Immagina il tuo sito web come un grande palazzo ricco di stanze, alcune pubbliche e altre private. Come ti assicuri che i visitatori, specialmente quelli automatici come i robot dei motori di ricerca, esplorino solo le aree giuste? Qui entra in gioco il file robots.txt, un semplice file di testo che agisce come il “receptionist” del tuo dominio, fornendo indicazioni chiare ai crawler su quali percorsi possono seguire e quali invece devono ignorare. La sua corretta configurazione è un passo fondamentale, spesso sottovalutato, per una strategia SEO efficace e per una gestione intelligente delle risorse del server.
Questo strumento, parte del Protocollo di Esclusione Robot (REP), non è un obbligo, ma una potente indicazione che i principali motori di ricerca come Google rispettano scrupolosamente. Saperlo utilizzare significa guidare i bot verso i contenuti più importanti, ottimizzare il tempo che dedicano al tuo sito e proteggere le aree riservate. In un contesto europeo attento alla privacy come quello definito dal GDPR, e in un mercato italiano che bilancia tradizione e innovazione, padroneggiare il robots.txt è un segno di professionalità e lungimiranza digitale.
In Breve (TL;DR)
Scopri cos’è il file robots.txt, a cosa serve e come configurarlo correttamente per guidare i crawler dei motori di ricerca e ottimizzare la SEO del tuo sito.
Imparerai a configurarlo per comunicare efficacemente con i motori di ricerca, ottimizzando così la scansione e l’indicizzazione del tuo sito.
Scopri come creare e impostare direttive efficaci per migliorare l’indicizzazione e la SEO del tuo sito web.
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Cos’è il file robots.txt e perché è importante
Il file robots.txt è un documento di testo (.txt) che si inserisce nella cartella principale (root) di un sito web. La sua funzione è quella di fornire direttive ai crawler dei motori di ricerca, detti anche robot o spider, indicando quali sezioni del sito possono essere scansionate e quali no. Sebbene non possa obbligare legalmente un crawler a seguire le sue istruzioni, i bot “buoni”, come Googlebot, Bingbot e altri, lo rispettano. In assenza di questo file, i motori di ricerca presumono di poter esplorare l’intero sito.
La sua importanza strategica per la SEO è enorme. Prima di tutto, permette di ottimizzare il crawl budget, ovvero la quantità di risorse e tempo che Google dedica alla scansione di un sito. Evitando che i bot sprechino tempo su pagine irrilevanti o duplicate (come aree di amministrazione, risultati di ricerca interni o versioni di staging), si concentra la loro attenzione sui contenuti di valore, favorendone una più rapida indicizzazione. Inoltre, aiuta a prevenire l’indicizzazione di contenuti duplicati e a proteggere sezioni non pubbliche, contribuendo a una migliore salute generale del sito.
Come funziona il file robots.txt
Il funzionamento del robots.txt si basa su un protocollo semplice e diretto. Quando un crawler visita un sito, la prima cosa che fa è cercare il file all’indirizzo `www.tuosito.it/robots.txt`. Se lo trova, ne legge il contenuto per capire le “regole della casa” prima di iniziare la scansione. Il file è strutturato in gruppi di direttive, ognuno dei quali si rivolge a uno specifico user-agent (il nome identificativo del crawler) e stabilisce le regole di accesso tramite comandi come Disallow (non consentire) e Allow (consentire).
Ogni gruppo di regole inizia specificando a quale bot si rivolge (ad esempio, `User-agent: Googlebot`) o a tutti indistintamente (`User-agent: *`). Subito dopo, le direttive `Disallow` elencano i percorsi che il bot non deve visitare. È importante notare che il robots.txt gestisce la scansione, non l’indicizzazione. Una pagina bloccata via robots.txt potrebbe comunque apparire nei risultati di ricerca se riceve link da altre pagine web, anche se con la dicitura “Nessuna informazione disponibile per questa pagina”.
Sintassi di base: le direttive principali
La sintassi del file robots.txt è essenziale per comunicare efficacemente con i crawler. Le direttive sono poche e precise, e ogni regola deve essere scritta su una riga separata.
- User-agent: Questa direttiva specifica il crawler a cui si applicano le regole successive. L’asterisco (`*`) è un carattere jolly che si riferisce a tutti i bot. Per istruzioni mirate, si può usare il nome specifico del crawler, come `Googlebot` o `Bingbot`.
- Disallow: Indica le directory o le pagine che il crawler non deve scansionare. Ad esempio, `Disallow: /wp-admin/` impedisce l’accesso alla bacheca di WordPress. Se la direttiva `Disallow` è vuota, significa che non ci sono restrizioni.
- Allow: Funziona in modo opposto a Disallow e viene usata per creare eccezioni. Permette la scansione di un file o una sottodirectory specifica all’interno di una cartella bloccata. Ad esempio, si può bloccare una cartella ma consentire l’accesso a un file JavaScript cruciale al suo interno.
- Sitemap: Sebbene non sia una direttiva di scansione, è una pratica consigliata includere l’URL completo della propria sitemap XML. Questo aiuta i motori di ricerca a scoprire più facilmente tutte le pagine importanti del sito.
- User-agent: Questa direttiva specifica il crawler a cui si applicano le regole successive. L’asterisco (`*`) è un carattere jolly che si riferisce a tutti i bot. Per istruzioni mirate, si può usare il nome specifico del crawler, come `Googlebot` o `Bingbot`.
- Disallow: Indica le directory o le pagine che il crawler non deve scansionare. Ad esempio, `Disallow: /wp-admin/` impedisce l’accesso alla bacheca di WordPress. Se la direttiva `Disallow` è vuota, significa che non ci sono restrizioni.
- Allow: Funziona in modo opposto a Disallow e viene usata per creare eccezioni. Permette la scansione di un file o una sottodirectory specifica all’interno di una cartella bloccata. Ad esempio, si può bloccare una cartella ma consentire l’accesso a un file JavaScript cruciale al suo interno.
- Sitemap: Sebbene non sia una direttiva di scansione, è una pratica consigliata includere l’URL completo della propria sitemap XML. Questo aiuta i motori di ricerca a scoprire più facilmente tutte le pagine importanti del sito.
Un esempio base per consentire la scansione completa a tutti i bot è un file con `User-agent: *` e `Disallow:` vuoto.
- User-agent: Questa direttiva specifica il crawler a cui si applicano le regole successive. L’asterisco (`*`) è un carattere jolly che si riferisce a tutti i bot. Per istruzioni mirate, si può usare il nome specifico del crawler, come `Googlebot` o `Bingbot`.
- Disallow: Indica le directory o le pagine che il crawler non deve scansionare. Ad esempio, `Disallow: /wp-admin/` impedisce l’accesso alla bacheca di WordPress. Se la direttiva `Disallow` è vuota, significa che non ci sono restrizioni.
- Allow: Funziona in modo opposto a Disallow e viene usata per creare eccezioni. Permette la scansione di un file o una sottodirectory specifica all’interno di una cartella bloccata. Ad esempio, si può bloccare una cartella ma consentire l’accesso a un file JavaScript cruciale al suo interno.
- Sitemap: Sebbene non sia una direttiva di scansione, è una pratica consigliata includere l’URL completo della propria sitemap XML. Questo aiuta i motori di ricerca a scoprire più facilmente tutte le pagine importanti del sito.
Un esempio base per consentire la scansione completa a tutti i bot è un file con `User-agent: *` e `Disallow:` vuoto.
Come creare e configurare un file robots.txt
Creare un file robots.txt è un’operazione semplice che non richiede software complessi. È sufficiente un qualsiasi editor di testo base, come Blocco Note su Windows o TextEdit su Mac, per scrivere le direttive. L’importante è salvare il file con il nome esatto robots.txt, tutto in minuscolo, e assicurarsi che la codifica del testo sia UTF-8. È fondamentale che il file venga poi caricato nella directory principale (la cartella “root”) del proprio dominio, in modo che sia accessibile all’URL `https://www.tuosito.it/robots.txt`. Qualsiasi altra posizione lo renderebbe invisibile ai crawler.
Per caricare il file sul server, si possono usare strumenti come un client FTP o il File Manager fornito dal proprio servizio di hosting. Chi utilizza un CMS come WordPress può spesso gestire il file tramite plugin SEO specifici, che ne facilitano la creazione e la modifica senza accesso diretto al server. Una volta creato e caricato, è cruciale testarne il funzionamento. Strumenti come il report sul file robots.txt di Google Search Console permettono di verificare la presenza di errori e di testare se URL specifici sono bloccati correttamente.
Errori comuni da evitare
Una configurazione errata del file robots.txt può causare seri problemi alla visibilità di un sito. Un errore comune è bloccare accidentalmente risorse essenziali come file CSS e JavaScript. Questo impedisce a Google di visualizzare correttamente la pagina, influenzando negativamente la valutazione dell’esperienza utente e, di conseguenza, il posizionamento, soprattutto in relazione ai Core Web Vitals.
Un altro equivoco frequente è usare `Disallow` per impedire l’indicizzazione di una pagina. Il robots.txt blocca la scansione, ma non garantisce la de-indicizzazione. Se una pagina bloccata riceve link esterni, può comunque finire nell’indice di Google. Per escludere una pagina dai risultati di ricerca in modo affidabile, è necessario usare il meta tag `noindex`. Usare `Disallow` e `noindex` sulla stessa pagina è controproducente: se Google non può scansionare la pagina, non vedrà mai il tag `noindex`.
Infine, bisogna prestare attenzione alla sintassi: un errore di battitura, l’uso errato di maiuscole e minuscole (il file è case-sensitive) o una barra (/) mancante o di troppo possono rendere le regole inefficaci o bloccare più di quanto desiderato. Per questo è fondamentale testare sempre le modifiche con strumenti come la Google Search Console.
Il contesto italiano ed europeo: GDPR e buone pratiche
Nel mercato europeo, e in particolare in Italia, la gestione di un sito web non può prescindere dal rispetto delle normative sulla privacy, come il GDPR. Sebbene il robots.txt non sia uno strumento di sicurezza, la sua configurazione può riflettere un approccio responsabile alla gestione dei dati. Ad esempio, bloccare la scansione di directory che potrebbero contenere file con informazioni personali o aree utente non destinate al pubblico è una buona pratica che si allinea allo spirito del GDPR. Questo dimostra un’intenzione chiara di proteggere le aree sensibili, anche se la sicurezza vera e propria deve essere garantita da metodi più robusti come l’autenticazione.
Questo approccio sposa la cultura mediterranea, che valorizza il rispetto delle regole e la protezione della sfera privata (la “tradizione”), con l’esigenza di essere competitivi nel mondo digitale (l’”innovazione”). Un file robots.txt ben strutturato è come una stretta di mano chiara e onesta con i motori di ricerca: definisce i confini, ottimizza le risorse e contribuisce a costruire una presenza online solida e affidabile. È un piccolo dettaglio tecnico che comunica grande professionalità, un equilibrio perfetto tra l’ordine della tradizione e l’efficienza dell’innovazione.
Conclusioni

In conclusione, il file robots.txt è uno strumento tanto semplice quanto potente per la gestione di un sito web. Non è solo un dettaglio tecnico per addetti ai lavori, ma un elemento strategico fondamentale per chiunque desideri ottimizzare la propria presenza online. Una corretta configurazione permette di dialogare efficacemente con i motori di ricerca, guidando i loro crawler verso i contenuti più rilevanti e migliorando l’efficienza della scansione. Questo si traduce in una migliore gestione del crawl budget, una più rapida indicizzazione delle pagine importanti e una solida base per la propria strategia SEO.
Ignorarlo o configurarlo in modo errato può portare a problemi di visibilità e a una cattiva allocazione delle risorse. D’altro canto, padroneggiarne la sintassi e le logiche significa avere un maggiore controllo su come il proprio sito viene percepito e analizzato. In un ecosistema digitale sempre più complesso, dove tradizione e innovazione si incontrano, curare anche gli aspetti apparentemente più piccoli come il robots.txt fa la differenza tra una presenza online amatoriale e una professionale, affidabile e pronta a competere ai massimi livelli.
Domande frequenti

Il file robots.txt è un semplice file di testo che si inserisce nella cartella principale (root) di un sito web. La sua funzione è dare istruzioni ai ‘robot’ dei motori di ricerca, detti anche crawler, su quali pagine o sezioni del sito non devono scansionare. È importante perché aiuta a gestire il modo in cui i motori di ricerca ‘leggono’ il tuo sito, ottimizzando le risorse che dedicano alla scansione (il cosiddetto ‘crawl budget’) e indirizzandoli verso i contenuti più rilevanti.
La direttiva ‘Disallow’ nel file robots.txt impedisce ai crawler di scansionare una pagina, ma non garantisce che non venga indicizzata se è linkata da altre parti del web. In pratica, dici al motore di ricerca di non entrare in una stanza. Il tag ‘noindex’, invece, è un’istruzione inserita direttamente nel codice HTML di una pagina che permette la scansione, ma vieta esplicitamente l’inserimento di quella pagina nei risultati di ricerca. In questo caso, il crawler entra, legge il messaggio ‘non indicizzare’ e se ne va senza aggiungere la pagina al suo indice.
Il file robots.txt deve essere nominato esattamente ‘robots.txt’ (tutto minuscolo) e posizionato nella directory principale (o ‘root’) del tuo sito. Ad esempio, se il tuo sito è ‘www.esempio.com’, il file deve essere accessibile all’indirizzo ‘www.esempio.com/robots.txt’. Se inserito in una sottocartella, i motori di ricerca non lo troveranno e presumeranno che non esista, scansionando l’intero sito.
Le istruzioni nel file robots.txt sono direttive, non comandi obbligatori. I principali motori di ricerca come Google e Bing generalmente rispettano queste regole. Tuttavia, bot meno etici o malevoli (come quelli usati per lo spam o la raccolta di email) possono ignorarle completamente. Per questo, il robots.txt non è uno strumento di sicurezza, ma un protocollo di buona condotta per gestire la scansione da parte dei crawler affidabili.
No, non è obbligatorio, ma è una pratica fortemente consigliata. Indicare la posizione della tua sitemap.xml nel file robots.txt aiuta i motori di ricerca a trovarla più facilmente e a scoprire rapidamente tutte le pagine importanti del tuo sito. Poiché il robots.txt è uno dei primi file che un crawler controlla quando visita un sito, fornire il percorso della sitemap in questo punto ottimizza e velocizza il processo di scansione e indicizzazione.