico. Le nuove generazioni di TPU Trillium, integrate nell’architettura AI Hypercomputer di Google, forniscono la potenza, la velocità e l’efficienza necessarie per spingere i confini di ciò che l’intelligenza artificiale può fare. Questa tecnologia non è un concetto astratto, ma una risorsa concreta che, attraverso il cloud, arriva anche in Italia e in Europa, pronta a essere impiegata in innumerevoli settori. La vera sfida, e la più grande opportunità, sarà quella di utilizzare questa incredibile potenza non solo per innovare, ma anche per valorizzare e preservare la nostra unicità culturale. In un mondo sempre più digitale, la capacità di far dialogare tradizione e innovazione, grazie a strumenti come Gemini e l’infrastruttura che lo sostiene, sarà la chiave per costruire un futuro più prospero, inclusivo e sostenibile.
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Domande frequenti

Le Tensor Processing Unit, o TPU, sono acceleratori hardware specializzati creati da Google appositamente per i carichi di lavoro di intelligenza artificiale. Pensa a loro come a motori su misura per l’IA: mentre una CPU è un motore generico per molteplici compiti, una TPU è progettata per eccellere in un’unica cosa: le complesse operazioni matematiche (chiamate calcoli tensoriali) che sono il cuore di modelli come Gemini. Questa specializzazione le rende incredibilmente veloci ed efficienti dal punto di vista energetico per addestrare i modelli e fornire risposte in tempo reale.
Ogni nuova generazione di TPU, come la recente Cloud TPU v5p, offre un enorme balzo in avanti in termini di potenza di calcolo e scalabilità. Questo significa che possono processare quantità di dati molto più grandi, più velocemente e con maggiore efficienza. È come passare da una strada normale a un’autostrada a più corsie per le informazioni. Per Gemini, questo si traduce nella capacità di essere addestrato su set di dati più vasti e complessi, di comprendere sfumature più sottili nel linguaggio e nelle immagini, e di rispondere alle richieste degli utenti in modo quasi istantaneo.
Assolutamente sì. Google ha investito in modo significativo in infrastrutture cloud in Europa, incluse le region di Milano e Torino. Sebbene la dislocazione esatta dei più recenti pod di TPU non sia sempre pubblica, le aziende e gli sviluppatori italiani ed europei possono accedere a questa potenza di calcolo tramite Google Cloud. Questo permette alle imprese locali, come WINDTRE, di sfruttare l’IA per innovare, migliorare i servizi e competere a livello globale, portando i benefici di questa tecnologia direttamente nel nostro mercato.
Sebbene le GPU (le unità di elaborazione grafica dei computer) siano molto potenti e versatili, le TPU sono state create con uno scopo preciso: l’intelligenza artificiale. La differenza chiave sta nell’architettura: le GPU sono ottime per una vasta gamma di calcoli paralleli, ma le TPU sono ottimizzate specificamente per le moltiplicazioni di matrici, l’operazione più frequente nelle reti neurali. Questa specializzazione le rende molto più efficienti in termini di prestazioni per watt consumato per i compiti di IA. È un po’ come usare un’auto da Formula 1 per una gara anziché un’auto di serie: entrambe sono veloci, ma quella da gara è costruita per vincere in quel contesto specifico.
Questa potente infrastruttura è il motore invisibile che migliora molti servizi digitali che usiamo ogni giorno. Quando usi la Ricerca Google, Google Maps o Google Foto, stai già beneficiando della velocità delle TPU. Con modelli come Gemini, l’impatto diventa ancora più diretto: si traduce in assistenti vocali più intelligenti, traduzioni istantanee più accurate, strumenti che possono aiutarti a scrivere un’email o a pianificare un viaggio. In futuro, questa tecnologia abiliterà innovazioni in campi come la medicina, con diagnosi più rapide, e l’istruzione, con percorsi di apprendimento personalizzati.