L’anatocismo bancario è una pratica, ormai vietata in Italia, che consisteva nel calcolo degli interessi sugli interessi già maturati su un debito. In altre parole, gli interessi venivano capitalizzati e diventavano parte del capitale su cui calcolare ulteriori interessi. Questo meccanismo poteva portare a un aumento esponenziale del debito nel tempo, a svantaggio del cliente.
Come funzionava l’anatocismo bancario
In passato, le banche calcolavano gli interessi passivi (quelli dovuti dal cliente alla banca) con una frequenza maggiore rispetto agli interessi attivi (quelli dovuti dalla banca al cliente). Ad esempio, gli interessi passivi potevano essere calcolati trimestralmente, mentre gli interessi attivi solo annualmente.
Questo significava che gli interessi passivi venivano aggiunti al capitale del debito ogni trimestre, diventando parte del capitale su cui venivano calcolati ulteriori interessi nel trimestre successivo. Questo meccanismo si ripeteva nel tempo, generando un effetto "a valanga" che poteva portare a un aumento significativo del debito.
Divieto dell’anatocismo bancario
L’anatocismo bancario è stato vietato in Italia nel 2000 con l’entrata in vigore del Testo Unico Bancario (TUB). L’articolo 1283 del Codice Civile stabilisce che "in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi".
Ciò significa che gli interessi possono essere calcolati solo sul capitale iniziale e non sugli interessi già maturati, a meno che non ci sia un accordo esplicito tra le parti o una decisione del giudice.
Eccezioni al divieto di anatocismo
Esistono alcune eccezioni al divieto di anatocismo, previste dalla legge o dalla giurisprudenza:
- Conti correnti bancari: L’anatocismo è ammesso sui conti correnti bancari, ma solo a determinate condizioni e con limiti ben precisi. Gli interessi possono essere capitalizzati solo una volta all’anno e il tasso di interesse applicato non può essere superiore a quello previsto per gli interessi corrispettivi.
- Mutui e finanziamenti: L’anatocismo è vietato anche sui mutui e sui finanziamenti, a meno che non sia espressamente previsto nel contratto e rispetti i limiti stabiliti dalla legge.
Come tutelarsi dall’anatocismo bancario
Per tutelarsi dall’anatocismo bancario, è importante:
- Leggere attentamente il contratto: Verificare che il contratto non preveda clausole che consentono l’anatocismo.
- Controllare l’estratto conto: Verificare periodicamente l’estratto conto per individuare eventuali addebiti di interessi non dovuti.
- Segnalare eventuali anomalie: In caso di dubbi o anomalie, contattare la banca per chiedere spiegazioni.
- Rivolgersi a un esperto: Se si ritiene di essere vittima di anatocismo, è possibile rivolgersi a un consulente finanziario o a un avvocato per far valere i propri diritti.
In sintesi
L’anatocismo bancario è una pratica vietata che consiste nel calcolo degli interessi sugli interessi già maturati. È importante conoscere i propri diritti e tutelarsi da eventuali abusi da parte delle banche.
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