La strada per l’insegnamento delle discipline letterarie in Italia è stata ridisegnata dalla recente riforma della formazione iniziale dei docenti. Al centro di questa trasformazione ci sono i percorsi abilitanti da 60 CFU (Crediti Formativi Universitari), che sostituiscono i precedenti 24 CFU come requisito fondamentale per accedere alla cattedra. Questo nuovo sistema, delineato dal DPCM del 4 agosto 2023, mira a creare un percorso più strutturato e professionalizzante per gli aspiranti insegnanti, integrando solide basi disciplinari con competenze pedagogiche, didattiche e pratiche attraverso il tirocinio.
Per chi sogna di insegnare italiano, storia, geografia e le materie letterarie (classi di concorso A012, A022, A011, ecc.), la scelta dell’ateneo e del piano di studi diventa un passaggio cruciale. Non si tratta solo di adempiere a un obbligo normativo, ma di compiere un investimento strategico sul proprio futuro professionale. La decisione deve tenere conto non solo della qualità dell’offerta formativa, ma anche di come questa sappia interpretare le sfide contemporanee, bilanciando il ricco patrimonio della tradizione culturale italiana con le necessarie spinte all’innovazione didattica, in un contesto che guarda alla cultura mediterranea e alle competenze richieste dal mercato europeo.
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Comprendere la Riforma: I Percorsi Abilitanti da 60 CFU
I percorsi di formazione iniziale da 60 CFU rappresentano il nuovo standard per diventare docente nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Istituiti con il DPCM del 4 agosto 2023, questi percorsi sono progettati per fornire una preparazione completa che va oltre la sola conoscenza della materia. La struttura prevede un’integrazione di insegnamenti trasversali, come pedagogia e psicologia dell’apprendimento, con la didattica specifica delle discipline letterarie. Un elemento cardine è il tirocinio, sia diretto (in classe) che indiretto (progettazione e riflessione), che occupa ben 20 CFU del totale, garantendo un contatto reale e formativo con il mondo della scuola.
È importante notare che, accanto al percorso standard da 60 CFU, la normativa prevede anche percorsi abbreviati da 30 o 36 CFU. Questi sono destinati a categorie specifiche, come docenti che hanno già maturato tre anni di servizio, vincitori di concorso o coloro che possiedono già i 24 CFU conseguiti secondo il vecchio ordinamento. La scelta del percorso corretto dipende quindi dalla propria situazione di partenza, ma l’obiettivo finale resta comune: ottenere un’abilitazione che certifichi competenze professionali solide e aggiornate, spendibili nel sistema nazionale di istruzione.
Discipline Letterarie: Un Ponte tra Tradizione e Innovazione
Insegnare le discipline umanistiche oggi significa navigare tra due sponde apparentemente distanti: la salvaguardia della tradizione letteraria e l’adozione di metodologie didattiche innovative. Da un lato, la conoscenza approfondita del canone letterario, da Dante a Montale, resta il pilastro insostituibile della formazione. Dall’altro, la società digitale richiede ai docenti di padroneggiare nuovi strumenti per coinvolgere studenti nativi digitali. L’integrazione delle tecnologie informatiche non è più un’opzione, ma una necessità per rendere la didattica più flessibile e accessibile.
Un piano di studi efficace deve riflettere questa dualità. Accanto ai corsi di letteratura italiana, latina o storia, è fondamentale cercare percorsi che includano laboratori di didattica digitale, moduli sull’uso di piattaforme e-learning e sulla creazione di contenuti multimediali. La sfida per il futuro docente di lettere è trasformare il testo letterario, anche quello più antico, in un oggetto di studio vivo e interattivo, capace di dialogare con il presente. Questo approccio non solo aumenta il coinvolgimento degli studenti, ma sviluppa anche quelle competenze digitali trasversali richieste a livello europeo.
Il Valore della Cultura Mediterranea nel Piano di Studi
L’insegnamento delle discipline letterarie in Italia non può prescindere da un’approfondita riflessione sulle sue radici mediterranee. La nostra storia culturale e intellettuale è intrinsecamente legata a questo mare, crocevia di popoli, lingue e civiltà. Un piano di studi che valorizza la cultura mediterranea offre una prospettiva più ampia e complessa, capace di superare una visione puramente nazionale della letteratura. Permette di creare connessioni tra la letteratura italiana e quella greca, araba, spagnola e francese, mostrando agli studenti la ricchezza derivante dallo scambio e dal dialogo interculturale.
Nella scelta dell’ateneo, è quindi strategico verificare la presenza di insegnamenti specifici, come “Storia culturale del Mediterraneo” o “Culture romanze mediterranee”. Questi corsi forniscono strumenti critici per comprendere fenomeni complessi come il bilinguismo, gli scambi culturali nel Medioevo e la formazione di un’identità plurale. Formare docenti consapevoli di questa eredità significa preparare cittadini europei in grado di comprendere e valorizzare la diversità come un punto di forza, un obiettivo educativo di primaria importanza nel mondo contemporaneo.
Come Scegliere l’Ateneo Giusto per i 60 CFU
La scelta dell’università per il percorso abilitante è una decisione determinante. Il primo passo è consultare i decreti ministeriali e i siti degli atenei per verificare quali istituzioni siano state accreditate per le classi di concorso di interesse (es. A012, A022). Molte università, da Nord a Sud, offrono questi percorsi, sia statali che telematiche, ciascuna con le proprie specificità. È fondamentale non fermarsi al nome dell’ateneo, ma analizzare nel dettaglio l’offerta formativa.
Un criterio essenziale è la valutazione del piano di studi. Questo deve presentare un equilibrio tra discipline pedagogiche, didattica disciplinare e laboratori innovativi. È consigliabile confrontare le proposte di più università, prestando attenzione ai docenti titolari dei corsi e alle loro aree di ricerca. Altri fattori pratici da considerare sono le modalità di erogazione (interamente in presenza, mista o online), i costi, che possono variare, e la logistica legata al tirocinio. La scelta ideale è quella che combina qualità accademica, flessibilità organizzativa e coerenza con le proprie aspirazioni professionali, come quella di voler diventare docente nel 2025.
Analizzare il Piano di Studi: Cosa Non Deve Mancare
Un piano di studi per i 60 CFU finalizzati all’insegnamento delle discipline letterarie deve essere completo e ben strutturato. Al suo interno, non possono mancare alcuni elementi chiave. Innanzitutto, almeno 10 CFU devono essere dedicati alle didattiche disciplinari specifiche, come la didattica della letteratura italiana o la didattica della storia. Questi corsi sono il cuore della preparazione, poiché forniscono le metodologie per “tradurre” il sapere accademico in azione educativa efficace in classe.
Altrettanto cruciali sono i 20 CFU di tirocinio, suddivisi tra diretto e indiretto. Il tirocinio diretto, svolto nelle scuole, è l’occasione per mettersi alla prova sul campo, mentre quello indiretto, guidato da un tutor universitario, è dedicato alla rielaborazione critica dell’esperienza. Infine, un piano di studi moderno deve includere laboratori dedicati alle tecnologie didattiche e all’inclusione. Saper utilizzare strumenti digitali e progettare percorsi accessibili a tutti gli studenti, inclusi quelli con bisogni educativi speciali, è una competenza imprescindibile. Valutare questi aspetti è fondamentale per garantirsi una formazione che vada oltre il semplice conseguimento del titolo e che contribuisca realmente ad aumentare il proprio punteggio e le proprie competenze.
Prospettive Europee e Competenze Chiave
Conseguire l’abilitazione da 60 CFU non è solo un traguardo per l’insegnamento in Italia, ma anche un’opportunità per sviluppare un profilo professionale con una dimensione europea. Le competenze acquisite, se ben indirizzate, sono altamente spendibili anche all’estero. La capacità di insegnare la propria lingua e cultura, unita a solide basi pedagogiche e digitali, è molto richiesta in diversi contesti internazionali. Per questo, è utile affiancare al percorso abilitante delle certificazioni che ne amplifichino il valore.
Una di queste è la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning), che permette di insegnare una disciplina non linguistica in una lingua straniera. Ottenere una certificazione CLIL, magari in inglese, apre le porte a progetti europei, scambi internazionali e a un insegnamento più moderno e integrato. È un investimento che arricchisce il curriculum e risponde alle raccomandazioni europee sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Unire l’abilitazione a una solida competenza linguistica, come illustrato nella guida alle certificazioni di lingue, rende il profilo del docente di lettere completo e competitivo.
Conclusioni

I percorsi abilitanti da 60 CFU per le discipline letterarie segnano un cambiamento significativo nel modo di concepire la formazione dei futuri docenti. La scelta dell’ateneo e del piano di studi non deve essere un atto burocratico, ma una riflessione attenta sulle proprie ambizioni e sulle competenze richieste dalla scuola di oggi. È fondamentale cercare un percorso che sappia creare un ponte solido tra la ricca tradizione umanistica italiana e le frontiere dell’innovazione didattica, senza dimenticare il valore di una prospettiva culturale ampia, come quella offerta dal contesto mediterraneo ed europeo. Un’accurata pianificazione di questo percorso formativo rappresenta il primo, decisivo passo per costruire una carriera solida e gratificante nel mondo dell’insegnamento, formando le nuove generazioni con passione e professionalità.
L’abilitazione all’insegnamento per le tue classi di concorso è un passo cruciale per la tua carriera. Se vuoi assicurarti di fare la scelta giusta, massimizzare il tuo punteggio e superare le selezioni, affidati a un servizio di orientamento specializzato. I nostri consulenti possono aiutarti a definire la strategia migliore per il tuo percorso, dalla scelta dell’ateneo alla preparazione per le prove. Contattaci per una consulenza personalizzata e trasforma la tua aspirazione in una cattedra di ruolo.
Domande frequenti

Per accedere ai percorsi da 60 CFU per le classi di concorso letterarie (come A-11, A-12, A-13, A-22) è necessaria una laurea magistrale o a ciclo unico che sia coerente con la classe di concorso desiderata, ovvero che includa tutti i CFU richiesti dalla normativa vigente (DPR 19/2016 e DM 259/2017). Possono iscriversi anche gli studenti che frequentano un corso di laurea magistrale, a patto di conseguire il titolo prima della prova finale del percorso abilitante.
No, non è possibile. La normativa (DPCM 4 agosto 2023) stabilisce che i corsi possono essere svolti con modalità telematiche sincrone fino a un massimo del 50% del totale. Le attività di tirocinio e i laboratori, che costituiscono una parte significativa del percorso, devono essere obbligatoriamente svolti in presenza. Questa regola si applica sia alle università tradizionali sia a quelle telematiche.
Il costo massimo per i percorsi completi da 60 CFU è fissato per legge a 2.500 euro. A questo importo si aggiunge il costo della prova finale, che non può superare i 150 euro. Le università hanno la facoltà di stabilire prezzi inferiori e alcune possono prevedere riduzioni basate sull’indicatore ISEE.
Se il numero di domande supera quello dei posti autorizzati dal Ministero per una specifica classe di concorso in un ateneo, non è prevista una prova preselettiva. L’accesso viene invece regolato tramite una graduatoria basata su titoli e servizio. In caso di parità di punteggio, generalmente viene data la precedenza al candidato più giovane.
Sì, è possibile presentare domanda di ammissione per più classi di concorso, anche in atenei diversi, se si possiedono i relativi titoli di accesso. Tuttavia, non è consentito iscriversi alla stessa classe di concorso in più di un’università. Qualora si risultasse idonei a più percorsi, sarà necessario sceglierne uno solo da frequentare.