L’insegnante di sostegno è una figura centrale nel sistema scolastico italiano, un professionista specializzato che opera per promuovere l’inclusione di tutti gli alunni, in particolare di quelli con disabilità. Questo ruolo, nato da una profonda evoluzione culturale e normativa, incarna i principi di una scuola aperta e accogliente, un valore profondamente radicato nella cultura mediterranea. L’obiettivo di questa guida è offrire una panoramica completa sul percorso per diventare insegnante di sostegno, analizzando la specializzazione, le mansioni quotidiane, le prospettive di carriera e il confronto con il contesto europeo, in un equilibrio costante tra tradizione pedagogica e innovazione didattica.
Intraprendere questa professione significa scegliere un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni umane e professionali. Si tratta di diventare un punto di riferimento non solo per l’alunno con bisogni educativi speciali, ma per l’intera comunità scolastica. Attraverso questo articolo, esploreremo ogni fase di questo viaggio, fornendo informazioni chiare e strumenti pratici per orientarsi tra normative, percorsi formativi e le sfide quotidiane di un mestiere tanto complesso quanto fondamentale per la crescita di una società più equa e inclusiva.
Iscriviti al nostro canale WhatsApp!
Ricevi aggiornamenti in tempo reale su Guide, Report e Offerte
Clicca qui per iscrivertiIscriviti al nostro canale Telegram!
Ricevi aggiornamenti in tempo reale su Guide, Report e Offerte
Clicca qui per iscrivertiVuoi diventare Insegnante di Sostegno? Il primo passo è superare le prove di accesso al TFA. Preparati al meglio con i nostri corsi specializzati e trasforma la tua aspirazione in realtà. Scopri di più

Chi è e cosa fa l’insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno è un docente specializzato assegnato alla classe in cui è presente un alunno con disabilità certificata, con l’obiettivo di favorirne l’inclusione e l’apprendimento. La sua funzione, introdotta in Italia con la Legge 517 del 1977, non è quella di occuparsi esclusivamente dello studente con disabilità, ma di essere una risorsa per l’intero gruppo classe. Questo professionista assume la contitolarità della classe, partecipando a pieno titolo a tutte le attività di programmazione, insegnamento e valutazione, al pari dei docenti curricolari. La sua presenza è finalizzata a creare un ponte tra l’alunno con bisogni specifici e il resto della classe, facilitando la comunicazione, le relazioni e l’apprendimento collaborativo.
Tra i suoi compiti principali vi è la collaborazione alla stesura del Piano Educativo Individualizzato (PEI), un documento che definisce gli obiettivi didattici e le strategie per l’alunno con disabilità, redatto dal Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione (GLO). L’insegnante di sostegno progetta interventi didattici personalizzati, adatta i materiali di studio e utilizza metodologie inclusive per garantire a ogni studente la possibilità di partecipare attivamente alla vita scolastica. Il suo lavoro è essenziale per abbattere le barriere e promuovere l’autonomia e la socializzazione di tutti gli alunni, trasformando la classe in un ambiente di apprendimento realmente per tutti.
Il percorso per diventare insegnante di sostegno
Diventare insegnante di sostegno richiede un percorso formativo specifico e rigoroso, finalizzato a fornire le competenze pedagogiche, didattiche e relazionali necessarie per operare in contesti complessi. Il cammino è scandito da precisi requisiti accademici e da una specializzazione universitaria post-laurea. Questo iter garantisce che i futuri docenti siano preparati non solo sul piano teorico, ma anche su quello pratico, grazie a un’intensa attività di tirocinio. La scelta di intraprendere questa carriera presuppone una forte motivazione e la volontà di contribuire attivamente a un modello di scuola che fa dell’inclusione il suo pilastro fondamentale.
Requisiti di accesso alla specializzazione (TFA)
Per accedere al percorso di specializzazione sul sostegno, noto come TFA (Tirocinio Formativo Attivo), è necessario possedere un titolo di studio valido per l’insegnamento. I requisiti variano a seconda dell’ordine e grado di scuola. Per la scuola dell’infanzia e primaria, è richiesta la Laurea in Scienze della Formazione Primaria o un diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Per la scuola secondaria di primo e secondo grado, è necessaria un’abilitazione specifica su una classe di concorso o, in alternativa, una laurea magistrale o a ciclo unico che dia accesso a una classe di concorso, unitamente ai crediti formativi previsti dalla normativa vigente. Esistono diversi percorsi per diventare insegnante, e comprendere quale sia il più adatto alla propria formazione è il primo passo fondamentale.
Il TFA Sostegno: il Tirocinio Formativo Attivo
Il TFA Sostegno è un corso di specializzazione universitario a numero chiuso, della durata di circa otto mesi, che permette di ottenere l’abilitazione per le attività di sostegno didattico. L’accesso è subordinato al superamento di un concorso di ammissione che si articola in tre prove: un test preselettivo a risposta multipla, una prova scritta e una prova orale. Il percorso formativo, che vale 60 CFU, comprende insegnamenti teorici (pedagogia speciale, psicologia, didattica inclusiva), laboratori pratici e un tirocinio diretto e indiretto di 300 ore da svolgere presso le istituzioni scolastiche. Questa intensa esperienza sul campo è cruciale per sviluppare le competenze necessarie a gestire le sfide dell’inclusione e a tradurre le conoscenze teoriche in pratiche educative efficaci.
Dall’abilitazione al ruolo: i passaggi chiave
Una volta conseguita la specializzazione sul sostegno, si apre la strada verso l’insegnamento. Il percorso per ottenere un incarico a tempo indeterminato, il cosiddetto “ruolo”, è strutturato attraverso l’inserimento in specifiche graduatorie e la partecipazione a concorsi pubblici. Questo processo richiede pazienza e strategia, poiché combina l’attesa per le supplenze annuali con la preparazione per le prove concorsuali che garantiscono la stabilità professionale. Comprendere i meccanismi di reclutamento è essenziale per pianificare la propria carriera e massimizzare le opportunità di assunzione.
L’inserimento nelle graduatorie
Con il titolo di specializzazione, i docenti possono iscriversi nella prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) per i posti di sostegno. Queste graduatorie sono utilizzate per l’assegnazione di supplenze annuali (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). L’inserimento nelle GPS è un passo fondamentale, poiché permette di iniziare a lavorare e accumulare punteggio, un elemento determinante sia per le supplenze future sia per i concorsi. Il servizio prestato, insieme ad altri titoli culturali e professionali, contribuisce a migliorare la propria posizione in graduatoria, aumentando le possibilità di ottenere incarichi stabili e, in prospettiva, l’immissione in ruolo.
I concorsi e l’immissione in ruolo
Il principale canale per ottenere un contratto a tempo indeterminato nella scuola pubblica è il superamento di un concorso. I docenti specializzati sul sostegno possono partecipare ai concorsi ordinari e straordinari banditi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per i posti specifici di sostegno. Superare il concorso porta all’immissione in ruolo e all’inizio del cosiddetto anno di prova e formazione, un periodo di monitoraggio e valutazione al termine del quale si ottiene la conferma definitiva del contratto. Esistono anche altre procedure di assunzione, come le immissioni da GPS prima fascia o la “call veloce”, che offrono ulteriori opportunità di stabilizzazione per i docenti specializzati.
L’insegnante di sostegno in Europa: un confronto
Il modello di inclusione scolastica italiano, che prevede l’inserimento di tutti gli studenti nelle classi comuni, è considerato un punto di riferimento in Europa. Paesi come il Portogallo, la Spagna e la Grecia hanno adottato sistemi simili, privilegiando un’integrazione totale. Al contrario, in altre nazioni, come la Germania o la Danimarca, persiste un modello a “doppio binario”, dove le famiglie possono scegliere tra scuole ordinarie e scuole speciali. In Francia, sebbene molti alunni con disabilità siano iscritti a scuole ordinarie, solo una parte di essi trascorre la maggior parte del tempo nelle classi comuni. Il modello italiano si distingue per il suo forte radicamento in una cultura dell’accoglienza e per il ruolo centrale dell’insegnante di sostegno come contitolare della classe.
Questa scelta culturale e pedagogica si riflette anche nel rapporto numerico tra docenti di sostegno e alunni, che in Italia è tra i più favorevoli d’Europa, con una media di circa un insegnante ogni due alunni con disabilità. Tuttavia, il sistema non è privo di criticità, come la precarietà di molti docenti e la necessità di una formazione continua. Anche sul piano economico, lo stipendio dei docenti in Italia, inclusi quelli di sostegno, presenta differenze rispetto ad altri contesti europei. Nonostante ciò, l’approccio italiano, basato sulla corresponsabilità educativa e sulla valorizzazione delle differenze, continua a essere un esempio di eccellenza studiato a livello internazionale.
Tradizione e innovazione nella didattica inclusiva
La didattica inclusiva si fonda su una solida tradizione pedagogica che mette al centro la persona, la relazione educativa e la personalizzazione degli apprendimenti. I principi di empatia, ascolto attivo e costruzione di un clima di classe positivo sono i pilastri su cui si è sempre basato il lavoro dell’insegnante di sostegno. Questo approccio, che affonda le radici nella storia dell’integrazione scolastica italiana, valorizza la collaborazione tra docenti e la costruzione di un progetto educativo condiviso, come il PEI, per rispondere ai bisogni di ciascun alunno. La tradizione, in questo senso, non è un retaggio del passato, ma il fondamento etico e metodologico che guida l’azione quotidiana in classe.
A questa base tradizionale si affianca oggi una spinta costante verso l’innovazione. Le nuove tecnologie e le metodologie didattiche emergenti offrono strumenti potenti per rendere l’inclusione ancora più efficace. L’uso di software compensativi, la didattica digitale, le piattaforme per l’apprendimento collaborativo e gli approcci come l’Universal Design for Learning (UDL) permettono di creare ambienti di apprendimento flessibili e accessibili a tutti. L’insegnante di sostegno moderno è un professionista che sa integrare sapientemente questi due mondi: mantiene salda la centralità della relazione umana, ma utilizza l’innovazione tecnologica e metodologica per abbattere le barriere e personalizzare i percorsi, garantendo a ogni studente il diritto di apprendere al meglio delle proprie possibilità.
Conclusioni

La figura dell’insegnante di sostegno rappresenta una delle conquiste più significative del sistema scolastico italiano, un pilastro dell’inclusione che riflette valori culturali profondi di solidarietà e accoglienza. Come abbiamo visto, il percorso per diventare un professionista del sostegno è articolato e richiede una specializzazione rigorosa, a testimonianza della complessità e dell’importanza del ruolo. Dalla formazione universitaria tramite il TFA, all’inserimento nelle graduatorie e al superamento dei concorsi, ogni tappa è pensata per formare docenti competenti, capaci di operare come mediatori e facilitatori all’interno della classe.
Il modello italiano, pur con le sue sfide legate alla precarietà e alla necessità di una formazione continua, si conferma un’eccellenza nel panorama europeo, capace di coniugare una solida tradizione pedagogica con le spinte dell’innovazione didattica. Scegliere di diventare insegnante di sostegno significa abbracciare una missione educativa di altissimo valore sociale, contribuendo a costruire non solo il futuro degli studenti, ma una società più giusta, equa e capace di valorizzare ogni singola individualità. È una professione che richiede dedizione e competenza, ma che ripaga con la profonda soddisfazione di fare la differenza, ogni giorno.
Vuoi diventare Insegnante di Sostegno? Il primo passo è superare le prove di accesso al TFA. Preparati al meglio con i nostri corsi specializzati e trasforma la tua aspirazione in realtà. Scopri di più
Domande frequenti

Per diventare insegnante di sostegno è necessario possedere un titolo di studio che dia accesso all’insegnamento (come la Laurea in Scienze della Formazione Primaria per infanzia e primaria, o una laurea magistrale con i CFU necessari per una classe di concorso per la secondaria), superare le prove di selezione per il corso di specializzazione noto come TFA Sostegno e, una volta completato il corso e ottenuta la specializzazione, superare un concorso pubblico per l’immissione in ruolo.
Lo stipendio di un insegnante di sostegno è equiparato a quello degli altri docenti curricolari dello stesso ordine di scuola e con la medesima anzianità di servizio. In media, la retribuzione netta mensile si attesta intorno ai 1.400 euro a inizio carriera. Lo stipendio può aumentare con gli anni di servizio, arrivando fino a circa 1.800 euro netti a fine carriera.
Il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) Sostegno è un corso di specializzazione universitario obbligatorio per ottenere l’abilitazione all’insegnamento su posti di sostegno. L’accesso è a numero chiuso e prevede il superamento di tre prove: un test preselettivo, una prova scritta e una prova orale. Il corso dura circa 8 mesi, durante i quali si acquisiscono 60 CFU tramite lezioni, laboratori e un tirocinio pratico a scuola.
La selezione per il TFA Sostegno è considerata competitiva a causa dell’elevato numero di candidati rispetto ai posti disponibili. Le prove richiedono una preparazione approfondita su competenze didattiche, normative sull’inclusione, empatia e intelligenza emotiva. La difficoltà percepita varia anche in base all’ateneo, che gestisce autonomamente la formulazione dei test. Un approccio strategico allo studio è fondamentale per avere successo.
Dopo aver conseguito la specializzazione sul sostegno, il percorso principale per ottenere un contratto a tempo indeterminato (il cosiddetto “ruolo”) è il superamento di un concorso pubblico. In alternativa, ci si può iscrivere nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) di prima fascia, dalle quali si viene chiamati per incarichi di supplenza annuali che, in base alle normative vigenti, possono anch’esse portare alla stabilizzazione e all’immissione in ruolo.