La valutazione nella scuola secondaria di primo grado rappresenta un momento fondamentale nel percorso formativo di ogni studente. Non si tratta solo di un numero su una pagella, ma di un processo complesso che mira a descrivere i progressi, le difficoltà e le potenzialità di ciascun alunno. Comprendere come funziona questo sistema, dai criteri di valutazione alle modalità dei colloqui, è essenziale per i genitori che desiderano supportare efficacemente i propri figli. Questo articolo offre una guida completa per navigare nel mondo della valutazione scolastica, unendo tradizione e innovazione nel contesto educativo italiano ed europeo.
Il sistema di valutazione italiano è in continua evoluzione, cercando un equilibrio tra la chiarezza del voto numerico e la completezza di un giudizio più articolato. Recentemente, si è assistito a un rinnovato dibattito sull’importanza della valutazione formativa, che accompagna lo studente durante l’apprendimento, e di quella sommativa, che ne certifica i risultati a fine percorso. Questa guida si propone di fare chiarezza su questi aspetti, fornendo strumenti pratici per interpretare i documenti di valutazione e per dialogare in modo costruttivo con gli insegnanti, figure chiave nel processo educativo e nel percorso di crescita professionale dei docenti.
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Il quadro normativo della valutazione
La valutazione degli apprendimenti e del comportamento nella scuola secondaria di primo grado è disciplinata da una serie di norme che ne definiscono finalità e modalità. Il Decreto Legislativo 62/2017 ha introdotto importanti novità, ponendo l’accento sulla funzione formativa della valutazione, che deve “concorrere al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo” di ogni studente. Questo principio si traduce in una valutazione che non si limita a misurare il prodotto finale, ma considera l’intero processo di apprendimento, valorizzando i progressi individuali rispetto alla situazione di partenza.
La valutazione degli apprendimenti nelle singole discipline è espressa con voti in decimi. Tuttavia, questi voti devono essere accompagnati da una descrizione dei processi formativi e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto. A partire dall’anno scolastico 2024/2025, una significativa novità riguarda la valutazione del comportamento, che torna ad essere espressa in decimi. Un voto inferiore a sei decimi nel comportamento comporta la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato. Questa misura sottolinea l’importanza attribuita al rispetto delle regole e alla convivenza civile come parte integrante del percorso educativo.
Valutazione formativa e sommativa: due facce della stessa medaglia
Nel contesto scolastico si parla spesso di valutazione formativa e sommativa. Sebbene possano sembrare concetti astratti, rappresentano due momenti cruciali e complementari del percorso di apprendimento. La valutazione formativa, o “per l’apprendimento”, si svolge durante l’anno scolastico e ha lo scopo di monitorare costantemente i progressi degli studenti. Non si traduce necessariamente in un voto, ma serve all’insegnante per raccogliere informazioni, capire dove intervenire e adattare la didattica. Per lo studente, è un’occasione per autovalutarsi e comprendere i propri punti di forza e di debolezza.
La valutazione sommativa, invece, avviene al termine di un’unità didattica o di un quadrimestre e ha la funzione di “tirare le somme”, certificando il livello di conoscenze e abilità raggiunto. È quella che si concretizza nei voti numerici presenti sulla scheda di valutazione. L’equilibrio tra queste due forme di valutazione è fondamentale: la prima guida e sostiene l’apprendimento, mentre la seconda ne attesta i risultati. Un sistema efficace le integra, permettendo un miglioramento continuo e una certificazione trasparente delle competenze acquisite.
Le rubriche di valutazione: strumenti di trasparenza
Per garantire equità e trasparenza, i docenti utilizzano le rubriche di valutazione. Si tratta di strumenti che esplicitano i criteri e i descrittori utilizzati per assegnare un voto. In pratica, una rubrica scompone una prestazione (un’interrogazione orale, un tema, un progetto) in diverse dimensioni (ad esempio, correttezza dei contenuti, capacità di argomentazione, proprietà di linguaggio) e per ciascuna di esse descrive i diversi livelli di padronanza, dal più elementare al più avanzato. Questo permette di rendere il voto meno soggettivo e più comprensibile sia per lo studente che per la famiglia.
Le rubriche sono definite dal collegio dei docenti e inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) della scuola. Consultarle può essere molto utile per i genitori, perché chiarisce cosa la scuola si aspetta dagli alunni e su quali basi vengono valutati. Questi strumenti sono un esempio concreto di come la scuola cerchi di passare da una valutazione percepita come “giudizio” a una valutazione intesa come processo chiaro e condiviso, promuovendo l’autovalutazione e la consapevolezza nel percorso di apprendimento. Molte scuole pubblicano le loro rubriche sui siti istituzionali, rendendole accessibili a tutti.
Il colloquio scuola-famiglia: un’alleanza educativa
Il colloquio individuale con gli insegnanti è lo strumento principale di comunicazione tra scuola e famiglia. Questi incontri, regolamentati a livello di singolo istituto, sono un’opportunità preziosa per un confronto sul percorso di crescita complessivo dello studente, che va oltre il semplice rendimento scolastico. Per i genitori, è il momento per porre domande non solo sui voti, ma anche sul comportamento, sulla relazione con i compagni, sull’impegno e sul benessere generale del proprio figlio a scuola. Per i docenti, è l’occasione per fornire un quadro più completo dell’alunno e per raccogliere informazioni utili dal contesto familiare.
Perché il colloquio sia proficuo, è importante prepararsi. È utile arrivare con domande specifiche e con un atteggiamento aperto e collaborativo. L’obiettivo non è criticare o giustificare, ma costruire un’alleanza educativa. A volte, la brevità degli incontri collettivi può rendere difficile un dialogo approfondito. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la comunicazione non si esaurisce in queste occasioni. Molte scuole prevedono ore di ricevimento settimanali e utilizzano strumenti di comunicazione digitale per un contatto più costante, essenziale per affrontare tempestivamente eventuali difficoltà. Un dialogo efficace è alla base del successo formativo e aiuta a responsabilizzare gli studenti nel loro percorso, un aspetto cruciale per chi aspira a diventare insegnante nella scuola media.
Uno sguardo all’Europa: tradizione e innovazione a confronto
Il sistema di valutazione italiano, con la sua scala in decimi e la sua attenzione al processo formativo, si inserisce in un panorama europeo variegato. Ogni Paese ha un proprio sistema, ma l’Unione Europea promuove la cooperazione per armonizzare alcuni principi fondamentali, come la definizione delle competenze chiave per l’apprendimento permanente. In molti Paesi europei, la valutazione sommativa basata su test standardizzati nazionali ha un peso rilevante, come avviene anche in Italia con le prove INVALSI, finalizzate a monitorare la salute del sistema educativo nel suo complesso.
La cultura mediterranea, di cui l’Italia è espressione, tende a valorizzare molto la relazione interpersonale nel processo valutativo. Il colloquio e il giudizio del consiglio di classe, che considera l’alunno nella sua globalità, ne sono una testimonianza. Questa tradizione si sta oggi confrontando con la spinta all’innovazione, che richiede strumenti di valutazione sempre più oggettivi e standardizzati, come le rubriche. L’Italia, come altri Paesi, si trova a gestire questa dualità, cercando di mantenere l’attenzione alla persona, tipica della sua tradizione umanistica, integrandola con le esigenze di un sistema educativo moderno e confrontabile a livello internazionale. Questo equilibrio è importante anche per definire aspetti concreti come lo stipendio dei docenti in un confronto con l’Europa.
Conclusioni

La valutazione nella scuola secondaria di primo grado è un sistema articolato che bilancia la necessità di misurare gli apprendimenti con l’esigenza di accompagnare la crescita personale e culturale di ogni studente. Per i genitori, comprendere i meccanismi dei voti, dei giudizi, delle rubriche e dei colloqui significa possedere gli strumenti per partecipare attivamente e costruttivamente alla vita scolastica dei propri figli. Un dialogo aperto con la scuola, fondato sulla fiducia e sulla conoscenza dei criteri valutativi, trasforma la valutazione da un momento di ansia a un’opportunità di crescita condivisa. In un mondo che cambia, il sistema scolastico italiano si adatta, integrando la sua solida tradizione pedagogica con le innovazioni richieste dal contesto europeo, per formare cittadini consapevoli e competenti.
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Domande frequenti

Nella scuola secondaria di primo grado, la valutazione, espressa in decimi, non misura solo il risultato di una singola verifica, ma considera un processo più ampio. I docenti valutano il percorso dell’alunno basandosi su criteri definiti dal collegio docenti, che includono le conoscenze (i contenuti appresi), le abilità (il saper applicare le conoscenze) e le competenze (l’uso di conoscenze e abilità in contesti nuovi). Viene inoltre tenuto in conto il progresso rispetto al livello di partenza, l’impegno, la partecipazione e il metodo di studio. L’obiettivo è una valutazione trasparente che aiuti lo studente a comprendere i propri punti di forza e di debolezza.
Una rubrica di valutazione è uno strumento che descrive in modo chiaro e dettagliato cosa ci si aspetta da una prestazione dello studente (ad esempio un tema, un progetto, un’esposizione orale). A differenza di una semplice griglia di voti, la rubrica non si limita ad assegnare un punteggio, ma elenca i criteri di valutazione (es. ‘organizzazione del testo’, ‘proprietà di linguaggio’) e per ciascuno descrive i diversi livelli di qualità (es. ‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’, ‘iniziale’). Serve a rendere la valutazione più trasparente e oggettiva, permettendo a studenti e famiglie di capire esattamente perché è stato dato un certo voto e come migliorare.
I colloqui scuola-famiglia sono un momento fondamentale di confronto. Per prepararsi al meglio, è utile arrivare informati: controlla il registro elettronico, guarda i compiti e le verifiche fatte da tuo figlio e annota eventuali dubbi o domande specifiche. Durante l’incontro, l’obiettivo è instaurare un dialogo costruttivo: ascolta le osservazioni dell’insegnante e condividi le tue, concentrandoti sul benessere e sul percorso di apprendimento dell’alunno. È importante collaborare per trovare strategie comuni che aiutino lo studente a superare eventuali difficoltà e a valorizzare i suoi talenti.
La valutazione nella scuola secondaria di primo grado non si esaurisce con il voto in decimi. Essa comprende anche la descrizione dei processi formativi e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti. Inoltre, viene valutato il comportamento, che da settembre 2024 è espresso con un voto numerico che può incidere sull’ammissione alla classe successiva. Al termine del ciclo, viene rilasciata una certificazione delle competenze che descrive le capacità raggiunte dall’alunno in ambiti come la comunicazione, la risoluzione di problemi e la collaborazione, offrendo un quadro più completo della sua crescita.
Sì, è possibile contestare una valutazione ritenuta ingiusta, seguendo una procedura graduale. Il primo passo è sempre il dialogo informale con il docente per chiedere chiarimenti sui criteri di valutazione applicati. Se il confronto non è risolutivo, si può presentare un’istanza formale scritta al Dirigente Scolastico, chiedendo un riesame. Come ultima risorsa, qualora si ritenga che siano state violate delle norme e che la valutazione abbia causato un danno (come una bocciatura), è possibile fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) entro 60 giorni.