Pagamenti contactless: la storia di una rivoluzione quotidiana

Scopri l'affascinante storia dei pagamenti contactless: dalle prime carte pionieristiche fino alla rivoluzione di smartphone e wearable. Un viaggio nell'evoluzione tecnologica che ha trasformato per sempre il nostro modo di acquistare.

In Breve (TL;DR)

Un viaggio nell’evoluzione della tecnologia contactless: dalle prime carte di credito pionieristiche fino alla sua integrazione negli smartphone e nei dispositivi wearable di oggi.

Ripercorriamo le tappe di questa rivoluzione: dalle prime sperimentazioni con la tecnologia RFID fino all’affermazione dello standard NFC, che ha portato il “tap and go” su carte, smartphone e smartwatch.

Fino all’integrazione negli smartphone e nei dispositivi indossabili, che hanno trasformato i pagamenti digitali in un gesto quotidiano semplice e sicuro.

Un gesto semplice e veloce, diventato ormai parte della nostra quotidianità: avvicinare una carta, uno smartphone o un orologio a un terminale per pagare un caffè, il biglietto dell’autobus o la spesa al supermercato. I pagamenti contactless hanno trasformato le nostre abitudini, rendendo le transazioni più rapide e immediate. Ma come siamo arrivati a questa rivoluzione silenziosa? Il percorso dei pagamenti senza contatto è un viaggio affascinante che intreccia innovazione tecnologica, cambiamenti culturali e nuove esigenze di mercato, con un’evoluzione particolarmente interessante nel contesto italiano ed europeo.

Questa tecnologia, che oggi diamo per scontata, affonda le sue radici in decenni di ricerca e sviluppo. L’idea di scambiare informazioni senza un contatto fisico diretto non è nuova, ma la sua applicazione ai pagamenti di massa ha richiesto tempo, standardizzazione e, soprattutto, la fiducia di consumatori ed esercenti. Un cambiamento che in Italia, paese storicamente legato al contante, assume contorni ancora più significativi, segnando un punto di incontro tra tradizione e innovazione digitale.

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L’evoluzione dei pagamenti è inarrestabile. Scopri le ultime innovazioni e le tendenze che stanno plasmando il futuro delle transazioni digitali per rimanere sempre un passo avanti.

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Primo piano di una transazione contactless con smartphone su un terminale pos, a simboleggiare l'evoluzione dei metodi di pag
Dal fruscio delle prime carte al ‘tap’ istantaneo di oggi. Un viaggio nell’evoluzione tecnologica che ha reso i pagamenti più veloci e sicuri. Scopri le tappe fondamentali di questa rivoluzione.

Le origini tecnologiche: da RFID a NFC

La storia dei pagamenti contactless inizia ben prima delle carte di credito che conosciamo oggi. La tecnologia fondamentale è la RFID (Radio-Frequency Identification), un sistema di identificazione a radiofrequenza le cui origini risalgono addirittura alla Seconda Guerra Mondiale. I primi veri transponder RFID, dispositivi in grado di trasmettere e rispondere a segnali radio, furono sviluppati negli anni ’60 e trovarono applicazione, ad esempio, nel riconoscimento di veicoli ai caselli autostradali. Tuttavia, è solo negli anni 2000 che la miniaturizzazione permette di inserire chip RFID passivi, cioè senza batteria, all’interno di oggetti come le tessere. Questo passaggio è stato cruciale per la nascita delle prime carte di pagamento “senza contatto”.

La vera svolta arriva con l’evoluzione della RFID nella tecnologia NFC (Near Field Communication). L’NFC è una forma di comunicazione wireless a corto raggio, che opera a una distanza massima di pochi centimetri, rendendola ideale per transazioni sicure. A differenza della RFID, che è spesso unidirezionale, l’NFC permette uno scambio di dati bidirezionale tra due dispositivi. Questa caratteristica ha aperto le porte all’integrazione della tecnologia negli smartphone, trasformandoli in veri e propri portafogli digitali a partire dai primi esperimenti intorno al 2006-2007 con servizi come Google Wallet.

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La diffusione in Europa e il caso italiano

L’adozione dei pagamenti elettronici in Europa presenta un quadro variegato, fortemente influenzato da fattori culturali, educazione finanziaria e politiche governative. I paesi del Nord Europa, come Danimarca, Svezia e Finlandia, sono da anni leader nell’utilizzo di strumenti digitali, con un numero di transazioni pro capite molto elevato. Al contrario, le nazioni dell’Europa meridionale, tra cui l’Italia, mostrano tassi di adozione storicamente più bassi, pur registrando una crescita più rapida negli ultimi anni. Nonostante una posizione ancora arretrata nella classifica europea per numero di transazioni pro capite, l’Italia sta vivendo una fase di forte accelerazione.

Secondo dati recenti, l’Italia si posiziona come quarta in Europa per crescita dei pagamenti senza contanti, con un aumento del 23,2% rispetto all’anno precedente. Un segnale importante è la diminuzione dello scontrino medio pagato con carta, che indica un uso sempre più frequente dello strumento anche per piccole spese quotidiane, un tempo dominio esclusivo del contante. La pandemia ha sicuramente accelerato questa transizione, spingendo consumatori ed esercenti verso soluzioni considerate più igieniche e sicure. Oggi, la quasi totalità dei terminali POS in Italia è abilitata al contactless e la diffusione di carte dotate di questa tecnologia è capillare.

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Dalle carte agli smartphone: l’era del “Tap & Go”

L’evoluzione non si è fermata alle carte di plastica. L’integrazione della tecnologia NFC negli smartphone ha dato il via a una seconda ondata di innovazione, portando alla nascita dei wallet digitali come Apple Pay e Google Pay. Questi “portafogli elettronici” non contengono direttamente i dati della carta, ma dei “token”, ovvero versioni surrogate e sicure delle informazioni di pagamento, che vengono scambiate con il POS al momento della transazione. Questo ha reso i pagamenti contactless ancora più semplici e accessibili, sfruttando un dispositivo che abbiamo sempre con noi.

Il successo è stato travolgente. In Italia, nel 2024, quasi 9 pagamenti su 10 effettuati con carta in negozio sono avvenuti in modalità “tap & go”, per un valore complessivo di 291 miliardi di euro. Di questi, una fetta sempre più consistente è rappresentata da pagamenti effettuati tramite smartphone e dispositivi indossabili (wearable), che hanno raggiunto un transato di 56,7 miliardi di euro, con una crescita del 53% rispetto all’anno precedente. Questo boom dimostra come gli italiani stiano abbracciando con entusiasmo la comodità e la velocità di queste nuove soluzioni.

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Il sorpasso storico e il futuro dei pagamenti

Un dato storico segna la profondità del cambiamento in atto: per la prima volta in Italia, nel 2024, il valore dei pagamenti digitali ha superato quello delle transazioni in contanti. Gli strumenti elettronici hanno rappresentato il 43% dei consumi, contro il 41% di banconote e monete. Questo sorpasso non è solo un dato statistico, ma il simbolo di una trasformazione culturale che vede l’Italia muoversi verso una società sempre più cashless, in linea con il resto d’Europa. La spinta decisiva è venuta proprio dalle soluzioni innovative, in particolare dal mondo contactless.

Il futuro sembra tracciato e punta verso un’esperienza di pagamento ancora più integrata e invisibile. Le nuove frontiere includono i dispositivi wearable, come anelli e braccialetti intelligenti, che rendono il pagamento un gesto ancora più naturale. Tecnologie come la biometria, che sostituisce il PIN con l’impronta digitale, promettono di aumentare ulteriormente la sicurezza. Anche l’Internet of Things (IoT) giocherà un ruolo, con oggetti di uso comune che potrebbero diventare strumenti di pagamento. In questo scenario in continua evoluzione, la tecnologia NFC come funziona rimane il motore di un’innovazione che non accenna a fermarsi, semplificando la nostra vita quotidiana, un “tap” alla volta.

Conclusioni

La storia dei pagamenti contactless è un chiaro esempio di come l’innovazione tecnologica possa gradualmente, ma inesorabilmente, modificare abitudini profondamente radicate. Partendo da tecnologie di nicchia come la RFID, siamo arrivati a un ecosistema di pagamenti digitali integrato, veloce e sicuro, che sta ridisegnando il rapporto con il denaro. In Italia, questo percorso ha avuto le caratteristiche di una vera e propria rivoluzione culturale, un ponte tra la tradizione del contante e un futuro digitale. Il sorpasso storico dei pagamenti elettronici sul contante non è un punto di arrivo, ma una tappa fondamentale di un viaggio che continuerà a sorprenderci con nuove soluzioni, come le carte virtuali usa e getta, rendendo le nostre interazioni economiche sempre più semplici e sicure.

Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

Come funzionano i pagamenti contactless?

I pagamenti contactless si basano sulla tecnologia NFC (Near Field Communication), un’evoluzione della RFID, che permette a due dispositivi di scambiare dati in modalità wireless a una distanza molto ravvicinata (solitamente meno di 4-5 centimetri). Una carta contactless o un dispositivo come uno smartphone contengono un chip NFC. Quando vengono avvicinati a un terminale di pagamento (POS) abilitato, il POS emette un segnale a radiofrequenza che “attiva” il chip della carta o del dispositivo, avviando uno scambio di dati crittografati per autorizzare la transazione in pochi istanti. Questo processo elimina la necessità di inserire fisicamente la carta o di strisciare la banda magnetica.

I pagamenti contactless sono sicuri?

Sì, i pagamenti contactless sono considerati molto sicuri per diverse ragioni. Innanzitutto, la comunicazione NFC avviene solo a una distanza estremamente breve, rendendo molto difficile l’intercettazione dei dati da parte di malintenzionati. In secondo luogo, le informazioni trasmesse sono crittografate e spesso utilizzano un sistema di “tokenizzazione“, dove i dati reali della carta non vengono mai condivisi con l’esercente, ma sostituiti da un codice unico per quella specifica transazione. Inoltre, la normativa europea PSD2 impone limiti di sicurezza, come la richiesta del PIN dopo un certo numero di operazioni consecutive (solitamente 5) o al raggiungimento di un importo cumulativo (in Italia 150 euro), per verificare l’identità del titolare.

Qual è la differenza tra RFID e NFC?

RFID (Radio-Frequency Identification) è la tecnologia madre da cui deriva l’NFC (Near Field Communication). La differenza principale risiede nella modalità e nella portata della comunicazione. La RFID può operare su distanze maggiori e spesso la comunicazione è unidirezionale: un lettore interroga un tag passivo che risponde con le sue informazioni. L’NFC, invece, opera solo a cortissimo raggio (pochi centimetri) e permette una comunicazione bidirezionale, il che significa che due dispositivi possono sia leggere che scrivere informazioni, dialogando tra loro. Questa capacità bidirezionale è ciò che rende l’NFC ideale per applicazioni complesse e sicure come i pagamenti mobili.

Perché l’Italia è rimasta indietro nell’adozione dei pagamenti digitali rispetto al Nord Europa?

Il ritardo dell’Italia e di altri paesi del Sud Europa nell’adozione dei pagamenti digitali è legato a un insieme di fattori culturali, strutturali ed economici. Storicamente, in Italia c’è sempre stata una forte preferenza per il contante, percepito come più immediato e facile da controllare. A questo si aggiungono una minore educazione finanziaria digitale rispetto ai paesi nordici e una certa diffidenza iniziale verso la sicurezza delle transazioni elettroniche. Inoltre, la struttura del commercio, con una forte presenza di piccole imprese, ha rallentato in passato la diffusione capillare dei terminali POS. Sebbene la crescita recente sia stata rapidissima, colmando parte del divario, queste radici culturali spiegano la partenza più lenta rispetto a nazioni con una cultura cashless più consolidata.

Qual è il futuro dei pagamenti contactless?

Il futuro dei pagamenti contactless si muove verso un’esperienza ancora più integrata e “invisibile”. Le tendenze principali includono l’espansione dei dispositivi indossabili (wearable), come anelli, braccialetti e persino indumenti intelligenti, che permetteranno di pagare senza dover nemmeno estrarre lo smartphone. Un’altra frontiera è quella dei pagamenti biometrici, dove l’autenticazione avverrà tramite impronta digitale o riconoscimento facciale, eliminando del tutto la necessità di PIN e password. Infine, si sta esplorando l’integrazione con l’Internet of Things (IoT), che potrebbe consentire a oggetti connessi, come un’automobile o un frigorifero, di effettuare pagamenti in autonomia.

Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
Come funziona esattamente un pagamento contactless?

Un pagamento contactless funziona grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication), una comunicazione wireless a corto raggio. All’interno della carta, dello smartphone o dello smartwatch c’è un piccolo chip con un’antenna. Quando avvicini il dispositivo a un terminale di pagamento (POS) abilitato, i due comunicano tra loro scambiandosi in modo sicuro e criptato i dati necessari per completare la transazione in pochi secondi, senza bisogno di inserire fisicamente la carta.

I pagamenti contactless sono sicuri o rischio che mi rubino i soldi?

I pagamenti contactless sono progettati per essere molto sicuri. La comunicazione tra la carta e il POS avviene solo a distanza ravvicinatissima (pochi centimetri), rendendo quasi impossibili i furti di dati a distanza. Inoltre, le informazioni trasmesse sono criptate. Per le piccole spese, in Italia fino a 50 euro, non è richiesto il PIN per velocità, ma per importi superiori è sempre necessaria un’autenticazione. Esistono anche limiti di sicurezza aggiuntivi, come un importo cumulativo (solitamente 150 euro) o un numero massimo di transazioni consecutive (di solito 5) senza PIN, dopo i quali è obbligatorio inserirlo per verificare l’identità del titolare.

Perché c’è un limite di 50 euro per pagare contactless senza PIN?

Il limite di 50 euro per i pagamenti contactless senza PIN è una misura di sicurezza stabilita a livello europeo per bilanciare comodità e protezione. Questo limite serve a ridurre il rischio in caso di furto o smarrimento della carta: un malintenzionato potrebbe effettuare solo piccole spese prima che la carta venga bloccata. Per qualsiasi importo superiore a 50 euro, il sistema richiede obbligatoriamente l’inserimento del codice PIN o un’altra forma di autenticazione (come il riconoscimento facciale o l’impronta digitale su smartphone), garantendo così un livello di sicurezza più elevato per le transazioni più importanti.

Quando sono arrivati i pagamenti contactless in Italia e quanto sono diffusi?

I pagamenti contactless hanno iniziato a diffondersi in Italia in modo significativo nell’ultimo decennio, ma hanno visto un’accelerazione eccezionale negli ultimi anni. Nel 2024, l’Italia si è posizionata al quarto posto in Europa per la crescita delle transazioni senza contante. Addirittura, per la prima volta, il valore totale dei pagamenti digitali ha superato quello del contante. Oggi, quasi 9 transazioni su 10 effettuate con carta nei negozi avvengono in modalità contactless, dimostrando come questa tecnologia sia diventata un’abitudine quotidiana per la maggior parte degli italiani.

Posso pagare con lo smartphone ovunque si accettino carte contactless?

Sì, nella quasi totalità dei casi. Se un negozio espone il simbolo contactless (le quattro ondine), il suo terminale POS è in grado di accettare pagamenti non solo da carte fisiche, ma anche da smartphone e smartwatch dotati di tecnologia NFC e app di pagamento come Apple Pay o Google Pay. Pagare con il telefono offre un ulteriore livello di sicurezza, perché ogni transazione deve essere autorizzata tramite riconoscimento facciale, impronta digitale o codice di sblocco del dispositivo, eliminando di fatto il limite dei 50 euro senza autenticazione previsto per le carte.