Pagamenti contactless: i rischi veri e i falsi miti da sfatare

I pagamenti contactless sono davvero sicuri? Sfatamo i falsi miti sulla tecnologia NFC, analizziamo i rischi reali e ti spieghiamo le uniche precauzioni efficaci per proteggere le tue carte.

I pagamenti contactless sono diventati una costante nella vita di tutti i giorni, un gesto rapido e quasi automatico al bar, al supermercato o sui mezzi pubblici. In Italia, paese dalla forte tradizione legata al contante, l’adozione di queste tecnologie ha segnato una vera e propria rivoluzione culturale, accelerata ulteriormente dalla necessità di ridurre i contatti fisici durante la pandemia. Oggi, quasi nove pagamenti su dieci in negozio avvengono in modalità contactless, un dato che testimonia un cambiamento profondo nelle abitudini dei consumatori. Questa transizione verso una società cashless, tuttavia, solleva interrogativi sulla sicurezza: i nostri soldi sono davvero al sicuro quando paghiamo con un semplice “tap”?

La diffusione dei pagamenti digitali, che in Italia nel 2024 hanno superato per la prima volta il contante, porta con sé un mix di percezioni, spesso dominate da falsi miti e paure infondate. È fondamentale, quindi, fare chiarezza. Analizzare come funziona la tecnologia, quali sono i reali, seppur limitati, rischi e, soprattutto, quali precauzioni adottare, permette di usare carte, smartphone e smartwatch con maggiore consapevolezza. Questo articolo si propone di sfatare le leggende metropolitane più comuni e di fornire una guida pratica per muoversi con sicurezza nel mondo dei pagamenti senza contatto, bilanciando innovazione e tradizione.

In Breve (TL;DR)

Nonostante la loro crescente popolarità, i pagamenti contactless sono ancora circondati da falsi miti sulla sicurezza: scopriamo quali sono i rischi reali e come proteggersi efficacemente.

Facciamo chiarezza distinguendo tra i falsi miti sul furto di dati a distanza e le reali precauzioni da adottare per una sicurezza completa.

Esploreremo infine i reali, seppur limitati, vettori di attacco e le precauzioni efficaci per mitigarli, come l’uso di portafogli schermati RFID.

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Persona che effettua un pagamento avvicinando una carta di credito con simbolo contactless a un terminale pos.
I pagamenti contactless sono comodi e veloci, ma sono davvero sicuri? Scopri come funzionano e quali precauzioni adottare per usarli senza rischi.

Come funzionano i pagamenti contactless

Alla base dei pagamenti contactless c’è una tecnologia chiamata NFC (Near Field Communication), un’evoluzione della più nota RFID (Radio Frequency Identification). L’NFC permette a due dispositivi, come una carta di pagamento e un terminale POS, di scambiarsi dati in modalità wireless, a patto che si trovino a una distanza molto ravvicinata, solitamente inferiore ai 4 centimetri. Questo raggio d’azione estremamente ridotto è la prima, fondamentale misura di sicurezza: impedisce transazioni involontarie o intercettazioni a distanza. Quando si avvicina la carta o lo smartphone al lettore, il chip NFC si attiva e trasmette le informazioni necessarie per completare l’acquisto in pochi istanti.

La sicurezza delle transazioni è garantita da più livelli di protezione. Il primo è la crittografia: i dati di pagamento vengono trasformati in un codice illeggibile per chiunque non abbia la chiave per decifrarli. Inoltre, per i pagamenti tramite smartphone e smartwatch, entra in gioco la tokenizzazione. Questo processo sostituisce i dati reali della carta con un “token”, un codice numerico unico e temporaneo, valido solo per quella specifica transazione. In questo modo, il numero della carta non viene mai memorizzato sul dispositivo né trasmesso all’esercente, offrendo un livello di sicurezza superiore rispetto alla carta fisica. Infine, l’autenticazione tramite PIN o dati biometrici (impronta digitale o riconoscimento facciale) aggiunge un ulteriore scudo contro le frodi.

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I falsi miti sulla sicurezza contactless

Pagamenti contactless: i rischi veri e i falsi miti da sfatare - Infografica riassuntiva
Infografica riassuntiva dell’articolo “Pagamenti contactless: i rischi veri e i falsi miti da sfatare”

Uno dei timori più diffusi è quello di subire un furto di denaro semplicemente camminando tra la folla. L’idea che un malintenzionato, armato di un POS portatile, possa “prosciugare” il conto avvicinandosi alla nostra borsa o tasca è un classico esempio di disinformazione. La realtà è ben diversa. Per avviare una transazione è necessario che un esercente registrato attivi il proprio terminale per una specifica operazione. Inoltre, la distanza richiesta per la comunicazione NFC è talmente breve (pochi centimetri) da rendere un simile tentativo estremamente improbabile in un contesto affollato.

Un altro mito da sfatare riguarda la possibilità di effettuare pagamenti multipli e illimitati con una carta rubata. La normativa europea PSD2 (Payment Services Directive 2) ha introdotto rigide misure di sicurezza. In Italia, il limite per una singola transazione contactless senza PIN è di 50 euro. Superata questa soglia, è richiesta l’autenticazione. Inoltre, dopo un certo numero di operazioni consecutive (solitamente cinque) o al raggiungimento di un importo cumulativo (fissato a 150 euro), il sistema richiede obbligatoriamente l’inserimento del PIN per verificare che la carta sia ancora in possesso del legittimo proprietario. Questi limiti rendono molto difficile per un ladro compiere frodi significative.

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I rischi reali e come proteggersi

Sebbene i pagamenti contactless siano strutturalmente sicuri, nessun sistema è immune al 100% dai rischi. La minaccia più concreta, per quanto rara, è legata a tecniche di skimming avanzato. Un malintenzionato potrebbe, in teoria, utilizzare un lettore RFID potenziato per intercettare i dati trasmessi dalla carta a brevissima distanza. Tuttavia, le informazioni ottenibili in questo modo (solitamente numero della carta e data di scadenza) non sono sufficienti per effettuare transazioni online complesse, che richiedono il codice CVV, o per clonare fisicamente il chip della carta. Il vero pericolo, più che dal contactless in sé, deriva da pratiche di truffa consolidate come il phishing e lo smishing, che mirano a sottrarre le credenziali con l’inganno.

La prima linea di difesa è la consapevolezza. È buona norma controllare regolarmente i movimenti del proprio conto corrente per identificare tempestivamente eventuali addebiti sospetti. L’attivazione delle notifiche via app per ogni transazione è uno strumento efficace per un monitoraggio in tempo reale. In caso di carta rubata o smarrita, è cruciale bloccarla immediatamente contattando la propria banca. Per chi desidera una protezione aggiuntiva, esistono portafogli schermati con tecnologia di blocco RFID, che creano una sorta di “gabbia di Faraday” per impedire letture non autorizzate. Infine, utilizzare wallet digitali su smartphone e smartwatch aumenta la sicurezza, grazie alla tokenizzazione e all’autenticazione biometrica, rendendo i pagamenti da mobile ancora più protetti.

Precauzioni pratiche per l’uso quotidiano

Integrare i pagamenti contactless nella routine quotidiana in modo sicuro richiede poche, ma importanti, abitudini. Quando si paga, è sempre bene verificare l’importo visualizzato sul terminale POS prima di avvicinare la carta o il telefono. Evitare di conservare le carte in tasche esterne o facilmente accessibili può ridurre il rischio di furti tradizionali e di tentativi di skimming in luoghi molto affollati. Se si utilizza lo smartphone per pagare, è fondamentale proteggerlo con un PIN robusto, una sequenza di sblocco complessa o, meglio ancora, con l’impronta digitale o il riconoscimento facciale. Questi sistemi di sicurezza impediscono l’accesso al wallet digitale anche in caso di furto del dispositivo.

Conclusioni

disegno di un ragazzo seduto a gambe incrociate che regge un laptop con scritto dietro allo schermo Conclusioni

I pagamenti contactless rappresentano un’innovazione tecnologica che ha saputo coniugare praticità e sicurezza, trovando un terreno fertile anche in una cultura, come quella mediterranea, storicamente legata alla tradizione del contante. La crescita esponenziale del loro utilizzo in Italia dimostra un cambiamento di mentalità e un’apertura verso soluzioni che semplificano la vita quotidiana. Le paure legate a furti di dati “a distanza” sono in gran parte alimentate da miti e disinformazione, mentre i sistemi di protezione come la crittografia, la tokenizzazione e i limiti imposti dalla normativa PSD2 offrono un solido scudo contro le frodi. I rischi reali, sebbene esistenti, sono limitati e possono essere ulteriormente mitigati con semplici ma efficaci precauzioni. Adottare buone abitudini, come il controllo periodico delle transazioni e l’uso consapevole dei propri dispositivi, è la chiave per beneficiare appieno della comodità del contactless senza ansie ingiustificate. La vera sicurezza, infatti, risiede in un equilibrio tra tecnologia avanzata e un consumatore informato e attento.

Domande frequenti

disegno di un ragazzo seduto con nuvolette di testo con dentro la parola FAQ
È vero che un ladro può rubare i miei soldi semplicemente passando vicino alla mia borsa o tasca con un dispositivo?

Questo è un mito molto diffuso, ma estremamente improbabile nella realtà. La tecnologia NFC (Near Field Communication) usata per i pagamenti contactless funziona solo a una distanza molto breve, solitamente meno di 4-5 centimetri. Un malintenzionato dovrebbe quindi trovarsi fisicamente quasi a contatto con la tua carta. Inoltre, la transazione sarebbe limitata a 50 euro (in Italia), sarebbe tracciabile e, se anche riuscisse, le banche offrono tutele e rimborsi per le operazioni non autorizzate.

Qual è l’importo massimo che posso pagare in modalità contactless senza inserire il PIN?

In Italia e in gran parte d’Europa, il limite per una singola transazione contactless senza inserire il codice PIN è di 50 euro. Tuttavia, per ragioni di sicurezza imposte dalla normativa europea PSD2, dopo un certo numero di operazioni consecutive (solitamente 5) o al raggiungimento di un importo cumulativo (spesso 150 euro), il sistema richiederà comunque l’inserimento del PIN per verificare la tua identità.

Se un criminale intercetta i dati della mia carta contactless, può usarli per fare acquisti online?

È molto difficile. Durante una transazione contactless, non vengono trasmessi tutti i dati necessari per un acquisto online. In particolare, il codice di sicurezza di 3 o 4 cifre (CVV o CVC) che si trova sul retro della carta non viene mai comunicato. Senza questo codice, la maggior parte dei siti di e-commerce blocca la transazione. Inoltre, molte carte utilizzano la “tokenizzazione”, sostituendo il numero reale della carta con un codice usa-e-getta, rendendo i dati intercettati inutili.

I portafogli schermati (anti-RFID) funzionano davvero? Sono una precauzione utile?

Sì, i portafogli e le custodie con schermatura RFID sono efficaci. Contengono al loro interno un sottile strato di materiale, come l’alluminio, che blocca le onde radio, impedendo a qualsiasi lettore esterno non autorizzato di comunicare con il chip della tua carta. Sebbene il rischio di furto a distanza sia basso, utilizzare un portafoglio schermato è una precauzione semplice e a basso costo per avere una protezione aggiuntiva e maggiore tranquillità.

Cosa devo fare se noto un addebito contactless che non ho autorizzato?

La prima cosa da fare è contattare immediatamente la tua banca o l’emittente della carta per bloccarla e prevenire ulteriori frodi. Successivamente, devi disconoscere l’operazione, presentando un reclamo formale. In base alla normativa, hai diritto al rimborso delle somme sottratte, a meno che la banca non dimostri una tua grave negligenza. È consigliabile anche presentare una denuncia alle forze dell’ordine.