Nelle nostre case, popolate da un numero crescente di dispositivi elettronici, si nasconde un nemico silenzioso del risparmio: il consumo in standby. Quella piccola luce rossa, apparentemente innocua, che segnala che un apparecchio è pronto all’uso, rappresenta in realtà un costante e inutile assorbimento di energia. Questo “consumo fantasma” moltiplicato per tutti i dispositivi presenti in un’abitazione, 24 ore su 24, si traduce in uno spreco significativo che incide sulla bolletta elettrica e sull’ambiente. Comprendere questo fenomeno è il primo passo per combatterlo efficacemente, adottando strategie mirate che uniscono abitudini consolidate e soluzioni innovative.
Il problema del consumo in standby non è trascurabile. Secondo diverse stime, può rappresentare fino al 10% della bolletta energetica di una famiglia media. L’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) calcola che un singolo apparecchio in standby possa consumare da 1 a 4 watt ogni ora. Se si considera il numero di televisori, decoder, computer, console per videogiochi e piccoli elettrodomestici costantemente collegati alla rete, lo spreco annuale diventa considerevole, potendo costare fino a 152 euro all’anno per nucleo familiare. Questo dispendio non solo appesantisce le finanze domestiche ma contribuisce anche a un aumento delle emissioni di CO2 a livello globale.
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L’impatto dello standby: dai kilowattora agli euro
Per comprendere l’entità dello spreco, è utile tradurre i dati in esempi concreti. Un televisore lasciato in standby per 21 ore al giorno può consumare circa il 40% dell’energia che utilizzerebbe se fosse acceso per 3 ore. Anche un semplice monitor per PC può sprecare fino a 10 kWh all’anno, mentre per una TV si arriva a 50 kWh. Apparecchi come il forno a microonde, con il suo display digitale sempre attivo, possono consumare circa 27 watt all’ora ininterrottamente, e un decoder può assorbire fino a 10 watt in modalità di attesa. Sommando i contributi di tutti i dispositivi, si stima che il consumo medio in standby per ogni abitazione in Europa si attesti intorno ai 305 kWh all’anno, pari a circa l’11% dei consumi elettrici totali di una famiglia.
La consapevolezza di questo costo nascosto è fondamentale. Molti non si rendono conto che anche i caricatori lasciati nella presa, pur senza un dispositivo collegato, continuano ad assorbire energia. Questo flusso energetico costante, sebbene minimo per ogni singolo apparecchio, genera un impatto economico e ambientale non indifferente su larga scala. Affrontare il problema richiede un cambiamento di mentalità e l’adozione di nuove abitudini, un passo necessario per un risparmio energetico concreto e per la tutela delle risorse del pianeta.
Strategie pratiche per azzerare i consumi fantasma
Eliminare o ridurre drasticamente il consumo in standby è più semplice di quanto si pensi e non richiede necessariamente grandi investimenti. La strategia più immediata è quella di spegnere completamente gli apparecchi quando non sono in uso, staccando fisicamente la spina dalla presa. Per semplificare questa operazione, soprattutto quando si tratta di più dispositivi raggruppati (come l’angolo TV con decoder, console e impianto audio), l’uso di ciabatte multipresa con interruttore è una soluzione tanto economica quanto efficace. Con un unico gesto, è possibile interrompere l’alimentazione di tutti gli apparecchi collegati, azzerando i consumi fantasma.
Un’altra abitudine importante riguarda gli elettrodomestici della cucina. Le macchine da caffè espresso, ad esempio, sono tra le più dispendiose in standby e andrebbero sempre spente dopo l’uso. Anche lavastoviglie e lavatrici, se lasciate con lo sportello aperto, in alcuni modelli rimangono in uno stato di pre-accensione che consuma energia. È buona norma, quindi, assicurarsi che siano completamente spente e chiuse. Questi piccoli accorgimenti, integrati nella routine quotidiana, possono portare a una significativa riduzione degli sprechi senza alcun costo aggiuntivo.
Innovazione e tecnologia al servizio del risparmio
Oltre alle buone abitudini, la tecnologia offre soluzioni innovative per combattere lo spreco energetico. Le prese intelligenti (smart plug) rappresentano un’evoluzione delle classiche ciabatte. Questi dispositivi, controllabili tramite app su smartphone, permettono non solo di accendere e spegnere gli apparecchi da remoto, ma anche di programmare orari di spegnimento automatico e di monitorare i consumi in tempo reale. In questo modo, è possibile identificare i dispositivi più energivori e gestire l’alimentazione in modo più efficiente, un passo avanti verso una domotica economica e funzionale.
Esistono anche dispositivi specifici, come gli “standby killer” o “standbystop”, che si collegano tra la presa e l’apparecchio e interrompono automaticamente l’alimentazione quando rilevano che il dispositivo è stato messo in standby tramite telecomando. Sul mercato sono inoltre disponibili elettrodomestici di nuova generazione, spesso certificati da standard come “Energy Star”, progettati per avere un consumo in standby estremamente basso. Investire in elettrodomestici a classe A e ad alta efficienza energetica è una scelta che, nel lungo periodo, si ripaga da sola grazie al risparmio in bolletta.
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La lotta allo spreco energetico è un tema centrale anche a livello normativo. L’Unione Europea, consapevole dell’impatto dei consumi in standby, ha introdotto regolamenti sempre più stringenti in materia di ecodesign. A partire dal 9 maggio 2025, entreranno in vigore nuove norme (Regolamento UE 2023/826) che impongono limiti massimi di consumo ancora più bassi per i dispositivi in modalità spento, standby e standby in rete. Ad esempio, un apparecchio senza display non potrà consumare più di 0,50 watt in standby. Queste misure, estese anche a prodotti come router Wi-Fi e mobili motorizzati, mirano a generare un risparmio di circa 4 TWh all’anno entro il 2030, con una riduzione delle emissioni di CO2 di 1,4 milioni di tonnellate.
In Italia, paese al centro del Mediterraneo, la cultura del risparmio ha radici profonde, storicamente legata a un uso sapiente delle risorse. Questa tradizione si sposa oggi con l’innovazione tecnologica. Iniziative come la “Giornata Nazionale del Risparmio Energetico” testimoniano una crescente sensibilità collettiva. L’approccio mediterraneo all’abitare, che predilige materiali e tecniche costruttive in grado di garantire comfort termico naturale, si integra perfettamente con le moderne strategie di efficienza energetica. L’eliminazione dello standby diventa così un tassello di un mosaico più ampio, che unisce la saggezza del passato con le opportunità del futuro per uno stile di vita più sostenibile.
Conclusioni
Il consumo degli apparecchi in standby rappresenta uno spreco energetico silenzioso ma significativo, con un impatto tangibile sulle bollette delle famiglie italiane e sull’ambiente. Tuttavia, combattere questo “nemico invisibile” è possibile e alla portata di tutti. Adottare semplici abitudini, come spegnere completamente i dispositivi e utilizzare ciabatte con interruttore, costituisce il primo passo fondamentale. A queste pratiche tradizionali si affiancano soluzioni innovative come le prese intelligenti e gli elettrodomestici a basso consumo, che la tecnologia mette a disposizione per una gestione più efficiente dell’energia domestica. Le nuove e più severe normative europee spingono ulteriormente il mercato verso prodotti più sostenibili. Integrare queste strategie nella nostra quotidianità non significa solo alleggerire la bolletta, ma anche abbracciare una cultura della sostenibilità, contribuendo attivamente alla salvaguardia delle risorse del nostro pianeta.
Domande frequenti

Cosa si intende esattamente per consumo in standby?
Il consumo in standby, noto anche come “carico fantasma” o “energia invisibile”, è l’energia elettrica consumata da un apparecchio elettronico quando non è in funzione attiva ma è collegato alla presa di corrente. Questa modalità permette al dispositivo di riattivarsi rapidamente, ad esempio tramite un telecomando. Esempi tipici sono la lucina rossa della televisione, l’orologio digitale del forno a microonde o i decoder che rimangono pronti a ricevere segnali. Anche se il consumo di un singolo dispositivo è basso, la somma di tutti gli apparecchi in standby in un’abitazione può rappresentare fino al 10% della spesa totale in bolletta.
Quali sono gli elettrodomestici che consumano di più in standby?
Non tutti gli apparecchi consumano allo stesso modo in modalità di attesa. Tra i più energivori troviamo i decoder (sia satellitari che digitali terrestri), le console per videogiochi, i computer desktop (che possono arrivare a 10-15W), i modem e router Wi-Fi e i forni a microonde, il cui display può assorbire fino a 27 watt l’ora. Seguono televisori, impianti stereo e macchine da caffè. Anche i caricatori di smartphone e laptop, se lasciati inseriti nella presa dopo la ricarica, continuano a sprecare energia. È importante prestare attenzione a questi dispositivi per massimizzare il risparmio.
Come posso ridurre subito il consumo in standby a casa mia?
Esistono diverse strategie immediate ed efficaci. La più semplice è staccare la spina degli apparecchi che non si usano frequentemente. Per i dispositivi usati quotidianamente, come TV e computer, una soluzione pratica è collegarli a una ciabatta multipresa con interruttore: in questo modo è possibile spegnerli tutti contemporaneamente con un solo gesto. Un’altra buona abitudine è spegnere completamente apparecchi come la macchina del caffè e il router Wi-Fi durante la notte o quando si è fuori casa per lunghi periodi. L’utilizzo di prese smart programmabili può ulteriormente automatizzare questo processo, garantendo un risparmio costante senza sforzo.
Le nuove normative europee elimineranno il problema dello standby?
Le nuove normative europee, che entreranno in vigore a partire da maggio 2025, rappresentano un passo importante per ridurre drasticamente il problema, ma non lo elimineranno del tutto. Il Regolamento (UE) 2023/826 impone limiti di consumo molto più severi per i nuovi prodotti immessi sul mercato. Ad esempio, il consumo in modalità standby per apparecchi senza display non dovrà superare 0,50 watt. Sebbene questo ridurrà significativamente lo spreco dei futuri elettrodomestici, non avrà effetto sui milioni di dispositivi già presenti nelle case. Pertanto, le buone abitudini e le strategie di risparmio attivo da parte dei consumatori rimarranno fondamentali per azzerare completamente i consumi fantasma.
Domande frequenti

Il consumo in standby, o “carico fantasma”, può incidere fino al 10% sulla bolletta elettrica annuale di una famiglia. Secondo le stime, per una famiglia tipo italiana con consumi medi, questo spreco si traduce in una spesa che può arrivare a circa 135 euro all’anno. Questo costo deriva dal fatto che molti apparecchi, anche se apparentemente spenti, continuano a consumare energia per mantenere attive funzioni come l’orologio, i sensori per il telecomando o la connessione di rete.
Non tutti gli apparecchi pesano allo stesso modo. Tra i più energivori in modalità standby troviamo i condizionatori, che possono consumare da 2 fino a 80 watt/ora. Seguono il forno a microonde (fino a 27 watt/ora), computer e decoder (fino a 15 watt/ora ciascuno) e le macchinette del caffè (8-15 watt/ora). Anche i caricabatterie lasciati nella presa senza dispositivo collegato contribuiscono allo spreco, consumando fino a 4 watt/ora.
Una delle soluzioni più efficaci è utilizzare multiprese (ciabatte) con interruttore. Con un solo gesto, è possibile togliere completamente l’alimentazione a più dispositivi contemporaneamente, come il gruppo TV, decoder e console. Un’alternativa tecnologicamente più avanzata sono le prese intelligenti (smart plug), che permettono di programmare accensione e spegnimento degli apparecchi o di controllarli a distanza tramite app su smartphone, eliminando i consumi superflui senza sforzo.
Sì, le prese intelligenti sono uno strumento molto efficace. Permettono non solo di spegnere e accendere i dispositivi da remoto tramite un’app, ma anche di programmare orari specifici per l’interruzione totale della corrente. In questo modo, si può facilmente eliminare il consumo in standby durante la notte o quando si è fuori casa. Molte smart plug offrono anche funzioni di monitoraggio, aiutando a identificare quali apparecchi consumano di più e a ottimizzare ulteriormente il risparmio energetico.
Sì, l’Unione Europea ha stabilito delle norme precise attraverso i regolamenti sull’Ecodesign. A partire dal 9 maggio 2025, sono entrati in vigore limiti di consumo più stringenti per i prodotti venduti nell’UE. Ad esempio, un apparecchio in modalità “spento” non può consumare più di 0,30 watt, mentre in modalità “standby” il limite è di 0,50 watt (1,00 watt se con display attivo). Queste misure mirano a ridurre gli sprechi energetici a livello europeo, spingendo i produttori a realizzare dispositivi sempre più efficienti.