App Move – to – Earn: il prezzo dei tuoi dati

Le app move-to-earn ti premiano, ma a quale costo? Scopri come gestiscono i tuoi dati di geolocalizzazione, quali informazioni raccolgono e i rischi per la tua privacy.

In Breve (TL;DR)

Le app move-to-earn ti ricompensano per l’attività fisica, ma come utilizzano i tuoi dati di geolocalizzazione e quali sono i rischi per la tua privacy?

Approfondiamo come queste app gestiscono i dati sensibili, inclusa la geolocalizzazione, e quali sono le reali implicazioni per la privacy degli utenti.

Analizziamo nel dettaglio quali dati vengono raccolti, come vengono utilizzati e quali sono i potenziali rischi per la tua privacy.

Guadagnare semplicemente camminando: una promessa allettante che ha decretato il successo delle app Move-to-Earn (M2E). Queste applicazioni trasformano l’attività fisica in una fonte di reddito, premiando ogni passo con punti, buoni sconto o persino criptovalute. In un’epoca in cui la gamification incontra il benessere, milioni di utenti in Italia e in Europa hanno scaricato queste app, attratti dalla possibilità di monetizzare un’azione quotidiana. Ma qual è il costo reale di questa opportunità? La risposta si nasconde nei dati che cediamo volontariamente, in particolare quelli di geolocalizzazione, una risorsa preziosa che alimenta un complesso modello di business.

Ogni volta che attiviamo il GPS per registrare una passeggiata, non stiamo solo contando i passi. Stiamo condividendo informazioni dettagliate sui nostri spostamenti, le nostre abitudini e i luoghi che frequentiamo. Questo articolo esplora come le app Move-to-Earn utilizzano i dati di geolocalizzazione, analizzando il delicato equilibrio tra innovazione, guadagno e privacy nel contesto culturale europeo e mediterraneo, dove la tradizione della “passeggiata” si scontra e si fonde con le nuove frontiere digitali.

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Privacy Redbit
Smartphone che mostra un'interfaccia di un'app con una mappa, un percorso tracciato e icone che simboleggiano la condivisione
Le app Move-to-Earn trasformano i tuoi passi in guadagni, ma a quale costo per la privacy? Scopri come gestiscono i tuoi dati di geolocalizzazione e come proteggerti.

Cosa sono le app Move-to-Earn e come funzionano

Le app Move-to-Earn rappresentano un’evoluzione del concetto “Play-to-Earn”, applicato però al mondo del fitness e del movimento. Il principio è semplice: l’utente installa un’applicazione sullo smartphone che, utilizzando i sensori del dispositivo come GPS e accelerometro, traccia l’attività fisica quotidiana. Camminate, corse o sessioni in palestra vengono convertite in una valuta virtuale, che può essere spesa all’interno dell’app per premi reali, come buoni acquisto, prodotti o sconti. Alcune piattaforme, come STEPN, si spingono oltre, integrando blockchain e NFT (Non-Fungible Token) per creare ecosistemi economici complessi.

Applicazioni popolari come WeWard, Sweatcoin e Macadam hanno costruito il loro successo su questo modello, incentivando uno stile di vita più attivo. Per iniziare, spesso è sufficiente scaricare l’app e concedere le autorizzazioni necessarie per il tracciamento del movimento. Mentre alcune app sono gratuite, altre possono richiedere un investimento iniziale, ad esempio l’acquisto di “sneakers” virtuali in formato NFT, che determinano il potenziale di guadagno. In ogni caso, il motore che alimenta questo sistema è la costante raccolta di dati sugli spostamenti degli utenti.

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I dati di geolocalizzazione: il vero tesoro

Al centro del modello di business delle app Move-to-Earn si trovano i dati di geolocalizzazione. Non si tratta solo di sapere che un utente ha percorso tre chilometri, ma di conoscere il percorso esatto, i punti di partenza e di arrivo, gli orari degli spostamenti e il tempo trascorso in determinate aree. Queste informazioni, sebbene raccolte inizialmente per validare l’attività fisica e assegnare i premi, costituiscono una vera e propria miniera d’oro. Una volta aggregati e resi anonimi, questi dati dipingono un quadro dettagliato delle abitudini di consumo e dei flussi di persone all’interno di città e quartieri.

Immagina i tuoi percorsi quotidiani: il tragitto casa-lavoro, la passeggiata nel parco durante la pausa pranzo, le visite ai negozi nel fine settimana. Ogni spostamento rivela preferenze, interessi e routine. Le app M2E raccolgono questi frammenti di vita digitale, trasformandoli in un asset di grande valore. È proprio questa la merce di scambio: in cambio di piccoli premi, gli utenti forniscono un accesso senza precedenti alle loro abitudini, alimentando un mercato dei dati in continua espansione.

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Come vengono utilizzati i tuoi dati di movimento

L’utilizzo dei dati di geolocalizzazione da parte delle app M2E si articola su più livelli, alcuni evidenti per l’utente, altri meno trasparenti. Il primo e più ovvio impiego è quello legato alla funzionalità principale dell’app: tracciare i movimenti per calcolare i passi, la distanza percorsa e, di conseguenza, i premi da erogare. Questa è la parte visibile dell’accordo tra utente e piattaforma. Tuttavia, il vero valore economico per le aziende risiede negli usi secondari di queste informazioni, che vanno ben oltre il semplice conteggio dei passi.

La monetizzazione dei dati aggregati

Una delle principali fonti di reddito per le app Move-to-Earn è la vendita di dati aggregati e anonimizzati a terze parti. Imprese di urbanistica, società immobiliari, catene di negozi e agenzie di marketing sono disposte a pagare per accedere a queste informazioni. Ad esempio, un’amministrazione comunale potrebbe analizzare i percorsi pedonali più frequentati per decidere dove installare nuove panchine o migliorare l’illuminazione. Allo stesso modo, una catena di caffè può usare i dati sui flussi di persone per scegliere la location ideale per una nuova apertura. Sebbene i dati siano “anonimi”, il loro valore strategico è immenso, poiché offrono una visione chiara e su larga scala dei comportamenti collettivi.

Marketing e pubblicità geolocalizzata

Un altro pilastro del modello di business è il marketing geolocalizzato. Le app M2E stringono partnership con attività commerciali per incentivare il traffico pedonale verso punti vendita specifici. All’utente viene offerta una ricompensa extra per visitare un determinato negozio, bar o supermercato. In questo modo, l’app non solo guadagna dalla partnership, ma dimostra anche la sua capacità di influenzare i comportamenti d’acquisto. Inoltre, i dati sulla posizione vengono usati per mostrare pubblicità mirate. Se passi spesso davanti a un negozio di articoli sportivi, è probabile che vedrai apparire annunci relativi a quel brand, rendendo la pubblicità più pertinente ed efficace.

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Privacy e sicurezza: il contesto europeo e il GDPR

Nel mercato europeo, la raccolta e l’utilizzo dei dati personali sono regolamentati dal GDPR (General Data Protection Regulation), una normativa rigorosa a tutela dei cittadini. Le app Move-to-Earn che operano in Europa sono tenute a rispettare questi principi. Ciò significa che devono ottenere un consenso esplicito e informato dall’utente prima di raccogliere dati di geolocalizzazione, spiegando chiaramente per quali finalità verranno utilizzati. Tuttavia, spesso le informative sulla privacy sono lunghe e complesse, portando molti utenti ad accettarle senza una lettura approfondita.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali in Italia ha più volte sottolineato l’importanza di un uso consapevole di queste tecnologie, ricordando che i dati sulla salute e sugli spostamenti sono particolarmente sensibili. Sebbene il GDPR offra strumenti di tutela, come il diritto all’accesso e alla cancellazione dei propri dati, la responsabilità finale ricade sull’utente. È fondamentale essere consapevoli del valore delle informazioni che si condividono. Per una maggiore tranquillità, è utile consultare guide sulla sicurezza e affidabilità delle app a premi prima di iniziare a utilizzarle.

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Tradizione e innovazione: la “passeggiata” mediterranea diventa digitale

In Italia e in altre culture mediterranee, la “passeggiata” è un rito sociale radicato. È un momento di incontro, di socializzazione e di connessione con il proprio territorio. L’avvento delle app Move-to-Earn intercetta questa tradizione, innestandovi elementi di gamification e incentivazione economica. Camminare per le piazze storiche o sul lungomare non è più solo un’abitudine culturale, ma diventa un’opportunità per accumulare punti e sbloccare premi. Questa fusione tra tradizione e innovazione solleva interrogativi interessanti.

Da un lato, queste app possono rappresentare uno stimolo positivo, incoraggiando le persone a muoversi di più e a riscoprire il piacere di camminare. Dall’altro, rischiano di trasformare un’attività spontanea e sociale in un compito individuale e finalizzato al guadagno. La passeggiata, da momento di svago, diventa una “missione” da completare. L’esperienza di perdersi tra i vicoli di un borgo viene mediata da uno schermo che traccia ogni passo, quantificando e monetizzando un’interazione che era, per sua natura, libera e non misurabile.

Consigli per un uso consapevole

Utilizzare le app Move-to-Earn può essere un modo divertente per mantenersi attivi, a patto di farlo con consapevolezza. La protezione della propria privacy inizia con piccole ma significative attenzioni. Prima di tutto, è essenziale leggere l’informativa sulla privacy per capire quali dati vengono raccolti e con chi vengono condivisi. Anche se può sembrare noioso, è l’unico modo per comprendere a fondo a cosa si sta acconsentendo. Un altro passo importante è gestire le autorizzazioni dell’app: è consigliabile consentire l’accesso alla geolocalizzazione solo mentre l’applicazione è in uso, per evitare un tracciamento costante in background.

Valuta attentamente il rapporto tra i benefici ottenuti e i dati ceduti. I premi offerti sono davvero commisurati al valore delle tue informazioni personali? A volte, la ricompensa è minima rispetto alla quantità di dati raccolti. Per capire meglio come massimizzare i vantaggi, può essere utile consultare una guida completa ai premi delle app. Infine, ricorda che hai il diritto di richiedere la cancellazione dei tuoi dati. Se decidi di non usare più un’app, assicurati di eliminare il tuo account e non solo di disinstallarla dal telefono.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Le app Move-to-Earn si inseriscono in un panorama digitale dove il confine tra servizio gratuito e prodotto è sempre più labile. Se da un lato offrono un incentivo concreto per uno stile di vita più sano, dall’altro operano secondo un modello di business chiaro: l’utente non è solo un cliente, ma anche la fonte della risorsa più preziosa, i dati. La geolocalizzazione, in particolare, permette di creare profili dettagliati e di alimentare un mercato basato sull’analisi dei comportamenti e sul marketing mirato.

Non si tratta di demonizzare queste applicazioni, che possono avere effetti positivi sulla salute e sul benessere. Si tratta, piuttosto, di promuovere una maggiore consapevolezza digitale. In un mondo guidato dai dati, comprendere il valore delle proprie informazioni personali è il primo passo per fare scelte informate. La prossima volta che avvierai la tua app per registrare una camminata, saprai che ogni passo non genera solo punti, ma contribuisce a un ecosistema complesso in cui il vero guadagno, per le aziende, risiede nelle tracce che lasci dietro di te.

La tua privacy digitale è fondamentale. Ora che sai come le app move-to-earn utilizzano i tuoi dati, approfondisci l’argomento. Esplora la nostra sezione sulla Sicurezza Digitale per scoprire altre guide e consigli su come proteggere le tue informazioni personali online.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Le app che pagano per camminare sono sicure per la mia privacy?

La sicurezza delle app move-to-earn dipende da come gestiscono i tuoi dati. Per funzionare, necessitano dell’accesso alla tua geolocalizzazione per tracciare i movimenti e assegnare le ricompense. La sicurezza varia in base alla trasparenza della loro policy sulla privacy, all’aderenza al GDPR (il regolamento europeo sulla protezione dei dati) e alle misure di sicurezza che adottano. Spesso, i dati vengono aggregati e resi anonimi prima di essere analizzati o venduti, ma esiste sempre un rischio residuo legato a possibili falle di sicurezza o alla de-anonimizzazione dei dati. È fondamentale leggere l’informativa sulla privacy prima di usare l’app.

Cosa fanno esattamente queste app con i miei dati di geolocalizzazione?

Le app move-to-earn usano i dati di geolocalizzazione principalmente per convalidare la tua attività fisica e convertire i passi in ricompense. Oltre a questo scopo primario, i dati vengono utilizzati per altri fini. Internamente, servono per migliorare l’app e analizzare il comportamento degli utenti. Esternamente, il modello di business di molte di queste app si basa sulla vendita di questi dati, in forma aggregata e anonima, a terze parti. Queste terze parti possono essere società di ricerche di mercato, aziende interessate alla pianificazione urbana o al settore retail, che usano le informazioni per analizzare i flussi di persone e le abitudini di spostamento.

È legale che queste app vendano i miei dati di movimento?

In Europa, la vendita dei dati personali è regolamentata dal GDPR. La vendita dei tuoi dati di movimento può essere legale solo a determinate condizioni. Innanzitutto, devi aver fornito un consenso esplicito, libero e informato, specificato chiaramente nell’informativa sulla privacy che hai accettato. In secondo luogo, i dati venduti devono essere stati resi effettivamente anonimi, il che significa che non devono essere in alcun modo riconducibili a te come individuo. Se il processo di anonimizzazione non è adeguato o il consenso non è stato raccolto correttamente, la vendita dei dati costituisce una violazione del GDPR.

Posso controllare i miei dati dopo aver installato un’app Move-to-Earn?

Sì, grazie al GDPR, hai diversi diritti sui tuoi dati personali. Hai il diritto di accedere ai dati che l’app ha raccolto su di te, di chiederne la rettifica se sono inesatti e di richiederne la cancellazione (diritto all’oblio). Puoi gestire le autorizzazioni direttamente dalle impostazioni del tuo smartphone, ad esempio limitando l’accesso alla posizione solo “mentre l’app è in uso”. Tuttavia, disinstallare l’app non garantisce la cancellazione automatica dei tuoi dati dai server dell’azienda; per questo, spesso è necessario inviare una richiesta specifica come previsto dalla loro policy.

Come posso usare le app per camminare in modo più sicuro?

Per ridurre i rischi per la tua privacy, puoi adottare alcune semplici precauzioni. Prima di tutto, leggi sempre l’informativa sulla privacy per capire quali dati vengono raccolti e come saranno usati. Fornisci solo le informazioni strettamente necessarie durante la registrazione. Controlla le autorizzazioni richieste dall’app e disattiva quelle non essenziali. Usa password complesse e, se disponibile, attiva l’autenticazione a due fattori. Infine, fai attenzione a quali informazioni condividi sui social collegati all’app, poiché potrebbero rivelare le tue abitudini e i tuoi percorsi abituali.