Diventare insegnante di sostegno nella scuola secondaria di primo grado è un percorso che unisce vocazione e alta formazione. Il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) Sostegno rappresenta la via maestra per acquisire le competenze necessarie a supportare gli alunni con disabilità, promuovendo un’autentica cultura dell’inclusione. Questo cammino, sebbene impegnativo, apre le porte a una professione di cruciale importanza nel sistema scolastico italiano ed europeo. Comprendere i requisiti di accesso, la struttura delle prove selettive e i costi associati è il primo passo per chiunque desideri intraprendere questa carriera, bilanciando la tradizione pedagogica mediterranea con le più moderne strategie didattiche innovative.
L’insegnante di sostegno non è una figura dedicata esclusivamente all’alunno con disabilità, ma una risorsa per l’intera classe. Il suo ruolo è quello di facilitare l’integrazione, personalizzare l’apprendimento e collaborare con gli altri docenti per creare un ambiente educativo che valorizzi le differenze. La specializzazione ottenuta tramite il TFA è, quindi, un titolo professionalizzante che certifica competenze specifiche e indispensabili. Affrontare questo percorso richiede dedizione e una preparazione mirata, a partire dalla conoscenza approfondita delle tappe che conducono all’abilitazione, un traguardo fondamentale per l’inserimento stabile nel mondo della scuola.
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Clicca qui per iscrivertiSuperare le prove del TFA Sostegno per la scuola secondaria di primo grado richiede una preparazione mirata e strategica. Non lasciare nulla al caso: scopri i percorsi formativi e gli strumenti più efficaci per massimizzare il tuo punteggio e conquistare l’abilitazione.

Chi può accedere al TFA Sostegno per la scuola secondaria di primo grado
L’accesso al percorso di specializzazione per il sostegno nella scuola secondaria di primo grado è regolamentato da requisiti precisi. I candidati devono possedere un titolo di studio che dia accesso a una classe di concorso per questo grado di scuola. Nello specifico, è richiesta un’abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure una laurea magistrale o a ciclo unico. Questo titolo deve essere coerente con le classi di concorso vigenti e completo di tutti i Crediti Formativi Universitari (CFU) necessari per l’insegnamento. Anche i diplomi che danno accesso alle classi di concorso per Insegnante Tecnico Pratico (ITP) sono considerati validi. Non è invece più richiesto il possesso dei 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche.
Esistono inoltre delle categorie che beneficiano di un accesso agevolato. Una quota di posti, pari al 35%, è riservata ai docenti che hanno prestato almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni, purché in possesso del titolo di studio valido per l’insegnamento. Questi candidati, se il loro numero non supera la quota riservata, accedono direttamente al corso. Qualora le domande eccedano i posti, le università stilano una graduatoria basata su titoli specifici. Sono inoltre esonerati dalla prova preselettiva, accedendo direttamente alla prova scritta, i candidati con un’invalidità pari o superiore al 66% e coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio su posto di sostegno.
Il percorso di selezione: le tre prove da superare
Per ottenere la specializzazione sul sostegno è necessario superare un rigoroso processo di selezione articolato in tre fasi: un test preselettivo, una prova scritta e una prova orale. Ogni fase è propedeutica alla successiva e mira a verificare le diverse competenze del candidato. Il superamento di tutte le prove è indispensabile per potersi immatricolare al corso di specializzazione presso l’università scelta. Questo percorso selettivo garantisce che solo i candidati più preparati e motivati possano accedere alla formazione, un passo cruciale per diventare un professionista qualificato nel campo dell’inclusione scolastica e per avere successo nel successivo concorso per docenti della scuola secondaria.
Il test preselettivo
La prima barriera da superare è il test preselettivo, una prova a risposta multipla che si svolge a livello nazionale. Il test è composto da 60 quesiti con cinque opzioni di risposta, di cui solo una corretta. I candidati hanno a disposizione due ore per completare la prova. I quesiti sono così ripartiti: almeno 20 sono volti a verificare le competenze linguistiche e la comprensione di testi in lingua italiana, mentre i restanti 40 vertono su competenze specifiche richieste al futuro insegnante di sostegno. Queste includono competenze didattiche, empatia, intelligenza emotiva, creatività, pensiero divergente e competenze giuridico-organizzative relative all’autonomia scolastica. Per superare il test è necessario ottenere un punteggio minimo di 21/30. Il punteggio della preselettiva non viene considerato per la graduatoria finale.
La prova scritta
I candidati che superano il test preselettivo, o che ne sono esonerati, accedono alla prova scritta. Questa fase della selezione è gestita direttamente dalle singole università, che ne definiscono le modalità e i contenuti specifici. Generalmente, la prova consiste in una o più domande a risposta aperta su argomenti inerenti alle competenze richieste per il ruolo di docente di sostegno. Gli argomenti possono spaziare dalle metodologie didattiche inclusive alla psicologia dello sviluppo, dalla normativa sull’inclusione alla progettazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI). In alcuni casi, può essere richiesta la progettazione di un’unità di apprendimento (UDA) o l’analisi di un caso pratico. Anche per la prova scritta, il punteggio minimo per il superamento è fissato a 21/30.
La prova orale
L’ultimo step della selezione è la prova orale, a cui accedono coloro che hanno superato la prova scritta. Anche questo esame è gestito autonomamente dagli atenei. Il colloquio mira a verificare non solo le conoscenze teoriche del candidato, ma anche le sue competenze trasversali, come la capacità di argomentazione, le abilità comunicative e la motivazione personale. Gli argomenti della prova orale sono gli stessi della prova scritta, ma l’interazione diretta permette alla commissione di valutare anche aspetti come l’empatia e la capacità di riflessione critica. Spesso, durante il colloquio, viene chiesto al candidato di discutere le prove precedenti e di presentare un elaborato di approfondimento o un’esperienza di tirocinio. Il superamento della prova orale, con un punteggio minimo di 21/30, determina l’ammissione al corso di specializzazione.
Quanto costa specializzarsi sul sostegno
Affrontare il percorso del TFA Sostegno comporta un investimento economico significativo, che varia notevolmente a seconda dell’università scelta. I costi complessivi includono una tassa di iscrizione per partecipare alle prove selettive e la retta di immatricolazione al corso vero e proprio. La tassa per la selezione si attesta mediamente tra i 100 e i 200 euro. La spesa più consistente è rappresentata dalla retta annuale del corso di specializzazione. In media, il costo si aggira intorno ai 3.000 euro, ma può oscillare da un minimo di circa 2.500 euro, come registrato presso atenei come quelli di Pisa e Firenze, fino a superare i 4.000 euro in altre sedi, come l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Molte università offrono la possibilità di rateizzare il pagamento per agevolare gli studenti.
TFA Sostegno: una specializzazione per il futuro tra Italia ed Europa
La specializzazione ottenuta con il TFA Sostegno non è solo un titolo spendibile nel mercato del lavoro italiano, ma rappresenta anche una qualifica in linea con le direttive europee sull’inclusione e le pari opportunità. In tutta Europa, si assiste a una crescente attenzione verso la personalizzazione dei percorsi educativi e la valorizzazione delle diversità. L’approccio italiano, radicato in una solida tradizione pedagogica di matrice mediterranea, si arricchisce continuamente di pratiche innovative, come la didattica digitale e le metodologie cooperative. Questo connubio tra tradizione e innovazione rende il docente specializzato italiano una figura professionale apprezzata e ricercata, capace di operare in contesti multiculturali e di contribuire attivamente alla costruzione di una scuola europea sempre più inclusiva. Il titolo, inoltre, è fondamentale per l’inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), consolidando la propria posizione professionale. L’esperienza acquisita può essere valorizzata anche attraverso la ricostruzione di carriera, che tiene conto dei titoli e dei servizi prestati.
Conclusioni

Intraprendere il percorso del TFA Sostegno per la scuola secondaria di primo grado è una scelta che richiede impegno, preparazione e un investimento economico. Tuttavia, le sfide della selezione sono ampiamente ripagate dalla possibilità di accedere a una professione fondamentale per la società e ricca di soddisfazioni umane e professionali. La specializzazione non solo apre le porte all’insegnamento stabile in Italia, ma fornisce anche competenze allineate con gli standard europei, promuovendo una visione dell’educazione che mette al centro l’inclusione e la valorizzazione di ogni studente. Conoscere in dettaglio i requisiti, la struttura delle prove e i costi è il primo, indispensabile passo per pianificare con successo il proprio cammino verso questa importante meta professionale, unendo la passione per l’insegnamento alla volontà di costruire una scuola più equa e accogliente per tutti.
Superare le prove del TFA Sostegno per la scuola secondaria di primo grado richiede una preparazione mirata e strategica. Non lasciare nulla al caso: scopri i percorsi formativi e gli strumenti più efficaci per massimizzare il tuo punteggio e conquistare l’abilitazione.
Domande frequenti

Per accedere al TFA Sostegno per la scuola secondaria di primo grado è necessario possedere uno dei seguenti titoli: abilitazione specifica sulla classe di concorso, oppure una laurea magistrale o a ciclo unico che dia accesso a una classe di concorso per la scuola secondaria di primo grado. A seguito di recenti chiarimenti ministeriali, non è più richiesto il possesso dei 24 CFU.
La selezione per il TFA Sostegno si articola in tre fasi: un test preselettivo, una prova scritta o pratica e una prova orale. Il test preselettivo consiste in 60 quesiti a risposta multipla. Chi supera la preselettiva accede alla prova scritta, che varia a seconda dell’ateneo ma verte su argomenti specifici come competenze didattiche, empatia e intelligenza emotiva. Superata la prova scritta con un punteggio minimo di 21/30, si accede alla prova orale, che anch’essa richiede un punteggio minimo di 21/30 per essere superata.
I costi del TFA Sostegno si dividono in due parti. Primo, una tassa di iscrizione per partecipare alle prove selettive, che varia mediamente tra 100 e 200 euro a seconda dell’università. Secondo, la retta di iscrizione al corso vero e proprio per chi supera le selezioni, il cui costo medio si aggira intorno ai 3.000 euro, ma può oscillare da circa 2.500 a oltre 4.000 euro in base all’ateneo scelto.
No, a seguito di un chiarimento del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie didattiche non sono più un requisito obbligatorio per accedere alle selezioni del TFA Sostegno per la scuola secondaria. È sufficiente il possesso del titolo di studio che dà accesso a una classe di concorso.
Il punteggio finale della graduatoria di ammissione al corso è dato dalla somma dei punteggi ottenuti nella prova scritta/pratica e nella prova orale. A questo si aggiunge un punteggio per i titoli accademici e di servizio, fino a un massimo di 10 punti, secondo tabelle specifiche definite da ogni università. Il punteggio del test preselettivo non contribuisce alla graduatoria finale, serve solo per l’ammissione alle prove successive.
Fonti e Approfondimenti
