Tasso Fisso o Variabile: La Guida Definitiva alla Scelta Giusta

Tasso fisso o variabile? Scopri quale conviene con la nostra guida definitiva. Analizziamo pro, contro e scenari per aiutarti a fare la scelta giusta per il tuo mutuo.

In Breve (TL;DR)

Scegliere tra un mutuo a tasso fisso e uno a tasso variabile è una decisione fondamentale: questa guida completa analizza pro, contro e scenari per aiutarti a fare la scelta più giusta per te.

Attraverso un’analisi dettagliata di scenari, pro e contro, ti guideremo nella scelta più in linea con le tue esigenze e la tua propensione al rischio.

Analizzeremo scenari, vantaggi e svantaggi per aiutarti a identificare la soluzione più in linea con il tuo profilo e i tuoi obiettivi finanziari.

La scelta del mutuo per l’acquisto di una casa è una delle decisioni finanziarie più importanti nella vita di una persona, un crocevia che unisce tradizione e futuro. In un contesto come quello italiano, fortemente ancorato al valore della proprietà immobiliare ma al contempo inserito nelle dinamiche del mercato europeo, la domanda cruciale è sempre la stessa: meglio un tasso fisso o un tasso variabile? La risposta non è mai univoca e dipende da una moltitudine di fattori personali, economici e culturali. Questa guida si propone di esplorare in profondità le due opzioni, analizzando pro e contro, per offrire a ogni lettore, indipendentemente dall’età e dalla situazione lavorativa, gli strumenti per una scelta consapevole e informata.

Comprendere la differenza tra queste due tipologie di tasso è il primo passo fondamentale per navigare il complesso mondo dei mutui. Il tasso fisso offre la certezza di una rata costante per tutta la durata del finanziamento, mentre il tasso variabile lega l’importo della rata alle fluttuazioni dei mercati finanziari. Entrambe le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi che devono essere attentamente ponderati in relazione al proprio profilo di rischio, alle proprie aspettative future e all’attuale congiuntura economica. La decisione finale plasmerà l’impegno finanziario per molti anni a venire, influenzando bilanci familiari e progetti di vita.

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Bivio con due percorsi: uno rettilineo simboleggia il tasso fisso, l'altro ondulato rappresenta l'incertezza del tasso variab
La scelta tra un mutuo a tasso fisso o variabile è un passo fondamentale. Questa guida ti aiuta a comprendere le differenze per una decisione informata e sicura.

Il Tasso Fisso: La Via della Sicurezza e della Tradizione

Il mutuo a tasso fisso è la scelta prediletta da chi cerca stabilità e prevedibilità. Il suo funzionamento è semplice: il tasso di interesse viene stabilito al momento della stipula del contratto e rimane invariato per l’intera durata del piano di ammortamento. Questo significa che l’importo della rata mensile sarà sempre lo stesso, permettendo una pianificazione finanziaria precisa e senza sorprese. La tranquillità di conoscere fin da subito il costo totale del finanziamento e l’esatto importo di ogni singola rata è un vantaggio psicologico non indifferente, specialmente in una cultura, come quella mediterranea, che spesso predilige la cautela nella gestione dei risparmi.

Il tasso di interesse di un mutuo a tasso fisso è determinato dalla somma di due elementi: l’indice Eurirs (Euro Interest Rate Swap) e lo spread. L’Eurirs è un tasso interbancario che riflette le aspettative sull’andamento futuro dei tassi di interesse e la sua quotazione varia in base alla durata del mutuo. Lo spread, invece, rappresenta il margine di guadagno della banca e viene fissato nel contratto. Il vantaggio principale è la protezione totale contro eventuali rialzi dei tassi di mercato. Tuttavia, questo scudo ha un costo: in genere, i tassi fissi partono da un livello più alto rispetto ai variabili e non permettono di beneficiare di eventuali riduzioni del costo del denaro.

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Il Tasso Variabile: Flessibilità e Scommessa sul Futuro

Il mutuo a tasso variabile è una soluzione dinamica, legata all’andamento degli indici finanziari. Il suo tasso di interesse si aggiorna a scadenze predefinite (solitamente ogni mese o tre mesi) e, di conseguenza, anche la rata può aumentare o diminuire. Il parametro di riferimento più utilizzato è l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate), che rappresenta il tasso medio a cui le principali banche europee si scambiano denaro. Al valore dell’Euribor, la banca aggiunge il proprio spread per determinare il tasso finale applicato al cliente. Questa opzione è spesso vista come una forma di innovazione finanziaria, adatta a chi ha una maggiore propensione al rischio.

Il principale vantaggio del tasso variabile è la possibilità di beneficiare di un tasso iniziale più basso rispetto al fisso e di veder diminuire la propria rata in periodi di calo del costo del denaro. Ciò può tradursi in un notevole risparmio nel corso del tempo. D’altro canto, il rischio è speculare: in caso di rialzo dei tassi di mercato, la rata aumenterà, incidendo sulla sostenibilità del bilancio familiare. Per questo motivo, il variabile è consigliato a chi ha una solida situazione economica, un reddito flessibile o prevede di estinguere il mutuo in un orizzonte temporale più breve, potendo così sopportare meglio eventuali fluttuazioni.

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Fattori Chiave che Influenzano la Scelta

La decisione tra tasso fisso e variabile non può prescindere da un’attenta analisi del contesto economico e delle politiche monetarie. Le decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) sui tassi di riferimento hanno un impatto diretto e significativo sia sull’Euribor che sull’Eurirs. Periodi di tassi in calo, come quelli seguiti alle recenti politiche espansive della BCE, rendono il tasso variabile particolarmente attraente. Al contrario, in fasi di incertezza economica o di previsti rialzi per contenere l’inflazione, il tasso fisso diventa un’ancora di salvezza per molti mutuatari.

Oltre al contesto di mercato, è essenziale valutare la propria situazione personale. La propensione al rischio è un fattore determinante: chi preferisce dormire sonni tranquilli opterà per la certezza del fisso. Chi invece ha una buona capacità di risparmio e non teme le oscillazioni del mercato può trovare nel variabile un’opportunità. Anche la durata del mutuo è rilevante: su periodi lunghi (25-30 anni), l’incertezza aumenta, spingendo molti verso la stabilità del fisso. Infine, è importante considerare il proprio reddito e la sua stabilità, nonché la possibilità di pianificare spese future senza l’incognita di una rata che potrebbe aumentare. Per chi è all’inizio del percorso, una guida completa al mutuo prima casa può offrire ulteriori spunti di riflessione.

Scopri di più →

Il Profilo del Mutuatario: A Chi Conviene il Fisso e a Chi il Variabile

Il mutuatario ideale per il tasso fisso è una persona o una famiglia che mette la sicurezza al primo posto. Tipicamente, si tratta di lavoratori dipendenti con uno stipendio stabile, giovani coppie che affrontano il loro primo grande investimento o chiunque desideri pianificare con esattezza le proprie uscite mensili per l’intera durata del finanziamento. Questa scelta è particolarmente saggia quando la rata del mutuo rappresenta una porzione significativa del reddito familiare e un suo eventuale aumento potrebbe creare difficoltà. La tradizione italiana, che vede la casa come un bene rifugio da tramandare, si sposa perfettamente con la filosofia del tasso fisso: una base solida e immutabile su cui costruire il proprio futuro.

Il profilo adatto al tasso variabile è invece quello di un mutuatario con una maggiore flessibilità finanziaria e una buona conoscenza dei mercati. Potrebbe trattarsi di un professionista con un reddito in crescita, di chi ha un orizzonte temporale del mutuo più breve o di chi dispone di un capitale tale da poter fronteggiare senza ansia eventuali aumenti della rata. Questa opzione è premiante in scenari di tassi calanti e per chi è disposto a “scommettere” su un andamento favorevole dell’economia. È fondamentale, per chi sceglie il variabile, avere la disciplina di monitorare il mercato e, eventualmente, essere pronti a considerare opzioni come la surroga del mutuo per passare a un tasso fisso qualora le condizioni diventassero sfavorevoli.

Oltre il Dilemma: Le Soluzioni Ibride

Il mercato dei mutui, in un’ottica di continua innovazione, offre anche soluzioni intermedie che cercano di combinare i vantaggi delle due tipologie principali. Il mutuo a tasso misto, ad esempio, permette di passare da fisso a variabile (o viceversa) a scadenze predeterminate nel contratto, offrendo una flessibilità strategica. Un’altra opzione molto interessante è il mutuo a tasso variabile con CAP (Capped Rate), che stabilisce un tetto massimo (il “cap”, appunto) oltre il quale il tasso non può salire. Questa formula consente di beneficiare dei ribassi del mercato, ponendo però un limite al rischio di rialzi eccessivi, rappresentando un ottimo compromesso tra sicurezza e opportunità.

Esiste anche il mutuo a tasso variabile con rata costante, una formula meno comune ma ingegnosa. In questo caso, l’importo della rata mensile rimane fisso, ma a variare è la durata complessiva del piano di ammortamento. Se i tassi di interesse scendono, la durata del mutuo si accorcia; se salgono, si allunga. Questa soluzione permette di avere la certezza della spesa mensile, tipica del fisso, pur essendo legati a un tasso variabile. La scelta di queste opzioni ibride richiede un’analisi ancora più attenta delle condizioni contrattuali, ma può rappresentare la sintesi perfetta tra la tradizionale ricerca di stabilità e la moderna esigenza di flessibilità. Prima di firmare, è sempre consigliabile approfondire ogni dettaglio dell’atto di mutuo.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

La scelta tra tasso fisso e tasso variabile è una decisione profondamente personale, che riflette non solo proiezioni economiche ma anche inclinazioni caratteriali e progetti di vita. Non esiste una risposta universalmente corretta, ma solo la soluzione più adatta al singolo individuo nel preciso momento storico in cui si accinge a compiere questo passo. Il tasso fisso rimane il baluardo della sicurezza, ideale per chi cerca stabilità e desidera proteggersi dalle incertezze future, in linea con un approccio prudente e tradizionale. Il tasso variabile, d’altro canto, rappresenta un’opportunità per chi ha una maggiore tolleranza al rischio e desidera scommettere su un andamento favorevole dei mercati, potendo beneficiare di un risparmio potenziale. Le soluzioni ibride, come il tasso misto o il variabile con CAP, offrono un’innovativa via di mezzo, cercando di mitigare i rischi senza rinunciare completamente alle opportunità. L’informazione è la chiave: comprendere a fondo i meccanismi, valutare onestamente la propria situazione finanziaria e, se necessario, affidarsi a consulenti esperti, permette di trasformare un dilemma complesso in una scelta consapevole e serena, ponendo le basi per un futuro finanziario solido.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
In parole semplici, è meglio un mutuo a tasso fisso o variabile?

Non esiste una risposta valida per tutti, la scelta dipende dalle tue esigenze e dalla tua propensione al rischio. Il tasso fisso offre una rata costante per tutta la durata del mutuo, garantendo sicurezza e prevedibilità delle spese. È ideale se preferisci la stabilità e hai un reddito costante. Il tasso variabile, invece, ha una rata che può cambiare nel tempo seguendo l’andamento dei mercati finanziari. Solitamente parte con un tasso più basso rispetto al fisso, ma ti espone al rischio di aumenti futuri. È un’opzione per chi ha una buona stabilità economica e può sostenere eventuali rincari della rata.

Quando dovrei scegliere un mutuo a tasso fisso?

Il mutuo a tasso fisso è la scelta giusta se la tua priorità è la sicurezza. Sapere che la rata non cambierà mai ti permette di pianificare le finanze familiari senza sorprese, proteggendoti da eventuali aumenti dei tassi di interesse. È particolarmente indicato per finanziamenti di lunga durata (superiori ai 20 anni) e quando le previsioni indicano un possibile rialzo del costo del denaro. Se hai un reddito stabile e non vuoi correre rischi, il fisso rappresenta la soluzione più prudente.

In quali situazioni conviene il tasso variabile?

Il tasso variabile è conveniente se sei disposto ad accettare un certo grado di incertezza per beneficiare di una rata iniziale più bassa e di possibili futuri ribassi dei tassi. È una scelta adatta a chi ha una situazione finanziaria solida, capace di assorbire eventuali aumenti della rata senza difficoltà. Inoltre, può essere vantaggioso per mutui di breve durata, dove il rischio di subire forti rialzi per un lungo periodo è più contenuto. Se hai una buona propensione al rischio e vuoi provare a risparmiare seguendo l’andamento del mercato, il variabile può essere l’opzione per te.

Posso cambiare idea e passare da un tasso variabile a uno fisso?

Sì, è possibile passare da un tasso variabile a uno fisso. La soluzione più comune e gratuita è la surroga, che consiste nel trasferire il proprio mutuo presso un’altra banca che offre condizioni migliori, incluso il cambio di tipologia di tasso. In alternativa, si può provare a rinegoziare le condizioni con la propria banca, anche se l’istituto di credito non è obbligato ad accettare. In alcuni periodi, leggi specifiche, come la Legge di Bilancio 2023, hanno introdotto la possibilità di rinegoziare con la propria banca a condizioni agevolate per determinate categorie di mutuatari.

Cosa fa aumentare o diminuire la rata del mio mutuo a tasso variabile?

La rata di un mutuo a tasso variabile cambia in base alle oscillazioni di un indice di riferimento, che nella maggior parte dei casi in Europa è l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate). A questo indice, la banca aggiunge uno ‘spread’, che è il suo guadagno fisso. L’Euribor, a sua volta, è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE), dalle condizioni generali dell’economia e dall’inflazione. Se la BCE alza i tassi per contrastare l’inflazione, l’Euribor tende a salire e, di conseguenza, la tua rata aumenta; viceversa, quando i tassi scendono, la rata si riduce.