Giochi a premi: la trappola della dipendenza nascosta?

Scopri i rischi della dipendenza da giochi a premi e app play-to-earn. Questo articolo analizza gli aspetti psicologici e offre consigli pratici per mantenere un approccio equilibrato ed evitare comportamenti compulsivi.

In Breve (TL;DR)

Le app di giochi a premi, o play-to-earn, attirano gli utenti con la promessa di ricompense reali, ma nascondono il rischio di sviluppare una dipendenza legata a precisi meccanismi psicologici.

Analizziamo gli aspetti psicologici che possono trasformare il divertimento in un comportamento compulsivo e come mantenere un approccio equilibrato al gioco.

Scopri come riconoscere i segnali di allarme e quali strategie adottare per un divertimento sano e consapevole.

I giochi a premi rappresentano una fetta importante dell’intrattenimento in Italia, un passatempo radicato nella nostra cultura che unisce generazioni. Dalle tradizionali lotterie alle moderne app per smartphone, la promessa di una vincita facile affascina milioni di persone. Tuttavia, dietro l’angolo di questo mondo scintillante si nasconde un rischio concreto e spesso sottovalutato: la dipendenza. Quando il gioco smette di essere un semplice divertimento e si trasforma in un bisogno incontrollabile, le conseguenze possono essere devastanti per l’individuo, la sua famiglia e la società. Questo articolo esplora il fenomeno della dipendenza da giochi a premi nel contesto italiano ed europeo, analizzando il mercato, i fattori culturali e i meccanismi psicologici che possono trasformare un’abitudine innocua in una vera e propria trappola.

Il confine tra gioco ricreativo e problematico è sottile. Comprendere i segnali, l’evoluzione del mercato e gli strumenti a disposizione è il primo passo per un approccio consapevole. L’obiettivo è informare e fornire una visione chiara, aiutando i lettori a riconoscere i pericoli senza demonizzare il gioco in sé. Verranno analizzati dati e statistiche ufficiali, esplorando come la tradizione del gioco si sia fusa con l’innovazione digitale, creando nuove opportunità ma anche nuove insidie. Un viaggio per capire perché si gioca, quando si supera il limite e come è possibile chiedere aiuto.

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Privacy Redbit
Persona con espressione preoccupata guarda lo schermo di uno smartphone che mostra un'interfaccia di gioco a premi.
La sottile linea tra intrattenimento e dipendenza nei giochi a premi. Impara a identificare i segnali di allarme e a gestire i rischi.

Il Mercato del Gioco in Italia: Un Gigante Economico

Il mercato del gioco d’azzardo in Italia ha dimensioni economiche impressionanti, posizionandosi come uno dei più grandi d’Europa. Secondo i dati ufficiali, la raccolta totale, ovvero l’ammontare complessivo delle puntate, ha raggiunto i 136 miliardi di euro nel 2022, con stime in continua crescita per gli anni successivi, fino a toccare i 157,4 miliardi nel 2024. Questo volume d’affari supera la spesa sanitaria nazionale, evidenziando la pervasività del fenomeno. La “spesa” effettiva dei giocatori, cioè la differenza tra quanto giocato e le vincite, si attesta intorno ai 20 miliardi di euro, una cifra che rappresenta la perdita netta per i cittadini e il ricavo per la filiera. L’Italia si conferma così una potenza nel settore, seconda solo a nazioni come il Regno Unito per volumi, soprattutto nel comparto online.

Questa crescita è alimentata da una forte spinta del settore digitale. Il gioco online rappresenta ormai oltre la metà della raccolta totale, con una quota che nel 2024 ha superato il 58%. Questo spostamento verso le piattaforme telematiche non solo ha cambiato le abitudini di consumo, ma ha anche ampliato il bacino di utenza, rendendo il gioco accessibile 24 ore su 24 da qualsiasi dispositivo. Nonostante la regolamentazione gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che mira a garantire un ambiente di gioco legale e sicuro, prospera un mercato illegale stimato in circa 25 miliardi di euro annui, che sfugge a ogni controllo e tutela per il consumatore.

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Dalla Schedina al Click: L’Evoluzione del Gioco tra Tradizione e Innovazione

Il gioco d’azzardo in Italia ha radici profonde, intrecciate con la storia e la cultura del Paese fin dai tempi degli antichi romani. Per decenni, il gioco è stato un rito sociale, consumato in luoghi di aggregazione come bar e tabaccherie. La schedina del Totocalcio, il Gratta e Vinci o una partita a carte erano momenti di condivisione, discussione e speranza collettiva. Questa dimensione comunitaria ha contribuito a normalizzare il gioco, rendendolo parte integrante della vita quotidiana di molti. I casinò storici, come quello di Venezia fondato nel 1638, rappresentano l’apice di questa tradizione, simbolo di un intrattenimento d’élite che ha segnato l’immaginario collettivo. Questa eredità culturale influenza ancora oggi la percezione del gioco, visto da molti più come un’abitudine innocua che come un potenziale rischio.

La Rivoluzione Digitale: App e Piattaforme Online

L’avvento di Internet e degli smartphone ha innescato una trasformazione radicale, spostando il baricentro del gioco dal mondo fisico a quello virtuale. Quella che era un’attività prevalentemente sociale è diventata sempre più solitaria e accessibile. Le piattaforme online e le applicazioni per dispositivi mobili offrono una varietà di giochi quasi illimitata, dalle slot machine virtuali alle scommesse sportive in tempo reale, disponibili ovunque e in qualsiasi momento. Questa transizione è stata accelerata dalla pandemia, ma il trend era già in forte crescita. L’innovazione tecnologica ha reso l’esperienza di gioco più immersiva, con grafiche accattivanti e meccanismi studiati per trattenere l’utente. In questo scenario, emergono modelli come le app play-to-earn, che fondono gioco e guadagno, aumentando l’attrattiva ma anche i rischi di sviluppare comportamenti compulsivi.

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I Meccanismi Psicologici della Dipendenza

Il passaggio dal gioco come divertimento alla dipendenza patologica è un processo graduale, sostenuto da potenti meccanismi neurobiologici e psicologici. Ogni vincita, anche piccola, rilascia dopamina nel cervello, un neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere e gratificazione. Questo “rinforzo positivo” spinge a ripetere il comportamento. I giochi a premi sono spesso progettati per sfruttare il principio del “rinforzo intermittente”: le ricompense sono imprevedibili, una strategia che si è dimostrata estremamente efficace nel creare abitudini persistenti. L’incertezza della vincita rende il gioco più eccitante e difficile da interrompere rispetto a un’attività con ricompense garantite. Il gioco diventa così una scorciatoia per alleviare stress, noia, ansia o depressione, trasformandosi in una strategia di coping disfunzionale.

Identikit del Giocatore a Rischio

Sebbene chiunque possa sviluppare una dipendenza dal gioco, esistono fattori che aumentano la vulnerabilità. Le statistiche indicano che i giovani sono particolarmente a rischio: il 47% dei giocatori italiani ha meno di 35 anni. In questa fascia d’età, le aree del cervello che controllano gli impulsi non sono ancora completamente sviluppate, rendendo più difficile resistere alla tentazione. Anche le persone che affrontano difficoltà economiche, stress personale o che soffrono di altri disturbi come ansia e depressione sono più esposte. Un altro fattore è la familiarità: avere un parente con problemi di gioco aumenta la predisposizione. È fondamentale essere consapevoli che molte app sono progettate per essere ingannevoli, promettendo guadagni facili che non si concretizzano mai. Questo approccio è simile a quello delle recensioni false, che mirano a costruire una fiducia mal riposta per indurre l’utente a compiere determinate azioni.

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Riconoscere e Affrontare la Dipendenza: Un Percorso Possibile

Riconoscere di avere un problema con il gioco è il primo e più difficile passo verso la guarigione. La dipendenza da gioco d’azzardo, o ludopatia, è una patologia ufficialmente riconosciuta che si manifesta attraverso segnali precisi. Un campanello d’allarme è l’aumento progressivo del tempo e del denaro dedicati al gioco per ottenere la stessa eccitazione (tolleranza). Altri sintomi includono irritabilità o irrequietezza quando si tenta di smettere (astinenza), mentire a familiari e amici per nascondere l’entità del proprio coinvolgimento e fare tentativi falliti di controllare, ridurre o interrompere il gioco. Quando il gioco prende il sopravvento, la persona può arrivare a mettere a repentaglio relazioni, lavoro e stabilità finanziaria, affidandosi agli altri per risolvere situazioni economiche disperate.

Chiedere Aiuto: A Chi Rivolgersi

Uscire dalla dipendenza dal gioco è possibile, ma richiede un supporto specializzato. In Italia esistono diverse risorse per chi cerca aiuto. I Servizi per le Dipendenze Patologiche (SerD), presenti in ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL), offrono percorsi di cura gratuiti e multidisciplinari, che includono supporto psicologico, medico e sociale. Un altro strumento fondamentale è il Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco d’Azzardo (800 558822), un servizio anonimo e gratuito promosso dall’Istituto Superiore di Sanità che fornisce ascolto e orientamento. È cruciale diffidare di soluzioni miracolose e di app che promettono guadagni facili, spesso vere e proprie trappole. Per approfondire questo aspetto, è utile informarsi su come funzionano le app truffa per guadagnare giocando. Rivolgersi a professionisti e a strutture qualificate è l’unica strada per affrontare il problema in modo efficace e duraturo.

Conclusioni

Il mondo dei giochi a premi in Italia è un universo complesso, sospeso tra tradizione culturale e innovazione digitale. Se da un lato rappresenta un gigante economico e una forma di intrattenimento radicata, dall’altro nasconde il rischio concreto della dipendenza, un problema di salute pubblica con costi sociali ed economici elevati. La transizione verso il gioco online ha reso l’azzardo più accessibile ma anche più insidioso, trasformando un’attività spesso sociale in un’abitudine solitaria e potenzialmente compulsiva. I dati parlano chiaro: il mercato è in continua espansione e un numero significativo di persone, soprattutto giovani, sviluppa un rapporto problematico con il gioco. È fondamentale promuovere una cultura della consapevolezza, che permetta di riconoscere i segnali di pericolo e di distinguere il divertimento dalla dipendenza. Conoscere i meccanismi psicologici che alimentano il gioco patologico e sapere a chi rivolgersi per chiedere aiuto sono gli strumenti più efficaci per difendersi. Solo attraverso l’informazione e la prevenzione è possibile garantire che il gioco resti quello che dovrebbe essere: un semplice passatempo.

Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Cos’è la dipendenza da giochi a premi o ludopatia?

La dipendenza da giochi a premi, nota anche come Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) o ludopatia, è un disturbo del comportamento classificato come una dipendenza. Si caratterizza per l’incapacità persistente di resistere all’impulso di giocare d’azzardo, nonostante le conseguenze negative a livello personale, familiare e lavorativo. I meccanismi sono simili a quelli delle dipendenze da sostanze, includendo il bisogno di giocare somme crescenti per raggiungere l’eccitazione desiderata (tolleranza) e sintomi di astinenza come irritabilità se si tenta di smettere.

Quali sono i segnali di un problema con il gioco d’azzardo?

I principali segnali includono: preoccupazione costante per il gioco, bisogno di scommettere somme sempre maggiori, tentativi falliti di smettere o ridurre, irrequietezza quando non si gioca, giocare per sfuggire a problemi o sentimenti negativi, mentire sull’entità del proprio coinvolgimento, perdere relazioni o opportunità importanti a causa del gioco e fare affidamento su altri per risolvere problemi finanziari causati dalle perdite. La presenza di almeno quattro di questi sintomi in un periodo di 12 mesi può indicare una diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo.

Come si è evoluto il mercato del gioco in Italia?

Il mercato italiano ha subito una profonda trasformazione, passando da un modello tradizionale basato su luoghi fisici e interazione sociale (bar, sale bingo, agenzie) a uno dominato dal gioco online. La raccolta del gioco digitale ha superato quella del gioco fisico, rappresentando oggi quasi il 60% del mercato totale, con un valore complessivo che ha superato i 157 miliardi di euro nel 2024. Questa evoluzione è stata spinta dalla tecnologia, dagli smartphone e accelerata dalla pandemia, rendendo il gioco più accessibile ma anche più solitario e potenzialmente più rischioso.

Chi sono i soggetti più a rischio di sviluppare una dipendenza?

Sebbene chiunque possa essere a rischio, alcune categorie sono più vulnerabili. I giovani e gli adolescenti sono particolarmente esposti, poiché le aree cerebrali deputate al controllo degli impulsi non sono ancora pienamente mature. Altri fattori di rischio includono la presenza di problemi psicologici come depressione o ansia, difficoltà economiche, stress, e una storia familiare di dipendenza dal gioco. Anche la facile accessibilità e l’accettazione sociale del gioco in determinate aree possono contribuire allo sviluppo del disturbo.

A chi posso rivolgermi in Italia per un problema di dipendenza dal gioco?

In Italia, il principale punto di riferimento pubblico sono i Servizi per le Dipendenze Patologiche (SerD), disponibili presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL) su tutto il territorio nazionale, che offrono assistenza gratuita. È inoltre attivo il Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco d’Azzardo (800 558822), un servizio anonimo e gratuito dell’Istituto Superiore di Sanità. Esistono anche associazioni di auto-mutuo aiuto come Giocatori Anonimi, che offrono supporto attraverso la condivisione di esperienze tra pari.

Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
I giochi play-to-earn sono una forma di gioco d’azzardo?

Legalmente, la distinzione è complessa. I giochi play-to-earn (P2E) si basano spesso sull’abilità, ma includono elementi di casualità e ricompense monetizzabili (criptovalute, NFT) che possono attivare meccanismi psicologici simili a quelli del gioco d’azzardo. In Italia, la normativa è in evoluzione: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiarito che i premi in criptovaluta sono assimilabili al denaro e quindi vietati nei concorsi a premi, a differenza degli NFT. La somiglianza nei meccanismi di ricompensa intermittente può rendere il confine molto labile, esponendo i giocatori a rischi di comportamento compulsivo.

Quali sono i primi campanelli d’allarme di una dipendenza da giochi a premi?

I segnali principali includono un aumento del tempo e del denaro spesi nel gioco, pensieri ossessivi sull’attività ludica anche quando non si sta giocando, e irritabilità o ansia se impossibilitati a giocare. Altri sintomi sono la perdita di interesse verso hobby e relazioni sociali, mentire a familiari e amici sulla propria attività di gioco e continuare a giocare nonostante le conseguenze negative su lavoro, studio o finanze.

Come posso giocare in modo responsabile e sicuro a questi giochi?

Per un approccio equilibrato, è fondamentale stabilire dei limiti chiari di tempo e di budget prima di iniziare a giocare e rispettarli rigorosamente. È importante considerare questi giochi come una forma di intrattenimento e non come una fonte di reddito. Fai pause regolari, non cercare di “recuperare” le perdite e assicurati che il gioco non interferisca con le tue responsabilità quotidiane e le relazioni interpersonali. Leggi sempre con attenzione i regolamenti e verifica l’affidabilità della piattaforma.

I guadagni dei giochi play-to-earn sono reali e tassabili?

Sì, i guadagni possono essere reali, ma sono spesso volatili e non garantiti. In Italia, le vincite da giochi e le plusvalenze derivanti da cripto-asset sono considerate redditi e devono essere dichiarate al Fisco. Le vincite ottenute su piattaforme legali autorizzate da ADM vengono tassate alla fonte, quindi l’importo ricevuto è già al netto delle imposte. Per guadagni ottenuti su piattaforme estere o non autorizzate, è obbligatorio inserirli nella dichiarazione dei redditi. Data la complessità della materia, è consigliabile consultare un esperto fiscale.

Cosa fare se penso che un amico o un familiare stia sviluppando una dipendenza?

È cruciale affrontare la persona con empatia e senza giudizio, scegliendo un momento tranquillo per parlare. Esprimi la tua preoccupazione per l’impatto che il suo comportamento sta avendo su di te e sulla sua vita. Evita di prestare denaro o coprire i suoi debiti, poiché questo potrebbe alimentare la dipendenza. Incoraggialo a cercare un aiuto professionale, come quello offerto da psicologi, terapeuti specializzati o servizi pubblici come i SerD (Servizi per le Dipendenze Patologiche), e offriti di supportarlo nel percorso.