La riforma del reclutamento docenti ha introdotto i percorsi abilitanti da 60 CFU, un passaggio ormai cruciale per chi aspira a insegnare. Per la classe di concorso A-19, Storia e Filosofia, la scelta dell’ateneo e del piano di studi non è solo una formalità burocratica, ma un investimento strategico sul proprio futuro professionale. Questa decisione determina la qualità della formazione, le competenze acquisite e, in ultima analisi, le prospettive di carriera. Un percorso ben scelto non si limita a fornire un’abilitazione, ma arricchisce il profilo del docente, rendendolo più competitivo e preparato ad affrontare le sfide di una scuola in continua evoluzione.
Navigare tra le diverse offerte universitarie può sembrare complesso. Ogni ateneo presenta un proprio piano di studi, con specifici focus tematici e approcci didattici. L’obiettivo di questa guida è fornire gli strumenti per una scelta consapevole, analizzando i criteri fondamentali per valutare le proposte formative. Si esploreranno non solo gli aspetti pratici, come costi e modalità di frequenza, ma anche quelli contenutistici, come l’equilibrio tra tradizione umanistica e innovazione didattica, e la rilevanza del percorso nel contesto culturale mediterraneo ed europeo.
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Comprendere la Riforma: i Percorsi Abilitanti 60 CFU
I percorsi di formazione iniziale da 60 CFU, normati dal DPCM del 4 agosto 2023, rappresentano il nuovo modello per ottenere l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria. Questa riforma, parte degli obiettivi del PNRR, mira a creare un sistema di reclutamento più strutturato, che affianca alla solida preparazione disciplinare una formazione specifica sulle metodologie pedagogiche e didattiche. Il percorso è obbligatorio per tutti i laureati che intendono accedere ai concorsi a cattedra a partire dal 1° gennaio 2025. La sua struttura è pensata per fornire un bagaglio di competenze completo, indispensabile per gestire la complessità della classe moderna.
La struttura del percorso da 60 CFU è articolata e comprende diverse aree formative. Prevede 10 CFU in ambito pedagogico e almeno 20 CFU di tirocinio, sia diretto nelle scuole che indiretto, per garantire un contatto concreto con la realtà scolastica. A questi si aggiungono crediti in didattica delle discipline, formazione sull’inclusione, competenze linguistiche e digitali, e legislazione scolastica. Per gli aspiranti docenti di Storia e Filosofia (A-19), questo significa approfondire non solo i contenuti specifici, ma anche come trasmetterli in modo efficace, critico e innovativo.
Criteri Chiave per la Scelta dell’Ateneo
La scelta dell’università dove conseguire i 60 CFU è un passo decisivo. Non tutti gli atenei offrono gli stessi percorsi o la stessa qualità formativa. Un primo criterio fondamentale è l’offerta didattica e la struttura del piano di studi. È essenziale analizzare in dettaglio i corsi proposti, verificando che siano in linea con i propri interessi e con le esigenze di una didattica moderna. Alcuni atenei potrebbero, ad esempio, offrire moduli innovativi su public history, didattica digitale della filosofia o approfondimenti sulla storia del Mediterraneo, elementi che possono arricchire notevolmente il profilo professionale.
Un altro aspetto cruciale è la modalità di frequenza. I decreti prevedono che i corsi si svolgano in presenza, ma consentono fino al 50% delle lezioni (esclusi tirocini e laboratori) in modalità telematica. Questa flessibilità è un fattore determinante per lavoratori o studenti fuori sede. È importante verificare come ogni università gestisce questa ripartizione. Infine, non bisogna sottovalutare i costi. Il DPCM ha fissato un tetto massimo di 2500 euro per il percorso completo, ma alcuni atenei offrono tariffe più basse o agevolazioni basate sull’ISEE, rendendo la formazione più accessibile.
Analizzare il Piano di Studi: tra Tradizione e Innovazione
Un piano di studi per la classe A-19 deve saper bilanciare sapientemente tradizione e innovazione. La solidità della preparazione storiografica e filosofica rimane il pilastro fondamentale. Un buon percorso deve garantire un approfondimento rigoroso dei contenuti disciplinari, dalla storia antica alla filosofia contemporanea. Tuttavia, l’insegnamento oggi richiede molto di più della semplice trasmissione di nozioni. L’innovazione didattica è diventata una competenza imprescindibile per coinvolgere gli studenti e sviluppare il loro pensiero critico.
È quindi fondamentale cercare piani di studio che integrino moduli dedicati a metodologie didattiche innovative. Questo include l’uso delle tecnologie digitali, la didattica per competenze, l’apprendimento basato su progetti (project-based learning) e approcci interdisciplinari. Un ateneo che propone laboratori su come utilizzare fonti digitali, creare podcast storici o applicare il debate filosofico in classe dimostra una visione moderna della professione docente. Questo equilibrio è ciò che trasforma un laureato in un insegnante capace di ispirare le nuove generazioni, unendo il rigore accademico alla creatività pedagogica.
Prospettive Europee e Cultura Mediterranea
Inserire il proprio percorso formativo in un contesto più ampio è un segno di lungimiranza. Un piano di studi per Storia e Filosofia dovrebbe valorizzare la cultura mediterranea come laboratorio di complessità e incontro tra civiltà. Questo non solo arricchisce la preparazione culturale, ma fornisce anche chiavi di lettura indispensabili per comprendere il mondo contemporaneo. Un focus su questi temi prepara i futuri docenti a trattare argomenti come le migrazioni, il dialogo interculturale e le radici comuni dell’Europa, competenze sempre più richieste in una società multiculturale.
Inoltre, è utile considerare le prospettive europee. Sebbene l’abilitazione sia un titolo italiano, le competenze acquisite possono avere una valenza nel mercato del lavoro europeo. La direttiva 2013/55/UE regola il riconoscimento delle qualifiche professionali tra gli stati membri. Un percorso che include, ad esempio, moduli di metodologie come il CLIL (Content and Language Integrated Learning) o che promuove una prospettiva storica transnazionale, può favorire la mobilità e aprire a opportunità professionali anche all’estero. Scegliere un ateneo con una forte vocazione internazionale può quindi rappresentare un valore aggiunto significativo.
Passi Pratici per una Scelta Efficace
La scelta del percorso abilitante richiede un approccio metodico. Il primo passo è monitorare costantemente i bandi pubblicati dalle singole università. Ogni ateneo ha scadenze e procedure proprie, quindi è fondamentale consultare regolarmente i siti istituzionali per non perdere opportunità. In questa fase, è cruciale avere già chiara la propria situazione di partenza. È necessario verificare i propri requisiti in termini di CFU per l’accesso alla classe di concorso A-19, assicurandosi di possedere tutti i crediti necessari in specifici settori scientifico-disciplinari (M-STO, M-FIL, L-ANT) come richiesto dalla normativa.
Una volta individuati gli atenei di interesse, si passa al confronto analitico dei piani di studio. Un buon metodo è creare una tabella comparativa, valutando per ogni università: i moduli specifici offerti, la ripartizione tra didattica disciplinare e pedagogica, le metodologie innovative proposte e le opzioni di tirocinio. Questo esercizio permette di visualizzare i punti di forza e di debolezza di ciascuna offerta. La scelta finale dovrebbe ricadere sul percorso che meglio si allinea non solo alle esigenze logistiche, ma soprattutto agli obiettivi professionali e alla visione personale dell’insegnamento, un passo fondamentale per prepararsi al futuro concorso con solide basi.
Conclusioni

La scelta del percorso abilitante da 60 CFU per Storia e Filosofia è una delle decisioni più importanti nella carriera di un aspirante docente. Non si tratta semplicemente di ottenere un titolo, ma di costruire le fondamenta della propria identità professionale. Analizzare criticamente l’offerta formativa, valutare l’equilibrio tra tradizione e innovazione, considerare le prospettive europee e mediterranee e confrontare i piani di studio sono passaggi essenziali per una scelta informata e strategica. La nuova riforma del reclutamento docenti pone l’accento sulla qualità della formazione, e investire tempo ed energie nella selezione dell’ateneo giusto significa investire su se stessi. Un docente ben preparato, critico e innovativo è la risorsa più preziosa per la scuola di domani, capace di formare cittadini consapevoli e pronti ad affrontare le sfide del futuro.
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Domande frequenti

Per accedere al percorso da 60 CFU per la classe A019, è necessario possedere una laurea magistrale o a ciclo unico, oppure un titolo equipollente, che sia coerente con la classe di concorso. È fondamentale verificare di avere tutti i crediti specifici nelle discipline richieste dalla normativa (DPR 19/2016 e successivi aggiornamenti). Possono accedere anche gli studenti iscritti a un corso di laurea magistrale, a condizione che abbiano già maturato almeno 180 CFU al momento dell’iscrizione al percorso abilitante.
La scelta dell’ateneo dipende da diversi fattori. È consigliabile analizzare i piani di studio offerti per capire se l’approccio didattico (più orientato alla tradizione o all’innovazione) si allinea ai propri interessi. Valuta le modalità di frequenza: molti atenei offrono percorsi in modalità mista o telematica (fino al 50% delle lezioni, escluso il tirocinio), un’opzione utile per chi lavora. Considera anche la reputazione dell’università nelle discipline umanistiche, i costi e gli aspetti logistici, come la dislocazione delle sedi per le attività in presenza e gli esami finali.
No, non è necessario. I 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 sono riconosciuti, a condizione che siano coerenti con il nuovo percorso. Questo permette di accedere a un percorso abbreviato da 36 CFU per completare la formazione e ottenere l’abilitazione. La valutazione e il riconoscimento dei crediti sono gestiti autonomamente da ogni singola università al momento dell’iscrizione.
Se le domande superano i posti disponibili, le università effettuano una selezione per titoli. Per aumentare il punteggio, sono valutati diversi elementi: il voto di laurea (con punti aggiuntivi per voti superiori a 95/100 e per la lode), la media ponderata degli esami, e il possesso di ulteriori titoli come master di I e II livello, dottorati di ricerca e certificazioni linguistiche (generalmente di livello C1 o C2). Anche il servizio prestato nelle scuole, specialmente se specifico per la classe di concorso, contribuisce in modo significativo al punteggio finale.
Il costo massimo per i percorsi da 60 CFU è fissato per legge a 2.500 euro, mentre per i percorsi ridotti (da 30 o 36 CFU) il tetto è di 2.000 euro. Molte università offrono tariffe inferiori o agevolazioni basate sull’ISEE. Per quanto riguarda la frequenza, è prevista una modalità mista: fino al 50% delle lezioni può essere seguito online in modalità sincrona. Tuttavia, le attività di tirocinio e i laboratori richiedono obbligatoriamente la presenza fisica, così come la prova finale.