Nell’era digitale, la Postepay si è affermata come uno strumento di pagamento versatile e ampiamente utilizzato in Italia, unendo la tradizione di un marchio storico come Poste Italiane con l’innovazione dei pagamenti elettronici. Tuttavia, la crescente diffusione delle transazioni online ha aumentato anche il rischio di imbattersi in addebiti non autorizzati. Scoprire un’operazione sospetta sul proprio estratto conto può generare preoccupazione, ma è fondamentale sapere che esistono procedure chiare e tutele normative per proteggere gli utenti. Agire con tempestività e metodo è il primo passo per risolvere la situazione e ottenere il rimborso delle somme indebitamente sottratte.
In Breve (TL;DR)
Se hai subito un addebito per un pagamento non autorizzato sulla tua Postepay, questa guida ti spiega passo passo come disconoscere l’operazione e richiedere il rimborso a Poste Italiane.
In questa guida, ti spieghiamo passo dopo passo come avviare la procedura di contestazione per recuperare i tuoi soldi.
In questa guida ti illustriamo i passaggi da seguire e i moduli da compilare per avviare la pratica di disconoscimento e ottenere il rimborso.
Questa guida completa illustra passo dopo passo come disconoscere un pagamento non autorizzato sulla propria carta Postepay. Verranno analizzati gli strumenti a disposizione del consumatore, dalla procedura di blocco immediato della carta alla compilazione dei moduli di contestazione, fino alle tempistiche previste per la risoluzione della pratica. Comprendere i propri diritti e i doveri dell’emittente è essenziale per affrontare con sicurezza il processo di reclamo, in un contesto dove la cultura della sicurezza digitale diventa sempre più un aspetto centrale della vita quotidiana.
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Riconoscere un pagamento non autorizzato
Il primo passo per proteggersi è la vigilanza. Un pagamento non autorizzato è qualsiasi transazione che non sia stata approvata dal titolare della carta. Questo può manifestarsi in diverse forme: addebiti da parte di esercenti sconosciuti, acquisti online mai effettuati, abbonamenti attivati senza consenso o transazioni duplicate. È buona abitudine controllare regolarmente la lista movimenti della propria Postepay, accessibile comodamente tramite l’App Postepay o l’area personale sul sito di Poste Italiane. Notare anomalie, come piccole spese ricorrenti apparentemente innocue, può essere il campanello d’allarme di una frode in atto, spesso finalizzata a testare la carta prima di un colpo più ingente.
Le cause di un addebito illecito sono variegate e spaziano dal phishing, in cui l’utente viene ingannato a fornire i propri dati su siti clone, alla clonazione fisica della carta, fino a complesse frodi informatiche. Indipendentemente dalla causa, la normativa europea PSD2 (Direttiva sui Servizi di Pagamento) offre una solida protezione ai consumatori, stabilendo precise responsabilità per i prestatori di servizi di pagamento in caso di operazioni fraudolente. Identificare prontamente l’addebito sospetto è cruciale: più rapida è la segnalazione, maggiori sono le possibilità di bloccare ulteriori frodi e avviare con successo la procedura di rimborso.
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Cosa fare immediatamente: i primi passi cruciali

Appena si nota un’operazione sospetta, la priorità assoluta è mettere in sicurezza la carta per evitare ulteriori danni. La prima azione da compiere è il blocco immediato della Postepay. Questa operazione è semplice e può essere effettuata in qualsiasi momento, 24 ore su 24. È sufficiente contattare il numero verde gratuito 800.00.33.22 (dall’Italia) o il numero +39.06.4526.33.22 (dall’estero). Durante la chiamata, un operatore guiderà l’utente nella procedura di blocco, che è irreversibile e rende la carta inutilizzabile. In alternativa, alcune versioni dell’app Postepay consentono un blocco temporaneo, utile se si pensa di aver solo smarrito la carta.
Una volta bloccata la carta, il passo successivo è raccogliere tutte le informazioni pertinenti. È fondamentale scaricare o stampare la lista dei movimenti, evidenziando chiaramente tutte le transazioni che si intende contestare. Questo documento sarà un allegato indispensabile per il reclamo formale. In caso di frode, come clonazione o furto dei dati, è fortemente raccomandato sporgere denuncia presso le autorità competenti, come la Polizia Postale, i Carabinieri o la Polizia di Stato. La copia della denuncia non solo rafforza la posizione del cliente durante la contestazione, ma è spesso un requisito richiesto da Poste Italiane per avviare l’istruttoria di rimborso.
La procedura di contestazione ufficiale
Dopo aver bloccato la carta e, se necessario, sporto denuncia, è il momento di avviare la procedura formale di contestazione, nota anche come chargeback. Poste Italiane mette a disposizione un apposito “Modulo di contestazione addebito per i servizi Postepay”. Questo documento è scaricabile dal sito ufficiale di Poste Italiane e deve essere compilato in ogni sua parte con la massima precisione, indicando i dati anagrafici del titolare, il numero della carta e i dettagli delle singole operazioni contestate (data, importo e motivo della contestazione).
Il modulo compilato, insieme a tutta la documentazione di supporto (copia del documento d’identità, copia della denuncia e lista movimenti con le transazioni evidenziate), può essere inviato a Poste Italiane attraverso diversi canali:
- Online: Tramite la procedura guidata accessibile dall’area personale del sito di Poste Italiane.
- Posta Elettronica Certificata (PEC): All’indirizzo reclami.postepay@pec.posteitaliane.it.
- Raccomandata A/R: Indirizzata a Postepay S.p.A. – Patrimonio destinato IMEL – Gestione Reclami – Viale Europa, 190 – 00144 Roma.
- Consegna a mano: Presso un qualsiasi ufficio postale.
- Fax: Al numero 06-98680330.
- Online: Tramite la procedura guidata accessibile dall’area personale del sito di Poste Italiane.
- Posta Elettronica Certificata (PEC): All’indirizzo reclami.postepay@pec.posteitaliane.it.
- Raccomandata A/R: Indirizzata a Postepay S.p.A. – Patrimonio destinato IMEL – Gestione Reclami – Viale Europa, 190 – 00144 Roma.
- Consegna a mano: Presso un qualsiasi ufficio postale.
- Fax: Al numero 06-98680330.
È fondamentale inviare la contestazione il prima possibile. Sebbene la normativa europea preveda un termine massimo di 13 mesi dalla data dell’addebito per contestare un’operazione, agire entro 60 giorni è fortemente consigliato per facilitare le indagini e accelerare la risoluzione.
- Online: Tramite la procedura guidata accessibile dall’area personale del sito di Poste Italiane.
- Posta Elettronica Certificata (PEC): All’indirizzo reclami.postepay@pec.posteitaliane.it.
- Raccomandata A/R: Indirizzata a Postepay S.p.A. – Patrimonio destinato IMEL – Gestione Reclami – Viale Europa, 190 – 00144 Roma.
- Consegna a mano: Presso un qualsiasi ufficio postale.
- Fax: Al numero 06-98680330.
È fondamentale inviare la contestazione il prima possibile. Sebbene la normativa europea preveda un termine massimo di 13 mesi dalla data dell’addebito per contestare un’operazione, agire entro 60 giorni è fortemente consigliato per facilitare le indagini e accelerare la risoluzione.
Tempi di attesa e cosa aspettarsi
Una volta inviata la richiesta di disconoscimento, Poste Italiane avvia un’indagine interna per verificare la fondatezza del reclamo. I tempi di risposta possono variare, ma in genere l’istituto si impegna a fornire un riscontro entro un periodo massimo di 60 giorni dalla ricezione della documentazione completa. In casi più complessi, soprattutto quelli che richiedono l’interazione con circuiti di pagamento internazionali o esercenti esteri, le tempistiche potrebbero allungarsi. È importante conservare una copia di tutta la documentazione inviata e la ricevuta di spedizione (in caso di raccomandata o PEC) come prova dell’avvenuta contestazione.
Se l’indagine ha esito positivo e la frode viene confermata, Poste Italiane procederà al rimborso delle somme contestate. L’accredito avviene solitamente tramite bonifico su un IBAN fornito dal cliente o, in alternativa, sul saldo di una nuova carta Postepay emessa in sostituzione di quella bloccata. La normativa PSD2 stabilisce che, in caso di operazione non autorizzata, il prestatore di servizi di pagamento deve rimborsare immediatamente l’importo al cliente. Tuttavia, una franchigia massima di 50 euro può rimanere a carico dell’utente se la frode è avvenuta prima della notifica di blocco, a meno che non si dimostri una grave negligenza da parte dell’istituto. Se invece si sospetta che la propria carta sia stata clonata, è bene consultare la guida specifica su cosa fare in caso di Postepay clonata.
Se la richiesta di rimborso viene negata
In alcuni casi, Poste Italiane potrebbe respingere la richiesta di rimborso. Questo può accadere se l’indagine rivela che l’operazione è stata autorizzata tramite sistemi di autenticazione forte (SCA), come l’inserimento del PIN o l’uso di un codice OTP, suggerendo una negligenza grave da parte del titolare nella custodia delle credenziali. Un’altra causa di diniego può essere la mancata o tardiva presentazione del reclamo. Se si ricevono addebiti sospetti su Postepay, è vitale agire senza indugio.
Se si ritiene che il diniego sia ingiustificato, non tutto è perduto. Il primo passo è inviare un ulteriore reclamo scritto a Poste Italiane, ribadendo le proprie ragioni. Se anche questo tentativo non porta a una soluzione, il consumatore ha il diritto di rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). L’ABF è un organismo indipendente di risoluzione stragiudiziale delle controversie che offre una procedura rapida ed economica per risolvere i contenziosi tra clienti e intermediari finanziari, senza la necessità di un avvocato. Per presentare ricorso all’ABF è necessario aver già tentato di risolvere il problema direttamente con Poste Italiane. Le decisioni dell’ABF, pur non essendo vincolanti come una sentenza del tribunale, sono quasi sempre rispettate dagli intermediari per non compromettere la propria reputazione.
Conclusioni

Disconoscere un pagamento non autorizzato su Postepay è un diritto tutelato che richiede un’azione metodica e tempestiva. La chiave del successo risiede nella prontezza con cui si agisce: bloccare immediatamente la carta e raccogliere la documentazione necessaria sono i primi passi fondamentali per arginare il danno e avviare la pratica di rimborso. La procedura, sebbene possa apparire burocratica, è strutturata per proteggere il consumatore, in linea con le direttive europee che pongono la sicurezza e la trasparenza al centro dei servizi di pagamento digitali. Ricordare di monitorare costantemente i movimenti della propria carta, come un buon marinaio controlla la rotta, è la migliore forma di prevenzione. Se un doppio addebito Postepay dovesse apparire sull’estratto conto, la procedura di contestazione rimane uno strumento valido ed efficace. Affrontare queste situazioni con consapevolezza e conoscenza trasforma un potenziale problema in un percorso gestibile verso la sua risoluzione.
Domande frequenti

La prima azione da compiere è bloccare immediatamente la carta per prevenire ulteriori addebiti. Puoi farlo chiamando il numero verde 800.00.33.22 dall’Italia (attivo 24/7) o il numero +39.06.4526.3322 dall’estero. Il blocco tempestivo è fondamentale anche per la richiesta di rimborso.
Dopo il blocco, devi sporgere denuncia presso le autorità competenti, come la Polizia Postale o i Carabinieri, fornendo una lista dei movimenti non autorizzati. Successivamente, devi inviare a Postepay il ‘Modulo di contestazione addebito’, allegando la copia della denuncia e un tuo documento d’identità.
Il modulo è disponibile online sul sito di Poste Italiane. Puoi compilarlo e inviarlo attraverso diversi canali: direttamente online tramite il sito Postepay, via PEC all’indirizzo reclami.postepay@pec.posteitaliane.it, tramite fax, oppure consegnandolo di persona in un ufficio postale.
Sì, la denuncia è un documento fondamentale da allegare alla richiesta di rimborso per operazioni fraudolente. Serve a formalizzare l’accaduto e supporta la tua richiesta di storno degli importi sottratti illecitamente. Senza la denuncia, la pratica di rimborso potrebbe non essere accettata.
Poste Italiane si impegna a gestire la richiesta ed esaminarla. I tempi di risposta possono variare; una fonte indica che Poste Italiane ha 60 giorni per rispondere alla contestazione. Se la richiesta viene accolta, il rimborso viene solitamente accreditato sulla Postepay stessa o tramite un altro metodo concordato.