Nel contesto assicurativo, la franchigia è l’importo che rimane a carico dell’assicurato in caso di sinistro. In altre parole, è la parte del danno che l’assicurazione non copre e che deve essere pagata direttamente dal contraente.
Esistono diverse tipologie di franchigia:
- Franchigia assoluta: l’assicurazione non interviene se il danno è pari o inferiore all’importo della franchigia. Se il danno supera la franchigia, l’assicurazione copre l’intero importo eccedente.
- Franchigia relativa: l’assicurazione copre l’intero danno, ma l’assicurato deve comunque pagare l’importo della franchigia.
- Franchigia aggregata: si applica alle polizze che coprono più rischi. L’assicurato deve pagare la franchigia solo una volta, anche se si verificano più sinistri nel corso dell’anno assicurativo.
La franchigia può essere espressa in valore assoluto (ad esempio, 500 euro) o in percentuale sul valore del danno (ad esempio, 10%).
Motivi per cui le assicurazioni applicano la franchigia
- Disincentivare i sinistri di piccola entità: la franchigia scoraggia gli assicurati a denunciare piccoli danni,riducendo così i costi di gestione per la compagnia assicurativa.
- Contenere i premi assicurativi: l’applicazione della franchigia consente di ridurre il premio assicurativo, rendendo la polizza più accessibile.
- Responsabilizzare l’assicurato: la franchigia incentiva l’assicurato a prestare maggiore attenzione e a prevenire i sinistri.
Scelta della franchigia
Al momento della stipula della polizza, l’assicurato può scegliere l’importo della franchigia. Una franchigia più alta comporta un premio assicurativo più basso, ma anche un maggiore esborso in caso di sinistro. Viceversa, una franchigia più bassa comporta un premio più alto, ma un minore esborso in caso di sinistro.
È importante valutare attentamente i pro e i contro di ciascuna opzione e scegliere la franchigia più adatta alle proprie esigenze e alla propria propensione al rischio.
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