Nell’era del commercio digitale e globale, la gestione delle contestazioni dei clienti è diventata un aspetto cruciale per qualsiasi attività commerciale. Una dispute, o contestazione, si verifica quando un cliente contesta un addebito sulla propria carta di credito o debito, avviando un processo noto come chargeback. Questo meccanismo, nato per proteggere i consumatori da frodi e addebiti illeciti, può trasformarsi in un problema complesso e costoso per gli esercenti. Comprendere a fondo le dinamiche della risoluzione delle controversie (Dispute Resolution) è fondamentale non solo per difendersi efficacemente, ma anche per prevenire l’insorgere di tali situazioni, preservando la redditività e la reputazione aziendale.
Questo articolo si rivolge agli esercenti che operano nel mercato italiano ed europeo, un contesto caratterizzato da una forte tutela del consumatore e da una cultura, specialmente quella mediterranea, dove la fiducia e la relazione personale giocano ancora un ruolo importante. Navigare questo scenario richiede un equilibrio tra tradizione e innovazione: da un lato, la cura del rapporto con il cliente, dall’altro, l’adozione di strumenti e procedure digitali avanzate per gestire i pagamenti in modo sicuro e trasparente. Esploreremo le migliori pratiche per ridurre il rischio di chargeback e per gestire con successo la documentazione necessaria in caso di controversia.
In Breve (TL;DR)
Questa guida completa per esercenti illustra le migliori pratiche per gestire le contestazioni dei clienti, ridurre il rischio di chargeback e navigare con successo il processo di risoluzione delle dispute.
Analizzeremo le best practice per ridurre il rischio di chargeback e per gestire correttamente la documentazione in caso di controversia.
Infine, esploreremo le best practice per ridurre il rischio di chargeback e gestire la documentazione in caso di controversia.
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Capire il processo di dispute e chargeback
Un chargeback, o storno di addebito, è la procedura con cui i fondi di una transazione vengono restituiti al titolare della carta dopo che quest’ultimo ha contestato un pagamento. I motivi possono essere diversi: il cliente non riconosce l’operazione, sostiene di non aver mai ricevuto la merce, ha ricevuto un prodotto danneggiato o ritiene che la transazione sia fraudolenta. A differenza di un rimborso, che è un accordo diretto tra esercente e cliente, il chargeback coinvolge le banche (quella del cliente, detta issuer, e quella dell’esercente, detta acquirer) e i circuiti di pagamento (come Visa o Mastercard). La procedura è regolata da direttive europee e dalle regole dei circuiti, pensate per tutelare il consumatore.
Il processo inizia quando il cliente contatta la propria banca per disconoscere un addebito. La banca emittente avvia quindi una disputa formale. A questo punto, l’importo della transazione viene temporaneamente “congelato” o addebitato all’esercente, insieme a una commissione per la gestione della pratica. L’esercente riceve una notifica e ha un periodo di tempo limitato, solitamente da pochi giorni a qualche settimana, per rispondere e fornire prove a sostegno della validità della transazione. Se l’esercente non risponde o le prove fornite non sono sufficienti, il chargeback diventa definitivo e la perdita economica è confermata.
Prevenzione: la prima linea di difesa per l’esercente

La strategia più efficace per gestire le dispute è prevenirle. Un approccio proattivo non solo riduce le perdite economiche dirette, ma migliora anche la fiducia dei clienti e la reputazione del brand. Una comunicazione chiara e trasparente è il primo passo. È essenziale che le politiche di reso, rimborso e cancellazione siano facilmente accessibili e comprensibili prima dell’acquisto. Allo stesso modo, il nome dell’azienda che appare sull’estratto conto del cliente (il cosiddetto descriptor) deve essere immediatamente riconoscibile per evitare contestazioni per “transazione non riconosciuta”, una delle cause più comuni di chargeback.
Un altro pilastro della prevenzione è la sicurezza delle transazioni. Adottare sistemi di pagamento che supportano l’autenticazione forte del cliente (Strong Customer Authentication – SCA), come il 3D Secure, è fondamentale. Questo protocollo aggiunge un livello di verifica, ad esempio tramite un codice inviato via SMS o un’autorizzazione via app, che protegge l’esercente dalle frodi e sposta la responsabilità della transazione sulla banca del cliente in caso di contestazione per frode. Inoltre, è utile imparare a riconoscere gli ordini sospetti, come quelli con importi insolitamente alti o con indirizzi di spedizione e fatturazione diversi, e procedere con verifiche supplementari se necessario. Infine, un servizio clienti eccellente, rapido e risolutivo, può disinnescare un’insoddisfazione prima che si trasformi in una costosa disputa formale.
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La gestione della controversia: come rispondere a un chargeback
Nonostante le migliori strategie di prevenzione, ricevere una notifica di chargeback è un’eventualità da mettere in conto. Quando accade, è cruciale agire con metodo e tempestività. Il primo passo è analizzare attentamente la notifica ricevuta, che include il codice motivo della contestazione (reason code). Questo codice, fornito dai circuiti di pagamento, spiega perché il cliente ha avviato la disputa e guida l’esercente nella raccolta della documentazione più pertinente per controbattere.
La raccolta delle prove è il cuore del processo di difesa. La documentazione da fornire varia a seconda del motivo della contestazione, ma in generale deve dimostrare in modo inconfutabile che la transazione era legittima e che l’esercente ha adempiuto ai suoi obblighi. Prove essenziali includono: ricevute di pagamento, conferme d’ordine, prove di spedizione con tracciamento che confermino l’avvenuta consegna, comunicazioni intercorse con il cliente (email, chat), e qualsiasi documento firmato (come una ricevuta di check-in per un albergo). Presentare una documentazione completa e ben organizzata entro i termini stabiliti è l’unico modo per avere una possibilità di vincere la disputa e recuperare l’importo contestato.
Strumenti alternativi e il contesto europeo: le piattaforme ODR
Nel contesto del mercato unico digitale europeo, la Commissione Europea ha introdotto strumenti specifici per facilitare la risoluzione delle controversie tra consumatori e commercianti, promuovendo un approccio meno conflittuale e più rapido rispetto ai canali tradizionali. Uno di questi strumenti è la piattaforma ODR (Online Dispute Resolution). Questo portale web multilingue, attivo dal 2016, consente a consumatori e aziende di risolvere extragiudizialmente le controversie relative ad acquisti online.
Per i commercianti online che operano nell’UE, è obbligatorio inserire sul proprio sito un link alla piattaforma ODR e fornire un indirizzo email di contatto. Il funzionamento è semplice: il consumatore presenta un reclamo tramite un modulo online; il reclamo viene trasmesso al commerciante, che può proporre un organismo di risoluzione alternativa della controversia (ADR) da un elenco di enti accreditati. Se si raggiunge un accordo sull’organismo, la pratica viene trasferita e gestita interamente online, con l’obiettivo di trovare una soluzione entro 90 giorni. Aderire attivamente a questo sistema non è solo un obbligo di legge, ma un’opportunità per l’esercente di dimostrare trasparenza e affidabilità, rafforzando il rapporto di fiducia con il cliente.
Tradizione e innovazione nella cultura mediterranea
Nel contesto italiano e, più ampiamente, mediterraneo, la relazione personale e la fiducia sono da sempre pilastri del commercio. Un cliente che si sente tradito o ignorato è più propenso a intraprendere azioni formali. Gestire le contestazioni in questo ambito culturale richiede un’attenzione particolare all’aspetto umano. Spesso, una telefonata o una comunicazione empatica possono risolvere un problema in modo più efficace di mille procedure automatizzate. Ascoltare attivamente le ragioni del cliente e mostrare disponibilità a trovare una soluzione è fondamentale per trasformare un’esperienza negativa in un’opportunità per rafforzare la lealtà.
Questo approccio tradizionale deve però integrarsi con l’innovazione. La tecnologia offre strumenti indispensabili per la prevenzione e la gestione delle dispute. L’utilizzo di un CRM (Customer Relationship Management) per tracciare tutte le interazioni con i clienti, l’adozione di sistemi di pagamento sicuri come quelli che offrono la tokenizzazione e l’implementazione di procedure di autenticazione a due fattori (2FA) sono esempi di come l’innovazione possa blindare l’attività commerciale. L’equilibrio vincente risiede nel combinare l’efficienza e la sicurezza della tecnologia con un servizio clienti che mantenga un tocco umano e personalizzato, un valore aggiunto particolarmente apprezzato nel mercato italiano. In caso di transazioni sospette, è importante conoscere le tecniche di frode, come il phishing, per proteggersi adeguatamente.
Conclusioni

La gestione delle contestazioni dei clienti è un’attività strategica che ogni esercente deve padroneggiare per prosperare nel mercato attuale. Le dispute e i chargeback, sebbene siano una tutela per i consumatori, rappresentano una sfida significativa in termini di tempo, costi e reputazione. Affrontare questo fenomeno richiede un approccio duplice, che unisca prevenzione e una gestione efficiente delle controversie quando si presentano. Adottare politiche trasparenti, investire in tecnologie di pagamento sicure e offrire un servizio clienti impeccabile sono le fondamenta per ridurre al minimo l’incidenza dei chargeback.
Quando una disputa è inevitabile, è essenziale rispondere in modo rapido, metodico e con una documentazione probatoria inattaccabile. Sfruttare gli strumenti messi a disposizione dal contesto normativo europeo, come la piattaforma ODR, può offrire una via di risoluzione più rapida e meno costosa. Per gli esercenti italiani, la chiave del successo sta nel saper fondere l’innovazione tecnologica con la tradizionale cultura dell’attenzione al cliente, costruendo rapporti di fiducia solidi che rappresentano la migliore assicurazione contro le controversie. Una gestione efficace delle dispute non è solo una difesa, ma un’opportunità per migliorare e rafforzare la propria attività commerciale.
Domande frequenti

Un chargeback, o storno di addebito, è la restituzione forzata di fondi a un cliente che contesta una transazione direttamente con la propria banca o l’emittente della carta. A differenza di un rimborso gestito direttamente con te, il chargeback coinvolge gli istituti finanziari. Dovrebbe preoccuparti perché non solo perdi l’incasso della vendita, ma potresti anche dover pagare commissioni aggiuntive per la gestione della disputa. Un numero elevato di chargeback può inoltre danneggiare la reputazione del tuo negozio agli occhi dei circuiti di pagamento.
La prevenzione si basa su trasparenza e comunicazione. Assicurati di avere descrizioni dei prodotti dettagliate, politiche di spedizione e reso chiare e facilmente accessibili. Usa un nome riconoscibile nell’estratto conto del cliente per evitare confusioni. Offri un servizio clienti eccellente e facile da contattare, così che i clienti si rivolgano a te prima di avviare una disputa. È anche fondamentale utilizzare sistemi di pagamento sicuri, come quelli con autenticazione 3D Secure, per ridurre il rischio di frodi.
Appena ricevi una notifica, la prima cosa da fare è analizzare il motivo della contestazione, solitamente indicato da un codice specifico. Successivamente, hai un tempo limitato (spesso tra 7 e 45 giorni) per decidere se accettare la perdita o contestare il chargeback. Se decidi di opporti, devi raccogliere tutte le prove a tuo favore per dimostrare la legittimità dell’addebito. Agire rapidamente è fondamentale, perché non rispondere entro i termini significa perdere automaticamente la disputa.
Per avere buone probabilità di vincere una disputa, devi fornire prove convincenti. La documentazione essenziale include: la ricevuta di vendita, la prova di avvenuta consegna con codice di tracciamento (fondamentale per contestazioni di ‘merce non ricevuta’), eventuali comunicazioni intercorse con il cliente (email, chat), e la descrizione del prodotto o servizio acquistato. È utile anche mostrare la prova che il cliente ha accettato i termini e le condizioni al momento dell’acquisto.
Il tempo per fornire la documentazione iniziale è solitamente breve, variando da 7 a 45 giorni a seconda del circuito della carta (es. Visa, Mastercard). L’intero processo di risoluzione, invece, può essere molto più lungo. Dopo aver inviato le prove, la banca del cliente le esamina e prende una decisione. Questo può richiedere da alcune settimane fino a 60-75 giorni, e in alcuni casi anche di più, prima di arrivare a una conclusione definitiva.