L’acquisto di una casa rappresenta per molti il progetto di una vita, un traguardo fatto di sogni e sacrifici. Il percorso per ottenerlo, però, è spesso complesso e il passaggio chiave è quasi sempre la stipula di un mutuo. Proprio in questa fase delicata, quando l’attenzione è concentrata su tassi, spread e durata del finanziamento, può nascondersi un’insidia: la richiesta, da parte della banca, di sottoscrivere una o più polizze assicurative come condizione per erogare il credito. Questa pratica, nota come “bundling” o vendita abbinata, limita la libertà di scelta del consumatore e può trasformarsi in un costo ingiustificato. Comprendere il fenomeno, conoscere i propri diritti e le normative vigenti è il primo passo per difendersi da una pratica commerciale spesso scorretta e garantire che il sogno della casa non si trasformi in un onere imprevisto.
L’obiettivo di questo articolo è fare chiarezza. Analizzeremo la differenza tra polizze obbligatorie e facoltative, esamineremo cosa dice la legge e forniremo strumenti pratici per riconoscere e contrastare le pressioni commerciali indebite. La consapevolezza è la migliore tutela per ogni consumatore.
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Cosa sono le polizze abbinate al mutuo
Quando si parla di polizze abbinate al mutuo, è fondamentale distinguere tra ciò che è obbligatorio per legge e ciò che è facoltativo. L’unica assicurazione realmente obbligatoria per chi stipula un mutuo ipotecario è la polizza contro i danni da scoppio e incendio sull’immobile. Questa copertura tutela la banca, che vanta un’ipoteca sull’immobile, garantendole il recupero del credito residuo in caso di distruzione del bene. Tuttavia, la legge non impone di sottoscrivere questa polizza con l’istituto di credito che eroga il mutuo. Il cliente ha il pieno diritto di cercare sul mercato una soluzione più conveniente, a patto che rispetti i requisiti minimi richiesti dalla banca. Per maggiori dettagli su questo specifico obbligo, è utile consultare la guida sulla polizza incendio e mutuo, che è obbligatoria ma non con la banca.
Accanto a questa, le banche propongono spesso una serie di coperture facoltative, come le polizze vita (Credit Protection Insurance – CPI), le assicurazioni sulla perdita del lavoro o contro gli infortuni. Queste polizze tutelano il mutuatario e la sua famiglia, ma la loro sottoscrizione non può essere imposta come condizione per ottenere il finanziamento. È proprio su queste coperture che si concentrano le pratiche commerciali più aggressive, trasformando un’opportunità di protezione in un vincolo costoso e non richiesto. Una guida completa sulle assicurazioni per il mutuo può aiutare a comprendere meglio obblighi, costi e tutele.
Una pratica commerciale scorretta: perché?
La vendita forzata di polizze assicurative contestualmente a un mutuo è considerata una pratica commerciale scorretta perché limita in modo significativo la libertà di scelta del consumatore. Questa strategia, definita “tying”, sfrutta la posizione di debolezza del cliente, che, pur di ottenere il finanziamento desiderato, si sente costretto ad accettare condizioni aggiuntive sfavorevoli. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è intervenuta più volte, sanzionando numerosi istituti di credito per aver esercitato un’indebita pressione sui consumatori. La condotta contestata consiste nel far credere che la sottoscrizione della polizza della banca sia un requisito indispensabile per l’approvazione della pratica di mutuo, senza informare adeguatamente sulla natura facoltativa del prodotto o sulla possibilità di reperirne uno alternativo sul mercato.
Questa imposizione di fatto viola i principi di trasparenza e correttezza sanciti dal Codice del Consumo. Le autorità di vigilanza, come l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) e la Banca d’Italia, hanno ribadito che gli intermediari devono presentare le informazioni in modo chiaro, distinguendo i prodotti obbligatori da quelli facoltativi e specificando sempre il diritto del cliente a scegliere una compagnia assicurativa esterna. L’abbinamento sistematico, con indici di penetrazione delle polizze interne superiori all’80%, è stato considerato dalle autorità un chiaro segnale di pratiche potenzialmente aggressive.
Il quadro normativo: cosa dice la legge
La normativa italiana ed europea è chiara nel tutelare il consumatore dalle pratiche di vendita abbinata. Il Decreto Legge “Crescita 2.0” (D.L. 1/2012) stabilisce che la banca non può obbligare il cliente a sottoscrivere una polizza vita o danni contestualmente al mutuo. L’istituto di credito è tenuto a sottoporre al cliente almeno due preventivi di compagnie assicurative non direttamente collegate alla banca stessa. Questo obbligo mira a garantire una reale comparazione e a stimolare la concorrenza. Se il cliente presenta una polizza esterna che possiede le caratteristiche minime richieste dalla banca, quest’ultima è obbligata ad accettarla senza modificare le condizioni offerte per il mutuo.
L’IVASS ha ulteriormente rafforzato queste tutele con specifici regolamenti, imponendo agli intermediari di fornire una documentazione precontrattuale chiara e completa (come il DIP, Documento Informativo Precontrattuale). Inoltre, la direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (IDD), recepita in Italia, pone al centro le esigenze del cliente, obbligando i distributori a non condizionare la concessione di un finanziamento alla stipula di coperture non obbligatorie. La legge prevede anche un diritto di recesso: il consumatore ha 60 giorni di tempo dalla stipula del contratto di finanziamento per recedere dalla polizza assicurativa abbinata, senza alcuna penalità.
L’impatto economico sul mutuo: un costo nascosto
L’imposizione di una polizza della banca può avere un impatto economico notevole sul costo totale del mutuo. Le coperture offerte dagli istituti di credito sono spesso molto più costose rispetto a quelle reperibili sul mercato assicurativo indipendente. Questa differenza di prezzo si traduce in un esborso maggiore per il mutuatario, che va a gonfiare il Costo Totale del Credito. È fondamentale che questo costo sia correttamente incluso nel calcolo del TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), l’indicatore che permette di confrontare la reale convenienza di diverse offerte di finanziamento. Per capire meglio la differenza tra i vari indicatori di costo, è utile leggere la guida su TAN e TAEG, che svela il costo reale del mutuo.
Un altro aspetto critico riguarda la modalità di pagamento del premio. Spesso le banche propongono un “premio unico anticipato”, il cui importo viene finanziato insieme al capitale del mutuo. Questo significa che il cliente non solo paga una polizza più cara, ma paga anche gli interessi su di essa per tutta la durata del finanziamento. Questa pratica, se non gestita con trasparenza, può rasentare l’anatocismo, ovvero il calcolo di interessi su altri interessi. Confrontare più preventivi e scegliere una polizza con pagamento a premio annuo può portare a un risparmio significativo, alleggerendo il peso complessivo del debito e garantendo una maggiore flessibilità.
Come riconoscere e difendersi dalla pratica scorretta
Riconoscere un tentativo di vendita forzata è il primo passo per tutelarsi. Presta attenzione a segnali di allarme come un consulente bancario che rimane vago sulla natura obbligatoria della polizza, che lega esplicitamente l’approvazione del mutuo alla firma dell’assicurazione o che si mostra restio a fornire preventivi alternativi. Se ti viene detto che “senza questa polizza, la pratica non va avanti” o che “con la nostra assicurazione le condizioni del mutuo sono migliori”, è probabile che tu sia di fronte a una pressione commerciale indebita. La trasparenza non è un’opzione, ma un obbligo: prima di firmare qualsiasi documento, è cruciale aver compreso ogni dettaglio, come spiegato nella guida all’atto di mutuo.
Per difenderti, agisci con metodo. Chiedi esplicitamente se la polizza proposta è obbligatoria per legge o se è una condizione commerciale imposta dalla banca. Esigi sempre la documentazione precontrattuale (DIP assicurativo e SECCI/PIES per il mutuo) per analizzare costi e condizioni con calma. Comunica chiaramente l’intenzione di reperire un preventivo esterno e confronta le offerte. Una volta trovata una polizza alternativa valida, presentala alla banca. Ricorda che hai il diritto di scegliere liberamente la copertura assicurativa più adatta e conveniente per te.
Cosa fare se la banca rifiuta una polizza esterna
Nel caso in cui la banca dovesse rifiutare una polizza esterna che rispetta i requisiti minimi richiesti, o continuare a insistere per la sottoscrizione del proprio prodotto, è importante non arrendersi e far valere i propri diritti. Il primo passo è formalizzare la propria posizione attraverso un reclamo scritto da inviare all’Ufficio Reclami dell’istituto di credito tramite PEC o raccomandata A/R. La banca ha l’obbligo di rispondere entro termini precisi. Se la risposta non arriva o è insoddisfacente, è possibile rivolgersi gratuitamente all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), un organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie che può prendere decisioni vincolanti per l’intermediario.
Contemporaneamente, è opportuno segnalare la pratica commerciale scorretta alle autorità competenti. Una segnalazione all’IVASS (per le questioni prettamente assicurative) e all’AGCM (per la violazione delle norme sulla concorrenza e la tutela del consumatore) può contribuire a far luce sul comportamento dell’istituto e a innescare un’indagine. Queste segnalazioni sono fondamentali non solo per risolvere il proprio caso, ma anche per proteggere altri consumatori dalla stessa condotta. In situazioni particolarmente complesse, il supporto di un’associazione di consumatori o di un legale specializzato può rivelarsi decisivo.
Conclusioni

La stipula di un mutuo è un passo fondamentale, e affrontarlo con la giusta preparazione fa tutta la differenza. La pratica delle polizze abbinate in modo forzato è un ostacolo che limita la libertà del consumatore e gonfia inutilmente i costi, ma non è insormontabile. La chiave per superarlo è la conoscenza: sapere distinguere tra la polizza obbligatoria incendio e scoppio e le coperture facoltative, essere consapevoli del proprio diritto di scegliere liberamente sul mercato e conoscere gli strumenti di tutela a disposizione. Le normative italiane ed europee, insieme all’operato di autorità come AGCM e IVASS, forniscono una solida base per difendersi. Non bisogna mai sentirsi in una posizione di debolezza di fronte alla banca. Confrontare, chiedere, documentarsi e, se necessario, reclamare sono azioni che trasformano un semplice richiedente in un consumatore consapevole e protagonista delle proprie scelte finanziarie.
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Domande frequenti

No, la banca non può obbligarti a sottoscrivere la polizza che propone per concederti il mutuo. Questa pratica è considerata scorretta. L’unica assicurazione obbligatoria per legge è quella contro incendio e scoppio sull’immobile. Hai il diritto di scegliere liberamente sul mercato una polizza con garanzie equivalenti o superiori a quelle richieste dalla banca. L’istituto di credito è tenuto ad accettarla senza modificare le condizioni del mutuo.
Oltre alla polizza obbligatoria per legge contro incendio e scoppio, le banche propongono spesso coperture facoltative. Le più comuni sono le polizze sulla vita (TCM – Temporanea Causa Morte) e le polizze a protezione del credito (PPI – Payment Protection Insurance), che possono coprire eventi come invalidità, malattia grave o perdita del lavoro. Queste polizze servono a garantire il pagamento del debito residuo in caso di imprevisti gravi, proteggendo sia il debitore che la banca.
Sì, è possibile cambiare la polizza. Per i nuovi contratti, generalmente si hanno 30 giorni per esercitare il diritto di recesso, inviando una comunicazione formale alla compagnia assicurativa. Anche dopo questo periodo, è possibile disdire la polizza della banca e sostituirla con una più conveniente, a patto di mantenere le coperture minime richieste. Inoltre, se estingui o trasferisci il mutuo (surroga), hai diritto al rimborso della parte di premio assicurativo già pagato ma non goduto.
Per trovare un’alternativa vantaggiosa, confronta i preventivi di diverse compagnie assicurative, non solo quelli proposti dalla banca. Valuta attentamente non solo il prezzo, ma anche le garanzie offerte, i massimali, le franchigie e le esclusioni. Assicurati che la nuova polizza rispetti i requisiti minimi indicati dalla banca nel documento informativo. Puoi rivolgerti a broker assicurativi o utilizzare comparatori online per avere una visione più ampia del mercato e scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze.
Se la banca continua a fare pressione per farti sottoscrivere la sua polizza, puoi segnalare il comportamento. In primo luogo, presenta un reclamo scritto direttamente alla banca. Se la risposta non è soddisfacente o non arriva, puoi rivolgerti all’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) per le questioni assicurative e all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) per le controversie con la banca. Nei casi più gravi, è possibile anche fare una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per pratica commerciale scorretta.