Insegnare geografia oggi significa offrire agli studenti una bussola per orientarsi in un mondo complesso e interconnesso. Questa disciplina, fondamentale per comprendere le dinamiche globali, locali e le interazioni tra uomo e ambiente, apre le porte a una carriera stimolante nel mondo della scuola. Ma come si diventa docenti di geografia in Italia? Il percorso richiede titoli di studio specifici, un numero definito di Crediti Formativi Universitari (CFU) e, con le recenti riforme, un percorso di abilitazione mirato. Questa guida completa esplora tutti i requisiti necessari, analizzando le classi di concorso, i CFU indispensabili e le nuove procedure per ottenere l’abilitazione, con un occhio di riguardo al contesto europeo e all’importanza di un approccio didattico che valorizzi la cultura mediterranea, tra tradizione e innovazione.
Il cammino per salire in cattedra può sembrare un labirinto di normative e sigle, ma con le giuste informazioni diventa un percorso chiaro e realizzabile. Dall’analisi dei titoli di laurea validi fino ai nuovi percorsi abilitanti da 60 CFU, forniremo un quadro dettagliato per tutti gli aspiranti docenti. L’obiettivo è trasformare la passione per la geografia in una professione, formando cittadini consapevoli e preparati ad affrontare le sfide del nostro tempo. Un insegnante di geografia non trasmette solo nozioni, ma costruisce ponti tra culture, territori e generazioni.
In Breve (TL;DR)
Una guida completa ai requisiti, ai titoli di studio, ai CFU necessari e ai percorsi di abilitazione per diventare insegnante di geografia.
Approfondiamo i percorsi formativi, i crediti necessari e le procedure di abilitazione per trasformare la tua laurea in una cattedra di geografia.
Analizziamo i passaggi amministrativi, i riferimenti normativi e i consigli pratici per pianificare il tuo percorso verso la cattedra.
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La Classe di Concorso A-21: il pass per insegnare Geografia
Il primo passo per chiunque aspiri a insegnare geografia nelle scuole secondarie di secondo grado è conoscere la propria “destinazione” burocratica: la classe di concorso A-21. Questa sigla identifica specificamente l’insegnamento della geografia negli istituti tecnici e professionali. In questi contesti, la disciplina assume un ruolo cruciale, fornendo agli studenti strumenti per analizzare il territorio, comprendere le dinamiche economiche globali e locali, e approfondire tematiche legate al turismo. L’insegnamento spazia dalla geografia generale, che studia le caratteristiche fisiche della Terra, alla geografia economica e turistica, essenziale per indirizzi specifici come Amministrazione, Finanza e Marketing o Turismo. Comprendere a fondo le specificità della classe di concorso A-21 è quindi il punto di partenza per pianificare correttamente il proprio percorso formativo e professionale.
Quali lauree aprono le porte all’insegnamento della Geografia
L’accesso alla classe di concorso A-21 non è limitato a un unico percorso universitario. Sebbene la Laurea in Scienze Geografiche (LM-80) e la precedente Laurea in Geografia siano i titoli d’elezione, diverse altre lauree magistrali e specialistiche possono dare accesso all’insegnamento, a patto di rispettare precisi vincoli. Il Ministero dell’Istruzione riconosce infatti una vasta gamma di titoli, che spaziano da quelli umanistici a quelli economici. Tra le lauree valide troviamo, ad esempio, Antropologia culturale ed Etnologia (LM-1), Filologia moderna (LM-14), Scienze economico-aziendali (LM-77) e Scienze storiche (LM-84). Questa apertura riflette la natura intrinsecamente multidisciplinare della geografia. Tuttavia, il solo possesso della laurea non è sufficiente: è fondamentale aver accumulato un numero specifico di crediti in determinati settori scientifico-disciplinari.
I CFU necessari: i mattoni del tuo percorso
Il requisito chiave per accedere all’insegnamento della geografia, per chi non possiede una laurea specifica, è il possesso di un determinato numero di Crediti Formativi Universitari (CFU). La normativa attuale richiede almeno 48 CFU nel settore scientifico-disciplinare M-GGR (Geografia). Questi crediti devono essere distribuiti equamente tra due settori specifici: 24 CFU in M-GGR/01 (Geografia fisica e Geografia umana) e 24 CFU in M-GGR/02 (Geografia economico-politica). Questo requisito assicura che l’aspirante docente abbia una preparazione solida e bilanciata in tutte le branche fondamentali della disciplina. Coloro che scoprono di avere un debito formativo possono colmarlo attraverso corsi singoli universitari, un passo essenziale per rendere il proprio titolo di studio pienamente valido per l’accesso alla classe di concorso A-21. Una pianificazione attenta del proprio percorso di studi è quindi cruciale sin dall’università.
Dall’abilitazione ai 60 CFU: la nuova rotta per la cattedra
La strada per diventare insegnante di ruolo è stata ridisegnata dalla recente riforma del reclutamento, che ha introdotto i percorsi abilitanti da 60 CFU. Questo nuovo sistema sostituisce i precedenti 24 CFU come requisito per l’accesso ai concorsi. Il percorso è strutturato per fornire una formazione completa che include competenze disciplinari, pedagogiche, e metodologico-didattiche, oltre a un tirocinio. Per gli aspiranti docenti di geografia, questo significa intraprendere un percorso universitario e accademico specifico, definito dal DPCM del 4 agosto 2023, che porta al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per la classe A-21. Esistono anche percorsi formativi ridotti, da 30 o 36 CFU, per specifiche categorie di candidati, come coloro che hanno già tre anni di servizio o che avevano già conseguito i 24 CFU entro ottobre 2022. Informarsi su quale percorso sia più adatto alla propria situazione è un passo fondamentale. Per chi vuole approfondire, è disponibile una guida sui percorsi da 60 CFU che, sebbene focalizzata su altre discipline, offre un quadro generale utile.
Insegnare geografia in un contesto europeo e mediterraneo
L’abilitazione all’insegnamento conseguita in Italia apre interessanti prospettive anche nel mercato europeo. Grazie agli accordi di mutuo riconoscimento dei titoli professionali all’interno dell’Unione Europea, un docente abilitato in Italia può veder riconosciuta la propria qualifica in altri Stati membri. La procedura richiede la presentazione di un’istanza di attestazione della qualifica professionale, che avvia un confronto tra il percorso formativo italiano e quello del Paese ospitante. Questo processo è facilitato da standard formativi sempre più omogenei in Europa.
In questo scenario, un focus sulla cultura mediterranea diventa un valore aggiunto. Insegnare geografia significa anche trasmettere l’eredità di un bacino culturale che è culla di civiltà, snodo di commerci e punto d’incontro tra tradizione e innovazione. Un docente capace di valorizzare questa prospettiva unica, analizzando le dinamiche storiche, sociali ed economiche del Mediterraneo, offre una formazione più ricca e spendibile, sia in Italia che nel contesto internazionale. Questa competenza specifica può rendere il profilo del docente particolarmente interessante per scuole e istituzioni che valorizzano una didattica interculturale e legata al territorio.
Tradizione e innovazione nella didattica della geografia
Un insegnante di geografia efficace sa creare un ponte tra tradizione e innovazione. La tradizione risiede nelle fondamenta della disciplina: la cartografia, lo studio del paesaggio, l’analisi delle fonti storiche. Questi elementi forniscono le basi cognitive indispensabili. L’innovazione, invece, risiede nell’uso di nuove tecnologie e metodologie per rendere l’apprendimento più coinvolgente e significativo. Strumenti come i Sistemi Informativi Geografici (GIS), le mappe interattive, i tour virtuali e i dati satellitari trasformano lo studio della geografia in un’esperienza dinamica e interattiva. Ad esempio, analizzare il cambiamento climatico nel Mediterraneo sovrapponendo mappe storiche e dati attuali permette agli studenti di visualizzare l’impatto dei fenomeni sul lungo periodo.
Integrare questi due approcci significa preparare gli studenti a leggere la complessità del mondo reale. Un ottimo modo per farlo è attraverso metodologie come la didattica per Unità di Apprendimento (UDA), che permette di progettare percorsi tematici interdisciplinari. Per chi fosse interessato ad approfondire queste tecniche, può essere utile consultare la guida alle UDA per le scienze umane. L’obiettivo finale è formare non solo studenti preparati, ma cittadini attivi, capaci di orientarsi criticamente nelle sfide del presente e del futuro.
Conclusioni

Diventare insegnante di geografia in Italia è un percorso che richiede impegno, pianificazione e una solida preparazione. Dalla scelta del titolo di studio più idoneo, passando per l’acquisizione dei 48 CFU necessari nei settori M-GGR/01 e M-GGR/02, fino al completamento del nuovo percorso abilitante da 60 CFU, ogni tappa è fondamentale per costruire un profilo professionale solido. La classe di concorso A-21 rappresenta la porta d’accesso a una carriera che permette di formare le nuove generazioni, offrendo loro strumenti critici per interpretare un mondo in continua evoluzione. In un contesto globale, la capacità di leggere il territorio, comprendere le dinamiche economiche e valorizzare il patrimonio culturale, come quello mediterraneo, diventa una competenza preziosa e spendibile anche a livello europeo. Abbracciare l’innovazione didattica, senza dimenticare le solide basi della disciplina, è la chiave per trasformare la passione per la geografia in una professione di grande valore sociale.
Domande frequenti

Per insegnare geografia (classe di concorso A-21) è necessaria una laurea magistrale. La laurea LM-80 in Scienze Geografiche consente l’accesso diretto. Molte altre lauree magistrali (come LM-1, LM-2, LM-14, LM-49, LM-56, LM-77, LM-84) permettono l’accesso a condizione di aver accumulato un numero specifico di Crediti Formativi Universitari (CFU) in determinati settori scientifico-disciplinari. È importante verificare i requisiti specifici per la propria laurea.
Se non si possiede una laurea ad accesso diretto come la LM-80, è necessario integrare il proprio piano di studi. Solitamente, sono richiesti almeno 48 CFU nei settori scientifico-disciplinari geografici (M-GGR), suddivisi in 24 CFU in M-GGR/01 (Geografia fisica e Geografia umana) e 24 CFU in M-GGR/02 (Geografia economico-politica). Questi crediti garantiscono la preparazione disciplinare necessaria per l’insegnamento.
No, per l’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado in Italia, e quindi anche per la geografia, la laurea triennale non è un titolo sufficiente per l’accesso. È sempre richiesto il possesso di una laurea magistrale (o di un titolo del vecchio ordinamento equiparato), oltre agli eventuali CFU integrativi e al percorso di abilitazione.
I 60 CFU sono un nuovo requisito per l’abilitazione all’insegnamento che sostituisce i precedenti 24 CFU. Si tratta di un percorso formativo universitario in ambito psico-pedagogico e didattico, che include anche un tirocinio. Questi crediti si aggiungono ai requisiti di titolo di studio e ai CFU disciplinari già previsti. Si possono conseguire durante o dopo la laurea magistrale attraverso corsi specifici offerti dalle università.
L’abilitazione nella classe di concorso A-21 permette di insegnare geografia negli istituti tecnici e professionali. Le materie specifiche includono Geografia generale ed economica, tipicamente nel primo biennio, e Geografia turistica negli istituti con indirizzo turistico.