Intraprendere la carriera di docente di Scienze Umane e Pedagogia in Italia richiede un percorso formativo specifico e ben definito. Questo cammino, che intreccia tradizione accademica e innovazione didattica, è regolato da precisi requisiti in termini di titoli di studio, crediti formativi universitari (CFU) e abilitazione all’insegnamento. Navigare tra le normative ministeriali, le riforme recenti e le opportunità del mercato del lavoro, anche in un contesto europeo, può sembrare complesso. Questa guida completa offre una panoramica dettagliata per aspiranti docenti, laureati e professionisti che desiderano orientarsi nel mondo della scuola secondaria di secondo grado, con un focus sulla classe di concorso A-18, dedicata a Filosofia e Scienze Umane.
L’insegnamento delle scienze umane — che abbracciano discipline come pedagogia, psicologia, sociologia e antropologia — riveste un ruolo cruciale nella formazione delle nuove generazioni. Queste materie stimolano il pensiero critico, la comprensione della complessità sociale e la consapevolezza di sé e dell’altro, competenze fondamentali in una società globale e interconnessa. Il docente di queste discipline non è solo un trasmettitore di nozioni, ma un mediatore culturale che sa coniugare il ricco patrimonio della cultura mediterranea con le sfide dell’innovazione, preparando gli studenti a diventare cittadini consapevoli e attivi.
In Breve (TL;DR)
Per insegnare scienze umane e pedagogia è fondamentale conoscere i titoli di studio richiesti, i CFU necessari e i percorsi per ottenere l’abilitazione: ecco una guida completa per orientarsi.
Dalla valutazione del tuo titolo di studio all’integrazione dei CFU mancanti, fino al percorso per ottenere l’abilitazione: ecco come procedere passo dopo passo.
Approfondiamo inoltre le strategie per aumentare il punteggio in graduatoria e i passaggi chiave per pianificare il percorso fino al ruolo di ruolo.
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La Classe di Concorso A-18: Il Vostro Passaporto per l’Insegnamento
Il punto di riferimento normativo per l’insegnamento di Filosofia e Scienze Umane nelle scuole secondarie di secondo grado è la classe di concorso A-18. Accedere a questa classe significa poter insegnare in diversi indirizzi liceali, tra cui il Liceo delle Scienze Umane (anche opzione economico-sociale), il Liceo Artistico, Linguistico, Musicale e Coreutico, e in alcuni istituti tecnici e professionali. È fondamentale non confonderla con la classe di concorso A-19, che invece abilita all’insegnamento di Filosofia e Storia.
L’accesso alla A-18 è vincolato al possesso di specifici titoli di laurea magistrale o specialistica, o di vecchio ordinamento. Il sistema è progettato per garantire che il futuro docente possieda una solida base culturale e le competenze disciplinari necessarie. La normativa di riferimento, contenuta principalmente nel D.M. 259/2017, elenca dettagliatamente le lauree idonee e i requisiti in termini di crediti formativi.
Titoli di Studio: La Laurea Giusta per Iniziare
Per poter aspirare all’insegnamento nella classe di concorso A-18, il primo passo è il conseguimento di una laurea magistrale idonea. Tra i titoli più diretti troviamo lauree come:
- LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi
- LM-51 Psicologia
- LM-57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua
- LM-78 Scienze filosofiche
- LM-85 Scienze pedagogiche
- LM-87 Servizio sociale e politiche sociali
- LM-88 Sociologia e ricerca sociale
- LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi
- LM-51 Psicologia
- LM-57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua
- LM-78 Scienze filosofiche
- LM-85 Scienze pedagogiche
- LM-87 Servizio sociale e politiche sociali
- LM-88 Sociologia e ricerca sociale
Anche altre lauree, come quelle in Antropologia culturale ed Etnologia (LM-1) o in Scienze della comunicazione (LM-59, LM-93), possono dare accesso, a patto di rispettare i vincoli sui CFU. È essenziale verificare sempre le tabelle ministeriali aggiornate per avere la certezza della validità del proprio percorso di studi.
- LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi
- LM-51 Psicologia
- LM-57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua
- LM-78 Scienze filosofiche
- LM-85 Scienze pedagogiche
- LM-87 Servizio sociale e politiche sociali
- LM-88 Sociologia e ricerca sociale
Anche altre lauree, come quelle in Antropologia culturale ed Etnologia (LM-1) o in Scienze della comunicazione (LM-59, LM-93), possono dare accesso, a patto di rispettare i vincoli sui CFU. È essenziale verificare sempre le tabelle ministeriali aggiornate per avere la certezza della validità del proprio percorso di studi.
I CFU Necessari: Costruire il Proprio Piano di Studi
Oltre al titolo di laurea, è indispensabile aver maturato un numero specifico di Crediti Formativi Universitari (CFU) in determinati settori scientifico-disciplinari (SSD). La normativa richiede il possesso di almeno 96 CFU complessivi, equamente ripartiti tra quattro aree disciplinari fondamentali. Questo requisito assicura una preparazione multidisciplinare, specchio della natura composita della classe di concorso.
La suddivisione richiesta è la seguente:
- 24 CFU in ambito filosofico e storico (settori M-FIL e M-STO/05).
- 24 CFU in ambito pedagogico (settori M-PED).
- 24 CFU in ambito psicologico (settori M-PSI).
- 24 CFU in ambito sociologico e antropologico (settori SPS).
- 24 CFU in ambito filosofico e storico (settori M-FIL e M-STO/05).
- 24 CFU in ambito pedagogico (settori M-PED).
- 24 CFU in ambito psicologico (settori M-PSI).
- 24 CFU in ambito sociologico e antropologico (settori SPS).
È cruciale verificare che il proprio piano di studi universitario soddisfi questi criteri. Qualora mancassero dei crediti, è possibile integrarli attraverso corsi singoli universitari o master specifici, come quelli pensati per il completamento delle classi di concorso. Questa flessibilità permette a laureati provenienti da percorsi diversi di allineare il proprio curriculum ai requisiti richiesti.
- 24 CFU in ambito filosofico e storico (settori M-FIL e M-STO/05).
- 24 CFU in ambito pedagogico (settori M-PED).
- 24 CFU in ambito psicologico (settori M-PSI).
- 24 CFU in ambito sociologico e antropologico (settori SPS).
È cruciale verificare che il proprio piano di studi universitario soddisfi questi criteri. Qualora mancassero dei crediti, è possibile integrarli attraverso corsi singoli universitari o master specifici, come quelli pensati per il completamento delle classi di concorso. Questa flessibilità permette a laureati provenienti da percorsi diversi di allineare il proprio curriculum ai requisiti richiesti.
Il Percorso verso l’Abilitazione e il Ruolo
Una volta soddisfatti i requisiti di titolo e CFU, il percorso per diventare docente di ruolo si articola in ulteriori passaggi. La recente riforma del reclutamento (legge n. 79/2022) ha introdotto un nuovo sistema che sostituirà gradualmente i precedenti 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche. Il nuovo modello è incentrato su un percorso di formazione e abilitazione gestito dalle università.
I Percorsi Abilitanti da 60 CFU
Il cuore della riforma è rappresentato dai percorsi universitari abilitanti da 60 CFU. Questi percorsi sono pensati per fornire le competenze pedagogiche, didattiche e metodologiche indispensabili per insegnare. La struttura prevede una parte di formazione teorica, con almeno 10 CFU in area pedagogica, e una parte significativa di tirocinio, con almeno 20 CFU di attività dirette e indirette nelle scuole. Questo approccio mira a creare un ponte solido tra la preparazione accademica e la pratica in aula, tra tradizione e innovazione didattica.
L’accesso a questi percorsi è aperto ai laureati magistrali e, in fase transitoria, anche a chi possiede già i 24 CFU (conseguiti entro il 31 ottobre 2022), che potrà completare la formazione con percorsi ridotti da 36 CFU. A partire dal 1° gennaio 2025, il possesso dei 60 CFU diventerà un requisito imprescindibile per partecipare ai concorsi per la cattedra. Per chi aspira a diventare insegnante, informarsi sui percorsi da 60 CFU è il primo passo strategico per pianificare il proprio futuro.
Il Concorso a Cattedra e l’Anno di Prova
Con l’abilitazione in tasca, il passo successivo è il superamento di un concorso pubblico nazionale. Le prove concorsuali sono state riformate per valutare non solo le conoscenze disciplinari specifiche (filosofia, pedagogia, psicologia, sociologia, antropologia), ma anche le competenze didattiche e metodologiche. La prova scritta, spesso con domande a risposta aperta, e una prova orale, che può includere una lezione simulata, mirano a selezionare candidati capaci di progettare percorsi didattici efficaci e innovativi.
I vincitori del concorso vengono assunti con un contratto a tempo determinato per un anno di prova e formazione. Questo periodo, retribuito, è fondamentale per l’inserimento nella comunità scolastica e si conclude con una valutazione finale. Il superamento dell’anno di prova porta alla tanto agognata immissione in ruolo, con la trasformazione del contratto a tempo indeterminato, coronando così un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni.
Orizzonti Europei e Riconoscimento dei Titoli
In un mondo sempre più interconnesso, la mobilità professionale è una realtà anche per i docenti. L’Unione Europea facilita la circolazione dei professionisti, ma l’insegnamento rimane una “professione regolamentata”. Ciò significa che un’abilitazione conseguita in un altro Stato membro non è automaticamente valida in Italia. È necessario avviare una procedura di riconoscimento del titolo professionale presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
La procedura prevede un’analisi comparata del percorso formativo estero con quello italiano per verificare che le competenze acquisite siano equivalenti. In caso di differenze sostanziali, possono essere richieste misure compensative, come un esame attitudinale o un tirocinio di adattamento. Questo processo garantisce che i docenti provenienti da altri contesti europei posseggano gli standard qualitativi richiesti dal sistema scolastico italiano, arricchendolo con nuove prospettive e approcci didattici nati da culture diverse, ma sempre nel rispetto dei fondamenti pedagogici condivisi.
Conclusioni

Diventare docente di Scienze Umane e Pedagogia in Italia è un viaggio che richiede dedizione, pianificazione e un solido bagaglio di conoscenze. Il percorso, sebbene strutturato e a tratti complesso, è chiaro: una laurea magistrale idonea, l’acquisizione dei 96 CFU richiesti per la classe di concorso A-18, il conseguimento dell’abilitazione tramite i nuovi percorsi da 60 CFU e, infine, il superamento del concorso nazionale. Ogni tappa è un tassello fondamentale per costruire la professionalità di un docente capace di interpretare la complessità del presente e di guidare gli studenti verso il futuro.
L’insegnamento di queste discipline è una missione che coniuga la profondità della tradizione culturale mediterranea con la necessità di un’innovazione costante. Affrontare questo percorso significa non solo aspirare a un posto di lavoro, ma scegliere di investire nella crescita intellettuale ed emotiva delle nuove generazioni. Per chi è pronto a mettersi in gioco, consultare le guide sulle classi di concorso e pianificare con attenzione ogni passo è la chiave per trasformare un’aspirazione in una brillante carriera professionale.
Domande frequenti

Per insegnare Scienze Umane nella classe di concorso A-18 (Filosofia e Scienze Umane), è necessaria una laurea magistrale. Tra i titoli idonei ci sono le lauree in Antropologia culturale ed Etnologia (LM-1), Psicologia (LM-51), Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua (LM-57), Scienze filosofiche (LM-78), Scienze pedagogiche (LM-85) e Sociologia e ricerca sociale (LM-88). È fondamentale verificare che il proprio piano di studi includa tutti i CFU richiesti dalla normativa vigente.
Per accedere alla classe di concorso A-18, oltre alla laurea magistrale, sono richiesti almeno 96 CFU in specifici settori scientifico-disciplinari (SSD). Questi devono essere così ripartiti: 24 CFU in area filosofica (M-FIL) e storica (M-STO/05), 24 CFU in area pedagogica (M-PED), 24 CFU in area psicologica (M-PSI) e 24 CFU in area sociologica (SPS).
Dopo la riforma, l’abilitazione all’insegnamento si ottiene frequentando un percorso formativo universitario da 60 CFU. Questo percorso include discipline pedagogiche, didattiche e un tirocinio. Una volta completato il percorso e superato l’esame finale, si ottiene l’abilitazione, che è un requisito necessario per partecipare ai concorsi per l’immissione in ruolo.
I 60 CFU sono un percorso di formazione iniziale introdotto dalla recente riforma per abilitare all’insegnamento. A differenza dei precedenti 24 CFU, che erano solo un requisito per accedere ai concorsi e alle graduatorie di seconda fascia (GPS), il percorso da 60 CFU conferisce una vera e propria abilitazione professionale e permette l’iscrizione in prima fascia GPS. Chi ha già i 24 CFU (conseguiti entro il 31/10/2022) può accedere a percorsi formativi ridotti da 36 CFU per completare la formazione.
No, la laurea triennale non è un titolo sufficiente per l’insegnamento di ruolo nelle scuole secondarie pubbliche, per cui è richiesta una laurea magistrale. Tuttavia, con una laurea triennale è possibile candidarsi per supplenze a tempo determinato tramite la Messa a Disposizione (MAD), soprattutto in caso di esaurimento delle graduatorie ufficiali, o lavorare in scuole private e paritarie.