La mobilità per i docenti della scuola dell’infanzia rappresenta un momento cruciale e complesso del percorso professionale. Ogni anno, migliaia di insegnanti si confrontano con domande di trasferimento, passaggi di ruolo e assegnazioni provvisorie, procedure che incidono profondamente sulla vita personale e lavorativa. Comprendere a fondo i meccanismi, le scadenze e i criteri di valutazione del punteggio è fondamentale per orientarsi in un sistema normativo articolato e per cogliere le opportunità desiderate, sia che si cerchi di avvicinarsi a casa, sia che si aspiri a una nuova sfida professionale.
Questa guida nasce per offrire una panoramica chiara e completa sulla mobilità 2025 nella scuola dell’infanzia. Analizzeremo le diverse tipologie di movimento, dalle opzioni definitive come il trasferimento a quelle temporanee come l’assegnazione provvisoria. Spiegheremo come si articola il processo, quali sono i passaggi amministrativi da seguire sulla piattaforma Istanze Online e come vengono calcolati i punteggi che determinano le graduatorie. L’obiettivo è fornire uno strumento pratico per affrontare con consapevolezza e preparazione una fase determinante della carriera di ogni docente.
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Comprendere la Mobilità Docenti: Un Quadro Generale
Nel contesto scolastico italiano, il termine mobilità si riferisce a tutte le procedure che consentono al personale docente di ruolo di cambiare la propria sede di servizio, modificare la tipologia di posto o passare a un diverso ordine e grado di istruzione. Queste operazioni sono regolate annualmente dal Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI), che definisce regole, tempistiche e criteri. La mobilità si suddivide principalmente in due macro-categorie: la mobilità territoriale, che riguarda i trasferimenti a un’altra scuola, e la mobilità professionale, che include i passaggi di cattedra e di ruolo.
La mobilità territoriale permette di spostarsi all’interno del proprio comune, tra comuni della stessa provincia o tra province diverse. La mobilità professionale, invece, consente un cambiamento più radicale, come il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, a condizione di possedere l’abilitazione richiesta. Entrambe le procedure si basano su un sistema di punteggi che valuta l’anzianità di servizio, le esigenze familiari e i titoli posseduti. Comprendere questa distinzione è il primo passo per pianificare strategicamente il proprio futuro professionale e presentare la domanda corretta in base alle proprie aspirazioni.
Il Trasferimento: Cambiare Sede in Modo Definitivo
Il trasferimento è la procedura di mobilità che consente a un docente di ottenere la titolarità in una nuova scuola in modo permanente. Questo movimento modifica la sede di servizio definitiva e rappresenta la scelta più comune per chi desidera cambiare istituto. I trasferimenti possono avvenire all’interno della stessa provincia o verso una provincia differente, ma seguono logiche e hanno probabilità di successo molto diverse.
Il Trasferimento Provinciale
Il trasferimento provinciale permette di spostarsi tra scuole situate all’interno della stessa provincia di titolarità. Questa tipologia di movimento ha la priorità rispetto a quelli interprovinciali, poiché una quota maggiore dei posti disponibili è riservata ai docenti della provincia stessa. Le preferenze possono essere espresse in modo analitico (indicando specifiche scuole) o sintetico (indicando un intero comune, distretto o la provincia). La scelta tra queste opzioni dipende dalla propria strategia e dal punteggio posseduto, poiché una preferenza sintetica aumenta le possibilità di ottenere un movimento, ma riduce il controllo sulla destinazione finale.
Il Trasferimento Interprovinciale
Il trasferimento interprovinciale è la procedura per chi vuole ottenere la titolarità in una provincia diversa da quella attuale. È spesso l’opzione più ambita, ma anche la più difficile da ottenere. I posti disponibili per i movimenti interprovinciali sono limitati a una specifica aliquota, stabilita dal CCNI, che per l’anno scolastico 2025/2026 è fissata al 25% dei posti residui dopo la mobilità provinciale. Questa limitazione rende la competizione molto alta, specialmente per le province del Sud Italia, mete di rientro per molti insegnanti. Un punteggio elevato è quasi sempre indispensabile per avere successo.
Come si Calcola il Punteggio per il Trasferimento
Il punteggio per la mobilità è l’elemento chiave che determina l’esito della domanda. Si calcola sommando i punti derivanti da tre aree principali, come definito nelle tabelle allegate al CCNI. La prima è l’anzianità di servizio, che include gli anni di ruolo e pre-ruolo. La seconda riguarda le esigenze di famiglia, come il ricongiungimento al coniuge o ai figli, che attribuiscono un punteggio significativo. La terza area è quella dei titoli generali, che comprende diplomi di specializzazione, lauree aggiuntive, master e altre certificazioni. Per massimizzare le proprie chance, è cruciale conoscere come aumentare il proprio punteggio attraverso titoli valutabili e compilare correttamente tutte le autodichiarazioni.
L’Assegnazione Provvisoria: Una Soluzione Temporanea
L’assegnazione provvisoria è un movimento annuale che consente a un docente di prestare servizio per un anno scolastico in una scuola diversa da quella di titolarità, senza però modificarla. A differenza del trasferimento, che è definitivo, l’assegnazione è una soluzione temporanea, pensata per rispondere a specifiche e motivate esigenze personali, principalmente legate alla famiglia. La richiesta può essere presentata per una provincia diversa da quella di titolarità o, in alcuni casi, anche all’interno della stessa provincia.
I principali motivi per cui si può richiedere l’assegnazione provvisoria sono il ricongiungimento al coniuge o parte dell’unione civile, ai figli minori, o ai genitori. È necessario che sussista una di queste condizioni e la domanda va presentata ogni anno se si desidera mantenere la sede temporanea. Il punteggio per la graduatoria delle assegnazioni provvisorie si basa quasi esclusivamente sulle esigenze di famiglia, a differenza della mobilità territoriale che valorizza maggiormente anzianità e titoli. Questa procedura rappresenta un’ancora importante per molti docenti che, in attesa di un trasferimento, possono così avvicinarsi ai propri affetti.
La Domanda di Mobilità: Passaggi Chiave e Scadenze
La presentazione della domanda di mobilità è un processo interamente digitalizzato che si svolge sul portale Istanze Online del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Per l’anno scolastico 2025/2026, il personale docente ha potuto presentare la domanda dal 7 al 25 marzo 2025. Rispettare queste scadenze è perentorio, poiché le domande inviate oltre il termine non vengono prese in considerazione. Durante il periodo di apertura delle funzioni, è possibile modificare la domanda anche se già inoltrata, ma ogni modifica annulla e sostituisce l’invio precedente.
Il processo richiede attenzione e precisione. È fondamentale verificare i propri dati anagrafici e di servizio, calcolare attentamente il punteggio e preparare tutti gli allegati necessari, come le autodichiarazioni per il servizio, la continuità e le esigenze di famiglia. La fase successiva consiste nella scelta delle preferenze: si possono indicare fino a 20 preferenze per la scuola dell’infanzia, tra scuole specifiche, comuni e distretti. Una volta compilato tutto, la domanda deve essere inoltrata ufficialmente. Un’accurata pianificazione è essenziale per completare con successo il percorso e avvicinarsi all’obiettivo del sognato posto di ruolo nella sede desiderata.
Tradizione e Innovazione nella Scuola dell’Infanzia Italiana
Il sistema di mobilità dei docenti in Italia è un crocevia emblematico di tradizione e innovazione. Da un lato, riflette un profondo valore della cultura mediterranea: il forte legame con il territorio d’origine e il desiderio di ricongiungimento familiare, che spinge migliaia di insegnanti a cercare un trasferimento verso casa. Questa aspirazione, radicata nella tradizione, modella le dinamiche dei flussi di mobilità, concentrando la domanda verso le regioni del Sud. È una dinamica sociale che la burocrazia scolastica tenta di gestire e ordinare attraverso punteggi e aliquote.
Dall’altro lato, il processo è sempre più permeato da elementi di innovazione. La digitalizzazione completa delle procedure tramite Istanze Online ha sostituito la carta, snellendo la raccolta delle domande e la pubblicazione degli esiti. Questo si inserisce in un contesto più ampio, dove le competenze digitali e la formazione continua diventano cruciali. Inoltre, la mobilità interna al sistema italiano si confronta con un mercato europeo sempre più accessibile. Sebbene la mobilità internazionale per i docenti di ruolo sia ancora limitata, la possibilità di confronto, anche solo in termini di condizioni lavorative e stipendio rispetto ad altri Paesi europei, stimola una riflessione sull’attrattività e la modernizzazione della professione docente in Italia.
Conclusioni

Affrontare la mobilità nella scuola dell’infanzia richiede una solida preparazione e una profonda conoscenza delle regole. Le procedure, sebbene complesse, sono strutturate per garantire trasparenza ed equità, basandosi su criteri oggettivi come il punteggio derivante da servizio, famiglia e titoli. Che si punti a un trasferimento definitivo per stabilizzare la propria carriera o a un’assegnazione provvisoria per esigenze temporanee, il successo dipende dalla cura con cui si prepara e si presenta la domanda.
La chiave è agire con metodo: informarsi sulle normative aggiornate, calcolare con precisione il proprio punteggio, rispettare scrupolosamente le scadenze e formulare una strategia di preferenze coerente con le proprie possibilità. La mobilità non è solo un atto burocratico, ma un’opportunità di crescita e di miglioramento della propria qualità di vita. Con la giusta guida e un approccio proattivo, ogni docente può navigare questo processo con maggiore sicurezza e raggiungere i propri obiettivi professionali e personali.
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Domande frequenti

Il trasferimento è un movimento definitivo che modifica la sede di titolarità del docente, assegnandolo a una nuova scuola a tempo indeterminato. L’assegnazione provvisoria, invece, è un movimento temporaneo, valido solo per un anno scolastico, che non cambia la scuola di titolarità. Si richiede per specifici motivi, come il ricongiungimento familiare o gravi esigenze di salute, e permette di lavorare in una scuola diversa, anche in un’altra provincia, mantenendo il proprio posto nella sede di origine.
Il punteggio si calcola sommando i punti derivanti da tre elementi principali: anzianità di servizio, esigenze di famiglia e titoli generali. L’anzianità di servizio include gli anni di ruolo, pre-ruolo e il servizio continuativo nella stessa scuola. Le esigenze di famiglia (valide solo per i trasferimenti) riguardano, ad esempio, il ricongiungimento al coniuge o ai figli. I titoli generali comprendono diplomi, corsi di perfezionamento, dottorati di ricerca e altre qualifiche. La valutazione precisa dei punteggi è definita nelle tabelle allegate al Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) sulla mobilità.
Generalmente, i docenti neoassunti sono soggetti a un vincolo di permanenza triennale nella scuola di assunzione. Questo significa che, per tre anni, non possono presentare domanda di trasferimento volontario. Tuttavia, esistono delle deroghe a questo vincolo, ad esempio per i docenti che assistono un familiare con disabilità grave (ai sensi della Legge 104/92) o per i genitori di figli di età inferiore a 12 anni. È fondamentale verificare le disposizioni specifiche del CCNI in vigore, poiché le deroghe possono variare.
Per presentare la domanda di mobilità, che si compila online sulla piattaforma ministeriale Istanze OnLine, è necessario allegare diverse autodichiarazioni. I documenti principali includono l’Allegato D per l’anzianità di servizio, l’Allegato F per la continuità didattica, e dichiarazioni specifiche per le esigenze di famiglia, i titoli posseduti e le eventuali precedenze (come quelle legate alla Legge 104/92). È essenziale preparare e caricare tutti gli allegati richiesti prima di inoltrare l’istanza.
I termini per la presentazione delle domande di mobilità vengono fissati ogni anno da un’apposita Ordinanza Ministeriale, solitamente pubblicata tra febbraio e marzo. Per l’anno scolastico 2024/2025, ad esempio, le domande per i docenti potevano essere presentate dal 26 febbraio al 16 marzo 2024. Le scadenze variano per le diverse categorie di personale (docenti, personale educativo, ATA). È cruciale consultare il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per conoscere le date esatte e non perdere la finestra temporale.