Capire come vengono calcolati i dazi su un prodotto importato è fondamentale per chiunque acquisti beni al di fuori dell’Unione Europea, sia per uso personale che per attività commerciali. Questo meccanismo, che a prima vista può sembrare complesso, si basa su regole precise stabilite a livello comunitario per proteggere il mercato interno e garantire una concorrenza leale. L’Italia, in quanto membro dell’UE, applica un sistema doganale armonizzato che regola l’ingresso di merci da paesi terzi. La procedura non riguarda solo l’applicazione di una tassa, ma rappresenta un punto di incontro tra flussi commerciali globali e le specificità economiche e culturali del mercato europeo, con un occhio di riguardo alla tutela delle produzioni tradizionali e alla gestione delle nuove frontiere dell’innovazione.
L’importazione di prodotti da paesi extra-UE è un’operazione che comporta il pagamento di oneri doganali, i quali includono principalmente i dazi e l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Questi tributi sono riscossi al momento dell’ingresso della merce nel territorio doganale dell’Unione. Il processo di calcolo è standardizzato per assicurare un trattamento uniforme in tutti gli stati membri, evitando distorsioni della concorrenza. Per l’importatore, che sia un’azienda o un privato, conoscere in anticipo questi costi è essenziale per valutare la convenienza di un acquisto e prevenire sorprese al momento della consegna. La corretta determinazione degli oneri doganali si fonda su tre elementi chiave: il valore della merce, la sua classificazione doganale e l’origine. Affrontare questo processo con consapevolezza permette di navigare il commercio internazionale con maggiore sicurezza e profitto.
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I Pilastri del Calcolo: Valore, Classificazione e Origine
Il calcolo dei dazi doganali si articola attorno a tre elementi fondamentali che determinano l’importo finale da versare. Il primo è il valore in dogana, che non corrisponde semplicemente al prezzo pagato per il prodotto, ma include anche le spese di trasporto e assicurazione fino al confine dell’Unione Europea. Il secondo elemento è la classificazione doganale, un codice numerico che identifica in modo univoco ogni tipo di merce. Infine, l’origine della merce gioca un ruolo cruciale, poiché l’UE ha accordi commerciali preferenziali con molti paesi che possono prevedere una riduzione o l’azzeramento dei dazi. La combinazione di questi tre fattori definisce l’aliquota daziaria applicabile e, di conseguenza, l’onere economico per l’importatore.
Determinare il Valore in Dogana della Merce
Il “valore in dogana” è la base imponibile su cui vengono calcolati i dazi ad valorem, ovvero quelli espressi in percentuale. Questo valore è costituito principalmente dal “valore di transazione”, che è il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci importate. A questo importo devono essere aggiunti tutti i costi sostenuti per portare la merce fino al primo punto di ingresso nell’UE, come le spese di trasporto e di assicurazione. Altri elementi, come i costi di imballaggio o le commissioni, possono essere inclusi se non già compresi nel prezzo. Al contrario, le spese di trasporto sostenute all’interno del territorio unionale o i dazi stessi non rientrano nel calcolo del valore in dogana. Una corretta dichiarazione di questo valore è cruciale per evitare contestazioni e sanzioni da parte delle autorità doganali.
Il Codice TARIC: La Carta d’Identità delle Merci
Ogni prodotto che varca i confini dell’Unione Europea deve essere identificato da un codice specifico, noto come codice TARIC (Tariffa Integrata Comunitaria). Questo codice numerico a 10 cifre permette di classificare in modo univoco qualsiasi tipo di merce, determinando l’aliquota del dazio applicabile e le eventuali misure di politica commerciale, come dazi antidumping, restrizioni o la necessità di presentare certificazioni specifiche. Le prime sei cifre del codice TARIC derivano dal Sistema Armonizzato (HS), uno standard internazionale, mentre le cifre successive forniscono dettagli più specifici per il mercato europeo. La corretta identificazione del codice TARIC, consultabile sul portale AIDA dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è un passo obbligato e fondamentale per chiunque importi merci. Una guida dettagliata è disponibile nell’articolo Dazi Doganali: Guida Semplice a Tipi, Calcolo ed Esempi.
Il Calcolo Pratico dei Dazi e dell’IVA
Una volta stabiliti il valore in dogana e il codice TARIC, si può procedere al calcolo effettivo degli oneri. Il dazio si ottiene applicando l’aliquota percentuale prevista dal codice TARIC al valore in dogana della merce. Ad esempio, su un prodotto con un valore di 1.000 euro e un’aliquota del 5%, il dazio sarà di 50 euro. Ma non è finita qui. Successivamente, si deve calcolare l’IVA all’importazione. La base imponibile per l’IVA è data dalla somma del valore in dogana e dell’importo del dazio appena calcolato. A questa nuova base imponibile si applica l’aliquota IVA vigente in Italia (generalmente al 22%, ma ridotta per alcune categorie di beni). Questo processo a cascata determina il costo finale dell’importazione.
Un Esempio Concreto di Calcolo
Immaginiamo di importare dalla Cina un lotto di borse in pelle, un prodotto che unisce tradizione artigianale e design. Il valore della merce è di 5.000 euro e le spese di trasporto e assicurazione fino alla dogana italiana ammontano a 500 euro. Il valore in dogana sarà quindi di 5.500 euro. Consultando la TARIC, scopriamo che per quel tipo di borse (ipotizziamo il codice 4202210090) l’aliquota del dazio è del 3%.
Il calcolo si svolge così:
- Calcolo del Dazio: 5.500 euro (valore in dogana) x 3% (aliquota dazio) = 165 euro.
- Calcolo della Base Imponibile IVA: 5.500 euro (valore in dogana) + 165 euro (dazio) = 5.665 euro.
- Calcolo dell’IVA: 5.665 euro (base imponibile IVA) x 22% (aliquota IVA) = 1.246,30 euro.
- Calcolo del Dazio: 5.500 euro (valore in dogana) x 3% (aliquota dazio) = 165 euro.
- Calcolo della Base Imponibile IVA: 5.500 euro (valore in dogana) + 165 euro (dazio) = 5.665 euro.
- Calcolo dell’IVA: 5.665 euro (base imponibile IVA) x 22% (aliquota IVA) = 1.246,30 euro.
L’importatore dovrà quindi versare un totale di 1.411,30 euro (165 euro di dazio + 1.246,30 euro di IVA) per poter sdoganare la merce. Questo esempio mostra come i costi accessori possano incidere significativamente sul prezzo finale.
- Calcolo del Dazio: 5.500 euro (valore in dogana) x 3% (aliquota dazio) = 165 euro.
- Calcolo della Base Imponibile IVA: 5.500 euro (valore in dogana) + 165 euro (dazio) = 5.665 euro.
- Calcolo dell’IVA: 5.665 euro (base imponibile IVA) x 22% (aliquota IVA) = 1.246,30 euro.
L’importatore dovrà quindi versare un totale di 1.411,30 euro (165 euro di dazio + 1.246,30 euro di IVA) per poter sdoganare la merce. Questo esempio mostra come i costi accessori possano incidere significativamente sul prezzo finale.
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Tradizione e Innovazione nel Contesto Mediterraneo
Il sistema doganale europeo, pur essendo standardizzato, tiene conto delle specificità dei settori produttivi. Per l’Italia e la cultura mediterranea, questo significa proteggere prodotti tradizionali di alto valore, come l’olio d’oliva, il vino o i manufatti artigianali. I dazi possono fungere da barriera per difendere queste eccellenze dalla concorrenza a basso costo, preservando un patrimonio culturale ed economico. Allo stesso tempo, il mondo del commercio è in continua evoluzione. L’innovazione, spinta da settori come l’e-commerce e le nuove tecnologie, introduce sfide inedite. Le politiche doganali devono quindi bilanciare la tutela della tradizione con la necessità di non ostacolare l’importazione di beni tecnologici e innovativi, fondamentali per la competitività delle imprese europee. Accordi commerciali specifici, come quelli recenti tra UE e USA, mirano a ridurre le tariffe su prodotti strategici come i semiconduttori, favorendo l’innovazione.
Franchigie e Casi di Esenzione
Non tutte le importazioni sono soggette al pagamento di dazi e IVA. Esistono delle “franchigie”, ovvero soglie di valore al di sotto delle quali non si paga nulla. Per le spedizioni di valore trascurabile, la franchigia per i dazi doganali è fissata a 150 euro per singola spedizione. Tuttavia, l’esenzione dall’IVA è stata abolita per gli acquisti online dal 1° luglio 2021, il che significa che l’IVA è dovuta su tutte le importazioni commerciali, indipendentemente dal loro valore. Per le spedizioni tra privati senza carattere commerciale (ad esempio un regalo), è prevista una franchigia fino a 45 euro. Sono inoltre esenti dal pagamento dei dazi le merci importate a seguito di un trasferimento di residenza o ricevute in eredità, a determinate condizioni. Per una panoramica completa, può essere utile consultare la nostra guida semplice ai dazi doganali per gli acquisti.
Conclusioni

Il calcolo dei dazi doganali su un prodotto importato in Italia è un processo strutturato che richiede attenzione a tre elementi cardine: il valore della merce comprensivo dei costi accessori, la sua corretta classificazione tramite il codice TARIC e la sua origine. Sebbene il meccanismo possa apparire complesso, la sua logica è trasparente e mira a garantire equità e protezione all’interno del mercato unico europeo. Per le imprese e i consumatori, comprendere queste dinamiche è il primo passo per effettuare acquisti internazionali consapevoli, pianificando i costi e sfruttando le opportunità offerte dal commercio globale. In un mondo che bilancia la salvaguardia delle tradizioni locali con la spinta inarrestabile dell’innovazione, una conoscenza approfondita delle normative doganali diventa uno strumento strategico indispensabile. La gestione delle procedure, come ad esempio quelle gestite da un ufficio postale abilitato, può semplificare ulteriormente il processo per i cittadini.
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Domande frequenti

I dazi doganali e l’IVA all’importazione sono due imposte distinte che si applicano quando si importano beni da paesi extra-UE. Il dazio è un’imposta calcolata sul valore della merce (inclusi i costi di trasporto e assicurazione fino al confine UE) e la sua aliquota varia in base alla classificazione del prodotto (codice TARIC). L’IVA, invece, è un’imposta sul consumo (in Italia generalmente al 22%) che si calcola sulla somma del valore della merce, delle spese di spedizione e dell’importo del dazio stesso. In sintesi, il dazio protegge il mercato interno, mentre l’IVA è un’imposta sul valore aggiunto applicata al consumo finale del bene.
Per gli acquisti online da paesi extra-UE, si applicano regole precise. Dal 1° luglio 2021, l’IVA è dovuta su tutte le importazioni, indipendentemente dal loro valore. I dazi doganali, invece, scattano solo per le spedizioni il cui valore intrinseco (il costo dei soli beni) supera i 150 euro. Sotto questa soglia, si paga solo l’IVA. Sarà il corriere (es. Poste Italiane, DHL) a gestire le pratiche doganali, anticipando il pagamento di dazi e IVA e richiedendoti il saldo al momento della consegna, spesso con l’aggiunta di una commissione per il servizio.
Sì, esistono delle circostanze precise in cui non si pagano i dazi, definite “franchigie”. La più comune riguarda gli acquisti commerciali di valore inferiore a 150 euro, per i quali si è esenti dal dazio ma non dall’IVA. Un’altra casistica riguarda le spedizioni di regali tra privati: se il valore della merce non supera i 45 euro e la spedizione è occasionale e senza scopo commerciale, si è esenti sia da dazi che da IVA. Ovviamente, acquistando beni da un altro paese membro dell’Unione Europea, non si incorre in alcun dazio doganale grazie al mercato unico.
La responsabilità del pagamento dei dazi doganali ricade sull’importatore, che nel caso di acquisti online è quasi sempre l’acquirente finale. Generalmente, il corriere che gestisce la spedizione (come DHL, FedEx o Poste Italiane) anticipa l’importo dovuto alle autorità doganali per velocizzare le procedure. Successivamente, il corriere richiede il rimborso di tali somme al destinatario al momento della consegna del pacco. In alcuni accordi commerciali specifici (definiti tramite Incoterms come il DDP – Delivered Duty Paid), il venditore può farsi carico di tutti i costi, inclusi i dazi, ma questa è un’eccezione che deve essere chiaramente pattuita.
Il calcolo dei dazi non si basa solo sul prezzo del prodotto. Si utilizza il cosiddetto “valore in dogana”, che corrisponde al “valore di transazione”. Questo valore include il prezzo effettivamente pagato per la merce più tutte le spese di spedizione e di assicurazione sostenute fino al primo punto di ingresso nel territorio dell’Unione Europea. L’obiettivo è creare una base di calcolo omogenea per tutte le importazioni, indipendentemente dagli accordi di spedizione presi tra venditore e acquirente. Un’errata dichiarazione del valore può portare a sanzioni.