Il preavviso è il periodo di tempo che una delle parti di un contratto deve concedere all’altra prima di poter recedere dal contratto stesso. Si tratta di un obbligo di comunicazione preventiva, volto a tutelare la controparte e a consentirle di organizzarsi in vista della cessazione del rapporto.
Il preavviso può essere previsto:
- dalla legge: in alcuni casi, la legge stabilisce l’obbligo di preavviso e la sua durata minima, come nel caso del contratto di lavoro subordinato.
- dal contratto: le parti possono concordare nel contratto un periodo di preavviso più lungo rispetto a quello previsto dalla legge.
- dai contratti collettivi: nel caso dei contratti di lavoro, i contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) spesso prevedono periodi di preavviso specifici per le diverse categorie di lavoratori e tipologie contrattuali.
Il preavviso può essere:
- a tempo determinato: viene stabilito un periodo di tempo preciso (ad esempio, 15 giorni, un mese, ecc.) entro il quale la parte che recede deve comunicare la propria volontà all’altra parte.
- a tempo indeterminato: non viene stabilito un periodo di tempo preciso, ma si fa riferimento a criteri generali (ad esempio, "congruo preavviso").
Durante il periodo di preavviso, il contratto rimane in vigore e le parti devono continuare a rispettare i propri obblighi. Al termine del preavviso, il contratto si risolve e le parti sono liberate dai reciproci impegni.
In alcuni casi, la parte che recede senza rispettare il preavviso può essere tenuta a pagare all’altra parte un’indennità di mancato preavviso, pari alla retribuzione che sarebbe spettata al lavoratore durante il periodo di preavviso non goduto.
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