Gemini e dati aziendali 2025: la tua privacy è al sicuro?

I tuoi dati aziendali sono al sicuro con Gemini? Scopri le policy e le garanzie aggiornate al 2025 per la suite Google AI. Analizziamo come Gemini, Imagen e Veo proteggono la tua privacy e assicurano che i tuoi dati non vengano usati per addestrare i modelli.

In Breve (TL;DR)

Con la crescente adozione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, analizziamo le policy sulla privacy e le garanzie che Google offre nel 2025 alle aziende che si affidano alla suite Gemini per la gestione dei dati sensibili.

Con l’adozione crescente di Gemini, Imagen e Veo, analizziamo le misure di sicurezza e le policy aggiornate per il 2025 che proteggono le informazioni sensibili della tua azienda.

Scopri le garanzie offerte da Google per assicurare che i dati delle API non vengano utilizzati per addestrare i modelli, proteggendo la tua proprietà intellettuale.

L’intelligenza artificiale generativa sta ridisegnando il panorama aziendale, promettendo efficienza e innovazione. Al centro di questa rivoluzione si trova la suite Gemini di Google, un potente insieme di strumenti che solleva interrogativi cruciali sulla privacy e la sicurezza dei dati. Per le aziende italiane ed europee, immerse in una cultura che valorizza la riservatezza e normate dal GDPR, comprendere le policy di Google per il 2025 non è solo una questione di conformità, ma di fiducia. Questo articolo esplora le garanzie offerte da Google, analizzando come l’equilibrio tra tradizione e avanguardia tecnologica viene gestito nel contesto specifico del mercato europeo.

Navigare tra le promesse dell’IA e le esigenze di protezione dei dati richiede una chiara comprensione delle regole del gioco. Le imprese, dai piccoli studi professionali alle grandi multinazionali, si chiedono: i nostri dati sono usati per addestrare i modelli di Google? Quali controlli abbiamo sulle informazioni sensibili che affidiamo a questi sistemi? Esamineremo in dettaglio le policy per Gemini in Google Workspace e per le API destinate agli sviluppatori, mettendo in luce le differenze e offrendo una visione chiara su come proteggere il patrimonio informativo aziendale nell’era dell’intelligenza artificiale.

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Privacy Redbit
Lucchetto digitale stilizzato che protegge una rete di dati aziendali, a simboleggiare la sicurezza e le policy di privacy.
Le nuove policy 2025 di Gemini offrono garanzie avanzate per la privacy dei dati. Scopri come la tua azienda può implementare queste misure di protezione.

La politica di Google sulla privacy per Gemini in Workspace

Google adotta un approccio specifico per i dati delle aziende che utilizzano Gemini all’interno di Google Workspace. La promessa fondamentale è che i dati dei clienti non vengono utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale generativa al di fuori del dominio aziendale senza un’esplicita autorizzazione. Le interazioni con Gemini, come i prompt inseriti nel pannello laterale di Gmail o Docs, restano confinate all’interno dell’organizzazione. Questo significa che le informazioni aziendali, le bozze di contratti o le analisi di mercato discusse con l’assistente AI non diventano parte del “cervello” globale di Google a beneficio di altri clienti.

Le protezioni di sicurezza e privacy già esistenti in Google Workspace vengono applicate automaticamente anche a Gemini. Questo include controlli sugli accessi, regole di prevenzione della perdita di dati (DLP) e la possibilità di usare la crittografia lato client (Client-Side Encryption). Con la crittografia lato client, né Google né i suoi sistemi AI possono decifrare i contenuti, offrendo così il massimo livello di riservatezza per i dati più sensibili. Gli amministratori mantengono un controllo granulare, potendo abilitare o disabilitare le funzionalità di Gemini per specifici utenti o gruppi, garantendo un’implementazione sicura e controllata dell’IA in azienda.

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Garanzie per chi usa le API di Gemini, Imagen e Veo

Quando le aziende utilizzano le API di Gemini, Imagen o Veo direttamente nelle loro applicazioni, il quadro della privacy assume contorni differenti. Per gli utenti dei piani a pagamento, Google offre una garanzia cruciale: i dati inviati e ricevuti tramite queste API non vengono utilizzati per l’addestramento generale dei suoi modelli. Questa politica è fondamentale per le imprese che sviluppano soluzioni proprietarie basate sull’IA di Google e necessitano di proteggere la propria proprietà intellettuale e i dati dei loro clienti. La separazione tra i dati del cliente e i dataset di training di Google è un pilastro della fiducia per il mercato enterprise.

Tuttavia, è importante distinguere tra l’uso generale e l’ottimizzazione specifica di un modello (tuning). Se un’azienda decide di “sintonizzare” un modello di Gemini con i propri dati per migliorarne le performance su compiti specifici, tali dati vengono ovviamente utilizzati per quell’addestramento mirato. In questo caso, i dati restano comunque confinati al modello del cliente. Google, inoltre, registra e conserva i log delle interazioni per finalità di sicurezza, monitoraggio e prevenzione degli abusi, in linea con le comuni pratiche del settore cloud. Le aziende europee devono considerare che, sebbene ci siano controlli sulla residenza dei dati, la gestione dei log potrebbe seguire policy globali.

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Conformità al GDPR e certificazioni di sicurezza

Nel contesto europeo, la conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è un requisito non negoziabile. Google affronta questa esigenza assicurando che Gemini per Google Workspace sia un servizio “core” coperto dagli stessi accordi sul trattamento dei dati (DPA) degli altri servizi Workspace. Questo implica che Google agisce come responsabile del trattamento per conto del cliente, con obblighi contrattuali precisi. Per quanto riguarda le API, la conformità al GDPR è supportata da meccanismi come la possibilità per gli utenti dell’UE di richiedere l’accesso o la cancellazione dei dati, sebbene le policy aziendali rendano il processo meno diretto rispetto ai servizi consumer.

A rafforzare le garanzie di sicurezza, Google sottopone la sua infrastruttura, inclusi i servizi che supportano Gemini, a rigorosi audit di terze parti. La suite Gemini per Google Cloud vanta un’ampia gamma di certificazioni internazionali, tra cui ISO/IEC 27001, 27017, 27018 e SOC 2/3. Queste attestazioni verificano l’adozione di controlli robusti per la gestione della sicurezza delle informazioni, la protezione dei dati personali nel cloud e la privacy. Per le aziende italiane, queste certificazioni rappresentano una prova tangibile dell’impegno di Google a mantenere standard elevati, un fattore chiave per affidare i propri dati a un fornitore di servizi cloud e AI. Per una maggiore tranquillità, è consigliabile approfondire le pratiche di sicurezza nel cloud storage.

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Tradizione mediterranea e innovazione: un equilibrio possibile

La cultura mediterranea, e in particolare quella italiana, nutre una profonda sensibilità per la privacy, vista non solo come un diritto legale ma come un valore culturale radicato. L’idea di affidare segreti aziendali a un’entità digitale astratta può generare una naturale diffidenza. Google sembra comprendere questa resistenza culturale, proponendo un modello in cui l’innovazione non prevarica la riservatezza. L’esempio più calzante è quello del piccolo studio legale che utilizza Gemini in Workspace per riassumere complesse sentenze: la garanzia che il contenuto di quei documenti non sarà usato per addestrare modelli pubblici è la condizione essenziale per adottare lo strumento.

Questo approccio permette di conciliare tradizione e innovazione. Un’azienda manifatturiera storica, orgoglio del Made in Italy, può usare l’IA per ottimizzare la catena di produzione analizzando dati interni, senza temere che i suoi processi innovativi vengano “appresi” e resi disponibili alla concorrenza. La chiave sta nei controlli granulari e nelle policy chiare che separano i dati del cliente dall’addestramento globale. In questo modo, l’IA diventa un alleato strategico che rispetta il perimetro aziendale, un concetto fondamentale in un tessuto economico come quello italiano, fatto di piccole e medie imprese che basano il loro successo su know-how unici e gelosamente custoditi. La sicurezza delle comunicazioni email rimane un punto di partenza cruciale in questo processo.

Casi pratici e gestione del rischio

Immaginiamo una startup fintech italiana che sviluppa un’app di consulenza finanziaria utilizzando le API di Gemini. Il suo principale asset è la fiducia degli utenti. La startup sceglie il piano a pagamento di Google proprio per la garanzia che i dati finanziari sensibili dei suoi clienti non contribuiranno a migliorare i modelli generali di Google. Per mitigare ulteriormente i rischi, implementa tecniche di anonimizzazione dei dati prima di inviarli all’API e utilizza i controlli di Access Transparency di Google Cloud per monitorare ogni accesso ai dati da parte del fornitore.

Un altro esempio è un’azienda del settore sanitario che adotta Gemini in Workspace per migliorare la collaborazione interna. Per rispettare le rigide normative sulla privacy dei dati sanitari (come l’HIPAA, a cui Google si conforma), l’azienda configura la crittografia lato client per tutti i documenti contenenti informazioni sui pazienti. In questo modo, anche se un dipendente usasse Gemini per analizzare una cartella clinica, il contenuto rimarrebbe illeggibile per Google. Questo dimostra come una corretta configurazione degli strumenti a disposizione sia fondamentale per creare un ambiente di lavoro innovativo e al contempo sicuro, affrontando in modo proattivo le sfide della protezione dalle truffe online e dalle fughe di dati.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Per le aziende italiane ed europee che guardano al 2025, l’adozione della suite Gemini di Google si presenta come un’opportunità strategica, a patto di navigarla con consapevolezza. Le policy di Google distinguono nettamente tra l’uso di Gemini in Workspace e l’impiego delle API a pagamento, offrendo garanzie solide sulla non utilizzazione dei dati aziendali per l’addestramento dei modelli globali. Questa separazione è il fulcro della strategia di Google per conquistare la fiducia del mercato enterprise, particolarmente sensibile alla privacy nel contesto del GDPR.

La disponibilità di controlli avanzati come la crittografia lato client, la gestione granulare degli accessi e un portafoglio di certificazioni di sicurezza riconosciute a livello internazionale, fornisce alle organizzazioni gli strumenti per costruire un perimetro di sicurezza robusto. L’equilibrio tra la spinta all’innovazione, rappresentata dalle potenti capacità dell’IA, e il rispetto per la tradizione culturale della privacy è possibile. La chiave del successo risiede in una governance dei dati attenta e in una profonda comprensione delle policy, trasformando Gemini da potenziale rischio a potente alleato per la crescita e la competitività nel mercato del futuro.

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Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Google utilizza i dati della mia azienda per addestrare i modelli generali di Gemini?

No, per le versioni aziendali a pagamento della suite Gemini (API e Google Workspace), Google si impegna contrattualmente a non utilizzare i dati dei clienti (prompt, file caricati, risposte) per addestrare o migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale per il pubblico generale. I dati vengono utilizzati solo per fornire il servizio specifico richiesto e vengono trattati secondo l’Appendice sul trattamento dei dati. La situazione è diversa per le versioni gratuite/consumer, dove i dati possono essere usati per migliorare i servizi.

La suite Gemini è conforme al GDPR per le aziende europee?

Sì, Google ha strutturato i servizi Gemini per aziende in modo da essere conformi al GDPR. Per i clienti nello Spazio Economico Europeo, Svizzera e Regno Unito, è obbligatorio l’uso dei servizi a pagamento, che garantiscono maggiori tutele. I dati vengono trattati secondo il Cloud Data Processing Addendum, che è allineato con i requisiti del GDPR. Inoltre, Google offre certificazioni di sicurezza come ISO/IEC 27001 e SOC 2/3.

Le policy sulla privacy sono le stesse per Gemini, Imagen e Veo?

Sì, le garanzie fondamentali sulla privacy si applicano all’intera suite di API di AI generativa per le aziende, che include Gemini, Imagen (generazione di immagini) e Veo (generazione di video). Quando utilizzati in un contesto aziendale a pagamento, i dati forniti a queste API non vengono usati per l’addestramento dei modelli generali di Google. Tutti questi servizi sono coperti dagli stessi termini di servizio e dalle stesse appendici sul trattamento dei dati per i clienti business.

Posso controllare dove vengono archiviati i miei dati quando uso Gemini in Europa?

In parte. L’elaborazione dei prompt di Gemini avviene in modo ottimizzato nelle strutture Google più vicine all’utente per ridurre la latenza, ma non garantisce che l’elaborazione avvenga esclusivamente in Europa. Tuttavia, una volta che un contenuto generato da Gemini viene salvato in un servizio come Google Docs o Gmail, i clienti con versioni idonee di Workspace possono usare la funzionalità ‘Regioni di dati’ per scegliere di archiviare quei dati ‘at-rest’ (non in uso) specificamente in Europa.

Qual è la differenza pratica tra usare la versione gratuita di Gemini e quella a pagamento per la mia azienda?

La differenza è cruciale per la privacy e la sicurezza dei dati aziendali. Con la versione gratuita, i tuoi input e le tue conversazioni possono essere letti da revisori umani e usati per addestrare e migliorare i modelli AI di Google. Con la versione aziendale a pagamento (tramite API o Google Workspace), i tuoi dati sono confidenziali, non vengono usati per l’addestramento generale e sono protetti da accordi legali specifici (Cloud Data Processing Addendum) e controlli di sicurezza di livello enterprise.

Fonti e Approfondimenti

disegno di un ragazzo seduto con un laptop sulle gambe che ricerca dal web le fonti per scrivere un post
  1. cloud.google.com