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Email Alice in spam? Cause e soluzioni per risolvere
Invii un’email importante con il tuo account Alice, ma il destinatario non la riceve nella posta in arrivo. Controllando meglio, scopri che è finita nella sua cartella spam. È una situazione frustrante e purtroppo comune, che può creare malintesi e ritardi sia nelle comunicazioni personali che professionali. Capire perché questo accade è il primo passo per garantire che i tuoi messaggi arrivino sempre a destinazione. Nel mercato digitale europeo, dove la comunicazione via email resta un pilastro, la recapitabilità (deliverability) è un fattore cruciale.
Questo problema non riguarda solo la tecnologia, ma anche la fiducia e la reputazione online. In un contesto culturale come quello italiano, dove le relazioni personali e professionali si basano su una comunicazione chiara e diretta, un’email che finisce nello spam può essere vista come un segnale di inaffidabilità. Affronteremo le cause, dalle più tecniche alle più semplici, e forniremo soluzioni pratiche per mittenti e destinatari, unendo la tradizione di un servizio storico come Alice Mail con le innovazioni necessarie per comunicare efficacemente oggi.
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Perché le email di Alice finiscono in spam
Quando un’email viene inviata, prima di raggiungere la casella di posta del destinatario, viene analizzata da complessi sistemi chiamati filtri antispam. Questi programmi decidono se un messaggio è legittimo o se deve essere spostato nella cartella della posta indesiderata. [9] La decisione si basa su un punteggio calcolato in base a diversi fattori. [10] Se il punteggio supera una certa soglia, l’email viene contrassegnata come spam. Questo meccanismo, fondamentale per proteggerci da truffe e messaggi dannosi, a volte può commettere errori, intercettando anche comunicazioni legittime. [5]
I motivi per cui un’email inviata da un account Alice.it può essere considerata spam sono molteplici e possono dipendere sia dal mittente che dalla configurazione dei server di TIM. Tra le cause principali troviamo la reputazione dell’indirizzo IP da cui parte l’email, il contenuto del messaggio e l’assenza di protocolli di autenticazione moderni. [5] A volte, l’IP del server di posta di TIM potrebbe essere inserito in una “blacklist”, ovvero una lista nera di indirizzi considerati fonte di spam. [7, 21] Questo può accadere anche senza una responsabilità diretta dell’utente. [2]
Reputazione dell’IP e Blacklist
Ogni dispositivo che si connette a Internet, inclusi i server di posta, ha un indirizzo IP. La reputazione di questo IP è fondamentale per la consegna delle email. [5] I provider di posta come Gmail, Outlook o lo stesso TIM, monitorano costantemente gli IP da cui ricevono messaggi. Se un server invia grandi quantità di email che gli utenti segnalano come spam, la sua reputazione diminuisce. I server di TIM, gestendo milioni di caselle @alice.it, @tim.it e @tin.it, a volte possono finire in blacklist internazionali a causa di attività di spamming condotte da alcuni utenti. [21] Quando questo accade, anche le email di utenti innocenti che utilizzano lo stesso server possono essere bloccate o dirottate nello spam dal provider del destinatario. [7] TIM stessa utilizza queste liste per filtrare i messaggi in entrata, bloccando IP ritenuti fonte di spam. [21]
Contenuto del messaggio e parole “trigger”
Il contenuto dell’email è un altro elemento attentamente esaminato dai filtri. Esistono delle “parole trigger”, ovvero termini e frasi spesso associati allo spam, che possono far scattare un campanello d’allarme. [5] Parole come “Gratis”, “Offerta speciale”, “Guadagna subito”, “Clicca qui” o un uso eccessivo di maiuscole e punti esclamativi possono aumentare il punteggio di spam del messaggio. [10, 15] Anche un’email composta quasi esclusivamente da immagini, con poco testo, o contenente link abbreviati (come quelli di Bitly) può essere vista con sospetto. [10, 18] Lo stesso vale per gli allegati, che sono considerati un potenziale veicolo per virus e malware. [4]
Autenticazione email: SPF, DKIM e DMARC
Per combattere il phishing e lo spoofing, sono stati creati dei protocolli di autenticazione che verificano l’identità del mittente: SPF, DKIM e DMARC. [24, 29]
- SPF (Sender Policy Framework) permette al proprietario di un dominio di specificare quali server di posta sono autorizzati a inviare email per suo conto. [16, 24]
- DKIM (DomainKeys Identified Mail) aggiunge una firma digitale all’email, garantendo che il contenuto non sia stato alterato durante il tragitto. [16, 24]
- DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting, and Conformance) si basa sui primi due e indica ai server riceventi come trattare le email che non superano i controlli SPF o DKIM (ad esempio, mettendole in quarantena o rifiutandole). [16, 24]
- SPF (Sender Policy Framework) permette al proprietario di un dominio di specificare quali server di posta sono autorizzati a inviare email per suo conto. [16, 24]
- DKIM (DomainKeys Identified Mail) aggiunge una firma digitale all’email, garantendo che il contenuto non sia stato alterato durante il tragitto. [16, 24]
- DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting, and Conformance) si basa sui primi due e indica ai server riceventi come trattare le email che non superano i controlli SPF o DKIM (ad esempio, mettendole in quarantena o rifiutandole). [16, 24]
Anche se la configurazione di questi record è più comune per domini personalizzati, la loro assenza o una configurazione non perfetta sui server di un grande provider può contribuire a una peggiore recapitabilità generale. [18, 32]
- SPF (Sender Policy Framework) permette al proprietario di un dominio di specificare quali server di posta sono autorizzati a inviare email per suo conto. [16, 24]
- DKIM (DomainKeys Identified Mail) aggiunge una firma digitale all’email, garantendo che il contenuto non sia stato alterato durante il tragitto. [16, 24]
- DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting, and Conformance) si basa sui primi due e indica ai server riceventi come trattare le email che non superano i controlli SPF o DKIM (ad esempio, mettendole in quarantena o rifiutandole). [16, 24]
Anche se la configurazione di questi record è più comune per domini personalizzati, la loro assenza o una configurazione non perfetta sui server di un grande provider può contribuire a una peggiore recapitabilità generale. [18, 32]
Cosa può fare il mittente per risolvere
Se le tue email finiscono regolarmente nello spam, ci sono diverse azioni che puoi intraprendere per migliorare la situazione. Questi passaggi aiutano a costruire una “buona reputazione” come mittente agli occhi dei filtri antispam. Si tratta di un approccio proattivo che combina buone pratiche di scrittura e attenzione a semplici dettagli tecnici. L’obiettivo è rendere i tuoi messaggi il più chiari e affidabili possibile, riducendo al minimo gli elementi che possono essere interpretati negativamente dai sistemi di sicurezza.
Migliorare il contenuto dell’email
La prima linea di difesa è curare il contenuto dei tuoi messaggi. Evita di usare un linguaggio eccessivamente commerciale o frasi che sembrano creare urgenza ingiustificata. [15] Scrivi un oggetto chiaro e conciso, che anticipi fedelmente il contenuto dell’email, senza usare solo lettere maiuscole o troppa punteggiatura. [4, 15] All’interno del testo, struttura le informazioni in modo leggibile, usando paragrafi e, se necessario, elenchi puntati. Limita l’uso di immagini pesanti e, se devi inviare file, preferisci caricarli su un servizio di cloud storage come Google Drive e condividere il link, piuttosto che allegare direttamente file di grandi dimensioni. [18] Infine, assicurati che il tuo indirizzo sia corretto e che quello del destinatario non contenga errori. [8]
Controllare la configurazione del client di posta
Se utilizzi un client di posta come Outlook, Thunderbird o l’app Mail del tuo smartphone, è fondamentale che i parametri del server di posta in uscita (SMTP) siano corretti. [20] Per Alice Mail, i parametri corretti sono:
- Server SMTP: out.alice.it
- Porta: 587
- Autenticazione: Necessaria
- Server SMTP: out.alice.it
- Porta: 587
- Autenticazione: Necessaria
Una configurazione errata può causare problemi di invio o rendere le tue email sospette. [7, 8] Assicurati anche che il tuo antivirus o firewall non stia bloccando la connessione del client di posta con il server SMTP. [20]
- Server SMTP: out.alice.it
- Porta: 587
- Autenticazione: Necessaria
Una configurazione errata può causare problemi di invio o rendere le tue email sospette. [7, 8] Assicurati anche che il tuo antivirus o firewall non stia bloccando la connessione del client di posta con il server SMTP. [20]
Limitare il numero di destinatari
Un errore comune, soprattutto quando si inviano comunicazioni a gruppi di persone, è inserire troppi indirizzi nel campo “A” o “Cc”. TIM, come molti altri provider, impone un limite al numero di destinatari per singolo invio per prevenire lo spam. Se superi i 50 destinatari, il tuo messaggio verrà molto probabilmente bloccato. [8, 20] Se hai bisogno di inviare comunicazioni a molte persone, è consigliabile utilizzare strumenti specifici per le newsletter o, per lo meno, suddividere gli invii in gruppi più piccoli. Per comunicazioni formali e massive, è sempre meglio affidarsi a servizi professionali che garantiscono una migliore recapitabilità e gestione delle liste.
Cosa può fare il destinatario
Anche chi riceve l’email ha un ruolo attivo nel risolvere il problema. I filtri antispam, infatti, “imparano” anche dalle azioni degli utenti. Se un destinatario segnala che un’email non è spam, il sistema terrà conto di questa informazione per le future comunicazioni provenienti dallo stesso mittente. Questo semplice gesto può migliorare notevolmente la comunicazione tra due persone. È un piccolo sforzo che contribuisce a creare un canale di comunicazione più pulito e affidabile per tutti.
La soluzione più semplice ed efficace è aggiungere l’indirizzo email del mittente (es. nome.cognome@alice.it) alla propria rubrica di contatti. [17] Quasi tutti i servizi di posta elettronica, inclusi Gmail e Outlook, considerano attendibili i messaggi provenienti da indirizzi salvati in rubrica. In alternativa, il destinatario può entrare nella cartella spam, trovare l’email ricevuta e cliccare sul pulsante “Non è spam” o “Segnala come attendibile”. Questa azione comunica al provider che le future email da quell’indirizzo dovranno essere recapitate nella posta in arrivo. Per una soluzione definitiva, si può creare un filtro o una regola che sposti automaticamente tutte le email provenienti da un certo mittente nella casella principale, come spiegato nella nostra guida alla creazione di una whitelist.
Conclusioni

Vedere le proprie email di Alice finire nello spam del destinatario è un problema con molteplici cause, che spaziano dalla reputazione dei server di TIM a semplici parole nel testo del messaggio. La buona notizia è che esistono soluzioni concrete sia per chi invia sia per chi riceve. Il mittente deve prestare attenzione al contenuto, all’oggetto e alla corretta configurazione del proprio client di posta, evitando pratiche come l’invio massivo a troppi destinatari. Se i problemi persistono, potrebbe essere utile contattare l’assistenza TIM per verifiche più approfondite. [2]
D’altra parte, il destinatario ha il potere di “insegnare” al proprio filtro antispam cosa è importante, aggiungendo il contatto in rubrica o segnalando il messaggio come legittimo. Questo approccio collaborativo, che unisce la consapevolezza tecnologica del mittente all’azione del destinatario, è la chiave per mantenere un canale di comunicazione digitale efficiente e affidabile. In un mondo dove tradizione e innovazione si incontrano, anche un servizio storico come Alice Mail richiede piccole attenzioni per funzionare al meglio nell’ecosistema digitale moderno.
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Domande frequenti

Anche le email personali possono finire in spam per vari motivi. Spesso accade a causa di una cattiva ‘reputazione’ del tuo indirizzo email o dell’IP del tuo provider (come Alice.it, che a volte è oggetto di blacklist). Altre cause comuni includono l’uso di parole o frasi che attivano i filtri (come ‘gratis’, ‘offerta’), la presenza di link considerati poco sicuri o una formattazione del messaggio giudicata sospetta dai sistemi antispam. A volte, il destinatario stesso potrebbe averti involontariamente segnalato come spam in passato.
Esistono diversi strumenti online gratuiti, come MxToolBox, che ti permettono di controllare se il tuo indirizzo IP o il tuo dominio sono inseriti in una delle principali blacklist internazionali. Molti di questi servizi forniscono anche informazioni sul motivo dell’inserimento e suggeriscono i passi da seguire per richiedere la rimozione. Se le tue email vengono respinte, spesso il messaggio di errore include il nome della blacklist che ha bloccato il tuo invio.
Pensa a loro come a un sistema di passaporti per le tue email. L’SPF (Sender Policy Framework) è una lista che dichiara quali ‘postini’ (server) sono autorizzati a inviare email per conto tuo. Il DKIM (DomainKeys Identified Mail) è come un sigillo di cera digitale che garantisce che il contenuto dell’email non sia stato alterato durante il viaggio. Il DMARC, infine, è la regola che dice ai server di posta cosa fare (consegnare, mettere in quarantena o respingere) se i controlli SPF o DKIM falliscono, proteggendo così la tua reputazione.
Cambiare indirizzo email può essere una soluzione temporanea, ma non risolve le cause alla radice del problema. Se il problema è legato a contenuti, link sospetti o mancanza di autenticazione (SPF, DKIM), si ripresenterà anche con il nuovo indirizzo. È più efficace concentrarsi sul migliorare la reputazione del proprio dominio, pulire le liste di contatti e adottare buone pratiche di invio, come ottenere sempre il consenso esplicito per le comunicazioni commerciali, come richiesto dal GDPR.
Migliorare la reputazione di un dominio non è un processo istantaneo, ma richiede tempo e costanza. Dipende da vari fattori, come la gravità del problema che ha causato la cattiva reputazione e la rapidità con cui vengono implementate le correzioni. In genere, inviando email pertinenti a un pubblico che interagisce positivamente (aprendo e cliccando), e mantenendo una ‘igiene’ costante delle liste contatti, si possono vedere i primi miglioramenti nei tassi di consegna nel giro di alcune settimane.