Diventare insegnante di scuola primaria in Italia richiede il superamento di un concorso pubblico, un percorso selettivo che mira a garantire la qualità dell’insegnamento attraverso una valutazione rigorosa dei candidati. Questo processo si inserisce in un contesto educativo in continua evoluzione, influenzato dalle riforme nazionali, come quelle legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e dalle dinamiche europee. L’obiettivo è formare docenti che sappiano coniugare la solida tradizione pedagogica italiana con le più recenti innovazioni didattiche, preparando così le nuove generazioni a un mercato del lavoro globale e a una società complessa.
L’accesso alla professione docente è regolato da bandi periodici emanati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), che definiscono i requisiti, le modalità di svolgimento delle prove e i criteri di valutazione dei titoli. Affrontare il concorso richiede una preparazione mirata e una profonda comprensione del sistema scolastico, unendo conoscenze disciplinari a competenze metodologiche, psicopedagogiche e digitali. Questa guida completa offre una panoramica dettagliata su come funziona il concorso per la scuola primaria, analizzando ogni fase del processo selettivo.
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Il quadro normativo: la Riforma del Reclutamento
Il sistema di reclutamento dei docenti in Italia sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata principalmente dalla Riforma Bianchi e dalle misure previste dal PNRR. L’obiettivo è quello di creare un percorso più strutturato e professionalizzante per l’accesso all’insegnamento, superando la precarietà e garantendo stabilità e continuità didattica. La riforma mira a reclutare 70.000 nuovi docenti entro il 2024, attraverso concorsi annuali che rendano il processo di assunzione più costante e prevedibile. Questo nuovo approccio vuole valorizzare non solo la preparazione accademica, ma anche le competenze pratiche e didattiche acquisite sul campo.
Un elemento centrale della riforma è l’introduzione di un percorso di formazione iniziale abilitante di 60 CFU (Crediti Formativi Universitari), che integra lo studio accademico con tirocini diretti nelle scuole. Questo modello, pensato per creare un ponte tra teoria e pratica, si affianca al concorso pubblico come canale di accesso. La fase transitoria, che si estenderà fino al 31 dicembre 2024, permette la partecipazione ai concorsi anche a candidati con requisiti diversi, come i 24 CFU conseguiti entro ottobre 2022 o tre anni di servizio. L’intento è quello di stabilizzare il personale precario e, al contempo, introdurre un sistema di reclutamento basato su standard di qualità europei.
Requisiti di accesso al concorso
Per partecipare al concorso per docenti della scuola primaria, è necessario possedere specifici titoli di studio che abilitano all’insegnamento. Il requisito principale è la Laurea in Scienze della Formazione Primaria (SFP), un percorso di studi quinquennale a ciclo unico che ha valore abilitante. In alternativa, possono accedere al concorso i candidati in possesso di un Diploma Magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, o un titolo analogo ottenuto all’estero e riconosciuto in Italia.
Per i posti di sostegno, oltre al titolo di accesso per il posto comune, è richiesto il possesso della specifica specializzazione per le attività di sostegno didattico. Questo titolo si consegue attraverso un percorso di formazione universitaria noto come TFA (Tirocinio Formativo Attivo). È importante sottolineare che, a differenza dei concorsi per la scuola secondaria, per l’accesso al concorso della primaria non sono richiesti i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche. La normativa prevede anche una riserva di posti, pari al 30%, per coloro che hanno maturato tre anni di servizio nelle scuole statali negli ultimi dieci anni, di cui almeno uno specifico nella tipologia di posto per cui si concorre.
La struttura delle prove concorsuali
Il concorso per la scuola primaria si articola in tre fasi principali: una prova scritta, una prova orale e la successiva valutazione dei titoli. Questa struttura è pensata per accertare in modo completo le competenze dei candidati, spaziando dalle conoscenze teoriche alle abilità pratiche di insegnamento.
La prova scritta
La prova scritta si svolge in modalità computer-based e consiste in 50 quesiti a risposta multipla da completare in 100 minuti. I quesiti sono volti a verificare le conoscenze e le competenze dei candidati in diversi ambiti:
- Ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico: 40 quesiti che coprono gli aspetti fondamentali della teoria e della pratica educativa.
- Lingua inglese: 5 quesiti per accertare la conoscenza della lingua a un livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento.
- Competenze digitali: 5 quesiti sull’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali.
- Ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico: 40 quesiti che coprono gli aspetti fondamentali della teoria e della pratica educativa.
- Lingua inglese: 5 quesiti per accertare la conoscenza della lingua a un livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento.
- Competenze digitali: 5 quesiti sull’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali.
Per superare la prova è necessario ottenere un punteggio minimo di 70/100. Una novità introdotta nei recenti bandi PNRR è che l’accesso alla prova orale è riservato a un numero di candidati pari al triplo dei posti messi a bando per ciascuna regione e tipologia di posto, oltre a coloro che ottengono lo stesso punteggio dell’ultimo ammesso.
- Ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico: 40 quesiti che coprono gli aspetti fondamentali della teoria e della pratica educativa.
- Lingua inglese: 5 quesiti per accertare la conoscenza della lingua a un livello almeno B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento.
- Competenze digitali: 5 quesiti sull’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali.
Per superare la prova è necessario ottenere un punteggio minimo di 70/100. Una novità introdotta nei recenti bandi PNRR è che l’accesso alla prova orale è riservato a un numero di candidati pari al triplo dei posti messi a bando per ciascuna regione e tipologia di posto, oltre a coloro che ottengono lo stesso punteggio dell’ultimo ammesso.
La prova orale
La prova orale rappresenta un momento cruciale per la valutazione delle competenze didattiche del candidato. Per la scuola dell’infanzia e primaria, ha una durata massima di 30 minuti e si articola in diversi momenti. Il colloquio mira ad accertare non solo la preparazione sulla disciplina e le competenze didattiche generali, ma anche la capacità di progettazione educativa. Una parte fondamentale della prova è la lezione simulata. Al candidato viene fornita una traccia 24 ore prima del colloquio, sulla quale dovrà costruire una lezione.
Questa simulazione permette alla commissione di valutare la capacità del candidato di applicare le conoscenze teoriche in un contesto pratico, gestendo metodologie, strumenti e tempi in modo efficace. Durante il colloquio viene inoltre verificata la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese, sempre a livello B2. Supera la prova orale chi consegue un punteggio minimo di 70/100.
La valutazione dei titoli e la graduatoria finale
Oltre al punteggio ottenuto nelle prove, la graduatoria finale del concorso tiene conto anche della valutazione dei titoli accademici, scientifici e professionali posseduti dal candidato. A questi titoli può essere assegnato un punteggio massimo complessivo di 50 punti, che si sommano ai punteggi delle prove scritta e orale (massimo 100 punti ciascuna). La somma totale massima raggiungibile è quindi di 250 punti.
I titoli valutabili sono specificati in apposite tabelle ministeriali (Allegato B dei bandi) e includono, ad esempio, il voto del titolo di accesso (laurea o diploma), ulteriori abilitazioni, specializzazioni, dottorati di ricerca, certificazioni linguistiche di livello superiore a quello richiesto e il servizio prestato nella scuola. Per esempio, il superamento di precedenti concorsi ordinari per la stessa classe di concorso può attribuire un punteggio aggiuntivo. La valutazione è dettagliata: il punteggio del titolo di accesso, se superiore a 75/100, viene calcolato con una formula specifica, mentre per voti inferiori non viene assegnato alcun punto. La graduatoria finale, formata sommando i punteggi di prove e titoli, determina i vincitori che saranno assunti in ruolo.
Il contesto europeo e la cultura mediterranea
Il sistema di reclutamento italiano si confronta costantemente con i modelli europei, cercando un equilibrio tra le proprie specificità culturali e la necessità di standard condivisi. Se da un lato la formazione del docente in Italia affonda le radici in una solida tradizione pedagogica, dall’altro si apre all’innovazione e alle competenze richieste da un mercato globale. La scuola primaria, in particolare, è il luogo dove si fondono la cura per la persona, tipica della cultura mediterranea, e l’esigenza di sviluppare competenze chiave europee, come il multilinguismo e il pensiero critico.
Tuttavia, il confronto con l’Europa evidenzia anche delle criticità, soprattutto a livello retributivo. Gli stipendi degli insegnanti italiani, sia a inizio che a fine carriera, risultano inferiori rispetto a quelli di molti altri Paesi dell’UE come Germania, Spagna e Austria. Un rapporto OCSE ha mostrato che lo stipendio medio di un insegnante italiano è tra i più bassi dell’area, con una crescita molto lenta nel corso della carriera. Questo divario economico rappresenta una sfida per l’attrattività della professione e sottolinea l’importanza di investimenti continui nel settore dell’istruzione, come quelli previsti dal PNRR, per allineare l’Italia agli standard europei non solo nella formazione, ma anche nella valorizzazione economica dei suoi docenti.
Conclusioni
Il concorso per docenti della scuola primaria in Italia è un percorso complesso ma fondamentale per garantire un’istruzione di qualità. Le recenti riforme, spinte dal PNRR, stanno ridisegnando il sistema di reclutamento, puntando a una maggiore stabilità e a una formazione che integri tradizione pedagogica e innovazione didattica. Per gli aspiranti docenti, questo significa affrontare una selezione rigorosa che valuta un’ampia gamma di competenze: dalla padronanza dei contenuti disciplinari e psicopedagogici alla capacità di progettare percorsi didattici efficaci, fino all’uso delle nuove tecnologie e alla conoscenza della lingua inglese.
La preparazione richiede dedizione, studio strategico e un aggiornamento costante sulle normative. Superare il concorso non è solo il raggiungimento di un traguardo professionale, ma l’ingresso in una comunità educante che ha la responsabilità di formare i cittadini di domani. Sebbene il confronto con il contesto europeo evidenzi sfide, soprattutto sul piano retributivo, le attuali trasformazioni rappresentano un’opportunità per valorizzare la professione docente e costruire una scuola sempre più inclusiva, innovativa e radicata nei valori culturali del nostro Paese.
Domande frequenti

Quali sono i titoli di studio per accedere al concorso della scuola primaria?
Per partecipare al concorso per la scuola primaria sono necessari specifici titoli abilitanti. I principali sono la Laurea in Scienze della Formazione Primaria (SFP), un corso di laurea magistrale a ciclo unico, o il Diploma Magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Per i posti di sostegno è inoltre richiesta la specializzazione specifica (TFA). A differenza della scuola secondaria, non sono richiesti i 24 CFU come requisito di accesso.
Come è strutturata la prova scritta del concorso?
La prova scritta è computer-based e dura 100 minuti. Consiste in 50 quesiti a risposta multipla così suddivisi: 40 domande su argomenti pedagogici, psicopedagogici e didattico-metodologici, 5 sulla conoscenza della lingua inglese (livello B2) e 5 sulle competenze digitali applicate alla didattica. Per superare la prova e accedere all’orale è necessario ottenere un punteggio minimo di 70 su 100.
In cosa consiste la prova orale?
La prova orale per la scuola primaria dura al massimo 30 minuti. Valuta le conoscenze disciplinari, le competenze didattiche e la capacità di progettazione di un’attività didattica efficace, che include una lezione simulata su una traccia estratta 24 ore prima. Durante il colloquio vengono anche accertate la comprensione e la capacità di conversazione in lingua inglese a livello B2. Il superamento della prova richiede un punteggio di almeno 70/100.
Come viene calcolato il punteggio finale in graduatoria?
Il punteggio finale è la somma dei voti ottenuti nella prova scritta (massimo 100 punti), nella prova orale (massimo 100 punti) e del punteggio attribuito ai titoli (massimo 50 punti). Il punteggio massimo totale è di 250 punti. I titoli valutabili, come il voto di laurea, altre abilitazioni, dottorati, certificazioni e il servizio, sono definiti da apposite tabelle ministeriali.
Quali sono le novità introdotte dal PNRR per il reclutamento?
La riforma del PNRR ha introdotto significative novità per il reclutamento docenti, con l’obiettivo di assumere 70.000 insegnanti entro il 2024 e rendere i concorsi annuali. È stato introdotto un percorso di formazione iniziale e abilitazione da 60 CFU che affiancherà il concorso. Inoltre, per i concorsi della fase transitoria, è stato previsto che solo un numero di candidati pari al triplo dei posti a bando possa accedere alla prova orale, introducendo così un ulteriore sbarramento dopo la prova scritta.
Domande frequenti

Per accedere al concorso per i posti comuni nella scuola primaria, è necessario possedere uno dei seguenti titoli: l’abilitazione all’insegnamento ottenuta con la laurea in Scienze della Formazione Primaria, oppure un Diploma Magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Per i posti di sostegno, oltre a uno di questi titoli, è richiesta anche la specifica specializzazione sul sostegno.
Il concorso si articola in tre fasi principali: una prova scritta, una prova orale e la valutazione dei titoli. La prova scritta consiste in quesiti a risposta multipla su ambiti pedagogico, psicopedagogico e metodologico-didattico. La prova orale, della durata di 30 minuti, include un colloquio disciplinare, una lezione simulata su una traccia estratta 24 ore prima e la verifica della conoscenza della lingua inglese a livello B2. Il superamento di ogni prova richiede un punteggio minimo di 70/100.
Il punteggio finale del concorso è dato dalla somma dei voti delle prove e dal punteggio attribuito ai titoli. Per aumentare questo valore, è possibile conseguire ulteriori titoli valutabili. Tra questi rientrano Master di I e II livello (1 punto), corsi di perfezionamento annuali (1 punto), certificazioni informatiche e linguistiche (fino a 6 punti per il C2) e Dottorati di ricerca (5 punti). Anche il corso CLIL, abbinato a una certificazione linguistica, contribuisce ad incrementare il punteggio.
No, i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche non sono un requisito di accesso per il concorso della scuola primaria e dell’infanzia. Erano richiesti, fino al 31 ottobre 2022, per l’accesso ai concorsi della scuola secondaria per i candidati non abilitati. I requisiti per la primaria restano la laurea in Scienze della Formazione Primaria o il diploma magistrale abilitante conseguito entro l’a.s. 2001/2002.
No, non si tratta di un concorso separato, ma di una specifica procedura all’interno dello stesso bando di concorso per la scuola primaria. I candidati interessati ai posti di sostegno devono possedere, oltre al titolo di accesso valido per il posto comune (Laurea in SFP o diploma magistrale), anche il titolo di specializzazione polivalente per le attività di sostegno didattico (il cosiddetto ‘TFA sostegno’).